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Autore: e m m e    26/09/2011    9 recensioni
[ Pre-Sequel de "Gli alberi di Greenwich Park" ]
« Sai di che cosa ho bisogno, Albus?! »
[Scritta per 24Hours_of_fun]
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Lily Luna Potter | Coppie: Lily Luna/Severus
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Fandom: Harry Potter
Titolo: La lunga notte dell’anima
Personaggi/Pairing: Lily Luna Potter/(Severus Snape), Albus Severus Potter
Rating: Pg
Avvisi: Het appena appena accennato.
Conteggio Parole: 594 (fdp)
Prompt: Quello di cui ho bisogno è di fare una cazzata così grande da non riuscire a salvarmi. (Invisible Monsters, Chuck Palahniuk)
Note: E’ il breve, brevissimo seguito di
Gli Alberi di Greenwich Park, al quale farà seguito il vero seguito. Per chi aspettasse fiducioso: ci vorranno anni e anni e... ho già detto anni?
Che cos'è un Pre-Seguito: Semplicemente il seguito prima del seguito. (Sì, sono una persona contorta)
In ogni caso leggendo questa fic potete capire un minimo che cosa aspettarvi in futuro.
Note 2: Scritta per l'iniziativa di
24hours_of_fun

La lunga notte dell’anima


In una notte dell'
anima
veramente oscura
sono sempre le tre del mattino,
giorno dopo giorno.

Francis Scott Fitzgerald

Albus le tirò indietro i capelli, per evitare che sfiorassero la tavoletta del water o in alternativa il pavimento lurido del bagno.
Quella sera l’aveva trovata dopo quasi due ore di ricerca infruttuosa nelle più sporche taverne magiche di Londra. Di solito impiegava meno tempo e per quanto sperasse sempre di non riuscire a trovarla e una volta tornato a casa scoprirla addormentata nel suo letto come quando era bambina, alla fine era sempre così che terminava la serata: Albus che aiutava la sorella a vomitare da qualche parte, e poi la trascinava nel suo letto quasi di peso.
« Andiamo a casa, » le disse dopo averle pulito il volto con una salvietta umida.
« È ancora presto, Al! » rispose lei con voce un po’ impastata, ma sembrava relativamente lucida dopo aver vomitato. E questo non avrebbe reso le cose più semplici.
« Che cosa vorresti fare ancora qui? »
In quel momento entrò nel bagno un uomo corpulento, vestito con pantaloni di pelle e un gilet striminzito sopra una canotta bianca macchiata di liquore.
« Ti sta dando fastidio, Lil’s? »
« È mio fratello. »
Il modo in cui pronunciò la parola “fratello” - a metà tra l’irritato e l’indifferente - non piacque ad Albus, ma per evitare baruffe trascinò fuori Lily per un braccio, senza curarsi delle proteste dell’uomo.
« Non sei mai gentile con i miei amici! » sbottò la ragazza, nello stesso tono con cui dieci anni prima avrebbe detto “Non pettini mai le mie bambole insieme a me!”.
« Andiamo a casa Lily. Ti sei ubriacata abbastanza per stasera. »
Il tono stanco e sfibrato di Albus si perse nella confusione e nel fumo di cui era pieno il locale.
Lily lo guardò, spingendosi indietro i capelli ramati, il volto rigato dal trucco sciolto per il sudore e l’acqua del bagno. Forse per solitarie lacrime di cui Albus non si era accorto.
« Non direi proprio! » sibilò lei, divincolandosi e dirigendosi a passo abbastanza sicuro verso il bancone.
Il barista appena la vide riempì un bicchiere di alcolico dal colore bluastro e glielo porse, con un sorriso privo di qualche dente.
Albus non arrivò in tempo per impedirle di buttarlo giù tutto d’un fiato.
« Ecco! » balbettò la ragazza afflosciandosi appena tra le braccia del fratello, mentre il liquore, particolarmente forte, le andava dritto al cervello, « Adesso sì che sono ubriaca. Ubriacarsi è un’arte che non hai mai imparato, Albus. »
Lui sospirò, trascinandola fuori dal locale per respirare una boccata d’aria fresca, sperando di non doversi smaterializzare, perché in tal caso c’erano buone probabilità che Lily rimettesse di nuovo.
La ragazza però sembrava in grado di camminare e glielo dimostrò divincolandosi dal suo abbraccio e iniziando a muoversi traballante in mezzo alla strada semideserta.
Albus la osservò afflitto, incapace di credere che Lily si fosse ridotta in quel modo. Incapace di credere che tutti, tutti loro avessero contribuito a condurla per mano verso quell’abisso sul quale si dondolava adesso, molto, troppo vicina a caderci.
Era incapace di credere che la salvezza di sua sorella dipendeva ormai dall’uomo che nessuno aveva voluto nella vita di Lily, e che era scomparso senza una traccia.
« Sai di che cosa ho bisogno, Albus?! » gridò a squarciagola Lily aggrappandosi con una mano ad un lampione e girando su se stessa con il volto rivolto verso il cielo.
Sì, lo so. Purtroppo lo so.
« Di che cosa Lily? » domando con tono svuotato di ogni interesse.
« Quello di cui ho bisogno è di fare una cazzata così grande da non riuscire a salvarmi. »
Ma non era certo quello ciò di cui Lily Potter aveva realmente bisogno.

 

Note finali:
Se state male, è assolutamente normale. XD


  
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