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Autore: Miss Kon    26/09/2011    2 recensioni
“Non può essere vero!” disse, mentre cercava testardamente di non piangere “Sarà uscita presto e...”
“Se ne andata!” ripeté in un urlo rabbioso la più vecchia delle sorelle Black, zittendo con foga la sua interlocutrice “Ci ha lasciato! Ci ha tradito! Ha lasciato solo questo stupido biglietto con scritto 'Scusate, addio'” proseguì infoiata Bellatrix, prendendo a sventolare come una bandiera il foglio di carta che teneva in mano.
Narcissa non riusciva a crederci.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Famiglia Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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La Luna cadrà.


Triste se, d'inverno da solo, guardavo la Luna,
convinto e sicuro che splendesse quella sera,
invece la Luna non c'era più.


“Cissy!” urlando, Bellatrix entrò nella stanza della sorella.
La minore delle sorelle Black, chiamata con tanta foga, scattò istintivamente a sedere e guardandosi attorno identificò immediatamente Bella che, come un furia, avanzava a lunghe falcate.
Sul subito la bionda si domandò cosa potesse aver reso così attiva la sorella di prima mattina e per un istante, vedendo che era verso di lei che si stava muovendo, temette di averle fatto un qualche torto.
Ma scartò subito quell'ipotesi, non aveva mai fatto nulla che potesse infastidire Bellatrix, perché quindi avrebbe dovuto essere arrabbiata con lei?
Inoltre la sorella teneva in mano un foglio, forse il suo pessimo umore era collegato a quello. “Andromeda!” tuonò la mora prendendola per le spalle, una volta arrivatale appresso.
Narcissa sussultò impercettibilmente.
“Cosa...è successo ad Andromeda?” chiese incapace di collegare il nome della sorella, di poco maggiore, alla rabbia di Bellatrix.
“Non c'è più! Andromeda se ne è andata! La sua stanza è vuota” urlò Bella in un misto di rabbia e apprensione, gesticolando febbrilmente “Vuota!” ripeté in un altro grido.
A sentire quelle parole qualcosa in Narcissa parve rompersi, o quanto meno emise un inquietante suono, che ricordava molto il frantumarsi di una sfera di cristallo. A seguire di quel rumore il silenzio più assoluto calò dentro la testa e l'anima della giovane Black e una marea di ricordi iniziò a riversarsi dentro di lei, quasi volesse colmare quel vuoto.


Era inverno e nevica abbondantemente.
Narcissa sentiva le mani gelare mentre, al seguito dei genitori, percorreva la piccola stradina lastricata che portava alla villa dello zio Alphard.
Aveva dimenticato a casa i guanti e ovviamente mettere semplicemente le mani in tasca non stava bastando a fermare il freddo pungente di quel Natale.
“Vuoi i miei guanti?” si sentì chiedere dalla voce melodiosa della sorella ed istintivamente si voltò notando subito che Andromeda teneva in mano, e le stava porgendo, i suoi guanti blu.
“Ma così ti congelerai tu!” le fece notare, togliendo le mani di tasca e stringendole tra loro, in un ulteriore tentativo di scaldarle.
In tutta risposta Andromeda le sorrise appena.
“Non preoccuparti, le tasche del mio giaccone sono foderate mi terranno più cha abbondantemente caldo alle mani”
Narcissa la guardò per alcuni secondi indecisa se accettare o meno i guanti, poco convinta dall'argomentazione della sorella. Alla fine tese il braccio e afferrò con le sue mani pallide i guanti.
Li indossò velocemente, spinta dal desiderio di sfuggire alla fastidiosa morsa del gelo e poi lanciò una lunga occhiata alla sorella, che vedendola mettersi i guanti le sorrise ancora, con la sua solita pacatezza.
“Il tuo volto somiglia alla Luna” esalò d'improvviso Cissy.
“Unh?” domandò in risposta Andromeda, sorpresa da quelle parole e incapace di capirne il significato.
“È pallido come la Luna ed è incorniciato tra dei capelli castano scuro che ricordano una notte fiocamente illuminata” spiegò veloce Narcissa, sentendosi in imbarazzo per le parole che lei stessa aveva pronunciato poco prima.
Le aveva dette quasi sovrappensiero ma appena aveva udito ciò che aveva proferito si era sentita come una bambina piccola che si perdeva in fantasticherie.
Andromeda però parve apprezzare quella sorta di complimento e guardandola con i suoi occhi estremamente espressivi, sembrò volerle comunicare una sorta di gratitudine per quelle parole.


