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Autore: Christine_    25/09/2011    7 recensioni
Dante, Inferno, Canto XXVI, v. 7
Questa shot nasce da un sogno che ha fatto una delle mie più grandi amiche un po' di mattine fa... E se è vero, come dice Dante, che i sogni fatti all'alba si avverano.. A noi, va bene! (:
Tra un matrimonio, un fidanzamento e mezzo e una bambina la ricerca della felicità è conclusa!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Presso - Efp
«Presso al mattin del ver si sogna»
Dante, Inferno, Canto XXVI, v. 7

Ho sempre avuto il ritardo nel sangue. Sempre, perennemente.
Chiedete ai miei amici che mi hanno aspettato sotto casa, a quelli che ogni mattina dovevano prendermi il posto in università, al vicepreside che doveva firmarmi i permessi di entrata in ritardo. Alle corse giù per le scale, ai fiatoni.
Però stamattina, strano ma vero, sono in perfetto orario... e il resto del mondo è in ritardo.
Sono circondata da persone vestite in maniera impeccabile, tutti a cincischiare su come sarà il vestito della sposa, quanto sarà bella... Quanto saranno belli.
Finalmente si sposano. Se me l'avessero detto sei anni fa, avrei riso in faccia a tutti. Adesso invece non so come esprimere la mia felicità.
Anzi, vediamo se questa giornata può iniziare davvero felicemente.
Apro la borsetta che ho in mano e tiro fuori il telefono, scorro l'elenco delle chiamate, premo il tasto verde e avvicino il cellulare all'orecchio.
< Wind, il cliente da lei chiamato non è al momento raggiungibile>
- Il cliente da me chiamato si prenderà un cazziatone immenso appena lo vedo, altro che al momento irraggiungibile - sibilo ironicamente mentre scuotendo la testa rimetto il cellulare nella borsetta.
- Senza che predichi di prima mattina contro Steven -
Questa è sicuramente Vittoria e i suoi soprannomi.
Appunto.
Alzo la testa e la vedo fasciata nel suo bellissimo vestito nero che abbiamo scelto insieme. Le stringe forte il petto per poi scendere morbido fino al ginocchio, le spalle scoperte accarezzate delicatamente da un leggero scialle sul quale si vanno ad appoggiare dolcemente i capelli lisci biondo scuro. E' uno splendore.
- Ma quanto sei bella! - dico agli ultrasuoni mentre la abbraccio.
- Io?! Ma ti sei vista? - risponde appena ci allontaniamo di un attimo e faccio una giravolta su me stessa.
Il mio vestito è di un blu piuttosto chiaro, senza spalline con un bustino che mi stringe il petto per poi scendere morbido e delicato fino ai piedi, dove per l'occasione ho un paio di scarpe che costano più di casa mia. Mia cugina mi ha raccolto i capelli in una coda di cavallo un po' particolare e le punte solleticano la nuca. Lo scialle è nella borsa ma, per evitare di morire di caldo, credo che lo metterò solo un attimo prima di entrare in chiesa.
- Siamo belle e basta. Elena e Bea? - chiedo, cercandole tra la gente.
- Elena sta arrivando con Miriam, l'ho sentita un attimo fa e Bea... Bea farà ritardo come al solito -
Mi dice mentre vedo una pallottolina che mi corre incontro un po' impacciata. Subito sorrido e mi piego sulle ginocchia spalancando le braccia per tirarla su.
- Ma tuuu... sei la mia Melassa - dico appiattendo la voce e dandole un bacione sulla guancia.
- Melissa - mi risponde e anche i suoi occhioni azzurri ridono con lei.
- Melassa - le ripeto e sfrego il mio naso contro il suo minuscolo.
Dietro Vittoria vedo arrivare anche Marta e Francesco, gli autori di questa meraviglia che ho tra le braccia.
- Meli, scendi o sporchi il vestito di Petra - dice subito, prima di darmi un bacio sulla guancia.
- Lasciala la mia Melassa che ha i piedi di un angioletto, vero bambola? - le dico ma Vittoria le sta già facendo mille mosse e la lascio in braccio a lei.
Mi rimetto in odine il vestito e mi soffermo su quello di Marta, bianco a pois neri.
