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Autore: elrohir    05/06/2006    1 recensioni
Allora, Sendoh e Rukawa sono cugini, molto legati (per intenderci Akira è l'unico che riesce a far sciogliere quel ghiacciolo di Kaede) e per questo Hana, che non ha ancora accettato il fatto di essere innamorato di Kaede ma per qualche oscuro motivo è comunque geloso dell'"orrido porcospino" (se mai Greta leggerà questa fic mi perdoni il furto)è molto irritato. Le cose peggiorano durante un ritiro quando le due squadre si trovano a convivere. Elementi disturbanti di un oscuro passato che accomuna e lega i cugini verranno alla luce, cambiando per sempre la vita di Hana. E certo, anche quella di Kaede e Akira. Nota: per chi è abituato a un Sendoh insopportabile, questa fic potrebbe essere molto ooc.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Akira Sendoh, Hanamichi Sakuragi, Kaede Rukawa
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Ottavo capitolo

Ottavo capitolo

 

Sakuragi pov

 

Giuro che prima o poi quel porcospino maniaco io lo rapo a zero.

Come si permette di parlare in quel modo al Tensai!?! Gli insegno io l’educazione…

“Ehi scimmia, dov’è Kaede?”

Mi sono trattenuto a stento dal prenderlo a pugni. Non ho nessuna intenzione di farmi chiamare scimmia da un deficiente con il gel al posto del cervello.

Beh, neanche dagli altri, certo! Ma da lui proprio non le tollero certe confidenze.

E poi cos’è, i suoi neuroni hanno deciso di scioperare finchè non cambia pettinatura? Che cazzo viene a chiedere a ME dove sta RUKAWA! Ma nessuno gliel’ha detto, a quell’imbecille, che per me la Kitsune è come il fumo negli occhi?

Come, scusate? Chiedete perché allora le sto sempre appiccicato?

Beh, ragionate un attimo: avrà pure un punto debole, quella macchina centra-canestri! E una volta che il Tensai l’avrà scoperto, allora…

Cosa? Volete sapere perché se lo odio tanto mi si è stretto il cuore quando l’ho visto impallidire, in palestra, davanti a Toshiko? Perché ho fatto a pugni con lui dopo che l’aveva insultato? Perché mi prudono le mani ogni volta che qualcuno lo guarda, gli parla, lo sfiora… lo pensa?!

Ehm… ecco, il fatto è che…

In ogni caso io resto della mia idea. Non merita la mia preoccupazione, quello.

E sì che mi sono sforzato di diventargli amico… per il bene della squadra, sia chiaro!

Sapete cosa se ne fa il Tensai della sua amicizia… in fondo, solo l’idea di stargli vicino mi dà i brividi!

Esatto, i brividi, tante piccole scosse elettriche che risalgono la spina dorsale, viaggiano nelle terminazioni nervose per andare a illuminare il cervello, e poi spegnerlo in un black-out completo… un black-out di desiderio e passione e bisogno di stringere, baciare, amare…

AHHHHH! Ma cosa mi fate dire? I brividi sono di disgusto, e non provate a contraddirmi, chiaro!?

Quindi, è solo un bene che non abbia accettato il mio invito a uscire, sta sera.

Ehi, non pensate male! Io l’ho invitato solo perché Akagi mi aveva chiesto di farlo, e voglio ingraziarmi il gorilla per avere carta bianca con la sua dolce sorellina… sì, certo, e poi dovete ammettere che la sua richiesta somigliava molto a un ordine… e che i suoi pugni alla lunga fanno male!

Quindi, caro porcospino maniaco, il tuo *Kaede* è sdraiato sul letto, languido e bello come sempre, che legge una stupida rivista di basket…. Facci quel che vuoi basta che dopo pulisci tutto…

Dio che schifo… soltanto immaginarmi il volpino tra le sue braccia mi dà il voltastomaco.

Basta, non pensiamoci… beviamo.

Questa sera bisogna divertirsi… e mi divertirò!

Anche se sento lo stomaco andare a fuoco ogni volta che ripenso alla mia stanza, all’albergo…

-Credete che Sendoh riuscirà a convincere Rukawa?

Kogure pone la domanda con aria innocente, ma io non posso evitare di sobbalzare. E poi quel maledetto Mitsui, guardandomi attento, risponde –Mah, io direi di sì… la nostra volpacchiotta sembra avere un debole per il porcospino… per dirla alla Sakuragi!

