25/09/2011
3 recensioniShe was my baby girl
La notte mi ha sempre annoiato, anche se io mi annoiavo la maggior parte del tempo prima di conoscere lei (infatti passavo le giornate sulla poltrona dell’ ufficio di Mephisto a mangiare caramelle). Mi stavo avvicinando al tetto della True Cross per vedere se la mia bimba c’era, e infatti era lì seduta , con la testa alzata a guardare le stelle. Continuavo a fissarla arrampicato sul muro, chiedendomi cosa avrei dovuto fare. Non ero bravo con le persone specialmente con quelle che provavano cose strane…che ti fanno piangere…tipo sentimenti, visto che non li avevo mai provati prima. Lei era un demone come me, ma completamente diversa perché era cresciuta con gli umani e gli umani insegnavano tante cose stupide e le cose stupide io non le capivo. Però dovevo andare da lei perché era come le mie caramelle, e io non vivevo senza caramelle. Allora salii sul tetto e mi avvicinai alla mia bimba . Lei sentì i miei passi e si girò verso di me. Era sorpresa di vedermi, mi fissò, io rimasi immobile con un espressione indifferente. Alla fine mi sorrise e dopo di quello Satana poteva anche uccidermi. Forse avevo quella malattia che ti fa venire le fitte al cuore,ti fa sudare le mani, ti fa venire l’ affanno e ti risucchia in un vortice mortale dove nemmeno la più feroce e crudele delle creature ha scampo, quella cosa che gli umani chiamano amore; il solo suono mi fa venire la nausea. Mi fece cenno di sedermi. Andai accanto a lei e con la coda dell’ occhio la guardavo pensando se avessi mai visto qualcosa di più spettacolare. All’ improvviso abbassò lo sguardo e disse: “Come mai sei qui?”. Non ho mai saputo dire le bugie quindi gli ho detto la verità: “Perché avevo bisogno di vederti”. La guardavo curioso di sapere come avrebbe reagito. Vidi il suo viso verso il basso, le sopracciglia incurvate e le guance incredibilmente rosse. Adoravo il suo modo d’ imbarazzarsi e adoravo il modo in cui cercava di nasconderlo. Sempre con la testa bassa disse: “B-Belle le stelle sta notte peccato che non si vede la luna!!..”.
I demoni, purtroppo, non pensano, ma agiscono per istinto quindi mi venne naturale di prenderla e portarla a vedere la luna. La presi in braccio e appoggiai la sua testa sul mio petto .Era così calda, aveva gli occhi chiusi e moriva dall’ imbarazzo. Saltavo da un palazzo all’ altro finché non arrivai alla fine della città, in un posto disabitato dove cerano degli alberi molto alti. Salii sulla cima di uno di questi e mi sedetti su un ramo mettendo Yumi sulle mie gambe. “Puoi aprire gli occhi ora” dissi. Sentivo il suo cuore battere in modo impressionante. Lei Aprì un occhio alla volta e vide la luna enorme che ci illuminava; iniziò a sorridere “è stupenda …”.
I suoi occhi iniziarono ad accendersi, quei dannatissimi occhi che facevano sembrare le stelle meno brillanti, quelle labbra che si spalancavano dallo stupore, avrei voluto morderle e quelle guance arrossite erano dolci come le caramelle alla fragola che ingurgitavo fino a farmi venire la nausea; la luna non era niente rispetto a te perché ti stupisci per così poco???Ma ti avevo tra le mie braccia potevo stringerti fino a soffocarti, eri talmente bella che avrei voluto ucciderti così nessun altro poteva vedere quello che vedevo io!!! Che cosa mi avevi fatto ???
“Amaimon… sei sicuro di essere il demonio??” disse guardandomi in modo appagante con quelle pupille blu. Finora nessuno aveva dubitato della mia cattiveria, nessuno mi aveva mai parlato in quel modo, la odiavo per questo, la odiavo così tanto!!!
Continuavamo a guardarci negli occhi, continuavo ad averla tra le mie braccia, finché non dissi:
“ lo sai credo di essere malato” il suo sorriso svanì, “Di che??” chiese sbalordita. Non sorridevo spesso, anzi quasi mai, ma lei ci riuscì e in quel preciso momento mi scappò una risata e gli risposi
“Credo si chiami amore”. Sgranò gli occhi e dopo un po’si gonfiarono di lacrime. Iniziò a piangere come una bimba a cui vengono tolte le caramelle. La strinsi tra le mie braccia e gli sussurrai nell’ orecchio “Perché piangi bimba??”. Sentii le sue mani stringersi sul mio petto e con i singhiozzi rispose “Perché sono felice…”. Quelle tre parole mi fecero capire che l’ amavo troppo per lasciarla andare, non mi ero reso conto che quella ragazza era la mia droga. Affondai il mio volto gelido nel suo collo e glielo morsicai appena con i canini mostruosi che mi ritrovavo, la sentii sussultare.
Presi il suo volto rigato dalle lacrime tra le mie mani, quelle stesse mani che avevano ucciso e massacrato, quelle stesse mani che furono ricoperte dal sangue numerose volte e invece in quel momento erano bagnate dalle lacrime di un altro figlio di Satana.
La guardai… e poggiai le mie labbra sulle sue, le assaporai ,come le caramelle, e la baciai nel modo più delicato che potessi. Non avevo mai baciato nessuno prima di quel momento, era qualcosa di indescrivibile. Il mio bacio era più simile ad un morso, avevo paura di farle del male, volevo che durasse per sempre. Yumi chiuse gli occhi e le lacrime continuavano a scendere sul suo viso. Poggiò le sue mani tra i miei capelli e spinse il mio viso verso il suo, lei non voleva che fossi delicato. Sentivo che lei mi amava come l’ amavo io. Lei era la mia bimba.