- Oddio, pois! - le dico ridendo e lei mi segue.
- Sapevo l'avresti detto - mi risponde fra le risate mentre mi avvicino a salutare Francesco.
E poi, mi ricordo che prima che arrivasse Vittoria e che iniziassi a giocare con la piccola, ero arrabbiata.
Non buono.
Riprendo il cellulare e provo a richiamare.
< Wind, il cliente da lei chiamat->
- Vì, il sangue macchia? - le chiedo mentre aggancio, dopo che Marta e la sua allegra famigliola sono andate a salutare nonhocapitochi.
Lei di risposta ride e annuisce - Ma questo vestito è troppo bello, quindi prima ti cambi, poi crepi a sangue il tuo amorevole ragazzo - e mi prende per la mano portandomi dentro, dove la Chiesa si sta velocemente riempiendo.
Tiro fuori lo scialle dalla borsa e me lo appoggio sulle spalle.
- Ho organizzato tutto nel dettaglio, deve essere perfetto - le sussurro mentre camminiamo per la navata.
- E lo sarà -
- No, sarà un disastro e non funzionerà niente - replico in preda ad una crisi.
- Oh, piantala con le paranoie - dice zittendomi mentre prende in mano un cestino con dei petali di rosa bianchi in mano - Questi a chi spettano? -
Giusto i petali per la bambina! Li afferro e cerco con lo sguardo la mamma, invano. Vabè, prima o poi uscirà fuori... O la faccio fuori io. Sono nervosa, si nota?
- Spero vivamente che la cuginetta di Miriam non faccia casino con questi petali -dico mentre ci passo la mano.
- Petris, devi respirare o non arriva il sangue al cervello - Vittoria e i suoi mille soprannomi, parte II.
- Chi è che non respira? - dice una voce cinguettante alle nostre spalle e ci giriamo in contemporanea.
Elena in un meraviglioso vestito rosso lungo, sicuramente Valentino, e i capelli biondi che le sfiorano leggermente le spalle.
- Samantha Jones, sei uno schianto! - le dico e lei subito inizia a ridere mettendosi una mano davanti alla bocca. Vittoria la segue e io non riesco a fare altrimenti. Sono anni che ci conosciamo ma non ancora riusciamo ad abituarci alla risata da topolino di Elena. Non è possibile.
-Voi siete meravigliose, piccine - ci dice non appena riprende a respirare e subito le chiedo dov'è Miriam, dato che dovevano arrivare insieme.
- Miriam la sta aiutando a prepararsi - risponde con un sorriso che va da un orecchio all'altro e lo sguardo si sposta dietro di lei.
La Chiesa si sta pian piano riempiendo e ci sono davvero tutti. Mi volto dietro di me e vedo in prima fila Paolo Abete e Matteo Ferrari, due dei nostri professori universitari e Elena va subito a parlare con loro. Neanche a dirlo proprio! Credo che Elena abbia una cotta per Ferrari dalla prima volta che l'ha visto.
Sento che ad un tratto proprio lui le dice - Non riesco a credere che il suo collega si sposi -
Abete, tutto sorridente e gongolante, nel suo completo marrone castagna esclama - Valente ragazzo Cortesi, davvero! Un ottimo linguista! -
Ha anche la loro benedizione, due dei suoi idoli... Che vuole di più quello scemo di Tommaso?
Sarà una cerimonia meravigliosa... Lei arriverà con il suo abito bianco da principessa mentre lui l'aspetta sorridente all'altare e... A proposito. Lui dov'è?
Riprendo in mano il cellulare in preda ad una crisi senza pari. Ancora nessuna chiamata. I nervi si intrecciano ancora di più.
Mi avvicino a Vittoria e le pizzico il braccio per farla voltare.
- Oddio, Stefano non mi chiama, doveva andare a prendere Tommaso! L'ammazzo, giuro, lo faccio fuori oggi. -
Vittoria mi prende il viso tra le mani e inizia a fare dei respiri pronfondi. Vuole davvero che la segua? Non ce la faccio.
- Adesso ripeti dopo di me: Il matrimonio andrà benissimo - mi dice con voce soffiata.
- Ma.. - cerco di interromperla e lei mi guarda male.
