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Autore: LexieMalin    26/09/2011    3 recensioni
ci ho preso gusto con le one-shot ma stavolta sarà un pochino più divertente promesso. XD
Un pairing insolito ma secondo me molto molto dolce e anche esilarante. beh leggerete voi stessi. che cosa combineranno il cantante degli HIM e la cantante degli Epica???
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Ville Valo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Kiitos kaikkille..- Ville Hermanni Valo, frontman degli HIM, una delle band più amate a livello internazionale, aveva alzato una mano verso la folla impazzita di fan davanti allo stage centrale dove avevano appena tenuto un concerto. Era la prima serata del Sonisphere Festival di Pori e il prato, in lontananza, era tappezzato dalle tende di giovani e meno giovani, accorsi da tutta Europa, forse anche da fuori, per l’evento. Nonostante le previsioni dessero cattivo tempo, il cielo era limpido nel sole serale e nessuno accennava a muoversi da lì. Sentiva gridare tutti i nomi dei suoi compagni, compreso il suo: si sentiva tornare indietro nel tempo a quando avevano iniziato la loro ascesa nel mondo della musica.. erano già passati 15 anni. Sorrise, salutando ancora con la mano e si allontanò verso il backstage dopo aver recuperato l’unica bottiglietta d’acqua rimasta e un asciugamano.
Si guardò in giro vedendo che era rimasto solo lui sul palco. Scosse la testa ridacchiando: era tanto stanco da non essersene accorto? Prese la scaletta dietro il backstage e scese con calma, sorseggiando l’acqua nella bottiglietta. Attraversò il parcheggio, diretto al tourbus: aveva bisogno di farsi una dormita prima di cena.  
-Ciao Ville..- sentì una voce poco lontano da lui. Si voltò per capire di chi fosse e vide una donna muovere una mano per salutarlo. Simone Simons..
-Ciao Simone..- sorrise alzando lo sguardo sul suo viso e rimase folgorato. I suoi capelli risplendevano negli ultimi raggi di un sole al tramonto, infuocati.. quegli occhi azzurri così profondi da far tremare anche il più coraggioso degli uomini. Ed era proprio così che si sentiva Ville: si guardò le ginocchia.. tremavano, assieme alle mani.
“Che…?” rialzò gli occhi ma vide che la cantante degli Epica non c’era più. Si guardò attorno, non sicuro di essersi sognato tutto o meno. Nulla, di lei nessuna traccia. Con passo quasi incerto raggiunse il tourbus e salì.
Si lasciò cadere sul divanetto con lo sguardo perso nel vuoto davanti a sé.  Lentamente portò una mano al proprio petto e l’appoggiò sopra il cuore: batteva veloce.. più del normale. L’altra mano allo stomaco: una strana sensazione di brividi e vuoto improvviso.. pochi minuti prima stava morendo dalla voglia di avere del sushi per cena, ora invece.. gli si era bloccato tutto..niente, nemmeno un briciolo di fame.. anzi, era come se gli fossero venuti dei crampi.
Spostò lo sguardo sul portatile che aveva lasciato sul tavolino lì accanto: se lo mise sulle ginocchia e aspettò che si accendesse del tutto, pregando che la connessione Wireless funzionasse. Ed ecco aprirsi Google.fi.
Velocemente, quasi senza accorgersene, batté i tasti a formare il suo nome.
“Simone Simons… ” ripeté sottovoce e cliccò sopra immagini. Non seppe quanto fosse stato lì imbambolato.. non fino all’arrivo di Migé con la loro cena.
-Hei Ville.. ho portato la cena.. i ragazzi arrivano tra poc..- il bassista si chinò sopra la spalla dell’amico e sbattè le palpebre. Guardò prima lo schermo, poi Ville e di nuovo lo schermo.. 

–Hei.. terra chiama Valo..- ma questo aveva un’espressione seria, non sbatteva le palpebre. Nel frattempo anche i ragazzi erano arrivati sul tourbus. Migé allora si voltò –Houston abbiamo un problema.. un grosso problema..- disse loro indicando il loro frontman imbambolato, gli occhi fissi sulle foto della cantante degli Epica.

