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Autore: L_Fy    26/09/2011    0 recensioni
Sono passati due anni dagli eventi raccontati in The Runners. In questo lasso di tempo l’organizzazione delle Orion è molto cambiata: Un nuovo Consiglio governa le Orion, ma tra la gente comune regna una certa anarchia di pensiero che prima, con la Ars Space Corp., non esisteva minimamente. La criminalità dilaga, i Runners, decimati in numero e demotivati, si lasciano facilmente corrompere, la gente sempre più spesso sparisce nei meandri delle enormi navi spaziali e dei loro corpi reali e digitali non si ha più traccia… In questo clima di violenza e di precarietà, la Tau Centauri, longeva squadra di Runners al servizio del CDI, svolge ancora con successo il suo compito di paladina dell’ordine e della legalità…
Genere: Azione, Science-fiction, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Platform:             DR Undefined RockLand – Incognito
Digi-Alias:
Cardinale, Jude                  Unknown
Morales, Eric                                    Unknown
O’Brian, Garrie                  Unknown
Patterson, Matt                  Unknown
 
L’eterno concerto di RockLand trovava il suo momento di calma proprio di prima mattina, quando i digi-alias esausti dopo una notte intera di musica si concedevano una pausa lasciando il palco a tristi e melanconici bluesmen. Proprio mentre i quattro entravano nel primo anello dell’arena, le note struggenti di “The man I love” riempivano l’aria , cantate dalla voce graffiante e appassionata di un vecchio rudere di colore semi accasciato su un pianoforte a coda. Tranquilla e decisa, Cardinale procedeva tra le fumose sagome imbambolate degli astanti, seguita senza troppa convinzione dai compagni.
“Questa uscita in pubblico non mi piace” sibilò Patterson di cattivo umore “Siamo troppo scoperti, senza armi apprezzabili e con questa nebbia aromatizzata alla marijuana non si vede un cavolo di niente.”
“A cuccia, Fido” borbottò Cardinale, anche lei in allerta “C’è un banchetto degli hot dog, là in fondo; Garrie, vai a comprare la colazione per tutti.”
“Oh, che bello, hot dog a colazione” cinguettò Morales, salottiero “E a pranzo cosa, paté di cemento?”
“Andiamo, Eric, durante un ammutinamento si ha sempre bisogno di carboidrati, e il capo lo sa.” ammiccò Garrie.
“Chi stiamo cercando?” domandò Morales a Cardinale, sgomitando in mezzo alla folla semi addormentata.
“Denise, digi-alias Keith Richards” rispose Cardinale con decisione “Era nella tana del Morlock e conosce Lucy: trovata lei, troveremo sicuramente anche qualche informazione utile.”
“Pensi davvero che tornerà qui?” domandò Patterson, dubbioso “Fossi in lei, mi terrei lontano dai posti dove so che mi possono trovare.”
“Denise è un pesce piccolo” rispose Cardinale “E i pesci piccoli, se sono spaventati, non si avventurano in mare aperto, ma si nascondono in acque conosciute, dove si sentono al sicuro. Ecco perché sono certa che la troveremo qui.”
“Che meraviglioso acume criminale hai” sorrise Morales, canzonatorio “Allora, quando la troviamo, vuoi che l’interrogatorio lo facciamo noi maschietti? Siamo piuttosto bravi a far sputare le informazioni…”
Cardinale gli lanciò uno sguardo di sufficienza.
“Mi arrangio da sola, grazie. Ho idea che il vostro metodo sia un tantino più rude di quello che ritengo adeguato.”
“Quindi anche stavolta non mi divertirò” borbottò Patterson, imbronciato. Ma si ripigliò subito quando Garrie, di ritorno dal banchetto degli hot dog, gli offrì una tripla colazione grondante senape e maionese.
“Mio Dio, è uno spettacolo terrificante” mormorò Cardinale impressionata quando Patterson ingoiò in meno di dieci secondi tre hot dog di notevoli proporzioni “Uno spettacolo simile di prima mattina può condizionarti l’intera giornata.”
“E questo è niente: lo devi vedere quando attacca con il tacchino del Ringraziamento” le annunciò perfido Garrie “Quando ha finito non si ritrovano nemmeno le ossa.”