- Ho detto, ripeti - aggiunge, con una punta di astio.
- Il matrimonio andrà benissimo -
- La bambina non farà un casino con i petali -
E ripeto anche questo.
- E Stefano porterà in tempo Tommas-
- TOMMASO! - urlo mentre lo vedo sulla porta della Chiesa e mi sfilo dalle mani di Vittoria.
Mi sembra una visione, non è possibile, è davvero arrivato in tempo!
E' chiuso nel suo frac nero ed è a dir poco raggiante. E' circondato da mille persone, tutti suoi parenti sicuramente, dato che l'accento Varesino si fa sentire.
Devo salvarlo dalla bolgia e alzo una mano per farmi notare. Mi accorgo che mi ha vista e mi fermo ad aspettare che si liberi.
Mi viene incontro, lo abbraccio forte e già mi viene da piangere.
- Oh, smettila velocissima di piangere - mi sussurra all'orecchio e mi strappa una risata.
Ci sciogliamo dall'abbraccio e lo riguardo bene mentre arriva Vittoria alle mie spalle e lo stringe forte anche lei.
- Ma io piango perchè sono contenta per te -rispondo e gli sorrido.
- Lo so, ma almeno aspetta dopo. Oddio, ma perchè non riesco a respirare? - dice mentre butta fuori un respirone.
Non riesco a fare a meno di sorridere, sembro un'imbecille.
- Perchè è il giorno più importante della tua vita, magari? - risponde Vittoria mentre gli aggiusta il colletto della camicia.
- Grollit, ho anche messo la camicia che mi hai detto. Oh, ti odio è troppo pesante, mi devi un derby - dice rivolgendosi a me che intanto ho notato tra le troppe persone la famosa mamma della maledetta bimba dei petali. Sì, sono circondata da persone che affibiano soprannomi allucinanti, lo so.
- Sìsì, come ti pare. Tanto poi mi ringrazierai, quell'altra aveva un collo allucinatamente orribile - gli dico mentre torno ai primi posti a prendere il cestino per il piccolo mostriciattolo.
- Ma dove corri? - mi chiede mentre gli ripasso davanti e sento Vittoria rispondergli "A far sì che il tuo matrimonio sia perfetto".
Giusto, sacrosante parole. Arrivo lì e la sento già fare capricci. Se combina un casino giuro che glieli faccio ingoiare!
Mi abbasso sulle ginocchia e le dò il cestino sorridendo. Lei lo prende tra le manine, tutta stretta nel suo vestitino bianco da damigella e mi sorride in risposta.
Le pizzico dolcemente la guancia e le sussurro - Mi raccomando -. Si vede che mi piacciono i bambini alla follia?
Mi rialzo e torno da Vittoria e Tommaso, che nel frattempo hanno raggiunto gli altri, vicino all'altare; e noto che si è aggiunto anche Giacomo, il fratello di Miriam.
Appena mi avvicino subito mi pizzica dicendomi - Già si inizia a piangere? - e tiro uno schiaffo sulla spalla di Tommaso che fa finta di lamentarsi.
- Fai la spia? No, aspetto il regale ingresso della sposa per iniziare a piangere - dico spostando lo sguardo dallo sposo ad Giacomo. Scommetto che Vittoria partirà con mille commenti appena lui si allontanerà.
Abbiamo sempre apprezzato tutte la sua bellezza ma, vuoi o non vuoi, nessuna se l'è ancora riuscito a prendere.
- Petra, ma Bea? Manca solo lei - mi chiede Elena mentre prende il cellulare, pronta a chiamarla.
Alzo le spalle come a farle capire che non ne ho la più pallida idea. Poi mi viene in mente che anche io in teoria sono in attesa di qualcuno, anzi anche in pratica.
- Tommi! - lo chiamo, dato che lo vedo preso dal parlare con Abete.
Gli sillabo il nome del mio ragazzo con le labbra e alza anche lui le spalle.
Magnifico, porta lo sposo e poi si perde. Meglio che non ci penso, altrimenti mi rovino tutto, soprattutto l'entrata di Miriam... Meravigliosa nel suo svolazzante vestito lilla e i capelli raccolti in uno chignon.
- Bambole - ci dice appena arriva e subito inizia una gara al complimento, come sempre.
