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Autore: kia84    25/09/2011    2 recensioni
Mi avvicinai lentamente alla finestra e guardai fuori. Pioveva a dirotto quella sera e tirava un'aria fredda che gelava le ossa. Mi strinsi un pò di più nella felpa blu cercando di smetterla di rabbrividire ma sembrava proprio che non ci sarei riuscita così facilmente. Controllai l'orologio alla parete alle mie spalle e feci una smorfia. Era tardi, troppo tardi, ormai lui non sarebbe più venuto e sapevo benissimo il significato della sua assenza. Aveva preso la sua decisione e di certo non combaciava con la mia. Avevo perso, un'altra volta. Sembrava una cosa che continuava a ripetersi nella mia vita.
Genere: Malinconico, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rachel Berry, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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l'annuario
Mi avvicinai lentamente alla finestra e guardai fuori. Pioveva a dirotto quella sera e tirava un'aria fredda che gelava le ossa. Mi strinsi un pò di più nella felpa blu cercando di smetterla di rabbrividire ma sembrava proprio che non ci sarei riuscita così facilmente. Controllai l'orologio alla parete alle mie spalle e feci una smorfia. Era tardi, troppo tardi, ormai lui non sarebbe più venuto e sapevo benissimo il significato della sua assenza. Aveva preso la sua decisione e di certo non combaciava con la mia. Avevo perso, un'altra volta. Sembrava una cosa che continuava a ripetersi nella mia vita. Adesso basta, avevo deciso fin dall'inizio che se mi avesse dato buca proprio oggi avrei smesso di essere ossessionata da lui e sarei andata avanti senza più voltarmi indietro. La sua scelta era definitiva, la mia anche. Me ne sarei andata via da Lima appena la pioggia sarebbe scampata, non mi importava più di viaggiare da sola la notte. Volevo soltanto andarmene da qua il più velocemente possibile, scappare da tutti quei ricordi che facevano soltanto male. Mi voltai a prendere lo scotch marrone sul tavolo e mi chinai a chiudere gli ultimi scatoloni ancora aperti. Ne presi uno e la tentazione fu troppo grande per poter resitere, tirai fuori l'ultimo annuario scolastico e iniziai a sfogliarlo passando in rassegna ogni singola pagina dove i primi piani degli studenti mi sorridevano al loro meglio pieni di false speranze per il futuro. Illusi, pensai amaramente serrando le labbra. Tra loro c'ero pure io. Sicuramente in molti degli annuari la mia foto era piena di scarabocchi e insulti per la più sfigata della scuola. Cercai di ignorare quei pensieri negativi e affrontai le pagine successive, oltrepassai la lunga sessione delle Cheerios fino ad arrivare ai giocatori di football. Eccoli li due dei miei tormenti: Finn e Noah, quest'ultimo con una mano sulla spalla del gigante mentre con l'altra indicava all'amico qualcosa o qualcuno sugli spalti. L'altro seguiva con lo sguardo le sue indicazioni schermandosi gli occhi con la mano per proteggersi dalla luce accecante del sole. Sorridevano entrambi, una delle poche volte che li avevo visti così uniti tra tutti i casini che erano successi e che avevano rischiato di dividerli. Ricordavo bene quel giorno come se fosse ieri, sapevo cosa stavano guardando...o meglio chi. Andai avanti e trovai foto varie e casuali che avevano deciso di pubblicare senza dire niente alle persone immortalate da quegli scatti. Come Jessie che mi abbracciava entusiasta dopo un assolo in auditorim, come Blaine che sussurrava qualcosa all'orecchio di Kurt che per tutta risposta era arrossito, come Santana che aggrediva un'altra Cheerios tirandola per la coda con rabbia, come Quinn con i capelli rosa acceso e una sigaretta tra le labbra che ammiccava verso Puck sorridendo con malizia, come Artie che guardava con aria affranta Brittany che rideva con le altre chearleader, come Sam che sgraffinava l'ultima porzione di crocchette fumante e la porgeva a Mercedes sorridendole con complicità. Come Noah che ricambiava il mio sguardo durante un duetto al Glee club, come Finn che mi baciava nei corridoi della scuola quando eravamo tornati da una lunga e romantica estate passata insieme. Avevamo ricominciato la nostra storia a New York per le Nazionali ed eravamo più uniti che mai, innamorati. Come passava in fretta il tempo, i cambiamenti avvenivano così rapidamente da un momento all'altro che quasi uno non se ne rendeva nemmeno conto. Quanto era diversa adesso la mia vita rispestto all'inizio dell'anno scolastico, mi sembrava passato un secolo ma alcune cose erano rimaste immutate. Delle cose molto importanti per me. Quando tornai alla prima pagina con tutte le dediche degli studenti che avevano deciso di scrivere nell'annuario della sfigata della scuola, cioè ben pochi se non si consideravano i membri del Glee club e quel maniaco di Jacob, rilessi per la milionesima volta quelle parole che mi avevano fatto mettere in discussione tutto quello che era il mio mondo. O almeno quello che credevo fosse tale. Eccole li, nero su bianco, quattro righe che mi avevano sconvolto l'esistenza. Come aveva potuto farlo? Chiusi di colpo quel maledetto annuario scolastico e passai lo scotch sullo scatolone ponendo fine ai ricordi dei quattri anni faticosi al McKinley. Diplomata da tre giorni e già non vedevo l'ora di fuggire, forse persino dalla me stessa del passato. New York mi era sempre sembrata troppo distante adesso, invece, era un sogno che si realizzava. L'avrei raggiunta ad ogni costo, con o senza di lui. Non era più importante ormai, io non lo ero per lui. Dei passi che si avvicinavano mi ridestarono dai miei foschi pensieri. Alzai lo sguardo e incrociai due occhi verdi che trattenevano a stento la preoccupazione. Un tempo quello sguardo era sempre stato velenoso quando si posava su di me adesso non c'era più tutta quella ostilità che una volta lo caratterizzava. Adesso eravamo diventate amiche.
"Tutto a posto Rachel?" mi chiese porgendomi una tazza di tè calda per poi sedersi sul pavimento al mio fianco soffiando sulla sua tazza. Persino con i capelli scompigliati e con ancora qualche striatura di rosa scarico era bellissima. Semplice, senza trucco e vestita con abiti comodi da casa...nulla avrebbe potuto scalfire la sua bellezza. Ne ero sempre stata invidiosa in passato.