“Guardate! Ecco là Keith Richards!” sibilò Morales all’improvviso segnando col braccio teso l’alta e indolente figura appoggiata con noncuranza ad un enorme impianto pieno di cavi e manopole. Era intento a chiacchierare nervosamente con un tecnico del suono e ogni tanto si guardava intorno con aria guardinga e per niente rilassata. Quando vide i quattro digi-alias sconosciuti che gli si avvicinavano, fece una faccia allarmata e si girò per scappare: Cardinale, scattando con sorprendente velocità, frenò la sua precipitosa fuga placcandogli le gambe in tuffo e colpendolo subito dopo con un potente e velocissimo pugno allo zigomo sinistro che riuscì a stordirlo e a farlo gemere di dolore.
“Fortuna che erano i nostri metodi ad essere rudi.” ghignò Patterson, ammirato mentre Keith cominciava a sanguinare abbondantemente dallo zigomo spaccato e rivolgeva a Cardinale uno sguardo di attonita e dolorosa sorpresa.
I compagni di Cardinale furono lesti a fare cerchio intorno ai due, schermandoli dalla probabile curiosità della gente, anche se le facce inespressive che circolavano lì intorno non sembravano propense ad interessarsi ai fattacci altrui.
“Ma che ti piglia?!” strillò Keith sconvolto: Cardinale lo afferrò per il bavero della camicia, lo sollevò quasi di peso e lo scrollò con insolita durezza.
“Mi piglia che un mio compagno è sparito senza lasciare traccia. Mi piglia che nella tana del Morlock qualcuno ha piazzato una bomba e tutto mi fa pensare che l’hai messa tu. Mi piglia che per colazione ci sono solo hot dog invece che il mio caffè all’italiana con brioche calda, e quindi sono di cattivissimo umore. Mi piglia che se entro cinque secondi non trovi degli argomenti validi per scagionarti dall’accusa di tradimento, ti apro come un portafoglio e ti lascio a raccogliere le tue budella finché non crepi dissanguato. Chiaro il concetto?”
“Ragazzi, che donna!” mormorò Morales con un trasognato sorriso a 36 denti “Che freddezza, che eleganza!! Credo di essermi innamorato.”
“Già, una vera gentildonna.” ridacchiò Garrie sbocconcellando il suo hot dog con nonchalance.
Keith intanto apriva e chiudeva la bocca a scatti, incredulo: il terrore e la consapevolezza lo stavano invadendo a poco a poco mentre Cardinale faceva un lento e inesorabile conto alla rovescia.
“Cinque, quattro…Allora, Denise bella? Sto aspettando…”
“Hei, ti giuro…io non c’entro niente…” balbettò Keith, in preda al panico.
“Balle. Tre…”
“Te lo giuro!! Non ho messo io quella schifosa bomba, sono stati loro, i tuoi amici!!” gracchiò Keith indicando la Tau Centauri intorno a loro.
“..due…proprio non hai più voglia di vivere, eh?”
“Dannazione!! Ti prego!!”
“Uno. Goodbye, Ruby Tuesday.” mormorò Cardinale con calma: si allungò con un braccio e si sfilò dallo stivale un coltello a serramanico, lo aprì con uno scatto e lo puntò con forza alla gola dell’uomo.
“BASTAAA!!! NON SONO STATO IOOO!!” gridò Keith singhiozzando, ormai completamente regredito ad un terrore primordiale. Un leggero rivolo di sangue iniziò a scorrere dalla ferita sul collo mentre la Tau Centauri tratteneva il fiato, incerta: Cardinale sembrava veramente decisa a sgozzare Keith Richards nel bel mezzo di un concerto rock con migliaia di testimoni catatonici intorno.
“TE LO GIURO SU MIA MADRE!! NON HO FATTO NIENTE!!” ragliò Keith ad occhi chiusi, iniziando a tremare come una foglia. Cardinale fermò la mano che impugnava il coltello e guardò il pover’uomo con uno sguardo assorto e calcolatore.
“Che dite…secondo voi sta dicendo la verità?” mormorò con voce tranquilla senza staccare gli occhi da Keith.
