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Autore: BloodyMoon    04/06/2006    9 recensioni
Storiellina piccola piccola e alquanto inutile, scritta... adesso, in pochi minuti! ^^
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Pansy Parkinson | Coppie: Draco/Harry
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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A Stupid Muggle Game
by BloodyMoon


Colpo.
Colpo...
Finta...
Passaggio...
E' incredibile quel gioco di gambe.
Da quando Thomas gli ha insegnato a giocare a calcio e il campo da Quidditch è occupato, Potter non fa altro con i suoi amici: partite, partite, e ancora partite!
Ma Pansy non è l'unica che segue il gioco - pensando oltretutto che Thomas ha un certo fascino virile. Un altro paio di occhi color del ghiaccio fissano instancabili quelle gambe che continuano a muoversi, in movimenti ammirevoli. Draco Malfoy, accanto a lei, segue la partita, facendo finta di non essere per nulla interessato a quello stupido gioco Muggle, ma la sua parvenza di aria annoiata passa del tutto in secondo piano vedendo gli occhi lucidi per qualcosa, brillanti.
La moretta sa che ormai non ha speranze con il bel biondino dal carattere viziato, e così si è accontentata della sua amicizia, che non è poi tanto male, contando che ha l'invidia di metà del popolo della scuola - mentre l'altra metà, ovviamente, appartiene a Potter. Per questo ora sono seduti sotto un albero nel giardino della scuola, a studiare - o almeno far finta di tenere gli occhi puntati sul libro per più di una manciata di secondi.
Pansy osserva la scena, colpita dallo sguardo perso di Draco.
Lui è così preso dal gioco o dalla persona che ora sta correndo verso una delle porte, segnando un goal strepitoso?, non può fare a meno di chiedersi lei.
Ma prima che possa trovare una risposta, una palla veloce colpisce in pieno il viso dell'aristocratico Principe delle Serpi.
Per un attimo l'aria sembra congelarsi, poi Potter si avvicina ai due amici.
«Fottiti, Potter...» mugugna Draco, poco convinto.
«Scusa, Malfoy, non era mia attenzione...» Potter sembra davvero quasi dispiaciuto, non sembra volersi prendere gioco di Malfoy.
«Immagino, ovviamente è stato solo un caso che mi prendessi come bersaglio...» dice Malfoy, sempre a bassa voce, quasi come se non volesse intavolare una conversazione, e già si aspettasse qualcosa.
«Davvero, Malfoy, non volevo colpirti!» dice sincero Potter, guardando fisso negli occhi lo Slytherin.
«...Anche se devo dire» continua «che, seppure sono ormai abituato alla tua pelle diafana, questo colore rosato in viso ti dona, sottolinea ancora di più il grigio dei tuoi occhi, e potrei anche abituarmi a continuare a fissarti senza sosta, senza mai stancarmi...» mormora il Gryffindor a pochi centimetri dal suo orecchio, mentre raccoglie la palla con naturalezza, come se fosse cosa di tutti i giorni fare complimenti al proprio “nemico”.
«Ci vediamo, Malfoy!» dice poi a voce più alta,allontanandosi e fissandolo poi un'ultima volta negli occhi, con sincerità, come per fargli capire che non vuole ferirlo o prenderlo in giro.
Parkinson, che è stata sdegnosamente ignorata fino a quel momento, ma che non si è persa neanche mezza battuta della conversazione, fissa Draco con un piccolo sorriso.
«Ovviamente questo rossore è dovuto alla pallonata, non è vero, Draco?!»


  
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