-E tu Hana che ne pensi?

Rido. La mia risata da Genio.

Non è mai sembrata tanto falsa. –Ah Ah Ah! Ma stiamo scherzando! È del congelatore che si parla, del freezer, del ghiacciolo, della volpaccia artica! Quello non sa neanche cosa siano i locali notturni! E poi si addormenterebbe con la testa sul bancone, scommettiamo?

Ryota si intromette. –Sì Hana. Io dico che Rukawa verrà. Ci giochiamo il prossimo giro?

Gli afferrò la mano senza esitare –Certo! Preparati a pagare!

Kogure tossisce educatamente. Io e Mitsui lo guardiamo. Lui ci fa cenno di voltarci.

Obbediamo.

E restiamo immobili. Increduli. Incapaci di respirare.

O almeno, io sono così. E non ho abbastanza testa per preoccuparmi della pressione arteriosa di Mitsui, in questo momento.

Lui è qui.

Qui. Lui.

Ma dai, Hana, che minchia dici! Quello non è Rukawa! Guardalo! Anzi, così hai anche la prova che lui NON è il ragazzo più bello del mondo, perché quello lì…      quello lì… Quello lì non può essere Rukawa! Non è la volpe artica!

E allora perché un tizio con i capelli da porcospino lo trascina per il polso, con un sorriso a centosessantatrè denti stampato sul volto? Un tizio pericolosamente somigliante ad Akira Sendoh?

-Ru…- sussurra Mitsui, rauco.

Ok. E Rukawa.

Appurato questo, la domanda da porsi è la seguente.

CHE CAZZO SI È MESSO ADDOSSO?

Non riesco a controllare il mio sguardo, spazia sulla sua figura, vola sul suo corpo, attardandosi nei punti che meno sarebbe salutare fissare.

Come le gambe. Interminabili, sinuose, fasciate in quei jeans scuri che sorridono sui suoi fianchi snelli, facendoti l’occhiolino da sotto la cintura borchiata.

O lo stomaco, intravisto appena quando per un caso fortuito la giacca di pelle si scosta e la maglietta nera sale, a rivelare la pelle bianca custodita e nascosta.

O le spalle, vestite di buio, sfiorate dai capelli di seta.

Che sfuggono spettinati in tutte le direzioni, come se una mano sapiente li avesse fissati nella caotica perfezione di un risveglio tardivo, dopo una notte d’amore.

E poi il viso. Duro, e fragile. Dolce e severo. Con gli occhi di ghiaccio velati dalle ciocche scomposte, e le labbra sensuali imbronciate come sempre. Gli zigomi carezzati da invisibili dita, invisibili labbra, invisibili sguardi.

È come se il tempo si fosse fermato. In quell’eternità sospesa tra mille ipotetici futuri, lui incontra il mio sguardo. E. Sorride.

Poi, il mondo torna a ruotare, io sobbalzo e interrompo il contatto, Sendoh gli afferra la mano, dice qualcosa, anche lui si volta e lo guarda, annuisce, iniziano a camminare verso di noi, rallentati dalla folla, e il suo ondeggiare è ipnotico, toglie il fiato.

Sento Mitsui bofonchiare qualcosa tra i denti.

Nel locale, tutti stanno guardando la mia volpe.

Le ragazze svengono quando lui le sfiora, e i maschi lo spogliano famelici, lo divorano con gli occhi, e solo gli sguardi assassini di Sendoh (che per una volta mi sembra un inviato della divina provvidenza) dissuadono alcuni dal posare le mani su quel corpo perfetto che li fa ardere dentro.

Alle nostre spalle, un sogghigno –Mmm, uno schianto il ragazzino!

Prima che io possa fare alcunché, Mitsui scatta sferzante –Vedi di giragli alla larga, stronzo, se non vuoi che ti spacco tutti i denti! È solo un bambino.

Da una parte vorrei ribattere che Rukawa non è un bambino (anche perché ha la mia stessa età, ed ehi gente!, il Tensai è ormai un uomo!), ma quando quel trentenne pedofilo ride, ammiccando –Un bambino con un culo da urlo- ci vuole tutta la forza di Miyagi per impedirmi di sbattergli la testa sul tavolo.

