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Autore: paperone    25/09/2011    0 recensioni
Di questi tempi il corallo si fa sempre più raro, ne è stata fatta una raccolta scriteriata, rovinando intere barriere coralline, e non badando ai tempi che quest’animale (beh, che c’è , è un animale!) impiega per crescere......
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IL PESCATORE DI CORALLO

 
Di questi tempi il corallo si fa sempre più raro, ne è stata fatta una raccolta scriteriata, rovinando intere barriere coralline, e non badando ai tempi che quest’animale (beh, che c’è , è un animale!) impiega per crescere.
Così bisogna scendere sempre più in fondo per trovare dei rami buoni per la lavorazione degli artigiani, già un peso di mezzo chilo è tantissimo.
È passato del tempo da quand’ero ragazzo, e il corallo si poteva prendere in apnea a venti metri, oggi se non scendi con le bombole non pigli un cazzo.
Quando sei giù ., e non puoi restare più di un quarto d’ora al lavoro con la tua piccozza, perché, poi per risalire devi compensare altrimenti ti fa secco l’embolia.
Una parola la voglio spendere sull’embolia: è il blocco della circolazione ad opera di bolle di gas della miscela ossigeno azoto che sta nelle bombole, e se non ti arriva sangue al cervello o al cuore o altrove, sei fritto caro mio.
Perché non si creino emboli, devi sostare a varie profondità, per la cosiddetta decompressione, in pratica per riacquistare la composizione del sangue in superficie .
Sono vecchio, fra non molto smetterò quest’attività, mi metterò in pensione , e se ne sarà rimasto, qualcun altro cercherà l’oro rosso.
Esattamente fra sei mesi, due settimane e un giorno, poi potrò ingrassare bevendo birra ai bar del porto.
Però mi chiedo sempre, dove sarà la grande foresta rossa di cui parlavano i nostri vecchi?
Dicevano che era in una secca a nord dell’isola di capo boi, ma nessuno l’ha mai trovata.
Una sera pensando, che penso la sera che tutto il giorno non ho tempo…mi sono detto :prima di appendere le pinne al chiodo, devo trovare la foresta rossa.
Ma il tempo passa , io batto il mare scoglio per scoglio, e non trovo mai più di quel poco che serve a dar da mangiare alla mia famiglia e pagare la nafta della barca.
E così siamo arrivati finalmente all’ultimo giorno di immersione, domani è già pensione.
Scendo e penso che devo fotografare mentalmente tutto quello che vedo, la cernia che passa sotto tranquilla, sapendo forse che di me non deve avere paura, la murena che sbuca dall’anfratto e fa clak! con le mascelle, ma col piffero che mi prende, l’aragosta che cammina in fila con altre diretta al luogo di riproduzione, il polpo che se ne va sdegnato d’essere disturbato in una nuvola d’inchiostro, gli anemoni, le alghe, i mille colori….
E poi guardi sopra, quel blu bellissimo con i punti dorati del sole, che domani non vedrai più.
Risalgo subito, questa è zona già battuta, farò un altro tentativo più avanti, poi “fanculo”…
….a riposo vecchio Gino.
Butto l’ancora, strano qui mi pare di non essere mai stato, ci sono ancora poche ore di sole, ho fame, ma questo ultimo giorno lo devo fare tutto.
Scendo, Cristo, che succede, è tutto rosso! Non c’è il solito blu è tutto rosso!
Sono spaventato, ma mi faccio forza e scendo ancora, corallo, corallo a perdita d’occhio….la foresta rossa!
Ah babbo se tu ci fossi, ho trovato il tesoro dei pescatori.
Prendo a dare colpi di piccozza,ma quando il ramo sta per staccarsi, lo guardo, è troppo bello, li in quel posto, guardo attorno è un paradiso un ramo più grande dell’altro.
Gino, mi dico, lascia tutto com’è, è troppo bello, ti basta il ricordo, e tienitelo per te che nessun pirata deve contaminare il paradiso.
Mi prendo solo un ricordo, la punta del ramo più grosso, buoni cinque centimetri di sezione.
Torno al porto, attracco, lego la gomena, Alfredo si toglie la pipa dalla bocca e mi fa :giornata sfortunata eh!
Già dico io, come ubriaco, ormai è sparito tutto!
Torno a casa da mia moglie, com’è andata Gino? Bene e male, dico io.
Come sarebbe ! fa lei .
E le racconto tutto, alla fine lei mi dice , Gino hai fatto bene , le cose più belle della natura appartengono a Dio, è già molto, ci pensi che coincidenza, che l’ultimo giorno di lavoro hai visto il paradiso dei pescatori.
La sera al bar, offro io, bevete brutte spugne, ch’è il giorno della pensione di Gino.
Offro io ubriacatevi tutti, io ho bevuto poco invece , però vedo tutto rosso e poi a tratti tutto blu, non sento il chiasso che mi circonda.
Alfredo, s’avvicina, a me non la dai a bere mi dice , t’ho visto gli occhi, non erano da pensione…
Se sai stare zitto gli faccio io, ti do un pezzo di paradiso; tiro fuori il cubetto di corallo, e lui fa : Cristo il ramo intero doveva pesare sei chili….l’ho lasciato la ti giuro, gli faccio io, poi con un colpo secco fra la mano e il bordo del tavolo gli stacco il suo pezzo di paradiso…ricordati che hai giurato che stai zitto!
Contaci, fa lui, ma com’è vedere il paradiso da vivi?
È un poco come stare tutta la vita a contatto col mare, vedi io non sono ricco, eppure sono sempre stato felice.
Anch’io con amici come te, mi fa lui, e buttiamo giù il boccale di birra.
Mi asciugo le labbra con l’avambraccio e rido.
Gino è ubriaco, dicono i marinai.
Fuori spumeggia la burrasca, dalla finestra m’arriva uno spruzzo d’acqua di mare, mi bagna le labbra, rido…vedi Alfredo il mare m’invita da bere!
“…..e lo spirito di Dio si librava sopra le acque-Genesi 1.2”

 
  
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