"Si...ho chiuso gli ultimi scatoloni. Appena smetterà di piovere me ne andrò." affermai con un tenue sorriso sulle labbra mentre iniziavo a sorseggiare la mia bevanda calda. Quel liquido scuro e dolce mi rassicurava un pò in quella serata tumultuosa, peccato che non facesse miracoli per i cuori spezzati.
"Lo sai che non c'è tutta questa fretta. Hai ancora tutta l'estate davanti...quella scuola non inizierà prima di un mese e mezzo. Lo sai che puoi restare da me fin quando vorrai."
"Grazie Quinn ma preferisco andarmene. Non c'è più posto per me qui." mormorai lanciando uno sguardo fuori dalla finestra mentre la depressione tornava a lacerarmi dentro.
"Qui c'è sempre posto per te Rachel. Smettila di pensarla diversamente, ti farai soltanto male. E' stupido farsi condizionare in questo modo da un ragazzo, non ne vale la pena." si strinse nelle spalle lei con sufficienza.
"Lui ne valeva la pena...forse ne varrà sempre ma ormai ci ho messo una pietra sopra. Lui non verrà e a me sta bene, forse dovevano andare così le cose tra di noi. Non c'è alcun futuro per noi ma questo lo sapevamo già." cercavo di fingere serenità quando dentro mi sentivo un vuoto dentro immenso e volevo soltanto piangere e gridare tutto il dolore, oppure cantare a squarciagola fino ad esaurire le mie corde vocali...dopotutto rimanevo sempre la Diva del Glee club. Ero pur sempre Rachel Berry!
"Io ho sempre pensato il contrario anche se non te l'ho mai detto. Ce lo siamo conteso molto quel ragazzo ma sapevo senza ombra di dubbio che avrebbe sempre scelto te. Impossibile non capirlo. Lui vuole te." l'espressione sul suo viso e il tono delle sue parole sembravano sinceri. Non avrei mai creduto che un giorno sarei arrivata a discutere tranquillamente di ragazzi e cuori in frantumi con la mia accerrima nemica Quinn Fabray. Ne era passato di tempo da allora.
"Lui non è qui e questo la dice lunga su quello che realmente pensa di me...di noi. Ma va bene, non importa. Dopotutto non saremmo durati a lungo, io a New York e lui a Lima."
"Esistono i compromessi in un rapporto Rachel, se si vuole stare insieme veramente si troverà sempre un modo per non dividersi. Stai soltanto accumulando scuse inutili per non dover affrontare qualcosa che potrebbe renderti felice, è la classica arrampicata sugli specchi perchè hai paura. Rachel fai qualcosa per rimettere le cose a posto, vai da lui e riprenditelo." era ancora un pò strano sentire Quinn incoraggiarmi in quel modo dopo tutte le volte che mi aveva trattata male. Una volta mi aveva detto persino di essere stata invidiosa di me perchè non mi perdevo d'animo, sempre con il sorriso sulle labbra, e avevo i ragazzi che interessavano a lei ai miei piedi. E pensare che quelle erano state le mie stesse paranoie per anni interi! Nessuno lo avrebbe mai detto eppure eravamo più simili di quello che sembrava, per questo eravamo diventate amiche.
"No, l'opportunità gliel'ho data e non era di certo la prima. Tra un pò me ne vado e tu mi aiuterai a mettere questi scatoloni nell'auto." ribattei quasi come una minaccia mentre le puntavo un dito contro.
"Beh, allora dovrai rifare i tuoi programmi. Il mal tempo è peggiorato e il meteo alla radio ha detto che diluvierà fino a domani. Forse dovresti aprire uno di questi scatoloni per prenderti il pigiama. Stanotte dormirai ancora qui e non voglio sentire lamentele. Forza Berry, alzati da quel pavimento che si gela." si tirò su, facendo attenzione alla tazza vuota tra le mani, e mi porse la mano.
Feci una smorfia, facendo un sospiro esasperato, e afferrai la sua mano per rimettermi in piedi al suo fianco. Quinn era sempre pronta per darmi una svegliata quando iniziavo a intestardirmi su una determinata cosa, che in questo caso si trattava di un ragazzo. Alla fine si era sempre trattato di ragazzi, gelosie e invidie tutte scatenate a causa dell'altro sesso. L'unico campo dove non avevo rivali di nessun genere era il canto, la mia arma vincente. Avevano sempre provato a mettermi i bastoni tra le ruote ma io ero talmente sicura di me che non li notavo neppure quei ridicoli sforzi per eclissarmi. Controllai per l'ultima volta l'orologio alla parete e il mio umore si fece ancora più nero. Perchè continuavo a torturarmi in quel modo? Perchè avevo ancora quel misero briciolo di speranza che voleva illudersi del fatto che lui sarebbe entrato all'improvviso da quella porta per stringermi tra le sue braccia mormorandomi all'orecchio quelle uniche parole che volevo sentire? Stupida! Stupida Rachel! Uscire con quella tempesta che infuriava la fuori sotto lo sguardo vigile e minaccioso di Quinn era fuori discussione, non mi avrebbe neppure fatto fare un passo verso la porta. Sembravo quasi una prigioniera. Cosa ci voleva per uscire da quella casa? Sbuffai un'altra volta spazientita dai miei problemi. Forse se riuscivo a distrarla avrei potuto...no, la sua occhiata la diceva lunga. Aveva capito il percorso che stavano prendendo i miei pensierie mi aveva lanciato un'occhiataccia gelida. Non avrei mai vinto con lei. Improvvisamente la suoneria del mio cellulare iniziò a suonare Don't rain on my parade ed io ebbi un sussulto. Avevo paura anche solo di avvicinarmi per scoprire chi mi stesse cercando, non volevo vedere. Roteando gli occhi esasperata, Quinn si avvicinò al tavolino per prendere al volo il cellulare e, dopo avergli dato un'occhiata fugace, me lo porse con decisione.
"Rispondi."
"No..." scossi la testa terrorizzata facendo un passo indietro.
"Rachel o rispondi con le buone o con le cattive. Decidi." mi lanciò un'occhiata gelida venendomi sempre più vicina.
"Magari è qualcuno che ha sbagliato numero..." balbettai incerta arrampicandomi per l'ennesima volta sugli specchi.
"Sei spossante Berry. Non è lui. Adesso rispondi a questo maledetto cellulare o mi devo subire tutta la canzone? Tieni." dopo un altro attimo di esitazione lo presi in mano e lessi il nome di Kurt sul display. Tirai un sospiro di sollievo e risposi allontanandomi un pò da Quinn.
"Ciao pazza." lo salutai con un vago senso di allegria.
"Ciao egocentrica. Ancora a sfogliare l'annuario?" questo era Kurt. Sorrisi, lui sapeva sempre cosa mi passava per la testa e conosceva ogni mia singola mossa ancor prima che riuscissi a farla io. Mi conosceva molto bene e questo livello di intimità mi diede un piccolo conforto. Fortuna che avrei rivisto presto Kurt a New York, non sarei sopravvisuta senza di lui. Era il nostro sogno da sempre.
