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Autore: ImnotstrangeImjustme    24/09/2011    0 recensioni
Vesto d'aria e di speranza.Sospesa tra prato e cielo.Equilibrio dei sensi.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Le kiosque de violettes


 


Genere : Slice of life = è il genere di quelle storie il cui scopo è descrivere spaccati di vita quotidiana.(Scelto per esclusione in quanto nessuno degli altri generi si addicevano alla storia)

Rating : Arancione 

Avvertimenti Incompiuta = si definisce tale una storia destinata a non trovare mai una conclusione.


Era un posto angusto e impregnato di una lastra di sudore palpabile.Inspiravo quell'aria contaminata e l'unica cosa a cui pensavo era quanto puzzasse.Era un connubio di cattivi odori,penso che nessuna di quelle persone lì sopra,se solo ci avesse provato sarebbe riuscita a distinguerne almeno uno.L'unico movimento a cui s'era abituato il mio corpo da circa quattro ore era il leggero salire e scendere della mia schiena sulla poltrona plastificata su cui ero conficcata da tempo.Avevo poche cose con me.Effettivamente possedevo solo una vecchia valigia a mano trovata nella soffitta della mia vecchia casa (definata casa per il solo fatto che in cima era coperta da tegole in cemento) dov'erano raggomitolate una dozzina di magliette,tre o più pantaloni e qualche paio di scarpe da tennis scolorite.Non ero vestita granchè,difatti portavo un paio di jeans consumati sulle ginocchia,uno di quei maglioni color écru con quei fastidiosi e antiestetici pelucchi dello stesso colore e un paio di converse anonime in quanto sciupate dal tempo.Sul capo avevo un cappello grigio chiaro bucherellato tutt'attorno.Era l'unica cosa nuova che avevo indosso.L'avevo preso poche ore prima che quell'ansiana signora apparentemente innoqua mi imponesse di lasciare subito la mia casa e il posto in cui vivevo cercando di abbindolarmi con le sue parole.Mi raggirò con n'ammasso di (devo ancora constatare se bugie o menzogne) parole e sputi.Provenienti ambedue dalla sua dentiera scadente.Non ricordo neanche bene come fece ad entrare,ora che ci penso.Probabilmente dalla porta sul retro.La mia vcchia casa ne possedeva una,purtroppo aveva la serratura rotta ,per questo riuscì ad entrare facilmente.Non m'era mai passata per la testa l'idea di farla riparare,per il semplice fatto che non avrei mai pensato che un giorno di settembre qualcuno facesse irruzione nella mia casa.Ero in cucina se la memoria non m'inganna,stavo mettendo in ordine i pochi utensili che usavo per cucinare.Sembrava tutto ordinale,come sempre,insomma.Mi trovai dinanzi un'anziana signora dal bell'aspetto e per quella manciata di minuti che mi fu concesso vederla posso dire che aveva dei lineamenti nordici,era piuttosto bassina.Avrà potuto avere su per giù una sessantina d'anni,non sembrava molto sveglia.Pareva inespressiva,anche un pò svampita peccato che anche questa volta mi sbagliai.Era l'opposto dell'impressione che mi aveva fatto.Era vispa,scaltra e da quel poco che ho potuto constatare anche furba.Intenta a strofinare i palmi delle mani sotto l'acqua,mi girai verso quella che poi,sarebbe stata la carnefice di tutti i mei guai.Non ero spaventata,volevo solo capire chi fosse e cosa ci facesse in casa mia.Partì a guardarla dal basso e le scolpii il volto con lo sguardo.Sul viso padroneggiava lo sgomento,forse aveva paura di non so cosa o chi o forse aveva semplicemente fretta. 'Ascolti -dissi-io non l'ho mai vista prima d'ora,di conseguenza non sono neanche a conoscenza del losco motivo per cui lei e' entrata dentro casa mia senza preavviso.Le sarei grata,se mi desse una spiegazione'Lo dissi con tutta calma sottolineando di tanto in tanto alcune parole contenute nella frase,mentre ristrofinavo le mie mani sul panno che era sul tavolo.Spostai la sedia e con un sospiro -forse di sollievo o non so cosa- mi sedetti.Le feci un cenno con la testa e spostai leggermente con la mano la sedia posta di fronte a me,nel vano tentativo -risultato,poi,anche inutile-di farle capire che se si fosse accomodata e mi avesse dato spiegazioni a me di certo non sarebbe dispiaciuto.'Non e' quello per cui sono venuta.'Mi fissava con fare indifferente e con le braccia penzoloni lungo il corpo.Ricambiai lo sguardo,stranita.'Allora,perchè?' Lo dissi con fare scocciato ,quasi canzonatorio con le gambe accavallate l'un l'altre.'Violet,devi andartene.'Sembrava seria,sul mio volto oramai il timore s'era fatto strada.'Scusi?' Mi alzai velocemente dalla mia postazione e le guardai dritta nelle pupille nonostante fosse d'un paio di centimentri piu bassa di me.'Se domani non ti vuoi ritrovare coperta di terreno,in una fossa comune allora vattene.Hai tre ore di tempo per abbandonare questa casa e questo paese a partire da -si guardò l'orologio che aveva sul polso destro.Sembrava uno di quegli orologi d'epoca,col cinturino in cuio e molto sottile-ora.Vattene.Fallo e non avrai problemi' Mentre diceva quest'ultime parole si stava allontanando già,a passo felpato verso la porta dell'entrata principale.Quella con la serratura apposto,diciamo.La vidi allontanarsi pogiando la mia mano sullo stipite della porta della cucina,facendo capolino con la testa,da questa.A dirla tutta non stavo pensando a quello che mi aveva detto quella tizia strana.Avevo sempre saputo di non essere una ragazza ordinale.Quel giorno ebbi la conferma che non lo sarei mai stata.Mi avevano sempre etichettato come 'la ragazza ambigua'.Effettivamente sono sempre stata un pò strana ma non era stato tutto