- Non sto più nella pelle, dice ad un tratto. Adesso vado che è quasi ora - ci dice poi, vedendo Tommaso e Giacomo già sistemati.
Le dò un bacio sulla guancia, poi mi volto verso i suoi genitori e li saluto con un cenno della mano, prima di sedermi accanto a Vittoria.
- Stefano? - mi chiede. Bella domanda.
- Okay, ritiro la domanda. - aggiunge subito, intuendo al volo i miei istinti omicidi. E' lui quello puntuale di solito, cavolo!
Faccio un respirone e mi concentro sul matrimonio. Un attimo dopo tutti si zittiscono e si voltano verso l'entrata.
Si crea un silenzio irreale e, quando partono le note dell'organo sento che sto per iniziare a piangere, ma cerco di trattenermi.... Devo almeno aspettare che arrivi all'altare e che la bimbetta, Claudia se non mi sbaglio, getti quei petali degnamente.
Lei avanza delicata, a passo lento e la sorella le regge il velo da dietro... Perfette. L'abito è semplice, bianco quasi ghiaccio, che le disegna le forme in maniera morbida, quasi accarezzandole il corpo. Sorride trattenendosi, quasi a voler intendere che vorrebbe esplodere di gioia ma deve trattenersi.
Mi volto a guardare Tommaso e vedo i suoi occhi brillare... Questa è la parte che preferisco della cerimonia. Tutti intenti a guardare la sposa e io mi volto a guardare gli occhi dell'innamorato sull'altare che la attende.
Poi sposto lo sguardo sulla piccola Claudia, che stranamente fa tutto come le ho detto e non so se conta il fatto che la sto fissando quasi in cagnesco.
Arriva all'altare un'Ambra raggiante quando Tommaso le scosta il velo che le copre il viso e lo porta dietro i capelli.
Miriam si mette accanto alla gemella e le vedo gli occhi lucidi... e, naturalmente inizio a piangere.
Amo il trucco waterproof ai matrimoni, sapete?
- Amore mio, scusa - una voce bassa con il fiatone mi sussurra queste parole all'orecchio e due labbra che ben conosco mi stampano un bacio sulla guancia, a confine con la bocca.
Stefano si sistema accanto a me, vicino a Vittoria, dato che mi ero sporta troppo per guardare l'entrata di Ambra e avevo lasciato un po' di panchina libera.
Mi prende la mano e intreccia le sue dita alle mie. Si deve far perdonare e lo sa.
- Dove diavolo eri finito? - gli sibilo nell'orecchio appena è possibile.
- Parcheggio, amore. Quella cosa che non sai fare e che a Roma è impossibile - mi dice sorridendo e gli tiro un pizzicotto dei miei, ben assestato sulla mano.
Lo vedo lamentarsi e sorrido compiaciuta.
Lui sfila la mano dalla mia e fa il finto offeso. Poi l'occhio mi cade sul completo che ha messo.
Non vi so neanche dire di che strano colore è, credo possa rientrare sotto le tonalità di un argento sporco, molto sporco.
Naturalmente l'opposto a quello che gli avevo suggerito io, e come sempre ha fatto di testa sua.
- E non ti lamentare del vestito. Basti tu ad essere sempre più bella ogni giorno di più - mi dice, capendo al volo quello che stavo pensando e mi strofina il naso sulla guancia, facendomi sorridere.
- E poi sono figo comunque - dice sottovoce sedendosi meglio e sento Vittoria rispondergli in un bisbiglio con - Mbè, mo non esageriamo -.
- Che c'hai da ridire? Sono figo, no? -
- Stefano, mi dispiace informarti che il colore di questo vestito è orribile -
- Ma che ne capisci tu -
La faccia scettica che gli rivolge Vittoria è epica ma spero che non inizino come al loro solito, dato che siamo sotto gli occhi del prete che sta per cacciarci fuori.
Si vogliono bene, sono in una sintonia assurda ma non riescono a dimostrarselo in maniera normale, si devono punzecchiare.
- E poi Vittò, dai che oggi sistemiamo pure te con Giacomo -
- Fai Cupido, oggi? -
- Io faccio tutto -
Sì, sono partiti.