“La Luna...” mormorò flebilmente Narcissa, quando finalmente riuscì a trovare il fiato necessario per dire qualcosa.
A sentirla parlare Bellatrix tornò a concentrare la sua attenzione su di lei.
“Cissy?!”
“Non è possibile” proseguì sempre in un mormorio sottile la sorella minore, sembrando non udire le parole di chi le stava davanti.
“Cissy!” provò a ridestarla la mora, prendendola di nuovo per le spalle e scuotendola senza troppa grazia.
A quel tocco rude Narcissa parve riprendersi e gli occhi le si riempirono di lacrime.
“Non può essere vero!” disse, mentre cercava testardamente di non piangere “Sarà uscita presto e...”
“Se ne andata!” ripeté in un urlo rabbioso la più vecchia delle sorelle Black, zittendo con foga la sua interlocutrice “Ci ha lasciato! Ci ha tradito! Ha lasciato solo questo stupido biglietto con scritto 'Scusate, addio'” proseguì infoiata Bellatrix, prendendo a sventolare come una bandiera il foglio di carta che teneva in mano.
Narcissa non riusciva a crederci.

Ormai triste e stanca, lei non sa cosa deve fare


Da quanto tempo Andromeda stava covando l'idea di scappare?
Né Narcissa né Bellatrix lo sapevano, ma entrambe si sentivano terribilmente colpevoli, quasi l'avessero aiutata nel suo agire contro la famiglia.
Tanto più che ora, a una decina di giorni dalla scomparsa, nel salotto del numero 12 di Grimmauld Place si era riunita l'intera famiglia Black.
Nella stanza regnava un silenzio impuro, reso oppressivo dalla quantità enorme di cose non dette ma fin troppo conosciute.
Bellatrix se ne stava ferma in piedi vicino al caminetto con la mano destra intenta a tenere saldamente la propria bacchetta, quasi fosse pronta a colpire chiunque da un momento all'altro. Sul suo volto era dipinto a chiare lettere un misto di rabbia feroce e di odio. Narcissa invece era seduta vicino alla sorella, con un espressione che mascherava in maniera leggermente imperfetta il turbinio di emozioni che l'aveva scossa e che in parte la stava ancora scuotendo.
Druella invece, visibilmente adirata e scossa, se stava ferma immobile quasi fosse divenuta una statua di sale. Affianco a lei Walburga cercava di farle, abbastanza freddamente, coraggio impegnata anche nel tenere a bada quello scatenato del suo primogenito.
“Sirius smettila” intervenne all'improvviso la voce algida del padre, Orion, appena entrato in sala. Richiamato all'ordine il ragazzino si fermò indispettito.
Dietro Orion comparve Cygnus, scuro in volto.
“Ragazzi sedetevi”
Walburga richiamò freddamente all'ordine i propri figli, i quali, capita al volo la serietà della situazione, si sedettero nel divanetto indicato loro dalla madre. Appena ebbe finito di parlare lei si espresse Druella.
“Ora che siamo tutti” cominciò con la voce a stento tenuta neutrale “Possiamo procedere” proseguì indirizzando uno sguardo al marito che rispose con un cenno affermativo del capo.
“Il motivo per cui tutti noi Black ci troviamo qui è molto semplice e spiacevole” cominciò a parlare Cygnus, “Andromeda, nonostante il sangue puro che scorre nelle sue vene, ha scelto di frequentare le persone sbagliate ed è scappata di casa”
“Abbiamo sperato in questi giorni che lei rinsavisse” proseguì Druella, riprendendo la parola “Ma così non è stato. Ha definitivamente scelto e non ha scelto noi” disse ancora, con un tono che questa volta tradiva la rabbia per un simile gesto “Quindi a noi non rimane che una cosa da fare: disconoscerla ed diseredarla”
Un silenzio innaturale cadde quando Druella finì di parlare.
Bellatrix strinse, per quanto fosse possibile, con più forza la bacchetta, allo stesso modo Narcissa artigliò parte della gonna tra le mani. Sapevano entrambe quale era il motivo del tradimento della sorella.
Sapevano entrambe che non sarebbe tornata in dietro.
“Quindi Andromeda” cominciò a domandare Sirus, guardando interrogativo la madre la quale gli lanciò un'occhiataccia per la sua insolenza nel parlare senza permesso. Il ragazzino si zittì prontamente.
“Quindi Andromeda non fa più parte della famiglia” proseguì Druella, chiarendo i dubbi del nipote. Sirus a quella parole sgranò gli occhi mentre Regulus trattenne il respiro, sorpreso.
Ancora una volta un silenzio innaturale calò nella stanza.
Nessuno sapeva del lungo e tormentato mese che Andromeda Black aveva passato insonne, incapace di scegliere tra due strade.
Nessuno sapeva dei suoi pianti, unica fonte di sfogo per le emozioni contrastanti e per il dissidio che provava dentro.
Nessuno sapeva quanto si era tormentata la notte in cui aveva scelto di andarsene per sempre.
E nessuno sapeva quanto, ormai, lei fosse logorata da un ruolo che forse non le competeva così tanto.