per merito mio.Mi fu messo tra le mani un libro dovuto alla penna di un tale di nome Blanchard,inizia a leggerlo e man man che le pagine scorrevano la mia curiosità cresceva a dismisura.Difatti inizia a tradurlo su taccuini,block notes e altre svariate cose cartacee.Le traduzioni delle pagine risultavano parecchio scorrevoli grazie alla mie (abbastanza esperte) conoscenze della lingua latina.Era interamente in latino,non mi sono mai interessata sulla sua pubblicazione o cose del genere.Parlava della storia di un ragazzo che andava in giro per il mondo portando con se sventure e sfortuna,causando morti inispiegabili di persone a lui sconosciute.Ricordo solo che quel giorno era primavera inoltrata ed io -come sempre,del resto- stavo camminando sulla strada che facevo ogni giorno per tornare dal lavoro,proprio quella di fronte alla stazione.Calciavo quel che si poteva calciare per strada e con la coda dell'occhio riuscivo a intravedere la furia con cui il treno delle 18:60 passava di lì.Solitamente sceglievo quella strada perchè di lì non c'era mai anima viva,preferivo stare da sola.Ho sempre preferito la solitudine alla compagnia di emeriti sconosciuti.Spostai lo sguardo dalla mia destra alla parte opposta e vidi una signora avvicinarsi alla parte di strada dove stavo camminando da oramai mezz'ora.'Ciao Violet' Disse con un dolce sorriso strofinando la sua mano sul mio braccio.La guardai inarcando un sopracciglio,feci mente locale e mi convinsi di non averla mai vista prima d'ora.'Salve,ci conosciamo?' Dissi io alquanto scettica,mascherando di tanto in tanto il mio tono di voce.Aveva un non so che di strano.A guardarla chiunque avrebbe pensato che appartenesse al rango delle gitane o delle zingare.Effettivamente aveva un aspetto trasandato e sfatto.Portava una lunga gonna di un colore improbabile,una casacca e dei sandali in cuio,aveva i capelli raccolti in uno chignon morbido portato,nonostante tutto,con grande eleganza,un paio di quegli orecchini circolari che portano solitamente queste veterane della strada.'Ci tenevo a sapere che tu questo-cacciò come per magia una specie di quadernetto con la copertina sbiadita da dietro la sua casacca.Avevo sempre saputo che queste donne erano come delle vegenti o cose di questo tipo,ma non sapevo si dilettassero anche con la magia-l'avessi tu.'Lo tese verso le mie mani.Instintivamente lo presi.Non sapevo chi fosse lei,nè che cosa mi stesse dando,ma accettai.Accettai entrambi.Farfugliai qualcosa d'incompreso.-'Cos'è?' -Guardai l'oggetto in questione presente ancora nelle mie mani e poi rivolsi lo sguardo della mia -allora,ancora sconosciuta-interlocutrice.'E' un libro mia cara Violet.Da quando lo possiedo l'unico mio desiderio è fartelo avere tra le mani.Ti conosco meglio di quanto tu possa pensare.Conosco ogni tuo movimento.Come ti muovi,quello che fai.Quando e come lo fai.Tua madre t'avrà annoiato sulle dicerie sul mio conto,non è così ?' Aveva uno sguardo dolce,quasi intenerito alla comparsa di un espressione insolita sul mio volto.Diversa a quella che avevo prima che lei incominciasse il suo strampalato discorso campato per aria.'Veramente mia madre e' morta.Visto che sembra conoscerla così bene,penso che ne sia a conoscenza,o mi sbaglio?' Mi mandava in bestia solo il penserio che qualcuno potesse nominare mia madre.Quella donna.Fino a qualche mese fa pensavo di odiarla.Forse mi sbagliavo,forse lo faccio tutt'oggi.Dissi tutto d'un fiato,con fare infastidito,calcando alcune parole.Prima di parlare,si rivolse a me con uno sguardo piuttosto preoccupato,angosciato a tratti.'Tua madre non è morta,Violet.Devi accettarlo.E' pur sempre la persona che ti ha dato alla luce,gia solo per questo motivo dovresti volerle bene.Ma non è questo il motivo per cui ti ho cercato.Questo libro da oggi ti appartiene,Violet.Tu appartieni a lui e lui appartiene a te.E' concatenato.'Non sapevo che rispondere.Se ringraziarla con un semplice 'grazie' o rifiutare l'offerta e passare alla fase successiva di quell'alquanto insolita conversazione.'Perchè dovrei accettare?Io non la conosco.Non l'ho mai vista prima d'ora' Le tesi il libro e alzai leggermente le spalle.Lei lo respinse,rimettendomelo tra le mani.'Fattelo spiegare da tua madre chi sono.Mi spiace però ora devo andare.Arrivederci mia cara,arrivederci' Disse l'ultima parola con un tono di voce piu calmo e basso.La vidi sgattaiolare via in meno di un nanosecondo.Sembrava essere evaporata.Non avrei potuto chiederle spiegazioni nè sul ibro nè su di lei in quanto non conoscevo nè il suo nome nè sapevo dove abitasse.A dirla tutta non avevo interesse a conoscerla.Insomma,conosceva mia madre ,sarà stata una sua amica,una conoscente o come più temevo una sua 'rivale' in affari.Era una zingara,si,ma mia madre non si sceglieva i clienti.Chissà che chiacchiere e maledicenze c'erano sul suo conto.Intanto continuavo a camminare su quella strada ormai ben conosciuta tirando di tanto in tanto calci alle prime foglie secche che gironzolavano per terra.Riposi il libro nella borsa che avevo a tracolla.Quella di cuoio,quella che usavo sempre.Forse quella strana signora sapeva che non l'avrei buttato,che sarei stata troppo curiosa per farlo.Dovevo capire perchè voleva a tutti i costi che il libro lo avessi io e perchè conosceva mia madre e tante altre cose sul suo conto e quello del libro.Nonostante non me ne potesse importare di meno di tutti e due pensai che era finalmente arrivato il momento di capire chi era davvero mia madre e perchè un giorno,così se ne andò senza preavviso.