Seduto sui gradini del tourbus, Ville si stava rigirando tra le mani una sigaretta finta: sì, una di quelle da cui aspiri solo vapore acqueo.. una di quelle per smettere di fumare. Rise divertito sapendo che per uno come lui non sarebbe stato facile dire basta alla nicotina: soprattutto dopo cena. Alzò un attimo lo sguardo e notò il cielo farsi sempre più nero, cupo e sentì la temperatura abbassarsi. 
-Ma questa tempesta non doveva arrivare fra due giorni?- chiese ad alta voce. Passati alcuni secondi una voce gli rispose dall’interno del bus: Seppo Vesterinen, manager del gruppo, sbucò da sopra la testa del cantante
-Oh sempre a lamentarti tu, Valo.. che sarà mai un po’ di pioggia.. ringrazia solo che non sarà un tifone in piena regola..-
Nel giro di un quarto d’ora la pioggia era aumentata e si era alzato un vento tremendo.
-Seppo.. la prossima volta evita.. qui il festival va a puttane..-  scosse la testa, deciso a rientrare per non prendersi tutta l’acqua che il vento spostava. Non fece in tempo a salire l’ultimo gradino che sentì un’imprecazione.. una lingua straniera ma che comunque riusciva a distinguere.. olandese. Si voltò e vide una sagoma, avvolta solo da una maglietta e da un paio di jeans neri a tre quarti, correre di fianco al loro tourbus in direzione del palco.
-Simone?..-  “Ma dove diavolo sta andando con questo tempo..”  Indossò al volo la giacca e prese a seguirla. Ormai non la vedeva più: doveva essere già nel backstage del palco.
-No.. no no no… dov’è? Non posso averlo perso..- la cantante si stava disperando nella ricerca di un oggetto a lei carissimo: l’anello del suo primo ragazzo. L’aveva avuto sempre con sé, fin da ragazzina e ora.. ora non l’aveva più. Se n’era accorta appena finita la cena e senza pensarci due volte era corsa fuori, ignorando le voci dei suoi amici, che le dicevano ci avrebbero pensato i tecnici.
Ville si era fermato ad osservarla in disparte, ma alla fine si era avvicinato a lei.
-Ehi Simone.. serve aiuto?- le poggiò una mano sulla spalla. La donna si riscosse leggermente spaventata..
-Oh.. Valo sei tu..sì, non trovo più il mio anello.. mi daresti una mano a cercarlo?- chiese con un sorriso preoccupato. Il cantante annuì ma quel sorriso non era bastato a lenire il fastidio  che gli aveva procurato l’essere chiamato “Valo” da lei.
“Perché mi dà così fastidio che mi chiami così?” –Si tranquilla, in due facciamo prima.-
Passarono una buona mezz’ora alle ricerca dell’anello della ragazza, trovandolo poi sotto il ripiano di lavoro dei tecnici. –Eccolo.. l’ho trovato Ville!!- fu l’urlo di esultanza di Simone. Ville sorrise avvicinandosi dal centro del backstage dove si trovava.  Il vento si era alzato ancora e sferzava tremendo i tendoni che coprivano la struttura:  così tremendo da aver squarciato uno dei teli laterali e la folata che aveva invaso il palco aveva investito anche i fari appesi al soffitto. Un cigolio sinistro gli aveva fatto alzare la testa. Sbarrò gli occhi vedendo l’oggetto staccarsi e precipitare..
-ATTENTA…- scattò verso Simone e la spinse sotto il ripiano dei tecnici coprendole il corpo con il suo. All’istante sentì male ad una gamba, ma non se ne curò. –Stai bene?- chiese una volta sicuro che non ci fossero altri pericoli. Simone, ancora stesa sotto quel provvidenziale riparo, guardava spaventata il suo collega e poi il faretto a terra e in pezzi pochi centimetri più in là di Ville.