Rukawa ci ha ormai raggiunto, e gira intorno al tavolo ignaro degli occhi che si sono incollati al suo sedere. Purtroppo, mi accorgo che questi non appartengono solo al maniaco decrepito, dal momento che praticamente tutto il locale lo sta fissando. Effettivamente, non me la sento biasimarli. E poi non mi sembra il caso di far esplodere il pub (sicuramente rinvierebbero il torneo, e Rukawa si incazzerebbe non poco), quindi mi trattengo, e ingoio gli insulti.

Vedo Mitsui chinarsi sul suo orecchio, e sento un improvvisa ondata di gelosia. Perché qui non si tratta di uno sconosciuto che si limita a guardarlo. Qui giochiamo ad armi pari. Mitsui ha con Ru le stesse mie possibilità, anzi… a giudicare dall’atteggiamento della volpe di stasera, appena appena scostante, mi supera di una buona misura.

Ci fossi stato io al suo posto, Rukawa mi avrebbe già staccato la testa a morsi.

Il pensiero, che di solito mi porta solo una punta di fastidio mischiata a malinconia in gola, questa sera fa stranamente male.

Forse è colpa della volpe, che pare così splendida e irraggiungibile, forse è vederlo per la prima volta fuori da una palestra, fuori da un campo da basket, forse è che non riesco a sopportare di guardarlo, talmente è bello, forse è che ho bevuto troppo, e troppo in fretta, forse è che la sera è lunga, ed ho come la sensazione che prima di domani succederà qualcosa, qualcosa di irreparabile… ma ho un nodo alla gola che non riesco a sciogliere.

Mi tengo alla larga da Rukawa e Mitsui, per quanto me lo permetta il tavolo, evito di guardarli perché altrimenti non basterebbe Miyagi per trattenemi dal saltare alla gola dello sfregiato.

Cerco con gli occhi Sendoh. Eccolo, che chiacchiera con Koshino… maledizione, per una volta che ti vorrei appiccicato alla volpe te ne stai alla larga?

Sendoh sembra leggere i miei pensieri, perché senza smettere di parlare sposta lo sguardo su Rukawa. Quando gli occhi si posano sulla Kitsune, diventano incredibilmente caldi. È strano, Sendoh ha occhi azzurro chiaro, limpidi e dolci, sempre allegri, sempre solari, eppure quando guarda Kaede si illuminano di una tenerezza che è quasi impossibile da sostenere.

Di questa tenerezza sono sempre stato geloso, così come della facilità con cui riesce a sciogliere il ghiaccio di quel principe candido, la disinvoltura con penetra le sue barriere.

Arrischio uno sguardo a Rukawa. Mitsui parla, intorno la gente non ha smesso di fissarlo.

E lui… alza il bicchiere, distratto, posa le labbra sul vetro… un’onda di calore mi percorre, mentre scorgo un baluginare della sua lingua…

Volto la testa di scatto, sforzandomi di mantenere regolare il respiro. Conto fino a dieci, a trenta, a cinquanta… non posso eccitarmi in mezzo al locale, merda!

Quando lo guardo di nuovo, il suo posto è vuoto.

Fulmineo, scatto verso Sendoh.

Eccolo. In quel momento il cuore mi muore nel petto.

Sta seduto sulle sue ginocchia, in una posa tanto equivoca e intima da spezzarmi il cuore. Eppure. Eppure le loro espressioni sono dure. Sembrano litigare, o quantomeno discutere.

Alla fine Kaede si alza, e Sendoh con una pacca sul sedere lo lascia allontanare.

Ma dico sono tutti impazziti? Non può girare senza scorta, non vestito così….

Guardo Sendoh: parla di nuovo con Koshino.

Guardo Mitsui. Ride con Miyagi e Kogure.

Ho capito. Deve pensarci il Tensai.

Non preoccuparti, volpacchiotto scemo, ti difenderò io… a costo di spaccarti la testa per convincerti a seguirmi, lo farò!

Con fare indifferente, mi dirigo ai videogiochi.

Da quest’angolazione posso vedere benissimo Kaede, accasciato su uno sgabello al bancone, e tenere d’occhio la situazione.

Ci sono più o meno dieci persone che gli ronzano attorno come avvoltoi, ma lui se ne frega di tutti. Logico. È per sempre la mia kitsune congelata, no?

-Ehi, deficiente! Hai intenzione di giocare o stai lì per far figura?