- Entro stasera ti fai Jack, fidati di me -
- Allora stiamo a cavallo -
Mi alzo dal mio posto e faccio capire ad Stefano che si deve mettere al mio. Ma tu dimmi se devo fare la mamma.
- E adesso, zitti - sibilo puntando il dito prima su Vittoria e poi sul mio ragazzo, che si voltano verso l'altare.
Aggiusto il vestito e ascolto presa le letture, già sapendo che i veri pianti non sono ancora arrivati.
Quando arriva il momento dello scambio degli anelli Vittoria mi stringe la mano. Se piange anche lei è davvero la fine.
Alle promesse non ce la faccio, divento tutta una lacrima e menomale che Stefano ha portato parecchi fazzoletti.
Mi passa il primo sussurrandomi un - Come se non ti conoscessi - e gli sorrido afferrandolo.
Piango per tutta la cerimonia, in modo particolare alla fine, quando finalmente Ambra e Tommaso si lasciano ad andare ad un bacio appassionato che mi fa commuovere ancora di più. Devo smetterla di essere così sensibile, che diamine!
Sento Stefano che mi passa il braccio a cingermi il fianco e mi stringe a lui, baciandomi dolcemente sul collo e facendomi sorridere. Poi con un dito mi asciuga una lacrima dispettosa che stava scendendo giù.
- Basta piangere, bambola - mi dice e lo bacio forte, mentre lui mi stringe ancora di più.
Quando ci sciogliamo ci sorridiamo e ci raggiungono Vittoria, Elena, Marta con la piccola e finalmente Bea chiusa nel suo vestito rosa antico lungo fino ai piedi.
Subito Stefano prende in braccio la piccola e ci comincia a giocare, mentre l'ultima arrivata spiega il motivo del ritardo. Niente sveglia come al solito.
Fa piacere sapere che dopo anni e anni le cose non cambiano mai.
Rimaniamo in attesa che gli sposi e i testimoni finiscano di firmare e poi di fare le foto di rito e, poco prima che escano, vado fuori a distribuire petali e riso da gettare addosso a Tommaso e Ambra.
L'ultimo mucchietto di riso lo lascio in mano ad Abete che si complimenta con me per la "diligente organizzazione". Ma quanto è da amare quest'uomo? Tanto e basta.
Mi affaccio sul portone per vedere a che punto sono e, quando mi accorgo che stanno per arrivare, mi tolgo lo scialle e lo lascio nelle mani di Stefano che è arrivato vicino a me.
Ce l'abbiamo fatta, almeno la cerimonia è andata... Adesso al ristorante dovrebbe filare tutto liscio, si spera.


Passo il tragitto in macchina a sentire discorsi assurdi tra Bea e l'accoppiata vincente Stefano - Vittoria. E il tutto perchè appena partiti ho semplicemente detto: "Ma ci pensate che all'inizio dell'università non si conoscevano neanche? Nessuno mai pensava ad una cosa del genere.. E invece eccoci qua."
E lì sono partiti gli sproloqui di Vittoria contro Stefano. Non credo gli perdonerà mai tutto quello che m'ha fatto passare all'inizio.
- Eri un cretino e basta, non sei giustificabile - vano tentativo di Vittoria di chiudere il discorso.
- Non ero cretino... ero... -
- Se vuoi ti aiuto. Idiota? -
- Avrei detto confuso! -
- No, la parola esatta è che eri un semplice, mio caro Steven -
E lui ride.
- Torniamo a idiota che mi piaceva di più -
- Vabè l'importante è che adesso fa il braaaavo -intervengo passandogli una mano sulla nuca e Vittoria scuote delusa la testa.
- Tu uccidi il prototipo di donna Strong ogni secondo che passa - dice Bea all'improvviso e tutti iniziamo a ridere.
Poi Stefano aspetta il silenzio e dice - Vabè, fatto sta che adesso sono meno idiota quindi... quando ti ritroverai Jack tra le braccia, mi ringrazierai -
- Mai -
- Mai Jack? -
- Mai ti ringrazierò perchè mai succederà -
Secondo me non ce la fanno a non sputare per due secondi... Una macchinetta messi insieme!