L'invidia e l'arroganza, non dan felicità
e nel nostro cielo blu la Luna più non splenderà


Senza dire altro Walburga, sotto gli occhi attenti di tutti, si premurò di cancellare il nome di Andromeda dall'arazzo in cui si trovava rappresentato tutto l'albero genealogico dei Black.
Per un istante Nacissa ricordò di nuovo il natale dell'anno prima, in cui aveva detto alla sorella che il suo volto le ricordava la Luna.
Non riusciva a capire perché quell'evento le fosse tornato in mente in quella mattina di una decina di giorni prima, quando Bellatrix l'aveva informata della fuga della loro sorella, e neppure perché fosse tornato a tormentarla adesso ma una cosa la sapeva per certo: la Luna per lei non sarebbe più tornata a splendere in cielo perché aveva scelto di tradire il suo cielo nero.
Perché aveva scelto di tradire il suo sangue.






Allora, che dire? Non so bene perché ho scelto di fare un lavoro del genere però non importa!
Quello del tradimento di Andromeda è sempre stato un argomento, ai miei occhi, interessante e quindi dopo un paio di lavoretti letti qua e là ho scelto di buttar giù qualcosa anch’io.
Credo che la scelta di Andromeda non sia stata facile e credo anche che solo una donna con una grande forza sarebbe riuscita a prenderla forse è per questo che come storia mi ha sempre incuriosita.
Comunque sia l’ispirazione principale mi è venuta ascoltando la canzone “La Luna cadrà” degli Après la Classe che poi avete anche trovato in corsivo qui sopra, tra i vari paragrafetti.
Che altro dire? Forse Sirius vi sembrerà un po’ poco ribelle, tenete comunque conto che lui era abbastanza piccolo quando la cugine se ne è andata, e forse Narcissa è un po’ troppo sentimentale ma ancora una volta ho ritenuto che essendo un fatto avvenuto molti anni prima della serie di cui abbia letto i libri probabilmente i personaggi, essendo allora più giovani, fossero anche un po’ più “emotivi”. poi ovviamente, se non avete apprezzato questa scelta potete pure dirmelo, in fondo non mi offendo! Le recensioni servono proprio a questo! XD
Prima di salutarvi devo dire un’ultima cosa: la prima scena, quella in cui Bellatrix entra urlando mi è venuta in mente leggendo una ff sempre su questo fandom. Ora, a me sembrava di aver letto questa storia su questo sito però non la trovo più quindi ahimè non sono riuscita a trovare di nuovo né il nome della fan fiction né dell’autore/trice. Ci tengo comunque a dire che mi sono ispirata a una storia, a cui rendo onore e grazie, e se l’autore/trice leggerà questo capitolo e troverà nella prima scena una certa somiglianza con il so lavoro me lo dica che mi premurerò qui di scrivere che lo/la ringrazio in prima persone.
Detto ciò ho veramente detto tutto, a presto, quindi!
  
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