Squadro l’energumeno che mi ha interpellato. Poi, il videogioco.

Forse è meglio fare una partitella, giusto per tenerli buoni…

Tre vittorie dopo (ehi, di che vi stupite? Sono pur sempre il Tensai, io!) mi accorgo di aver lasciato Ru indifeso.

Terrorizzato, mi volto, aspettando quasi di trovarmi il volpino sdraiato sul bancone, i vestiti strappati, e i dieci avvoltoi a pasteggiare con le sue carni bianche, quando…

Lo vedo.

Non è solo.

Ma non sono Mitsui o Sendoh a chiacchierare amabilmente con lui.

(E quando dico ‘amabilmente’, non sto esagerando.)

No.

È… uno sconosciuto.

Un tizio che non ho mai visto, e che mi sta istintivamente sul culo.

È languidamente appoggiato con la schiena al legno, i gomiti sul bancone, la testa gettata all’indietro. Così semi sdraiato, guarda Ru dritto negli occhi, e parla sorridendo.

Ha occhi azzurri talmente intensi che li noto anche da questa distanza. E capelli biondi lisci, lunghi, sciolti, che lo rendono simile a un dio nordico. Proveniente da qualche paese dei ghiacci, in occidente, dove quei colori sono considerati quasi normali.

Lo odio. E odio vedere le labbra della mia volpe schiudersi in un sorriso, tutto per lui.

Merda. Finora l’avevo visto sorridere solo al canestro, o a Sendoh. Adesso invece si mette a regalare quel miracolo anche a perfetti sconosciuti?

Odino gli parla, ride e scuote la testa, gli sfiora la guancia, gli guarda la bocca. Si avvicina e gli dice qualcosa nell’orecchio, gli scosta una ciocca dagli occhi. Lo tocca in continuazione, ogni scusa è buona…

-Vedo che Kim non ha perso tempo…- mormora una voce sensuale alle mie orecchie.

Mi volto di scatto, ma mi rilasso quando capisco che è Toshiko.

-Lo conosci?- ringhio, e lui annuisce. –Già. È un mio amico… tranquillo, non ha cattive intenzioni. Non gli farà niente di male.

Mi tranquillizzo. Finchè non continua –Anzi, magari domani mattina Kaede sarà di umore migliore… una scopata può fare miracoli…

Sobbalzo –Cosa hai detto? Cosa vuole fare?

Lui mi guarda sorpreso. –Beh, pensavo fosse evidente che riuscirà a portarselo a letto prima della fine della serata… Hana stai bene? Dio, che idiota, avrei dovuto immaginarlo, non ho più pensato che tu…

-Io e Rukawa non stiamo insieme, te l’ho già detto. È solo che mi sembra strano, lui è così… innocente…

Toshiko scoppia a ridere –Innocente? Hana, Hana, come sei dolce… preoccuparti così per lui… non ne vale la pena!

-Che intendi?- sibilo. Lui mi posa una mano sulla spalla, in un gesto conciliatore.

-Che quello è come un gatto, cade sempre in piedi.

-Sembri conoscerlo bene….- osservo.

Lui annuisce, mi fa cenno di sedere con lui. Mi porge un bicchiere, lo accetto.

-Lo conosco benissimo, infatti, fin troppo. È colpa sua se Akira ha rotto con me, due anni fa. Dopo che ci ha trovati a letto insieme.

Sputacchio la sorsata che avevo appena inghiottito. –CHE COOOOSA?

Lui sorride con aria imbarazzata –Lo so, lo so, è stata una cazzata da parte mia starci lo stesso… ma Kaede quando si mette in testa qualcosa è irremovibile e, beh, cerca di capire… quando ti trovi davanti uno così, nudo, che ti bacia… cosa puoi fare? La mente va a farsi fottere…

Non riesco a dire una parola, e lui continua –Certo, avrei dovuto oppormi… cazzo, io lo amavo Akira! E lo amo ancora… Mi ero accorto delle occhiate di Kaede, ma non pensavo che sarebbe arrivato a tanto… Akira era come un fratello per lui!- si ferma, sembra ripensarci –Anzi, fratello un paio di palle… ci provava anche con lui, dio solo sa quante volte sono finiti a letto, quei due! E quando Akira ha dovuto scegliere a chi credere… se a me, il suo ragazzo, o a lui… ha scelto lui. Ha rotto con me, e si è tenuto Kaede. Certo, se preferisce una troietta come quella a un ragazzo fedele…

-Taci.- mormoro, ma ormai l’ordine pare una vuota abitudine, perché la testa sta per esplodermi. Ho voglia di piangere, gridare.

