Fanfic su artisti musicali > SHINee
Ricorda la storia  |      
Autore: elanorkirk    26/09/2011    10 recensioni
"«So che non è nulla di speciale e mi dispiace di non essere riuscito a cucinare io qualcosa ma…spero che ti piaccia!» Abbassando lo sguardo, Taemin tirò fuori due piatti e delle posate, sedendosi accanto a Minho che lo guardava sorpreso.
«Non dire cavolate Tae, questa era la cosa migliore che potessi fare! Grazie mille, piccolo!» Lo ringraziò il più grande, scompigliandogli i capelli e sorridendo.
La torta era una meringata con sopra delle scaglie di cioccolato. Un blocco di cioccolato più grande aveva sopra la scritta “Ti voglio bene” e Minho si sentì sciogliere."
[...]
"«E’ solo un film Taemin, tranquillo!» Lo rassicurò, rimanendo comunque rigido per la paura. Era sicuro che quel sibilo non provenisse dalla televisione.
«No, ho sentito un rumore appena prima che succedesse quella cosa nel film.» Sussurrò il più piccolo, stringendosi a lui.
«Sarà successo dentro al film allora, che dici?» Gli disse, carezzandogli i capelli.
«No. Hyung, non sto scherzando, sono sicuro d’averlo sentito dietro di noi.»"
Eccomi con un'altra fanfiction sugli SHINee! :D Spero che vi piaccia, buona lettura! ;) [2min]
Genere: Fluff, Horror, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Jonghyun, Key, Minho, Onew, Taemin
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
lllovsjd

“Un inquietante fruscio”

 

Minho correva all’impazzata, doveva assolutamente arrivare primo: essere il campione consecutivo di tre anni di gare scolastiche dava un gran peso da portare sulle spalle. Sarà stata la decima prova alla quale partecipava in quella giornata e la stanchezza cominciava a farsi sentire. I muscoli delle gambe e del torace imploravano che si fermasse, la bocca necessitava acqua ed il fiato corto cominciava a mancare. 

Mancavano solo pochi metri, poteva farcela. Con la coda dell’occhio vide gli altri concorrenti avvicinarsi e, preso dal panico, percorse a grandi falcate gli ultimi metri che lo separavano dalla vittoria.

Ce l’aveva fatta, era arrivato primo.

Poi tutto si fece nero.

 

Minho si svegliò nel proprio letto con la testa che doleva ed i muscoli tesi. Sospirando, allungò la mano verso l’interruttore della lampadina sul comodino, che si accese. Si coprì gli occhi con una mano, mettendosi seduto. Con le ossa che scricchiolarono, si alzò in piedi e percorse il tragitto che andava dal letto alla porta della camera, stando ben attento a non inciampare sugli attrezzi da palestra sparsi in giro per il pavimento.

Improvvisamente sentì un fruscio, come se qualcuno fosse in quella stanza assieme a lui. Non appena si mise in ascolto, quel rumore scomparve, lasciando solamente spazio ad un silenzio irreale. Minho scrollò le spalle, credendo d’aver sentito male.

«Che male…» Mormorò, toccandosi con le dita un polpaccio e mordendosi un labbro. Era andato a sbattere contro un mobiletto basso, il cui spigolo era andato a conficcarsi nella gamba.

Stropicciandosi gli occhi e sbadigliando diverse volte, arrivò alla cucina della casa che divideva con i suoi quattro migliori amici, Taemin, Jonghyun, Kibum e Jinki.

«Buongiorno hyung!» “Hyung” era un termine coreano che Taemin, il più piccolo del gruppo, usava spesso tra di loro, e che stava a significare “fratello maggiore”. Minho gli sorrise, salutandolo con la mano e sedendosi a tavola.

«Dove sono gli altri?» Domandò il più grande con voce assonnata. Taemin assunse un’espressione pensierosa: anche se erano solo due anni a dividerli, il più piccolo sembrava talmente innocente da assomigliare quasi ad un angelo, era fuori dal tempo, adulto ma allo stesso tempo ancora bambino. Non si stava parlando d’infantilità, ma di innocenza.