“A giudicare dalla macchia di umido che gli si sta allargando in mezzo ai pantaloni, direi di sì.” buttò lì Garrie, noncurante.
“Anche secondo me dice la verità” si intromise Patterson “Ma ti prego di continuare lo stesso: stai facendo un lavoro da manuale con questo galletto incartapecorito.”
Cardinale valutò per un attimo la proposta di Patterson, poi sospirò rassegnata.
“Ok, Keith, ti crediamo.” dichiarò mollando bruscamente la presa sull’uomo che scivolò a terra come un sacco di patate, ancora incredulo e singhiozzante.
Cardinale rimase in un silenzio cogitabondo: intanto Keith aveva ripreso a respirare normalmente, anche se ancora barcollava sulle ginocchia tremanti e il suo sguardo era piuttosto vacuo.
“Ora, abbiamo ancora bisogno del tuo aiuto” mormorò infine Cardinale, lentamente “Ci serve un computer, armi e ovviamente informazioni. Hai un posto sicuro dove ospitarci per qualche ora?”
Keith fissò lo sguardo attonito su Cardinale, ancora incapace di parlare. La donna stava per prenderlo a sberle, irritata, quando Garrie venne in suo aiuto.
“Hei, capo, dagli un attimo per riprendere fiato” disse con voce dolce toccando distrattamente il braccio della ragazza “Ha appena visto la morte in faccia in formato sedici noni, è abbastanza scusabile se ancora non riesce a connettere il cervello.”
Cardinale girò lo sguardo aggrottato su di lui e subito un leggero sorriso le distese il cipiglio che le aveva corrugato la fronte.
“Ok, hijo.” rispose ammansita e Patterson e Morales si scambiarono uno sguardo di intesa.
“Incredibile l’influenza benefica che ha quel coglione sul capitano.” mormorò Morales scuotendo il capo con una specie di malinconica invidia nella voce “Allora, Keith, dov’è il tuo buco dove parlare senza tutta questa marmaglia puzzolente intorno?”
“Già, sarebbe meglio sbrigarci a schiodare di qui” intervenne Patterson “Promettiamo di non sporcare in giro: abbiamo già fatto colazione, dopotutto.”
“Oh, ah…certo” balbettò Keith recuperando tempestivamente la favella e allontanandosi barcollando da loro “Da…da questa parte.”
*             *             *
La tana di Keith Richards era effettivamente un buco senza aria raggiungibile da un improbabile cunicolo sotto il palco di RockLand. Era strapieno di cose tra le più disparate: armi, dischi, computer, vestiti luccicanti di lustrini, bottiglie di alcoolici di ogni sorta, pacchi di sigarette, poster appesi al muro...una baraonda in mezzo alla quale la squadra si muoveva con non poca difficoltà cercando di non calpestare niente di esplosivo. Cardinale si accomodò su una pila traballante di dischi, si accese una sigaretta e lanciò uno sguardo circolare agli altri che cercavano sospettosi un posto sicuro su cui appoggiare le natiche. Keith, benché ripresosi dallo spavento, sembrava ancora parecchio nervoso e si guardava intorno come a cercare disperatamente una via di fuga.
“Allora Keith, parliamo” esordì Cardinale decisa “Abbiamo bisogno di conferire con Lucy, e sappiamo che tu sai dov’è. Non farmi ripetere lo show di prima, cocco, e dimmi subito dove posso trovarla.”
“Io…io…non lo so…” balbettò Keith, gli occhi di nuovo pieni di terrore “Ti prego, non farmi del male! Non lo so davvero, giuro che non lo so!”
“Ciccio, non me ne vado da qui senza sapere dove posso trovare Lucy.” sentenziò Cardinale cominciando a spazientirsi “Qualche sospetto lo avrai, no? Avanti, spara.”
“Come ve lo devo dire?” piagnucolò Keith arretrando fino ad appoggiare la schiena contro il muro “Lucy è sempre stata molto prudente…non ha mai fatto capire con chi fosse in contatto e perché. Dove vivesse…proprio non lo so.”
Cardinale scambiò un eloquente sguardo con i compagni.
“Immagino che tu non sappia niente di Masterson.” sospirò Cardinale e Keith annuì con convinzione.