-Ho appena scoperto la mia passione nel scrivere gialli e ve ne ho resi partecipi.Ho notato che nonostante sia io che scriva la storia,appassioni piu me che chi la legge.Non so mai dove mi porterà o cosa succederà a 'VIOLET',la protagonista della mia storia.Sono io che seguo la penna (o meglio,i tasti ma siamo lì) non il contrario.Se trovate intrigante e di un certo spessore il genere di Aghata Christie,allora vi consiglio di seguire questa storia in quanto sarà un giallo pieno zeppo di suspance.Ho gia qualcosa pronto per metterlo su carta ma prima preferirei elaborarlo meglio e poi magari vedere se interessa a voi una storia di questo tipo.Ainsi,spero che il primo capitolo v'abbia interessato al tal punto da essere curiosi di leggere un continuo.Ne vous inquiètez pas,non sarà uno di quei gialli barbosi e monotoni.Non mancheranno di certo scene smielate,stuzzicanti,scene alquanto movimentate,appassionanti,sketch sostanziosi,di rilievo e anche sensibili.Penso di aver detto tutto quello che c'era da dire.Se lasciaste una recensione,anche piccola a me di certo non dispiace.Non molto per il fatto in se per se di ricevere recensioni,effettivamente e' così.Io continuo a scrivere.Se interessa sono felice,se non interessa di certo non mi impicco sotto al lampadario,quindi.Giusto una recensione per capire se la storia piace e se qualche buon'anima vuole un continuo.Ovviamente questo e' solo un'anticipazione.In effetti non si capisce molto la dinamica della storia nel primo capitolo in quanto sono tre situazioni mescolate in una sola.Era giusto per farmi capire in generale quello che succederà,poi,successivamente.

 

Positivitè&Amour-Joey (Non scervellatevi non è uno pseudomino o cose di questo tipo.E' semplicemente il mio nome anagrafico tradotto in inglese.Così rende di più)

  
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