"Solo un'ultima volta prima di chiudere definitivamente gli scatoloni. Sei molto carino quando arrossisci ogni volta che Blaine si avvicina per sussurrarti frasi sconce e sdolcinate all'orecchio." commentai prendendo in giro il mio miglior amico.
"Tu invece continui ad avere un pessimo gusto in fatto di vestiti e la tua espressione da ebete innamorato quando stai nella stessa stanza con lui si intona perfettamente con gli abiti che indossi. Patetica." ribattè lui piccato continuando il nostro gioco di parole, peccato che le sue colpirono nel segno facendomi sprofondare di nuovo nell'angoscia più totale. Perchè le cose non potevano essere più semplici? Perchè mi intestardivo sempre con ragazzi sbagliati nei momenti sbagliati? Peccato che per il mio cuore era sempre stato quello giusto.
"Grazie, so sempre a chi rivolgermi per risollervarmi il morale." mormorai leggermente irritata mentre facevo una smorfia. Ormai la depressione si era mischiata alla rabbia e alla delusione rendendo il mix di sensazioni davvero esplosivo, proprio un bel pacchetto che avrei rispedito volentieri al mittente.
"Perchè? Non è ancora arrivato?" la nota di preoccupazione nella sua voce superava mille volte la mia incredulità.
"Lui non c'è...cosa intendi dire con non è ancora arrivato?" iniziai ad alzare la voce comprendendo finalmente il senso delle sue parole. Non riuscivo a crederci!
"E' partito da casa da più di un'ora, ormai dovrebbe essere da te senza fiato nel baciarti. Strano..."
"Come è partito di casa? Mi stai dicendo che aveva deciso di raggiungermi? Non ci credo! Perchè non è qui? Ha cambiato idea? Non mi vuole più? Ha deciso che non ne valgo la pena? Ha trovato un'altra? Magari tu credevi che stesse arrivando qui ma invece voleva andare ad allenarsi in palestra o persino fuori in campo per tenersi in forma per entrare nella squadra di football del college. Forse ha scelto il football a me, dopotutto è bravo e ha ricevuto una borsa di studio..." blaterai a non finire con incoerenza senza prendere nemmeno fiato. Ero sconvolta, non sapevo più a cosa credere e fuori un lampo squarciò il cielo funesto facendomi sobbalzare.
"Rachel fermati! Mi stai rincretinendo! Non è così folle da allenarsi da solo mentre fuori sta cadendo il diluvio universale, solo tu puoi pensare a una cosa del genere! Aspetta, Blaine sta cercando di chiamarlo al cellulare...l'hai rintracciato? Cosa? Va bene glielo dico. Rachel ho brutte notizie. Ha risposto per pochi secondi poi è caduta la linea, probabilmente ha la batteria scarica ma Blaine non è riuscito a capire niente. C'era troppo rumore. Sto iniziando a preoccuparmi. Rachel ci sei ancora?" mi chiese non ricevendo più alcun segnale da parte mia. Stavo cercando di pensare a mente lucida peccato che l'angoscia aveva preso il sopravvento.
"Si...dov'è finito? Kurt e se gli fosse successo qualcosa? Non voglio pensarci...vado a cercarlo!" esclamai prendendo una decisione di tutto punto. Non potevo lasciarlo in balia di quella tempesta, non volevo stare senza di lui. Non me lo sarei mai perdonata, avevo bisogno di sapere che era al sicuro. Dovevo raggiungerlo.
"Rachel sei impazzita? Verrai spazzata via come una foglia e ti prenderai una polmonite se metti un piede fuori casa. Vuoi mettere a rischio le tue corde vocali?"
"Lo farei se questo servirebbe a ritrovarlo! Lui è più importante della mia voce. Kurt cerca di rassicurare sua madre, io vado. Appena ho notizie ti avverto subito. A dopo." terminai la chiamata mettendomi in tasca il cellulare. Senza alcuna esitazione feci un passo verso la porta ma Quinn mi si piazzò davanti sbarrandomi la strada con espressione preoccupata.
"Rachel che intenzioni hai?"
"Mi dispiace Quinn ma io devo uscire. Mi hai detto di riprendermelo ed io lo farò se ancora lui mi vorrà. Devo provarci." la supplicai con lo sguardo finchè non la vidi sorridere con affetto mentre annuiva leggermente.
"Era quello che volevo sentirti dire. Vengo con te."
"No, devo farlo da sola. Resta a casa, non voglio far preoccupare tua madre."
"Va bene però stai attenta la fuori. Non voglio doverti raccogliere col cucchiaino. Ti prego Rachel, trovalo." mi abbracciò sussurrandomi l'ultima frase all'orecchio come se fosse una promessa tra di noi. Sapevo perchè me lo aveva chiesto e non ero affatto gelosa delle sue intezione. Anche lei teneva molto a lui e la cosa era reciproca.
Presi le chiavi dell'auto che mi avevano regalato i miei papà per il diploma e mi fiondai fuori dalla porta rabbrividendo all'impatto della temperatura che mi circondava. Stavo morendo di freddo. Chi me lo aveva fatto fare? Sapevo benissimo chi fosse il responsabile di tutto ciò e non me ne pentivo minimamente perchè adesso ero io quella in cerca di risposte alle mille domande che mi frullavano nella testa. Mi feci coraggio per affrontare quella calamità naturale e, calandomi sulla testa il cappuccio della felpa ormai completamente fradicia, sembravo un pulcino spaurito e congelato dal freddo, entrai in auto mettendo in moto. Dovetti provarci più volte ma sembrava che non volesse ascoltare le mie preghiere, brutto segno per la mia frustrazione. Quando finalmente si decise a partire iniziai a spingere a manetta sull'acceleratore nonostante fosse sconsigliato da chiunque avesse un pò di cervello in zucca, ma quella era un'emergenza ed io non avevo tempo da perdere. Non ero di certo l'unica in pensiero per lui ma speravo che quel gesto lo aiutasse a prendere una decisione in merito a noi. Se avessi fatto un buco nell'acqua mi sarei messa il cuore in pace ma almeno sapevo di averci provato, non volevo ancora arrendermi con lui. L'avevo fatto troppe volte in passato ma questa volta era tutto diverso, noi eravamo diversi. D'istinto accesi la radio e dopo varie stazioni disturbate finalmente ne trovai una dove ancora si riusciva a sentire la voce di un dj mentre metteva un pezzo, lo conoscevo a memoria ormai da quante volte avevo ascoltato quell'album. Quella canzone faceva giusto al caso mio, grazie Adele. Iniziai a cantare con lei la prima strofa mentre i flashback delle ultime settimane mi assalivano a tradimento.

