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Autore: telesette    26/09/2011    3 recensioni
Sopravvissuto per miracolo ad una trappola micidiale del bieco comandante Jerùle, il Tulipano Nero viene prontamente soccorso dalla dolce Simòne. In attesa che il dottore venga a curarlo, Robert vorrebbe evitare di mettere la fanciulla in pericolo con la sua presenza ma Simòne ha più di un motivo che la lega al suo compagno giustiziere e non solo la lealtà verso quest'ultimo...
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il Tulipano Nero ( ラ・セーヌの星, Ra・Sēnu no Hoshi, letteralmente La Stella della Senna ) è un anime televisivo giapponese. La serie è stata creata su soggetto di Mitsuru Kaneko, con la regia di Yoshiyuki Tomino e Masaki Osumi. Frutto di una coproduzioneUnimax/Nippon Sunrise, si compone di 39 puntate ed è andata in onda per la prima volta in Giappone nel 1975; in Italia è stata trasmessa per la prima volta su Italia 1 nel 1984 ed è stata pubblicata in DVD da Yamato Video.

 

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Il Tulipano Nero - La Stella della Senna (IT)

Il Cuore di Simòne

Il Tulipano Nero era stato attirato in cima a quella scarpata con un inganno. Jerùle aveva fatto preparare ad arte la trappola che i suoi due malvagi scagnozzi, pagati apposta per operare ciò, avevano piazzato per far crollare la parete di roccia circostante; l'eroico paladino, costretto a galoppare in quella direzione, si accorse dello sporco tranello quando vide i soldati che lo inseguivano fermare di colpo i cavalli alle sue spalle.
Nell'attimo in cui il Tulipano alzò gli occhi verso l'alto, un lampo e un forte boato accompagnarono la caduta di tonnellate di roccia. Con un ultimo gesto disperato il cavaliere smontò di sella e spinse via il cavallo, per evitare che rimanesse travolto anche lui dalla frana, tuttavia  rimase schiacciato inevitabilmente sotto una pioggia incessante di pietre e di sassi. Quando tutto tornò tranquillo, Jerùle osservò con soddisfazione il risultato ottenuto e un ghigno malefico si aprì sul suo volto.

- Finalmente - esclamò. - Una colossale tomba per un altrettanto colossale rompiscatole... Questa è senza dubbio la fine del Tulipano Nero! 

I due complici di Jerùle, due orientali dall'aria poco raccomandabile, si fecero avanti fregandosi le mani con fare umile.

- Comandante Jerùle - disse uno dei due, azzardando una timida richiesta. - Spero che siate soddisfatto, se volete dunque onorare il nostro accordo...

Gli occhi sottili del perfido comandante delle guardie si accesero di un sinistro bagliore tuttavia, quando questi si voltò verso i due interlocutori, tra le mani aveva una pistola pronta a far fuoco. L'uomo davanti a lui fece appena in tempo a riconoscere l'oggetto che un proiettile gli attraversò il cuore, uccidendolo sul colpo. Visto ciò che era accaduto, l'altro pensò bene di scappare e tentare così di mettersi in salvo ma, una volta lasciata cadere l'arma ormai scarica, Jerùle gli fu addosso implacabile e gli squarciò la schiena dall'alto con un micidiale colpo di spada.

- Stupidi - sputò con disprezzo. - Pensavano davvero che avrei pagato loro quelle miserabili casse di esplosivo... Andate all'inferno!