Lui sbuffa –Dico solo la verità, Hana. Tu non sai un cazzo, di lui. Guardalo, guarda come fa con Kim. Sai quante volte l’ho visto così? Ogni volta che trova qualcuno che gli piace, mette su quell’espressione che è impossibile rifiutare… guarda come mischia bronci e sorrisi… un mago Kaede in questo, certo… quasi meglio che nel basket.

Osservo la mia volpe (ma posso ancora definirla tale?), poggia i gomiti sul banco, beve con un sorso lungo, sensuale, a inarca la schiena. Odino, no, come diavolo l’ha chiamato Toshiko? Kim? Sì, Kim lo guarda, divertito, poi gli posa una mano sulla spalla, e gli accarezza il collo con il pollice.

-Tu non sai niente di lui, Hana.

Volto di scatto la testa verso di lui. –Raccontami, allora.

E lui sorride, un sorriso triste, quasi di scusa, e annuisce –La prima volta che l’ho incontrato, era alla festa di un mio compagno di scuola. Sono entrato, e lui era lì, in mezzo alla stanza, che faceva uno spogliarello… Hana, tu non sai cosa è capace di far…

-Sì, lo so- lo interrompo. Lui mi guarda perplesso –Un gioco demente, quando eravamo tutti ubriachi. Ru non sa dire di no a una sfida. Ma non pensavamo certo che sarebbe stato così…

-Ti sei eccitato?

Distolgo lo sguardo –Io non sono gay- ribadisco, anche se ormai questa dichiarazione mi sembra solo una stanca bugia. Toshiko mi accarezza il polso, comprensivo –No, certo… ma non sei il primo etero che Kaede riesce a convertire. Io stesso, allora, non credevo di essere attratto dai ragazzi. Ma vedere Kaede così… bè…

-Risparmiami i particolari.- mugugno. Lui annuisce, continuando –Beh, finito lo spettacolo, andai a versarmi qualcosa da bere… qualcosa di forte… quando tornai, chiesi di lui, e mi risposero che era di sopra, con il padrone di casa… a quel tempo si faceva sbattere da Rei, scoprii… ma non durò a lungo. Quella sera conobbi anche Akira. E bè… pian piano cominciai ad accettare l’idea di non essere propriamente etero…

-Parlami ancora di lui.- non voglio ascoltare i suoi ricordi sul porcospino. Ho altro a cui pensare, adesso. Ho un cuore da ricucire, adesso. Adesso.

-Cosa vuoi sapere? Quanti se ne faceva a sera? Non lo so. Non l’ho mai saputo. Ma si divertiva, questo è certo. Non c’è stata una volta, che non l’abbia visto strafatto, completamente ubriaco… decisamente, un tipo facile. Quando finì con Rei, poi divenne davvero incredibile. Ma io stavo già con Akira, e non ci provò mai troppo con me. In un certo senso, credo che rispettasse la nostra storia, allora. Quanto ad Aki, beh, era completamente cotto di lui. E lo è ancora, vedo, visto che si rifiuta di parlarmi perché, dopo due anni, crede ancora alle cazzate che gli ha propinato quella troietta…

Questa volta non lo riprendo neanche. Mi sento vuoto. E vedere Kim e Ru continuare a parlare, sempre più vicini, mi fa male al cuore.

-Perché?- chiedo, e non sto parlando con Toshiko. Ma è lo stesso lui a rispondermi –Perché è una bambola maledetta, bellissima e crudele. Senza cuore. Come una vedova nera, ti attira nella tela e dopo che ha preso quel che vuole, ti getta via. Non puoi costruirci un rapporto… anche Rei l’aveva capito. Per questo…- non termina la frase, e forse in un altro momento gli chiederei di continuare. Ma ora come ora, non me ne frega assolutamente niente di cosa abbia fatto Rei a Rukawa.

Sobbalzo, come se avessi preso una scossa improvvisa. Kim e Kaede si sono alzati, vanno verso i nostri tavoli.

Li vedo avvicinare Mitsui, che scruta sospettoso Kim. Kaede parla, non riesco a immaginare cosa si stanno dicendo.