You’ve been on my mind,
I grow fonder every day,
Lose myself in time,
Just thinking of your face,
God only knows why it’s taken me so long to let my doubts go,
You’re the only one that I want,

I don’t know why I’m scared,
I’ve been here before,
Every feeling, every word,
I’ve imagined it all,
You’ll never know if you never try,
To forgive your past and simply be mine,

Era proprio come se fosse stato soltanto ieri quando Noah venne da me con la sua idea bizzarra di andare al luna park insieme. Eravamo amici e lui mi era sempre stato vicino nei momenti peggiori specialmente quando avevo problemi con Finn o quando avevo bisogno di qualcuno che mi difendesse da Jessie e i Vocal Adrenali, andavamo alla stessa sinagoga e i nostri genitori si conoscevano da sempre...ma mai, in tutta la mia vita, Noah Puckerman era uscito fuori con una proposta simile. Mai! Dall'incredulità gli avevo risposto immediatamente di si e avevano passato una giornata magnifica divertendoci un mondo, aveva vinto per me un panda enorme e mi aveva regalato dello zucchero filato rosa che avevamo condiviso entrambi ridendo nell'imboccare l'altro. Se qualcuno ci avesse visto in quella situazione sarebbe rimasto traumatizzato a vita ma io non mi ero sentita così bene da secoli.
"Finalmente ti sento ridere." fu il primo commento che fece appena parcheggiamo davanti al vialetto di casa mia. Mi sarei ricordata di quel pomeriggio in eterno però sapevo che se fossi sceda da quell'auto tutto quello sarebbe finito all'istante, scoppiato come una bolla di sapone. Sarebbe successo da un momento all'altro e la cosa mi rendeva un pò triste.
"Io rido sempre."
"Non così, questa risata era sincera. Mi era mancato il tuo sorriso." quello sguardo dolce, quel sorriso furbetto a labbra socchiuse...quelle parole mi fecero venire la tachicardia. Perchè non avevo un antidoto contro l'effetto che faceva Noah Puckerman ai miei ormoni? Quel ragazzo era micidiale.
"La giornata di oggi...hai fatto tutto questo per me?" gli chiesi ancora incredula cercando invano di riprendermi.
"Ti ho vista un pò giù in questi giorni...rimettere in riga tutti noi del Glee, scrivere una canzone per le Nazionali, sognare di tornare a New York e le continue incomprensioni con Finn...eri troppo sotto pressione e avevi dimenticato la regola fondamentale dei membri del Glee Club. Divertirsi. Era arrivato il momento di fare qualche fuori programma per Rachel Berry." disse lui con semplicità senza smettere di fissarmi. Perchè doveva essere così perfetto? Quanto era stata fortunata Lauren Zizes prima di trasferirsi in un'altra scuola circondata da tutte le attenzioni di Noah, a volte mi sorprendevo ad essere invidiosa di non avere qualcuno come lui al mio fianco.
"Grazie mille Noah, apprezzo il tuo gesto. Non ho pensato a nient'altro che a divertirmi oggi, mi hai fatto lasciare a casa i problemi. Hai capito di cosa avevo bisogno quando io stessa non c'ero ancora arrivata, non mi dovrebbe stupire più di tanto." sorrisi distogliendo lo sguardo prima di dire più di quello che mi era concesso.
"Perchè? A cosa ti riferisci?"
"Tu sei sempre così con me. Non chiedo mai niente per orgoglio pensando di riuscire a fare tutto da sola, poi compari tu e tutto cambia diventando più nitido...più luminoso. Improvvisamente mi fai cambiare la prospettiva di come vedo le cose e mi sento meglio. Con me sei solo Noah...non più il Puckerman che gironzola per i corridoi della scuola incutendo timore, ma solo Noah il ragazzo sensibile e dolce che mi da sempre una mano." confessai interrompendomi sul più bello. Se avessi parlato della stupida cotta che avevo per lui fin da quando eravamo bambini mi avrebbe presa in giro e l'incanto sarebbe finito rovinando una lunga amicizia. Due lunghe amicizie se contavamo anche il mio ragazzo, Finn, che amavo con tutto il cuore nonostante gli alti e i bassi del nostro rapporto.
"Non dirlo troppo in giro o mi rovinerai la reputazione. Sei l'unica con cui sono realmente me stesso e non mi vergogno a nascondermi con te, per me è facile quando siamo insieme. Hai fatto uscire un lato di me che credevo non esistesse dall'abbandono di mio padre. Lo sai, non sono un tipo da tanti paroloni che mi confondono la mente come i tuoi...non so fare discorsi ma ci tenevo a dirti che ci sarò sempre per te." l'assoluta sincerità delle sue parole in qualche modo mi metteva in ansia e mi rassicurava al tempo stesso quanto l'evidente imbarazzo nella sua voce. Noah Puckerman imbarazzato!? Nessuno ci avrebbe mai creduto!
"Grazie Noah...per tutto. Ci vediamo domani." gli sorrisi con affetto mentre mi allungavo verso di lui a stampargli un bacio sulla fronte. Lui chiuse gli occhi e fece un sospiro. Sembrava una cosa infantile baciargli la fronte e non una guancia, un pò come una madre amorevole con il suo bambino, ma per me quello era sempre stato un bacio speciale dedicato esclusivamente a lui. Il pensiero di non poterlo più fare dopo il diploma e il mio trasferimento a New york, non poterlo rivedere o seppellirmi nel suo abbraccio o stringergli una mano per cercare di fargli cambiare idea, mi intristì di colpo. Incrociai il suo sguardo e capii che stava condividendo il mio stesso pensiero, cercai di sorridere.
"Buona notte Rachel." sussurrò lui dopo avermi accarezzato una guancia. Un'altra cosa che non avrei più ricevuto che andava ad aggiungersi alla lista, stava diventando un tormento per me.
"Notte Noah." lo salutai uscendo in fretta dall'auto correndo a chiudermi la porta di casa alle spalle. L'incantesimo era svanito.

I dare you to let me be your, your one and only,
Promise I’m worth it,
To hold in your arms,
So come on and give me a chance,
To prove I am the one who can walk that mile,
Until the end starts,

If I’ve been on your mind,
You hang on every word I say,
Lose yourself in time,
At the mention of my name,
Will I ever know how it feels to hold you close,
And have you tell me whichever road I choose, you’ll go?