-Sì.. credo..- annuì leggermente. Il cantante l’aiutò ad uscire e ad alzarsi. Con calma le mise la sua giacca sulla testa e sulle spalle e l’accompagnò giù dal palco. –Ville non serve, davvero..- ma lui la zittì con un sorriso leggero.  Non si era nemmeno accorta che la pioggia stava diminuendo assieme anche al vento e che avevano raggiunto il tourbus degli Epica.  –Grazie..- gli lasciò un bacio sulla guancia, ma appena si allontanò di un paio di centimetri la vide. Una macchia rossa all’altezza del polpaccio sporcava i jeans del cantante. Capì.. Allora senza dir nulla prese per mano il suo collega e salirono.  I suoi compagni del gruppo non c’erano, ma avevano lasciato un biglietto dicendo che sarebbero rientrati tardi e che li avrebbe trovati al tourbus dei Motley Crue in caso di necessità-
-Che stai facendo Simone? Devo tornare al mio tourbus.. si staranno chiedendo che cosa…-
-Ti sei ferito per proteggere me.. il minimo che posso fare è medicarti.. quindi siediti e stai buono..- il tono deciso di quella che considerava una delle ragazze più dolci che avesse mai conosciuto lo fece desistere dal ribattere: fece come gli aveva detto lei.  Si accomodò sul divanetto e vide la ragazza trafficare in uno stipetto, tirandone poi fuori il kit del pronto soccorso. Si avvicinò al cantante e gli guardò il polpaccio.
-Tu e i tuoi jeans skinny.. togliteli.- un ordine.
-C..cosa??- Ville la guardava, improvvisamente sentendo un nodo alla gola e qualcosa all’altezza dello stomaco.
-I jeans.. toglili.. sono troppo aderenti.. non riesco a disinfettarti la ferita se non  li togli..- lo guardò ancora per qualche secondo ma lui non si mosse, continuava a guardarla. –Hei.. ma mi stai ascoltando? Sei capace di farlo da solo o devo levarteli io?- sbattè le palpebre e fece un passo verso di lui.  Il cantante si risvegliò di botto.
-No.. no faccio io.- si sfilò i pantaloni e li piegò, mettendoli nell’angolo del divanetto.
-Bene.. ora stenditi a pancia in su e piega la gamba..- come se fosse un automa l’uomo eseguì. –E ora buono.. brucerà lievemente..- sentì le dita della cantante posarsi sul suo polpaccio e qualcosa di freddo e pungente bagnargli la pelle. Ma non gli dava fastidio: era troppo impegnato a trattenersi dall’esternare con i fatti quello che avveniva nel suo stomaco.. tutto attorcigliato e sottosopra.. un caldo inverosimile..
-Simone.. puoi.. puoi sbrigarti per favore.. i ragazzi potrebbero..- la prima scusa che gli era saltata in testa.
-Oh quanto ti lamenti Valo..tranquillo non penseranno male.. anche perché saranno troppo ubriachi anche per vedere dove vanno..- continuò con calma a medicarlo. Gli posò una garza imbevuta di disinfettante sulla ferita e gli fasciò il polpaccio in modo da tenerla stretta, un cerotto di carta e fermò la bendatura.
-Ecco fatto.. a volte sei peggio di un bambino sai..?- rise voltandosi verso di lui. Lo trovò che la fissava con lo sguardo perso. –Hei che ti prende?- si avvicinò un po’ al suo viso. Sentì il cantante posare una mano fra i suoi capelli ed accarezzarli. –Valo che stai..?- Sentì  le labbra di Ville sfiorare le sue mentre socchiudeva gli occhi. Lei invece li spalancò, ma non si ritrasse. Fu un bacio dolce e delicato.. nessuna irruenza da parte del cantante. Simone lentamente si lasciò andare e rispose a quello scambio di emozioni in cui lui la stava guidando.
Si staccarono con riluttanza: non potevano far altro visto l’insistente bussare alla porta.
-Simone.. hei Simone ci sei? Ci apri..non sappiamo come si fa..- i suoi compagni. Trattenne una risata e così Ville. Si stava già rivestendo e non se n’era nemmeno accorta.
-E’ meglio se vado.. ci sentiamo..- le sorrise e le scompigliò i capelli.
-Valo non toccarmi i capelli!!!- ribattè piccata ma con un sorriso sulle labbra. Sì l’avrebbe rivisto molto volentieri.
Quella sera i ragazzi ridevano e sganasciavano come pazzi ma lei era davanti al suo computer. Google immagini: fissava le foto dell’uomo che le aveva fatto compagnia poco prima.
-Simone?.. Simone mi senti?- il manager degli Epica osservava la sua cantante imbambolata di fronte allo schermo. Vide le foto di Ville. –Houston abbiamo un problema..- aggiunse guardando il cantante degli HIM scherzare con i suoi compagni davanti al loro tourbus. -..un grosso problema!-






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rieccomi con una one-shot VillexSImone
ditemi che ne pensate XD
un bacione
nakemiin
Lau.
   
 
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