Fortunatamente il ristorante è abbastanza vicino e arriviamo velocemente, anche se saremo comunque al tavolo insieme, quindi poco cambia.
Poi vedo il vialetto con la brecciolina e quasi mi sento male. Senza che gli dica nulla Stefano mi prende sotto braccio e arriviamo fino all'enorme tabellone con i tavoli e i posti assegnati. Un tabellone che mi ha tolto fin troppe ore di sonno.
Sono divisi in due parti... Dodici tavoli, sei con il nome di letterati e i restanti con il nome di filosofi.
Noi siamo al Petrarca, scelto a votazione e il povero Leopardi ha purtroppo amorevolmente perso. Resto ad osservare il mio capolavoro di tabellone mentre vedo Stefano che si avvicina con quattro bicchieri di champagne per noi quattro.
- Ogni tanto la fai una cosa buona - dice Vittoria sorridendo e lui sbuffa rispondendole il solito "Donna di poca fede".
Poco a poco iniziano ad arrivare tutti e un'ora e parecchio buffet dopo siamo seduti intorno al tavolo.
Al Petrarca sono presenti Elena, Bea, Marta, Francesco, la piccola Melissa, Io, Stefano, Vittoria, Abete e Ferrari. Esattamente in quest'ordine.
Direi proprio una bella tavolata. Mangiamo, ridiamo, parliamo... Con una tranquillità surreale. Come se non ci fossero differenze d'età con i prof, come se niente fosse.
Sento tutto così leggero, felice, armonioso. Ambra e Tommaso stanno facendo il giro per i tavoli, mano nella mano... E sono di una belezza che credo di potermi commuovere ancora, davvero.
Stefano mi prende come al solito un boccone dal piatto, per il semplice gusto di rubarmelo e poi mi sorride.
- Prima o poi ti taglio le mani - gli dico sorridendo e gli lascio un bacio sul naso.
- Ah, non ti conviene -
- Oh, non voglio sentire i vostri discorsi porno - dice subito Vittoria che era seduta accanto a lui e quasi mi strozzo con l'acqua che stavo bevendo quando vedo che gli occhi dei prof sono puntati su di noi.
Poi Abete si gira verso di me e con la sua vocina da cartone animato mi chiede - come mai, signorina, questa originale idea dei nomi ai tavoli? -
- Mi sembrava affascinante e poi a loro l'idea è piaciuta un sacco -
- E... mi dica, come mai il tavolo degli sposi è il buon Torquato Tasso? -
- Beh... Credo che lo scoprirà durante il discorso di Tommaso, non voglio rovinarle la sorpresa - dico soddisfatta e lui mi sorride avvicinando alla bocca l'enorme tovagliolo che ha messo al collo.
Non è un professore normale, è un tipo allucinante.
Non finisco di parlare che sento una manina che mi picchietta dietro la schiena, mi volto e mi ritrovo i giganteschi occhioni azzurri di Melissa che mi fissano.
E' la copia precisa della madre. Sia fisicamente che per tutto il resto, ha soprattutto la risata come la sua.
Appena la prendo in braccio subito Stefano inizia a farle il solletico e lei ride come una matta mentre il deejay inizia a mettere un po' di balli di gruppo.
- Ma chi è Melassa, chi è .. chi è .. - le inizio a dire e lei ride, ride. Poi Stefano inizia a farle mille boccacce e facce strane e alla fine se la conquista, come sempre.
Restiamo a giocarci un altro po', mi obbligano a fare qualche ballo di gruppo e poi vedo Tommaso alzarsi e picchiettare con il coltello sul bicchiere.
Oddio, è il momento dei discorsi. Senza che neanche glielo chieda, il mio ragazzo ha già tirato fuori un fazzoletto e me lo sta offrendo.
- Prevengo - mi sussurra e gli sorrido, poi ci voltiamo tutti in silenzio verso il tavolo accanto al nostro.
Tommaso si schiarisce la voce e gli danno un microfono in mano.
- Mi sa che devo parlare - inizia e già tutti sorridiamo - direi che è un giorno importante, il più importante della mia vita, sicuramente. Devo ringraziare troppe persone, quindi non me ne vogliate se dimentico qualcuno. Ringrazio per primi i miei genitori... Per tutto quello che hanno fatto per farmi diventare quello che sono. I miei amici di sempre perchè con loro sono cresciuto... e poi voi - dice voltandosi verso di noi.