Quando Jessie tornò da me sapevo che avrebbe sconvolto di nuovo la mia esistenza. Mi ero innamorata di lui quando ancora non sapevo niente del fatto che ancora stava gareggiando con i nostri rivali introducendosi nelle Nuove Direzioni per spiarci, mettere in crisi me e fare un favore alla mia madre biologica. Davvero un bel piano per mirare alla mia sicurezza da futura Diva della scena di Broadway, mi aveva resa vulnerabile nella speranza di abbattermi facilmente alle Regionali. Peccato che non ci fosse riuscito del tutto, mi ero risollevata proprio grazie agli altri componenti del Glee club e sapevo benissimo che neppure lui era uscito dalla nostra storia indenne. Era stato un bastardo ma sapevo che aveva provato qualcosa di forte per me, la sua magnifica recitazione non era riuscita a nascondere i suoi veri sentimenti per me. Due cuori spezzati, forse questo avrebbe dovuto tirarsi su di morale ma fu così. Nonostante tutto quello che mi aveva fatto passare dopo l'esibizione dei Vocal Adrenali nel nostro auditorium quello che provavo per lui era rimasto immutato. Io ci tenevo ancora a Jessie e quando era risbucato dal nulla per fare un duetto con me il mio cuore traditore aveva preso a fare le capriole. Quando i cuori facevano i bastardi lo sapevano fare piuttosto bene! Jessie era riuscito piano piano a riconquistarmi, insinuandosi sempre di più nella mia vita, mettendo da parte la mia iniziale diffidenza e il rancore che provavo per lui. Gli avevo dato una seconda possibilità e non me ne ero pentita. Lui era l'altra parte di me, eravamo così simili in tutto che a volte mi spaventava l'idea non averlo più intorno. Non aveva accettato di buon grado la relazione tra me e Finn ma aveva fatto buon viso a cattivo gioco cercando di trattenersi come meglio poteva a non far fare la figura da imbecille al mio ragazzo, a volte se le tirava dietro da sole le provocazioni. Si era messo da parte coltivando sempre di più l'amicizia che ci teneva uniti ma entrambi sapevamo che quella non era solo una semplice amicizia. Non dopo la nostra storia, provavo ancora un pò di rimpianti nei suoi confronti e quando le nostre voci si univano in qualche duetto erano incredibili. Era come tornare di nuovo insieme per la durata del brano. Jessie era ancora importante per me e quando era venuto fuori con la sua proposta a una settimana dal diploma mi aveva spiazzata completamente.
"Rachel ti devo parlare." esordì un giorno lui prendendomi in disparte in auditorium mentre gli altri stavano provando un brano con l'accompagnamento di Bob.
"Dimmi pure. Cos'è successo." lo incoraggiai non pensando minimamente a come mi avrebbe spiazzato e fatto sperare nel giro di pochi secondi.
"Nulla di grave, non preoccuparti, ma ho ricevuto un'offerta per entrare a far parte di una compagnia treatrale a New York. Avevo fatto un provino prima di ritornare ma non mi avevano più fatto sapere niente fino a ieri, ormai avevo perso ogni speranza in merito. Metteranno in scena un musical tratto dal Sogno di una notte di mezza estate in chiave contemporanea, è un trampolino di lancio per la mia carriera." le sue parole produssero due effetti differenti in me: la felicità mista all'invidia di vedere i sogni del mio ex che si stavano per realizzare e la tristezza nel sapere che dopo lo avrei perso di nuovo. Anch'io avevo deciso di andare a New York con Kurt dopo il diploma ma mi sembrava ancora una cosa troppo lontana da poter fare, sapevo che andando nella Grande Mela avrei rivisto Jessie ogni volta che volevo ma in qualche modo non riuscivo a togliermi quel senso di perdita nei suoi confronti. Il liceo era finito e la vita vera ci stava aspettando, era alle porte per inghiottirci tutti nel suo caos. Perchè mi stavano spaventando quei cambiamenti? Perchè non potevo solo essere felice per lui?
"Sono contenta per te Jessie! Non puoi lasciarti sfuggire un'occasione del genere!" esultai stampandomi un sorriso sulle labbra mentre lo abbracciavo d'istinto nascondendo dietro alla sua spalla la mia espressione turbata.
"Infatti, la penso esattamente allo stesso modo. Non posso lasciarmi sfuggire ciò che voglio." il suo tono di voce mi fece intuire che c'era qualcosa in più che ancora non mi aveva detto. Forse anche lui aveva paura.
"Allora...non capisco qual'è il problema..." mi sciolsi dall'abbraccio per scrutarlo attentamente negli occhi e capire cosa gli passasse per la testa. Per noi era sempre così, bastava uno sguardo per comprendersi e fu così anche questa volta. I suoi dubbi erano anche i miei.
"Non posso lasciarmi sfuggire ciò che voglio perchè io voglio te e quel lavoro allo stesso modo. Voglio che tu venga con me a New York. Ci sono un mucchio di possibilità per due talenti come noi e tu sarai la prossima stella di Broadway. Sbaraglierai chiunque, è un dato di fatto lo sai ed io ti voglio con me." mi supplicò lui con espressione speranzosa e un sorriso smagliante sulle labbra. Quante volte mi ero persa in quel sorriso in passato? Come sarebbe stato stringerlo di nuovo tra le braccia come una volta? Volevo sentirmi dire quelle parole da troppo tempo ormai, da Jessie, e proprio adesso che lui me lo aveva proposto non sapevo nemmeno come rispondergli. Perchè?
"Jessie io..."
"Rachel non rispondermi adesso, voglio che tu ci rifletta attentamente perchè è molto importante. Ho fatto tanti sbagli con te in passato e ho cercato di rimediare come meglio potevo...mi sono persino messo da parte facendoti da amico ma questo non mutato i miei sentimenti verso te. Io ti amo Rachel, l'ho capito dopo aver visto il tuo video di Run Joey run con Finn e Puck e quello che provo per te non è mai cambiato in tutto questo tempo. Continuavo a pensare a te anche a mille miglia di distanza e mi mancavi terribilmente. Io voglio vivere con te Rachel, voglio avere un futuro con te a New York. Pensaci ti prego, me lo prometti?"
"Te lo prometto Jessie." annuii leggermente morendo dalla voglia di dirgli si.