“Lucy non ci diceva mai niente più del necessario. Vi garantisco che di questa storia ne sapete più voi di me.”
Cardinale si avvicinò a Keith e lui quasi si scapicollò contro una pila di dischi per allontanarsi.
“Senti, bello” disse Cardinale con voce paziente “Lucy ci serve. Avrai pure uno straccio di sospetto su di lei…”
Keith girò lo sguardo da lei agli altri alle sue spalle, dubbioso.
“Coraggio.” lo esortò Morales, convincente.
“Bè…forse…ma dico forse…è solo un sospetto mio….però quel tatuaggio…e poi anche Nora l’aveva e lei sono sicura che venisse da un vivaio… e poi, Lucy è così bella…”
Patterson alzò gli occhi al cielo, esasperato.
“Vuoi parlare come un cristiano o no, caccola?” tuonò facendo sobbalzare il poveruomo.
“La Decana” balbettò infine Keith stremato “Ho il sospetto che Lucy abbia a che fare con…la Decana.”
I quattro della Tau Centauri si scambiarono uno sguardo perplesso.
“La Decana?” mormorò Cardinale “Che titolo interessante. E chi diavolo è?”
“Mai sentita” sentenziò Morales “Dò un’occhiata sul computer?”
“Grazie, hijo. Intanto Keith può illuminarci con la sua onniscienza. Allora, cocco, chi è la Decana?”
“Davvero non la conoscete?” domandò Keith, con un sorriso tremulo “E’ una figura importante delle DDW, illegali e non.”
“Ci cospargiamo il capo di cenere per la nostra abissale ignoranza. Allora?”
“E’ la padrona di tutte le piattaforme Sex illegali.” rispose semplicemente Keith, trattenendo il respiro subito dopo.
Patterson fece un fischio leggero e ammirato.
“La padrona delle piattaforme Sex? Diamine, deve affogare nell’oro, questa tizia. E quale sarebbe il legame con Lucy?”
Keith gli lanciò uno sguardo spaventato.
“Il tatuaggio. Quella D stilizzata…D come Decana. Lucy non si è mai scucita con me, ma Nora qualcosa me lo ha detto. Nora faceva parte della scuderia della Decana, ne sono certa.”
“Ho notato anch’io quel tatuaggio” sentenziò bruscamente Cardinale “Cos’è, una specie di marchio di riconoscimento?”
“Forse. Non so. Comunque, non solo il tatuaggio accomunava Nora e Lucy. Erano tutt’e due  bellissime. E sexy. Conoscevano entrambe tutte le maniere per irretire, raggirare e ingannare le altre persone. Sono state sicuramente addestrate ad essere così, e da una brava. La più brava in circolazione è la Decana. Fine della spifferata. Posso andare adesso?”
“Ecco qui” esclamò Morales attaccato al computer “Il bimbo ha ragione. La Decana è conosciutissima e temutissima dal CDI: benché su di lei pendano un centinaio di accuse per reati diversi, se ne sta tranquilla sulla sua DDW pirata senza che nessuno osi torcerle un capello. Ha contatti dentro al consiglio e possiede una quota della New Space Corp. Tutte le DDW Sex passano attraverso lei, o per possesso diretto o per partecipazione parziale. Alleva scuderie di ragazze…”
“Scuderie?” lo interruppe Cardinale, orripilata.
“C’è scritto proprio così, che Dio mi aiuti!! Alleva scuderie di ragazze per popolare le sue piattaforme Sex.”
“Che schifo.” grugnì Cardinale, aggrottata.
“Però! Personaggio interessante!” sbottò Patterson, incuriosito.
“C’è dell’altro: questa Decana è anche conosciuta per essere una specie di database umano. Sceglie e istruisce personalmente il personale che lavora su ogni singola DDW Sex e seleziona naturalmente solo gli elementi migliori. Le sue favorite si riconoscono dal tatuaggio sul dorso della mano destra. Un marchio di fabbrica, a quanto pare. Keith ha ragione…Lucy corrisponde perfettamente al prototipo di ammaliatrice addestrata qui descritto. E non c’è ragazzo o ragazza, donna o uomo sulle piattaforme Sex che non sia stato personalmente vagliato e addestrato dalla Decana.”