- Le compagne letterate. Ricordo all'inizo come fosse imbarazzante stare con sole donne anche se mi sentivo dire da ogni dove, specialmente da voi, quanto fossi fortunato -
Altre risate e io ho già, naturalmente iniziato a piangere.
- Ed era vero. Non potevo trovare persone migliori con cui stare, non esistono meglio di voi. Avete ascoltato le mie pazzie ogni giorno, ogni momento. Mi avete consolato, aiutato, sotenuto... Non potrei mai ringraziarvi abbastanza -
Okay, adesso sono un fiume di lacrime.
- E io lo sapevo che Petra avrebbe pianto come una matta, ma continuo comunque -
Sa sempre come strapparmi una risata, non c'è verso. Stefano mi prende dolcemente e appoggio la mia testa sul suo petto mentre con la mano mi accarezza il braccio.
- E poi devo ringraziare due persone, due persone molto... simili. Ma solo esteriormente. Miriam - dice iniziandola a guardare - perchè se non ci fossi stata tu e quel benedetto esame su Tasso non avrei conosciuto la donna della mia vita e non sarei stato l'uomo più felice del mondo -
Un lacrima scende anche sulla guancia di Miriam mentre Tommaso sposta il suo sguardo su Ambra e le prende la mano per farla alzare in piedi davanti a lui.
- E poi ringrazio te. Semplicemente per essere quello che sei e per amarmi ed accettarmi per quello che sono -.
Un applauso parte immediato. E' un applauso di cuore, sentito... Compreso il coretto che parte poco dopo a suon di "Bacio, bacio". Io mi rialzo e continuo ad applaudire, piangendo fino a che tutti si risiedono e tornano a concentrarsi sui piatti.
Mi faccio accompagnare in bagno da Bea per mettere a posto il trucco e dieci minuti dopo è come se niente fosse successo.
Nel frattempo andiamo a ringraziare Tommaso una alla volta... Dopo un discorso del genere, direi che se lo merita.
E poi arriva uno dei momenti che preferisco... Il primo ballo degli sposi. Iniziano leggere le note di quello che riconosco essere Truly, Madly, Deeply  e il cantante mi conferma questa scelta meravigliosa.
Tommaso e Ambra entrano in pista e sembrano entrare anche in un mondo tutto loro, quasi estranei a tutto quello che c'è intorno. Si sussurrano all'orecchio, sorridono, si stringono sempre più forte e.. si, ho di nuovo gli occhi lucidi.
Non ci posso fare niente, sono così. Piango a film, cartoni che conosco a memoria e volete che non pianga ai matrimoni? E per giunta al matrimonio di due grandissimi amici?
Poi la canzone purtroppo termina e parte subito un tango a sorpresa di tutti. Tra le risa gli sposi cercano di arrangiare qualcosa invano e tornano a sedersi mentre il ballo continua e altre coppie vanno a tentare.
Stefano subito mi sussurra un "Neanche morto" e lo rassicuro dicendogli che neanche io avevo la più pallida idea di andare.
- Vuole concedermi questo ballo? - sento queste parole e non riesco a credere alle mie orecchie. Mi giro a destra e vedo che Vittoria ha la mia stessa espressione dipinta sul volto.
Matteo Ferrari ha appena chiesto a Elena De Luca di ballare un tango insieme.
Dopo questa, ho visto e sentito tutto nella vita.
Elena annuisce o meglio, squittisce e si alza delicatamente fasciata nel suo vestito rosso e segue il suo cavaliere.
- Quindi non balla solo il twist - sussurra Vittoria e solo io riesco a sentirla. E per poco non mi strozzo di nuovo.
- Non devi dire cretinate mentre bevo Vittò! - le dico ridendo.
- Sei tu che mi stai a sentire - mi risponde fra le risate e poi è Abete ad intromettersi tra di noi.
Ha un tovagliolo appeso al collo e sporco di sugo, non capisco come facciamo ancora a non metterci a ridere tutte.
- Dovremmo scommettere almeno sul giorno in cui Matteo chiederà di uscire alla signorina -
Ma è davvero fuori di testa.