Ciò detto, l'ufficiale rinfoderò la spada e spronò il cavallo per raggiungere i suoi uomini e con essi fare ritorno a Versaille per riferire orgoglioso dell'accaduto. Non appena si furono allontanati, il cavallo del Tulipano tornò indietro per accostare il muso vicino alle rocce. Improvvisamente, con un lieve rumore di pietre smosse, una mano sbucò da sotto i resti della frana e afferrò le briglie che pendevano dal cavallo. L'animale nitrì di spavento ma, tirando fortemente dalla parte opposta, riuscì a liberare il corpo del suo cavaliere da sotto quel mucchio di pietre. Stanco, ferito e dolorante, il Tulipano Nero era miracolosamente scampato alla morte anche se conciato piuttosto male; con uno sforzo incredibile, egli riuscì in qualche modo ad issarsi con le redini e ad accasciarsi di traverso sulla groppa del suo robusto stallone nero; il cavallo non perse altro tempo e galoppò immediatamente verso Parigi, trascinando con sé il giovane completamente svenuto.

***

Nel frattempo Simòne Lorène e il giovane Danton stavano finendo di chiudere il negozio e di riportare all'interno i cesti di fiori esposti all'esterno. Danton era appena uscito a prendere gli ultimi quando udì un forte rumore di zoccoli sul selciato. Alzando gli occhi in quella direzione, riconobbe subito il cavallo che stava arrivando... e quando riconobbe anche la sagoma del suo cavaliere, inerte lungo la sella, non perse tempo nel correre dentro a chiamare Simòne.

- Simòne, Simòne - urlò. - Corri presto, Robert è ferito!

Sentendo queste parole, la dolce fanciulla dai capelli biondi si affacciò allarmata dal retrobottega e raggiunse il ragazzo all'esterno. Il cavallo si fermò esattamente davanti al negozio, non appena lei ne afferrò le redini, così facendo però lo scossone improvviso fece cadere il corpo senza maschera e in fin di vita di Robert De Voudrel.

- Robert, per l'amor del cielo...

Subito Simòne si inginocchiò al fianco del giovane per sollevargli la testa. Robert era in fin di vita ma riuscì ugualmente ad aprire un poco gli occhi e ad osservare quelli di Simòne. Costei era ansiosa e spaventata allo stesso tempo, tuttavia si fece coraggio per cercare di rianimarlo.

- Si... Simòne - esalò Robert con un soffio appena percettibile.
- Robert, che ti è successo, rispondimi ? Robert...

Sotto gli occhi sgranati della fanciulla, Robert perse nuovamente i sensi.

- Danton, vai a chiamare un dottore, presto!

Senza farselo ripetere due volte, il piccolo ex-acrobata del circo balzò rapidamente in sella e si mise a correre disperatamente lungo la strada buia. Simone invece si affrettò a sollevare il giovane ferito e, dopo essersi passata il braccio di lui attorno alle spalle, lo trascinò dentro l'abitazione con tutte le sue forze.

***

Quando Robert riaprì gli occhi, si ritrovò disteso su un letto col torace nudo e interamente avvolto da bende. Simòne era seduta accanto a lui, intenta a cambiargli di tanto in tanto una pezza umida sulla fronte, e così lui riconobbe il luogo dove si trovava.

- Come ti senti, Robert ? - chiese Simòne, leggermente sollevata del fatto che avesse appena ripreso i sensi.

Il giovane cercò di sollevare la schiena ma Simòne lo supplicò di non fare sforzi inutili.

- Per favore, cerca di stare immobile - disse. - Danton è andato a cercare un dottore, sarà qui a momenti...
- E' meglio che non resti qui - ribatté l'altro. - Se Jerùle scopre che sono ancora vivo, potrei mettere nei guai anche te!
- Jerùle - ripeté Simòne, cominciando finalmente a capire. - Robert, che cosa è successo, me lo vuoi dire ?

In breve Robert raccontò tutto a Simòne: la trappola, il crollo della montagna, il modo in cui lui era riuscito fortunosamente a salvarsi... Alla fine sembrava ansioso di alzarsi dal letto e uscire dalla casa di Simòne prima possibile ma quest'ultima non era assolutamente d'accordo.