“Stai dicendo che questa Decana è praticamente il pappa supremo delle DDW Sex?” domandò Cardinale rivolta a Keith non senza una punta di divertimento nella voce. L’uomo ci pensò su poi annuì.
“Magari la tua definizione è un filino riduttiva. La Decana è molto di più di un protettore. La Decana è…la regina delle DDW Sex, nonché una specie di memoria storica delle stesse. Lei è davvero potente. Tutti sanno chi è e la temono. Però solo gli addetti ai lavori la conoscono personalmente.”
“E tu sei in grado di trovare questa Decana?” domandò Cardinale dubbiosa.
“Certo che no.” si affrettò a defilarsi Keith.
A Cardinale caddero moralmente le braccia.
“Oh. Suggerimenti?”
“Non so. Io andrei su una qualsiasi piattaforma Sex, cercherei il direttore e chiederei di parlare con lei direttamente. Se avete molta fortuna e siete molto, molto motivati, forse accetterà di vedervi. Ah, naturalmente, la Decana non dà niente per niente.”
“Non abbiamo crediti.” disse immediatamente Morales, scoraggiato, ma Keith lo interruppe con un gesto vago della mano.
“La Decana ha talmente tanti crediti che non sa più che farsene. E’ una persona molto eccentrica, a quanto si dice…e i crediti non dovrebbero essere un problema, se le andate a genio.”
“Sei un po’ troppo sibillino per i miei gusti” borbottò Cardinale subito sulla difensiva “Cosa vuol dire che questa Decana non dà niente per niente? Vuole essere ricambiata in natura o dobbiamo lavorare per lei? Non siamo nella posizione adatta per mercanteggiare, lo sai.”
“Potendo parlare fuori dai denti, conoscere una magnaccia incartapecorita che vuole essere pagata e non con dei crediti mi mette addosso una leggera ansia.” dichiarò con leggerezza Garrie spalancando gli occhi in faccia a Keith che fece spallucce, disinteressato.
“Io invece sono certo che troveremo questa Decana molto simpatica.” disse Morales, sempre attaccato al computer “Secondo quanto è scritto qui è un tipo davvero interessante. Ha una vera e propria mania di psicoanalizzare e inquadrare nel suo archivio qualsiasi persona le capiti davanti. Bè, Pat potrebbe essere pane per i suoi denti, se le piacciono quelli sciroccati.”
“Chissà perché la cosa non mi consola.” sospirò Garrie ma Cardinale aveva già preso la sua decisione.
“Ok…contattiamo questa Decana alla svelta. Ho questa vaga e fastidiosa sensazione di avere qualcosa di puzzolente alle spalle che continua a tormentarmi.”
“Se hai già verificato che non è l’alito di Pat, allora potresti chiamarlo presagio di sventura.” motteggiò Morales mentre Patterson, fischiettando gioiosamente, li ignorava tutti facendo incetta di armi e munizioni che ficcava velocemente dentro una capiente sacca di tela.
“Allora, che facciamo, capo?” chiese poi digerendo sonoramente l’ultimo hot dog ingurgitato poco prima.
Cardinale fece spallucce, rassegnata.
“Andiamo. E alla svelta anche…ne ho piene le scatole di questi bluesmen miagolanti. La prossima volta che torneremo a RockLand voglio qualcosa di un po’ più vivace: questi ritmi da pianto fanno venire voglia di suicidarsi.”
Le note attutite di “Summertime” arrivavano struggenti fino a loro ed effettivamente mettevano un po’ troppa malinconia addosso.
“Coraggio, allora, prima che i gas prodotti dagli hot dog che Pat si è sparato fuoriescano dall’uscita posteriore…stipati in questo pertugio non ne usciremmo vivi.” dichiarò Garrie avviandosi deciso verso l’uscita, seguito a ruota da tutti gli altri compreso Pat che continuava a fischiettare, nemmeno scalfito dalle parole del compagno. Cardinale si girò improvvisamente verso Keith che sobbalzò penosamente all’indietro.
“Grazie per la tua disponibilità” cinguettò la ragazza con uno sfavillante sorriso “Naturalmente, tu non ci hai visto né oggi né mai…altrimenti potrei tornare qui a terminare il lavoro, chiaro?”