Escono, insieme, l’uno di fianco all’altro.

La voce di Toshiko mi raggiunge di nuovo –Ti piace, vero?

Non lo so, amico. Non so più. Fino a ieri avrei negato, sbraitando, e poi con un sorriso avrei confessato a me stesso, rassegnato, che ormai quella volpe elegante mi aveva rubato il cuore. Ma ora, non so cosa pensare, non so chi vedrò quando guarderò Rukawa negli occhi.

Il mio compagno di basket, il ragazzo che vive con il pallone incollato alle mani?

La mia kitsune dagli occhi lunghi e le gambe sterminate, e la dolce curva della nuca quando addormentato sul pullman sogna chissà quali cieli?

O scorgerò, nei suoi occhi di vetro scuro, quello sconosciuto sensuale e vuoto, che gioca con i sentimenti e la bellezza, avvelenando le vite?

Ho paura di saperlo.

Però non posso smentire quel che il mio corpo urla. E se con quel ‘ti piace?’ intendi dire che ho voglia di portarmelo a letto, beh, ci hai preso in pieno.

Conoscere la sua storia, sapere che ci è abituato, mi ha tolto ogni scrupolo.

Se uno sconosciuto può averlo, perché io dovrei continuare a negarmelo?

Potrebbe anche venirmi incontro, almeno una volta. Una volta soltanto. In tutta la sua vita.

E poi, non sarebbe niente di serio, una scopata e basta. Potrei continuare a pensare ad Harukina, dopo, e lui farsi ancora chi vuole.

Decido di non far caso al dolore che mi assale a questo pensiero. Al vuoto che sento nel petto, all’idea di scoparmelo. E basta.

L’immagine di lui tra mille braccia diversa scaccia via tutto. Lascia solo la rabbia. E il desiderio.

Toshiko mi guarda uscire.

Forse dovrei ringraziarlo. Ma l’unica cosa che voglio fare, adesso, è piangere.

 

Ok, ok, sono sadica, crudele, e dovrò fronteggiare un folto gruppo di personaggi infuriati, quando sta fic sarà finita. Ma… insomma, avevo bisogno di raccontarla, questa storia.

Ho paura che Hana non ci faccia una gran figura, in questo capitolo. Ma non era mia intenzione descriverlo stupido, o eccessivamente ingenuo. È solo che… sapete quando vi raccontano qualcosa di talmente orribile e spaventoso, che non potete fare a meno di crederci? E vi sembra che mille piccoli indizi vadano a posto, e neanche considerate la possibilità di aver frainteso? Non credo che la sua reazione sia poi così TANTO incredibile, a ben pensarci….

Nel prossimo capitolo vedremo la versione di Kaede, di queste stesse scene. E vedremo come Toshiko possa essere infido e sleale. Non che se ne dubitasse, certo…

Comunque, veniamo a noi…

Venus, spero che ti sia piaciuta la descrizione di Kaede… mi sono divertita troppo a scrivere quella parte, a immaginarmi Hana con gli occhi fuori dalle orbite… è uno spasso quel ragazzo. Tra l’altro, sono anche riuscita a procurarmi qualche manga e una puntata dell’anime… e ripeto, Hana è un mito. Praticamente, cominci a ridere quando entra in scena! l’incontro tra lui e Kaede poi… con Hana che gli saltella intorno (nell’anime)… l’avrò riguardata dieci volte minimo! Kaede invece mi ha un po’ deluso… la voce, intendo. Non gli si addice per niente. Oh bè, pace… resta meraviglioso lo stesso.

Anarchy, chiedo perdono in ginocchio. Non avevo proprio previsto un simile fraintendimento… sorry! So bene cosa intendi… due ore fa ho scoperto che in una delle fic che seguo Kaede muore… ho il nodo allo stomaco ancora adesso. Quindi tranquilla, io Kaede lo maltratto, gli dipingo passati orribili e crudeli, riverso su di lui ogni possibile incubo, ma alla fine se la caverà. Non potrei mai uccidere il mio amore… magari gli distruggo la famiglia e lo faccio cadere in depressione, questo sì, (effettivamente, è più o meno quel che faccio, no?) ma lui resterà vivissssssimo. A soffrire per noi, certo… Spero che ti piacciano anche gli altri capitoli, e grazie per il commento! Bacioni, Roh

 

   
 
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