I don’t know why I’m scared,
‘Cause I’ve been here before,
Every feeling, every word,
I’ve imagined it all,
You’ll never know if you never try,
To forgive your past and simply be mine,

I dare you to let me be your, your one and only,
I promise I’m worth it, mmm,
To hold in your arms,
So come on and give me a chance,
To prove I am the one who can walk that mile,
Until the end starts

Finn aveva scelto me. Non riuscivo ancora a crederci ripensando alla sorpresa che mi aveva riservato durante le Nazionali a New York. Persino la serenata dei ragazzi! Ma quanto sarebbe durato tutto ciò? Quante volte aveva fatto tira e molla tra me e Quinn non sapendo chi scegliere? Se stava con una desiderava l'altra e viceversa facendoci soltanto irritare e confonderci le idee, nessuna delle due lo meritava. Ovviamente era stata principalmente sua la causa dei miei disaccordi con Quinn, ma fortunatamente tutto si era risolto al meglio. Lui aveva scelto me ed io mi godevo il momento stretta tra le sue braccia. Mi aveva sempre confortato il suo abbraccio un pò goffo, era stato come un'ancora a cui aggrapparsi quando ne avevo bisogno peccato che non era sempre stata mia quell'ancora. Finn era il ragazzo perfetto e tutte me lo invidiavano, allora perchè io non mi sentivo felice come prima? Avevo quell'inquietante sensazione che tutto sarebbe cambiato dopo il diploma e man mano ci avvicinavamo al giorno x più quel pensiero era diventato una certezza. Il futuro era alle porte, ma lo avremmo affrontato ancora una volta insieme? Il nostro rapporto era maturato nell'arco dell'ultimo anno, eravamo divevanti una coppia più stabile ma tra pensare al futuro e decidere sulla proposta a cuore aperto di Jessie ci aveva quasi fatto sfiorare una crisi. Una delle tante. New York per me stava diventando il presente che accettavo con entusiasmo a braccia aperte, per lui era una meta come un'altra. Aveva ricevuto una borsa di studio per il football per iscriversi a un college di Lima e diverse altre università avevano puntato lo sguardo sul quaterback dei Titans, per Finn quella era una sorpresa inaspettata e adesso aveva una vasta gamma di scelte davanti a se. Nessuna di queste portava a New York, la Grande Mela taceva ancora per il suo ruolo da atleta ma per me era come il canto delle sirene e stava gridando forte e chiaro il mio nome. Dovevamo prendere una decisione. Per quel che mi riguardava gli avevo detto chiaro e tondo, quando c'eravamo rimessi insieme, che qualsiasi cosa sarebbe successa io non avrei permesso a niente e a nessuno di mettermi i bastoni tra le ruote perchè sapevo chiaramente che la mia vita sarebbe ricominciata a New York e lui lo aveva accettato. Adesso però le cose erano un pò cambiate e la decisione se interrompere o meno il nostro rapporto ci stava logorando. Nessuno dei due aveva intenzione di lasciare l'altro ma sembrava quasi inevitabile ed io ci stavo facendo l'abitudine a quell'idea. Finchè non arrivò l'ultimatum.
"Finn è inutile girarci intono. Io andrò a New York e tu sceglierai uno di quei fantastici college che non vedono l'ora di averti in squadra. Non credo ci sia altro da dire." ribadii spazientita mentre mi alzavo dal letto con in mano uno di quei depliant universitari che parlavano dei loro mille motivi per iscriversi da loro. Ne avevo visti più di una decina quel giorno e già ne avevo la nausea. Lui voleva che lo aiutassi a decidere ma a me sembrava tutto inutile.
"Rachel io non voglio lasciarti. Io ti amo."
"Va bene ma questo non risolve il problema." scossi la testa con desolazione cercando di fargli capire che così non andava affatto. Dirmi che mi amava sembrava la scusa adatta per evitare di parlare dei problemi che incombevano su di noi, la faceva un pò troppo facile lui.
"Non ti basta sapere che ti amo? In qualche modo faremo."
"Finn sono stanca di tutto questo e sinceramente no, non basta." il suo viso si adombrò alla mia sincerità, mi dispiaceva non aver avuto il tatto adeguato nella risposta ma non potevo farci nulla. Odiavo quella situazione.
"Come posso fare a farti cambiare idea?" si alzò piazzandosi proprio di fronte a me. Sapevo di essere importante per lui quanto lui lo era per me ma stava diventando una situazione assurda. La nostra storia sarebbe riuscita a superare tutto? Ma la domanda più importante era: volevo veramente che la nostra relazione andasse avanti? Ero profondamente cambiata nel periodo in cui avevo scoperto quello che nascondevano Finn e Quinn e quando mi ero rimessa con lui qualcosa in me si era raffreddato, ci ero andata più cauta anche perchè non sentivo più quel trasporto che c'era tra di noi fin dall'inizio e un pò me ne sentivo in colpa. Lui era Finn, il ragazzo che avevo sempre desiderato, perchè adesso facevo la difficile quando ci stavo persino insieme? Ero soltanto una stupida.
"Non puoi, te lo avevo già detto e tu mi avevi promesso di non interferire. Finn dobbiamo dirci addio."
"Io ti ho detto che ti amo. Tu mi ami?" questa domanda rimase sospesa nell'aria facendomi male. Lo amavo ancora?
"Che cosa importa adesso?" gli chiesi temporeggiando mentre andavo verso la scrivania facendo finta di cercare qualcosa. Da quando ero diventata così codarda?
"A me importa. Mi ami?" insistette lui seguendomi imperterrito.
"Finn in questo momento ho troppe cose per la testa e sono confusa. Si ti amo ma non è più come prima, mi sento troppo sotto pressione in questo periodo."
"Rachel non capisco...tu volevi stare con me..."
"E lo voglio ancora ma adesso le nostre strade si divideranno inevitabilmente ed è una cosa normale. Lo sapevamo entrambi fin dall'inizio."
"Io voglio giocare a football e voglio restare con te. Sono sicuro di questo." leggevo nel suo sguardo la sincerità più assoluta.
"Anche se questa sicurezza non arriverà a New York?"
"Potresti vagliare la possibilità di scegliere un'altra università...ce ne sono molte anche qui nei dintorni dove hanno una discreta facoltà di canto e teatro..." a quelle parole titubanti non ci vidi più ed esplosi furiosa come una bomba a orologeria. Non riuscivo ancora a crederci che me lo avesse chiesto sul serio.
"Cosa?! Mi stai chiedendo di rinunciare ai miei sogni per restare insieme a te? Per seguire i tuoi di sogni? Per assistere a una carriera nel football? Scordatelo! O vieni a New York con me e ti cerchi un college nelle vicinanze dove poter finalmente giocare oppure ci salutiamo qua e ognuno per la propria strada. Non ci sono molte vie di mezzo Finn, non ti ho chiesto di rinunciare ai tuoi sogni ma tu lo hai appena fatto e questo mi ha deluso. Questo è un ultimatum, o il football o me. Deciditi e poi fammelo sapere." gli ringhiai contro lanciandogli un'occhiata omicida per poi oltrepassarlo e sbattere la porta del bagno chiudendomi dentro. Per quanto tempo ancora Finn avrebbe scelto me?