Keith Richards agitò alacremente la testa su e giù in segno di assenso, allontanandosi ancora. Cardinale fissò lo sguardo sprezzante sulla macchia che l’uomo esibiva sul davanti dei pantaloni.
“E un’altra cosa…ti conviene fare un giro in lavanderia.” terminò poi girandogli le spalle e allontanandosi con aria baldanzosa.
*             *             *
Terra di Nessuno
 
Contattare la Decana fu facile come bere un bicchier d’acqua, all’inizio. Troppo facile, pensò lugubre Cardinale mentre una graziosa ed efficiente centralinista la pregava di rimanere in video attesa mentre la Decana veniva contattata.
“Scommetto che ci stanno rifilando un bidone.” borbottò Patterson, esprimendo il pensiero di tutti. Infatti, quella che comparve sullo schermo aveva l’aspetto annoiato e limitato di una semplice tirapiedi.
“Sono spiacente, ma la Decana non è raggiungibile. Se volete fissare un appuntamento,sono certa che…”
“Non abbiamo tempo per gli appuntamenti” tagliò corto Cardinale “Abbiamo bisogno di parlare subito con la Decana. E’ questione di vita o di morte.”
“Spiacente.” rispose la segretaria esprimendo lo stesso interesse che avrebbe provato per una scatola di tonno sott’olio.
“Oh, senti, stupida gallina senza cervello…” iniziò Cardinale, inferocita, quando Garrie la scostò senza tante cerimonie dalla postazione seduta davanti alla webcam e sorrise alla segretaria.
“Salve” disse con voce allegra e la segretaria sembrò di colpo tutta interesse e sorrisi “Deve scusare la mia collega, ma abbiamo davvero urgenza di contattare la signora Decana.”
“Mi dispiace, ma è davvero irraggiungibile.” rispose la segretaria, molto più partecipe questa volta. Garrie sospirò rassegnato facendo contemporaneamente un amichevole mezzo sorriso.
“Accidenti che disdetta. Senta, non dovrei dirlo, ma è una questione di sicurezza nazionale. Non possiamo utilizzare i canali del CDI, lei capisce, e per nostra fortuna abbiamo trovato un’interlocutrice disposta ad ascoltarci gentile come lei, quindi se non le dispiace, insisterei ancora. Anche perché lei ha una voce così bella da ascoltare…”
“Mio Dio, mi viene il vomito.” ringhiò Cardinale “Come fa a bersi quelle stupidaggini alla saccarina?”
Morales la trascinò lontano alla svelta mentre Garrie continuava a chiacchierare con la segretaria che non sembrava avere fretta di chiudere la comunicazione.
“Lascialo fare” mormorò Morales mettendosi comodo su un’anonima poltrona “Se gli dai un po’ di tempo vedrai che qualcosa risolve.”
“Tempo?” ruggì Cardinale, passeggiando avanti e indietro con la falcata pesante di un rinoceronte “Non abbiamo tempo. E quel bambolotto pieno di segatura sta lì a lisciare quella sottospecie di invertebrato preistorico senza neuroni. E’ così pieno di sé che crederà persino di aggirare il sistema di sicurezza della Decana solo perché ha un bel faccino, quel deficiente, quel babbuino in calore…”
Si fermò a riprendere fiato e Morales le lanciò uno sguardo saputo.
“Gelosetta, eh?” gorgogliò con un sogghigno satanico.
“Ma fammi il piacere.” berciò Cardinale diventando di tutti i colori. La risata di scherno di Morales la zittì definitivamente: si chiuse in un ostinato silenzio, imbronciata, finché Garrie disattivò la comunicazione e si avvicinò a loro sospirando e ficcandosi in tasca un foglietto scarabocchiato.
“Bè?” chiese Morales tranquillo mentre Cardinale lo trafiggeva con uno sguardo tagliente come una lama di rasoio “Che hai lì?”
“Il numero di telefono della centralinista.” borbottò Garrie, incurante.
“Visto?” ringhiò esultante Cardinale “La Decana è troppo furba persino per i tuoi subdoli metodi da Casanova dei miei stivali.”