- Secondo me presto - risponde subito Vittoria mentre non riesce a togliere gli occhi dai due novelli ballerini di tango - una settimana -
Di Giovine di risposta scoppia a ridere - Ma lei non lo conosce, signorina. Secondo me almeno quindici giorni -
- Facciamo dieci giorni - intervengo io e il prof subito annuisce e ci stringe la mano.
- Facciamo che ci metto anche io una buona parola - aggiunge poi e Vittoria subito approva la proposta.
Abbiamo davvero scommesso con Abete sull'appuntamento tra Elena e Ferrari? Non ci credo.
Subito finisce questa piccola pausa spagnola e i due tornano al tavolo parecchio imbarazzati e tutti cerchiamo di non fissarli.
Poi partono le note di Iris e incrocio subito lo sguardo di Stefano che era andato dall'altro lato del tavolo, al posto di Marta e parlava con Francesco.
Ci sorridiamo e lo vedo scusarsi con lui per venire verso di me.
- Questa però sì - mi sussurra mentre mi tende la mano e, facendomi alzare, mi stringe a lui. Lo bacio e finiamo sulla pista, accanto a altre coppie che ballano dolcemente.
Mi accoccolo fra le braccia del mio ragazzo e appoggio la testa al suo petto e credo che potrei rimanere così a ballare ancora per molto, molto tempo.
- Ti amo - mi sussurra dopo avermi fatto alzare la testa verso di lui.
- Ti amo anche io, tanto - gli rispondo e ci sfioriamo i nasi prima di baciarci.
Poi il giro ci riporta ancora accanto al nostro tavolo e proprio qui partono le note di You and Me e vedo Giacomo alzarsi dal famoso tavolo "Tasso" e venire dritto verso di noi. In modo particolare verso Vittoria.
- Me lo concedi questo ballo? - le chiede e io sono costretta a rimanere in silenzio. Ma non potete capire l'urlo che sto cercando di trattenere.
Stefano però, come al solito, non riesce a stare in silenzio.
- Sì, ti prego toglimela di mezzo - dice ridendo a Giacomo.
- Stefano, tu datti una regolata e sposatela quella santa di Petra - risponde e si porta Vittoria in pista che però fa in tempo a dire "Io te lo dico sempre, mio caro!".
Mi volto verso di lui, che è tornato seduto al suo posto, e gli dico - Te la sei cercata - sorridendo.
Lui sposta la sedia, si volta con il corpo verso di me e mi fa sedere sulle sue ginocchia.
- Sei la donna della mia vita, l'unica che m'ha sempre sopportato. Lo sai che prima o poi mi ti sposo - mi sussurra all'orecchio e poi mi morde la guancia. Di risposta sorrido e lo bacio.
Poi mi volto verso il tavolo.
Ferrari cincischia con Elena e credo che i giorni passeranno da dieci a tipo... tre.
Bea è impegnata a giocare con la piccola Melissa insieme a Miriam.
Marta e Francesco si sono decisi ad andare a ballare e stanno raggiungendo in pista Giacomo e Vittoria che, a quanto pare, si trovano davvero.
Poi ancora Tommaso e Ambra che sorridono raggianti come mai.
E poi tutte quelle ricerche sulla felicità dei grandi filosofi vanno in frantumi. Bastiamo noi.


Saaalve! Torno con una piccola shot un po' sconclusionata...
Il titolo nasce con un preciso motivo. Questo non è un semplice racconto, è un sogno. Un sogno che una delle mie più grandi amiche, Gloria, ha fatto l'altro giorno... e si è svegliata dal sogno che erano le sei meno cinque, l'alba. Mi ha subito scritto tre messaggi per raccontarmelo e, dopo aver visto l'orario di ricevuta, ho subito pensato a questa frase di Dante - sì, studio Lettere! - e ho scritto il suo sogno.
"Presso al mattin del ver si sogna" in poche parole sta a significare che ciò che si sogna all'alba, poi accade... E, sinceramente, devo ammettere che questo possibile futuro è piaciuto un sacco a tutti!
Spero vi piaccia ... Fatemi sapere (:
Un abbraccio stritolo, 
Chris_




  
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