I know it ain’t easy giving up your heart,
I know it ain’t easy giving up your heart,
Nobody’s pefect,
(I know it ain’t easy giving up your heart),
Trust me I’ve learned it,
Nobody’s pefect,
(I know it ain’t easy giving up your heart),
Trust me I’ve learned it,
Nobody’s pefect,
(I know it ain’t easy giving up your heart),
Trust me I’ve learned it,
Nobody’s pefect,
(I know it ain’t easy giving up your heart),
Trust me I’ve learned it,

So I dare you to let me be your, your one and only,
I promise I’m worth it,
To hold in your arms,
So come on and give me a chance,
To prove I am the one who can walk that mile,
Until the end starts,

Come on and give me a chance,
To prove I am the one who can walk that mile,
Until the end starts.

Ed eccolo la, come un faro nel buio, di nuovo il suo sorriso sgembo e la sua voce profonda a solleticare i miei ricordi. Il suo odore a stordirmi i sensi riportandomi indietro nel tempo nei giorni trascorsi a baciarci e a parlare di canzoni e delle nostre passioni. Del futuro che ci aspettava dopo il giorno del diploma. Immagini di noi due insieme e felici mi tornarono alla mente senza tregua ferendomi, in quel momento non avevo proprio bisogno di intraprendere il viale dei ricordi. Non dopo la sua eclatante assenza a casa di Quinn, la mia delusione aveva colpito il picco più alto. Va bene, forse mi stavo sbagliando sulla questione e lui realmente si trovava in difficoltà ma nulla poteva far diminuire la mia rabbia. Almeno una telefonata la poteva fare! Va bene, poteva anche essere vero come aveva detto Kurt che il suo telefonino si fosse spento ma questa non era una scusa plausibile. Ma che diamine stavo dicendo? Stavo nascondendo la preoccupazione dietro alla rabbia e questo non andava affatto bene. Da quando mi comportavo in quel modo? Pensare a lui mi mandava sempre in tilt il cervello. Dovevo trovarlo il prima possibile e solo allora lo avrei affrontato come si deve. Missione della serata: prima trovarlo e dopo fargli una scentata. Questo si meritava per far preoccupare le persone che tenevano a lui, immaginavo già la preoccupazione di sua madre senza avere più sue notizie da diverse ore. Stupido incosciente! Vedevo a mala pena quello che mi stava davanti, la pioggia era aumentata a vista d'occhio e mi chiesi se fossi veramente riuscita a trovarlo ma dovevo farlo ad ogni costo. Ne valeva della mia sanità mentale. Dovevo ancora dirgli che lo amavo dannazione! Dirgli che volevo ancora essere sua, dirgli di stringermi tra le braccia perchè quella era la mia casa...il mio unico posto sicuro che mi faceva stare bene. Dirgli che meritavamo entrambi di essere felici l'uno con l'altra e lo avrei sfidato a contraddirmi, sapevo che anche lui provava le stesse cose per me. Me lo aveva detto con ogni gesto, con ogni parola, ero soltanto io quella confusa che non voleva capire. Volevo un'altra possibilità per noi. E se lui avesse cambiato idea e non mi volesse più? Ero disposta a rinunciare a tutto per lui? Ero disposta a lottare per riaverlo nella mia vita? Si e sempre si, questa era la risposta universale a tutte le domande. Lui era troppo importante per perderlo di nuovo. Improvvisamente inchiodai di colpo slittando pericolosamente sulla strada, per poco non travolsi una persona che era proprio di fronte a me con le mani in avanti come a proteggersi dallo scontro. Mi avvicinai di più al vetro cercando di concentrarmi su quella sagoma fradicia illuminata dai miei fari finchè non ne riconobbi i lineamenti così familiari e intimi. Lo avevo trovato! Spensi il motore e scesi dall'auto per affrontarlo.
"Ma che diamine...Rachel sei tu?" chiese lui con espressione esterefatta in viso, la mia rabbia aumentò di colpo. Era talmente meravigliato che non avrebbe mai creduto che fossi andata a cercarlo, aveva una così bassa opinione su di me?
"Certo che sono io bruto idiota! Cosa ti aspettavi? Babbo natale? Si può sapere cosa diamine ci fai tu qui in mezzo a questo delirio? Potevi almeno restartene in macchina!" gli urlai contro con voce livida cercando di sovrastare i tuoni del cielo.
"Ho visto i fari dell'auto e mi sono avvicinato nella speranza di un aiuto ed eri tu. Sei venuta per me." la sua non era una domanda quanto più un'affermazione e la cosa mi stava facendo saltare i nervi.
"No sai avevo proprio voglia di farmi un giro con questo bel temporale. Con la pioggia il panorama migliora finchè non si sta per investire un cretino come te!"
"Sei venuta a prendermi." gongolò lui con il suo solito sorriso sornione che la diceva lunga su ciò che gli stava passando in quel momento per la mente. Il solito maniaco!
"Smettila di fare il cretino ed entra in macchina prima che venga una broncopolmonite a tutti e due! Muoviti Puckerman! Non voglio rimetterci la voce a causa tua!" glu gridai contro avvicinandomi alla macchina.
"Agli ordini capo!" lo sentii rispondere mentre sbattevo la portiera ritornando nel mio piccolo abitacolo asciutto.
"Cos'hai da ridere?" gli chiesi nervosamente quando lui mi raggiunse nel sedile accanto e fissava davanti a se la pioggia che batteva sul vetro. Era impazzito?
"Sono felice, tutto qui." mormorò lui stringendosi nelle spalle mentre si passava una mano sulla cresta scura grondante di acqua schizzandomene un pò anche a me.
"Tu sei da manicomio Puckerman! Eravamo tutti preoccupati per te e..."
"Stavo per raggiungerti a casa di Quinn. Ho riflettuto a lungo su quello che mi hai detto, lo sai bene che non è una delle attività che sfrutto maggiormente in generale, e sono venuto ad un'unica conclusione. Non ti ho mai chiesto di rinunciare ai tuoi sogni e a dire la verità io non ne ho uno tutto mio da realizzare. Se non fosse stato per te e il Glee club a quest'ora sarei in galera per furto o atti osceni in luogo pubblico, quindi il fatto di non essere dietro le sbarre per me è già un buon punto di partenza e devo ringraziare voi. Mi sono chiesto cosa volevo fare da grande e le uniche cose alle quali riuscivo a pensare erava tu e Beth. Voglio essere un padre per mia figlia, uno su cui poter contare...e, strano a dirsi proprio da parte mia, ma vorrei frequentare un college che mi permettesse di farmi una vita con lei. Sempre che Shelby sia d'accordo. Voglio che sia fiera di me e che impari a conoscermi." il discorso di Noah, uno dei più lunghi che gli avessi mai sentito fare, mi fece capire una volta per tutte che dietro l'apparenza da duro batteva un cuore che necessitava essere scoperto e apprezzato. Era più sensibile di quello che credesse e il fatto che volesse rivedere sua figlia lo rendeva ancor più speciale ai miei occhi. Come si faceva a non innamorarsi di Noah Puckerman?