“…insieme alle coordinate per la de-digitalizzazione dei nostri digi-alias nell’Harem della Decana. Ci aspettano tra un quarto d’ora per un’udienza straordinaria con la vecchia ciabatta.”
Cardinale chiuse la bocca di colpo, ammutolita. Morales scoppiò a ridere e Patterson batté fraternamente la mano sulla spalla rigida della ragazza che se ne stava corrucciata come se avesse appena ingoiato un calzino sporco. Garrie le sorrideva candidamente ed in quel momento Cardinale l’avrebbe volentieri strozzato con le proprie mani. Anzi, non proprio strozzato. Maledizione…
“Andiamo.” ordinò girando loro le spalle, parecchio stufa e irritata con il suo stupido cuore che si permetteva ancora di fare le capriole senza essere autorizzato.
*             *             *
David Hanson si guardò irritato le scarpe: quel deficiente di Keith Richards gliele aveva sporcate di sangue mentre piagnucolava le sue balbettanti suppliche. Strusciò le calzature contro i jeans del cadavere ai suoi piedi e si spostò velocemente perché il flusso di sangue che fuoriusciva dalla gola del “fu” Keith Richards rischiava di imbrattargliele di nuovo. Non aveva cavato fuori niente, da quel mezzo deficiente, se non insulti, suppliche e alla fine sangue sulle scarpe. Evidentemente, Denise era un pesce piccolo nell’organizzazione di Lucy. Era però venuto a sapere che Cardinale e soci erano passati di lì, che stavano cercando Lucy su una piattaforma Sex e che si erano fermati brevemente in quel buco pieno di cianfrusaglie che Keith Richards definiva "la sua tana". Quel coniglio. Ci era morto, alla fine, nella sua tana. David aveva mancato la Tau Centauri di un soffio anche questa volta: nell’aria c’era ancora odore di hot dog e un leggero sentore di femmina. Quella Cardinale…gli era sfuggita, senza nemmeno saperlo. Ma ormai le era addosso, pensò con un sorriso sadico. Con un gesto secco, ordinò a due energumeni che aspettavano pazientemente in un angolo  di spostare e perquisire il cadavere. Quei due erano davvero in gamba, pensò David: avevano fatto fuori Keith Richards con i gesti freddi ed essenziali dei veri killer professionisti. Sarebbe stato un giochetto per loro eludere la sorveglianza della Tau Centauri e far fuori quella traditrice di Lucy. Tra poco.
“Dove siamo diretti, capo?” domandò il primo killer con una faccia inespressiva ed una voce monocorde.
David sorrise, tranquillo e sereno.
“Sono andati dalla Decana. Li beccheremo al ritorno.”
 
*             *             *
Platform:             DN Sex - Exotic Sector - Sultan’s Harem – incognito
Digi-Alias:           Themselves
 
Il passaggio silenzioso dalla terra di nessuno non riuscì proprio benissimo: essendo l’Harem su una DDW parecchio controllata, lo strappo da una piattaforma all’altra fu particolarmente violento. Quattro figure si schiantarono sul tappeto Buchara dell’ingresso con una potenza che fece tremare il pavimento di piastrelle finemente decorate. Una persona rotolò fin dentro la fontana che troneggiava al centro dell’atrio; un’altra finì contro un paravento d’avorio sbriciolandolo come se fosse un cracker; le ultime due si aggrovigliarono sul tappeto, gemendo debolmente e verificando subito dopo di avere tutti gli arti ancora al loro posto. Le ragazze che affollavano l’Harem non si entusiasmarono più di tanto dell’infelice ingresso degli ospiti: erano talmente abituate a vederne di tutti i colori che probabilmente avevano smarrito il senso della sorpresa. E comunque, quei quattro erano attesi: una meravigliosa creatura in costume orientale ondeggiò con grazia verso di loro e rimase a guardare i nuovi ospiti la testa leggermente inclinata e un sorriso malizioso sulle labbra.
“Hei” mormorò con voce musicale “Le ammucchiate si fanno nelle stanze al piano di sopra, non nell’atrio.”
“O-oh, che divertente” bofonchiò Garrie alzandosi in piedi in fretta. Patterson aveva già ripreso a fischiettare dopo la collisione col paravento e si guardava intorno con genuino interesse. Cardinale era ancora a mollo nella fontana e cercava laboriosamente di uscire, imprecare e trattenere le risate nello stesso momento, con scarsissimi risultati.