- Non devi muoverti da qui - esclamò lei severamente. - Con quella ferita, non posso permetterti di andare da nessuna parte!
- E' pericoloso, Jerùle potrebbe arrivare qui da un momento all'altro...
- Non dire sciocchezze, lo hai detto tu che Jerùle è convinto di averti seppellito sotto quella frana, non hai niente da temere da lui adesso!
- Se qualcuno ha visto il cavallo del Tulipano Nero trascinare quest'ultimo ferito fino al tuo negozio, lo dirà certamente a Jerùle e costui impiegherà un attimo nel piombare qui a cercarmi... Dammi retta, Simòne: è molto meglio che io non mi faccia trovare qui, soprattutto per te!

Tuttavia Simòne era irremovibile. Ferito e in quelle condizioni, Robert non poteva sperare di raggiungere Villa De Voudrel sano e salvo; anche se indubbiamente il giovane aveva ragione di temere che qualcuno potesse averlo visto e riferire tutto a Jerùle, Simòne era pronta a correre ugualmente il rischio; nulla avrebbe mai potuto convincerla ad abbandonarlo al suo destino, nemmeno Jerùle in persona e tutti i suoi soldati messi assieme. Di nuovo Robert provò a dissuaderla ma, per tutta risposta, Simòne andò a prendere la spada che teneva nascosta nell'altra stanza.

- Se gli uomini di Jerùle si faranno vivi, vorrà dire che combatterò per difenderti... Sono pur sempre la Stella della Senna, non dimenticarlo!
- Simòne - mormorò lui.

Robert capì che era inutile cercare di convincerla, sapeva che Simòne era tanto bella quanto ostinata e non esisteva niente al mondo in grado di farle cambiare idea. Da quando le aveva dato la maschera di Stella della Senna per permetterle di combattere al suo fianco, aveva già visto moltissime volte quel suo sguardo deciso e la sua espressione determinata, ciononostante non voleva rischiare di mettere a repentaglio la sua vita più del necessario.

- Se tu dovessi restare ferita, o peggio ancora uccisa, chi altri potrebbe prendere il posto del Tulipano Nero per difendere la Francia e i suoi abitanti ?

Simòne strinse forte la spada tra me mani, mordendosi le labbra. Senza dubbio era consapevole della sua responsabilità come Stella della Senna, così come era consapevole del profondo spirito di sacrificio di Robert, ma non poteva abbandonare il compagno nelle mani di un verme immondo come Jerùle... Robert era tutto per lei, doveva assolutamente difenderlo a qualunque costo.

- Non puoi chiedermi questo - sussurrò lei.
- Cosa ? - Robert sembrava non capire.

In men che non si dica Simòne era in ginocchio accanto al letto, con la spada abbandonata tra le lenzuola. Robert la osservò sbalordito, mentre la fanciulla stringeva forte la sua mano con le lacrime agli occhi, e in quel momento cominciò a comprendere fino in fondo i suoi sentimenti.

- Lo so che non vuoi che io mi esponga a più rischi di quelli che la mia maschera già comporta, ma non puoi chiedermi di passare sopra i miei sentimenti per te,  non posso lasciarti proprio nel momento di maggior bisogno... Non posso perché ti amo!

Lo aveva detto quasi piangendo. I suoi splendidi occhi blu erano pieni di lacrime ma la sua voce e l'espressione del suo volto indicavano senza ombra di dubbio la gioia che provava nel confessargli questo apertamente. Robert non avrebbe mai osato sperare che la dolce Simòne potesse ricambiare quell'amore che lui stesso non aveva mai avuto il coraggio di confessarle eppure, ora che la guardava, non riusciva più a staccare gli occhi da lei. Simòne appoggiò la propria guancia alla mano di lui, sentendone il calore attraverso la pelle, e Robert le accarezzò dolcemente il volto incorniciato da lunghi capelli biondi... Simòne, l'affascinante Simòne; Simòne, la coraggiosa Stella della Senna; Simòne, la donna che anche lui amava con tutto il cuore.

FINE

   
 
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