"Quindi accetterai quella borsa di studio per l'università di Lima." mormorai con accettazione cercando di nascondere la delusione cocente nella mia voce. Capivo le sue motivazioni ma il mio cuore soffriva per il distacco imminente. Se era per la bambina non me la sentivo di mettermi in mezzo, non me lo avrebbe mai perdonato.
"Non ho detto questo, un college vale un altro se ancora non si hanno le idee chiare. Penso che New York sia piena di college che riusciranno ad accettare un indisciplinato come me con dei voti appena sopra la media." sorrise lui guardandomi dolcemente mentre il mio cuore smise di battere per diversi secondi. Ero frastornata, non riuscivo a crederci.
"Stai dicendo..."
"Si Berry, voglio stare con te. Non ho mica affrontato questa tempesta che rischiava di uccidermi per dirti addio, voglio venire con te a New York. Voglio sopportarti fino allo sfinimento finchè non ti toglierò il respiro a furia di baciarti. Voglio che tu sia l'ultima persona che vedrò prima di addormentarmi e la prima che mi dia il buongiono tutto a modo suo. Voglio stringerti la notte e saperti mia. Vederti con Jessie e Finn mi ha fatto stare male ma tu continuavi a sostenere che ero il tuo amico più prezioso, ho cercato di far finta di niente come se la cosa non mi toccasse nemmeno ma non c'è l'ho fatta. Non parlavo quasi più con Finn a causa di tutto ciò e credo che lui, con tutta la sua poca intelligenza, lo abbia capito lo stesso. Poi in un momento di debolezza ti ho baciata dicendoti che ti amavo e ti ho vista fuggire a gambe levate, mi hai evitato per giorni ed è stato una vera tortura. Non voglio più passare momenti come quello. Quando sei venuta e mi hai rinchiuso nello stanzino del bidello per baciarmi non mi sembrava quasi vero, nonostante il fatto che poi mi hai piantato in quello stanzino da solo a farmi calmare gli ormoni avevo finalmente capito che non ti ero per nulla indifferente. Abbiamo continuato così, facendo un passo per volta ogni volta che eri in crisi...ogni volta che ti mancavo, ogni volta che ti coglievo di sorpresa e ti stringevo tra le braccia. Era quello il tuo posto."
"Ma poi è arrivata la tua borsa di studio e mi sono allontanata sempre di più per paura di perderti definitivamente. Il diploma si avvicinava e avrei perso Finn, Jessie e te in un colpo solo ma lasciare te sarebbe stata la cosa più dolorosa che potessi fare tra tutte."
"E poi ti sei presentata a casa mia con quella proposta, pioveva come oggi e sembravi un pulcino infreddolito bisognoso di coccole. Ti sarei saltato addosso in quel momento, eri veramente sexy Berry e sapevo che avresti apprezzato le mie cure in fatto di riscaldamento ma tu mi hai spiazzato come al tuo solito anche se l'unica cosa che volevo che dicessi alla fine non è venuta fuori dalle tue labbra. Mi hai chiesto di prendere una decisione: venire con te oppure accettare la borsa di studio. Sapevo che una parte di voleva essere fermata e che soltato io sarei riuscito a farlo ma non volevo. Non potevo fermati, voglio vederti realizzare i tuoi sogni ed io voglio essere li con te quando succederà. Ero venuto a dirti questo ma poi la macchina mi ha lasciato a piedi e il cellulare continuava a spegnersi, non avevo modo per contattarti e speravo di non arrivare troppo in ritardo per dirtelo. Speravo che mi stessi aspettando ancora..."
"Stai zitto Puckerman, parli troppo lo sai?" lo interruppi io afferrandogli il bordo della felpa per tirarlo verso di me e fare quello che sognavo di fare da quando lo avevo quasi investito. Lo baciai con foga scaricando su di lui rabbia, angoscia, preoccupazione e sollievo. Fu un bacio memorabile che ci lasciò senza fiato, ma io continuai imperterrita a baciarlo attirandolo sempre di più su di me mentre sentivo le sue mani scivolare sotto la mia maglietta fradicia facendomi venire i brividi. Aveva ragione, quello era il mio posto e non lo avrei lasciato mai più. Quella era la mia casa, la nostra casa. "Ti amo Noah." mormorai staccandomi per qualche secondo, a malincuore, dalle sue labbra lussuriose per poterlo guardare negli occhi pieni di passione.
"Lo sapevo, aspettavo soltanto che tu fossi disposta ad ammerterlo. Ce ne hai messo di tempo Berry." disse lui con un sorrisetto sfrontato facendomi venir voglia di tempestarlo di pugni. Che stronzo!
"Zitto Puckerman e baciami."
"Agli ordini Berry. Ti amo anch'io mia piccola principessa ebrea." sussurrò accarezzandomi dolcemente le labbra con un pollice per poi fiondarcisi su come un affamato di amore. Quello era Noah Puckerma ed io volevo tutto di lui.
Quando ci separammo era passata più di un'ora, riprendemmo fiato con le labbra gonfie di baci e i muscoli indolenziti da quello stretto abitacolo. Ci guardammo con amore sorridendo, mentre i suoi occhi mi promettevano un'accesa notte di fuoco, per poi scoppiare a ridere di colpo come due bambini felici sotto un'acquazzone estivo. Ci ricomponemmo continuando a sorriderci e rimisi in moto mentre lui mi accarezzava il collo con possesso e sguardo soddisfatto. Quella era la felicità, adesso lo sapevo. Mi tornò in mente quello che Noah mi aveva scritto nell'annuario e mi chiesi come potevo essere stata così stupida a perdere tutto questo tempo lontana da lui. Non sarebbe più successo. Adesso eravamo soltanto noi. Ingranai la marcia e partii verso il nostro futuro.

"Con questo annuario finisce un lungo percorso di crescita ma potrebbe essere l'inizio di qualcosa di più importante.
Propositi per il futuro: chiudere la bocca a Rachel Berry a furia di baci pur di non farla parlare e ripeterle ogni giorno che l'amo."


Sorpresina di metà trasloco ;) non volevo lasciarvi troppo a secco durante la mia assenza...nella speranza che mi collegano l'adsl a casa!!! non posso stare senza!!!
Spero che vi piaccia, fatemelo sapere. Accetto commenti e critiche e vi ringrazio fin da ora. Intanto continuo a scrivere il prossimo capitolo di Scelte.
un bacione
kia
p.s. le ultime frasi sono quelle che ha scritto lui sull'annuario di Rachel
p.s. la canzone è One and Only di Adele
   
 
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