“Dal vostro ingresso plateale, direi che scoppiate di salute.” osservò la giovane donna guardando prima l’uno e poi l’altro con aria scettica.
“Anche tu sembri messa bene, cocca.” rispose Patterson con aria salottiera e la giovane donna sembrò gonfiarsi di improvvisa arroganza.
“Io sono Elora, la segretaria personale della Decana.” annunciò con estrema alterigia.
Morales e Garrie le arrivarono alle spalle, oltremodo distratti dall’ambiente circostante.
“Ottimo esempio di architettura moresca” sentenziò Morales rapito “Chi ha arredato questo posto ha un raffinato senso del gusto.”
“Siamo circondati da un centinaio di donne bellissime e seminude e tu parli di architettura moresca?” mormorò Garrie distratto dagli sguardi interessati che le giovani donne assise sui bassi divani dell’atrio gli lanciavano “E’ ufficiale: sei un babbeo.”
“Qualcuno sarebbe così carino da darmi una mano?” tuonò Cardinale in ginocchio dentro all’acqua: nonostante tutto, un sorriso le vibrava dietro le labbra e non sembrava particolarmente dispiaciuta di quel bagno mattutino.
“Credo di aver ucciso un centinaio di pesci rossi” mormorò contrita “Mi dispiace moltissimo…”
Patterson accorse in suo aiuto e una giovane donna, impietosita, le portò due asciugamani.
“Immagino che voi siate gli ospiti che la Decana ha accettato di vedere, scombinando tutto il calendario delle udienze.” sentenziò Elora: aveva lanciato una rapida occhiata agli intrusi e aveva deciso su due piedi che nessuno di loro meritava la sua attenzione. Cardinale scrollò le spalle all’indirizzo di Garrie, continuando ad asciugarsi.
“Hai addirittura fatto sconvolgere nientemeno che il calendario delle udienze, hijo” mormorò imbronciata “Un giorno mi spiegherai che fai tu alle donne.”
Garrie le rivolse un sorriso scintillante.
“Ok. Un giorno te lo spiegherò.”
“La Decana ci sta aspettando.” disse sbrigativo Morales ed Elora arricciò il naso altezzosamente.
“Lo so” disse voltando loro le spalle e mostrando un mirabile fondoschiena che bloccò il respiro in gola ai maschi della squadra “Posso offrirvi qualcosa prima di accompagnarvi da lei? Tè verde, caffè turco, dolcetti di datteri e miele?”
“Vestiti asciutti?” domandò Cardinale speranzosa e ancora grondante acqua.
“Hai mica un montone arrosto?” domandò Patterson già con l’acquolina in bocca. Morales gli diede un pugno sul braccio.
“Hemmm…scusalo. Preferiremmo vedere la Decana al più presto: abbiamo una certa fretta.”
Elora radiografò con lo sguardo Cardinale che si sentì stranamente imbarazzata da quei freddi occhi indagatori.
“Naturalmente” disse infine Elora, affabile come un osso di pollo incastrato in gola “Vuoi vestiti asciutti? Possiamo darti un caffettano. O, se preferisci, un costume da odalisca.”
“Oh si, capo, ti prego” cinguettò Morales esilarato “Sarebbe fantastico vederti vestita da femmina, per una volta nella vita!”
“Morales, non vuoi finire anche tu nella fontana, vero?” domandò Cardinale con un sorriso angelico “Il caffettano andrà benissimo, grazie.”
Elora batté le mani ed una ragazza invitò Cardinale dietro un paravento da cui uscì poco dopo con i nuovi abiti. La sua tunica era bianca, molto leggera…e molto scollata. Morales fece un basso fischio allusivo, Patterson sghignazzò irriverente ed Elora, incredibilmente, le lanciò un chiaro sguardo di apprezzamento. Cardinale non se la sentì di protestare, ma comunque odiò tutti con tutto il cuore.
“Andiamo?” disse sbrigativa, arrossendo furiosamente: non osava guardare dalla parte di Garrie che, comunque, per una volta, taceva misericordiosamente.
 
  
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