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Autore: Lullaby Candy    25/09/2011    1 recensioni
Vendicarsi di un torto subito è facile ed a volte fa sentire realizzati, ma quando è il tempo il tuo rivale non puoi nulla. Quando il destino ti volta le spalle e ti lascia in balia del caso, non possono che accadere fatti dolorosi e infausti. Il vero problema sta nel cercare un nuovo modo di vivere, sempre che esista.
Genere: Drammatico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico, Sovrannaturale
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Un ringraziamento particolare a Darkovana che mi ha dato l'ispirazione per il finale.
Grazie mille davvero ^^
Eccolo qui, tutto per te:






Il verbo Amare non ha tempi Passati






Un costante e ripetitivo cigolio proveniva dalle rotaie, che con foga venivano sorpassate dal treno. All'esterno del finestrino, paesaggi e paesini si susseguivano uno dietro l'altro, non lasciando la possibilità di apprezzarne a pieno l'intera bellezza. Una ragazza, immersa nei suoi pensieri, stava seduta e, con occhi vuoti e vaghi, guardava il mondo esterno, come se fosse un estraneo, del quale lei non faceva parte. Grazie alla musica che sgorgava fuori dai piccoli auricolari, che rimanevano in bilico nel padiglione dell'orecchio, riusciva ad isolarsi completamente. Quella mattina, tra la foschia e il pungente freddo d'ottobre, svogliatamente aveva lasciato il caldo ed accogliente letto, per dirigersi all'università. Gli occhi ancora non si erano pienamente abituati alla luce del giorno e la testa le girava, sintomi che presumevano un colpo di sonno improvviso o qualche attacco di follia della sua mente. Un'ennesima fermata, ma mancava ancora un buon quarto d'ora prima di raggiungere la sua destinazione. Alcuni passeggeri presero posto nei sedili adiacenti al suo, attirando la sua attenzione. Rimase di ghiaccio nel vedere, in piedi davanti a sé, una ragazza, tristemente somigliante ad una persona che Veronica ben conosceva. La fissò per un tempo che parve infinito; lei, non dicendo una parola, le indirizzava un sorriso felice. Quando ebbe riacquistato un attimo di lucidità, si tolse in fretta gli auricolari e s'alzò. Faccia a faccia con la ragazza che le aveva cambiato la vita, nel bene e nel male. Tutto quello sapeva di assurdo, era così irreale, ma talmente appagante, che Veronica non poté non lasciarsi trasportare nel bel mezzo. Abbozzò un sorriso, ed arrossì. Voleva parlarle, aveva tanto da chiederle, ma la sua bocca non emise nemmeno un suono. Rimase lì, con le labbra socchiuse, nell'attesa che una forza la prendesse e le desse il coraggio di spiccicare parola. Rosa, dovette essersi accorta del tentativo della ragazza, poiché le poggiò l'indice sulle labbra, come per zittirla, quando in realtà non aveva detto ancora nulla.
“Shh. Non parlare, ormai non serve più, no?” ridacchiò divertita, come se il fatto che fosse sparita fosse comico. Ciò che arrivò alle orecchie di Vero la fece sussultare, non era la solita, limpida voce, un qualcosa di arcano e misterioso vi si celava. Un suono attutito che a stento percepiva, come se provenisse da lontano, quando in realtà la sua interlocutrice le era di fronte. Volle sfiorarla, toccarla e sentirla, per un'ultima volta, lì, proprio accanto a lei, nel suo mondo, come se non se ne fosse mai andata. Allungò una mano e quando questa incontrò il braccio di Rosa, un brivido freddo s'insinuò in lei ed un formicolio fastidioso s'impossessò delle sue dita, ma riuscì a raggiungerla. Sì, finalmente dopo anni di tentativi, preghiere e speranze era riuscita ad incontrare ancora la sua pelle, anche se era fredda come il ghiaccio. Lei parve, in un primo momento, sorpresa, poi la paura s'impossessò di lei, sgranando gli occhi come se avesse visto un qualcosa di atroce ed orribile. Sembrava sul punto di piangere, ma dagli occhi non scese neanche una lacrima.
“No..No..Amore mio, cosa fai? Noi non possiamo più stare insieme..” Con un sorriso talmente sforzato da apparire una smorfia, muoveva il capo in segno di diniego. “Il tempo purtroppo non ritorna e, così, neanche i morti.. Prosegui.. Prosegui per la tua strada e, se il mio ricordo dovesse essere d'intralcio alla tua felicità, ti prego, dimenticami! Non voglio che tu stia male per me o che tu pianga, è così bello il tuo sorriso. Mostra al mondo intero chi sei veramente, senza debolezza, io starò sempre qui, al tuo fianco, Amore Mio..” Pian piano la sua immagine si dissolse, lasciando dietro sé soltanto una malinconica risata. Veronica sentì, dentro sé, qualcosa rompersi e scombussolarla radicalmente. Il suo cuore, per le troppe emozioni contrastanti, doleva. Non riusciva a respirare. Si guardò attorno spaesata, in cerca di qualche faccia amica, ma intorno a sé solo persone che non conosceva e sembravano non curarsi di lei. A stento riuscì a riprendere posto. Gli occhi arrossati erano carichi di lacrime, ma non aveva la forza per piangere. Rimase lì, inerme, seduta su di un sedile diventato ora scomodo ed irritante. Guardava un punto vago nel vuoto. Non si rese conto di quanto tempo restò così ferma; la sua fermata passò, senza che se ne rendesse conto, come tutta la felicità della sua vita. Non sapeva dove stava andando, né quel che l'avrebbe attesa a fine destinazione, ma aveva già realizzato, che la fermata che più di tutte amava, non sarebbe più giunta.
   
 
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