«Credo che siano usciti per andare a fare compere, almeno così mi ricordo. So solo di essere stato svegliato dalla loro lite su chi avrebbe dovuto far la spesa!» Taemin scrollò le spalle, per poi sgranare gli occhi e spegnere i fornelli dove qualcosa aveva cominciato a sfrigolare. Un odore di bruciato arrivò al naso di Minho che si ritrovò a sorridere: se c’era una cosa in cui Taemin era impedito, era il cucinare. Gli occhi gli caddero sull’orologio appeso alla parete e, sgranando a sua volta gli occhi, guardò Taemin incredulo.

«Quanto ho dormito? E perché ho dormito? Le gare?» Gli chiese, credendo che l’orologio avesse qualche guasto, anche se guardando fuori dalla grande finestra sembravano proprio le nove di mattina. Il pensiero di aver perso le gare scolastiche lo stava mandano in agitazione.

«Beh, da quando sei svenuto fino ad adesso. Le gare sono andate benissimo, le hai vinte tutte e ti sei aggiudicato il primo posto.» Taemin rinunciò a cucinare quel qualcosa di non identificabile ai fornelli, aprendo poi il frizzer e tirando fuori una piccola torta.

«Complimenti hyung!» Gli disse Tae, spostandosi con un ciuffo di capelli color del miele dagli occhi.

«So che non è nulla di speciale e mi dispiace di non essere riuscito a cucinare io qualcosa ma… Spero che ti piaccia!» Abbassando lo sguardo, Taemin tirò fuori due piatti e delle posate, sedendosi accanto a Minho che lo guardava sorpreso.

«Non dire cavolate Tae, questa era la cosa migliore che potessi fare! Grazie mille, piccolo!» Lo ringraziò il più grande, scompigliandogli i capelli e sorridendo.

La torta era una meringata con sopra delle scaglie di cioccolato. Un blocco di cioccolato più grande aveva sopra la scritta “Ti voglio bene” e Minho si sentì sciogliere. Taemin era veramente il ragazzo migliore del mondo. Prima di cominciare a mangiare, si alzò e mise a scaldare del latte preso dal frigo, prendendo poi dalla credenza del miele. Sapeva quanto il più giovane amasse quella bevanda e voleva in qualche modo ricambiare. Le preoccupazioni per le gare, per il fatto di essere svenuto e per tutto il resto in quel momento erano sparite.

Quando il miele si sciolse all’interno del latte caldo, tornò al tavolo, sussurrando a Taemin che anche lui gli voleva bene. In quel periodo di tempo la torta aveva abbandonato il gelo del frizzer ed aveva assunto una consistenza cremosa. Minho divise in cinque la torta, prendendone una fetta per sé ed una per Taemin, che non la smetteva di sorridere. Le tre fette che avanzarono vennero messe nuovamente nel frizzer.

«Ne lasciamo una fetta anche per gli altri, eh?» Gli chiese e Taemin annuì.

«Grazie hyung.» Disse allegro il più piccolo, cominciando a mangiare la torta e sporcandosi il naso di panna. Minho ridacchiò, mangiando a sua volta quel dolce che per lui valeva molto. Il blocco di cioccolata con scritto “Ti voglio bene” all’interno del  piatto stava cominciando a sciogliersi e, senza pensarci due volte, lo divise in due, portando una metà al piatto dell’amico e l’altra alla propria bocca. Taemin mangiò a sua volta la cioccolata, per poi finire le meringhe rimaste. Minho, che stava sorseggiando il latte, rise di nuovo all’espressione di pura gioia con la quale il più giovane stava guardando il bicchiere di latte e miele davanti a sé.

Quando entrambi ebbero finito di bere, Taemin attirò l’attenzione di Minho chiedendogli se si fosse sporcato.

«Di nuovo? E dove stavolta?» Sbuffò il giovane, mettendo un piccolo broncio. Minho prese un tovagliolo poco distante da sé e lo passò sulla punta del naso di Taemin che, imbarazzato, si passò una mano sugli occhi.

«E’ sempre così, non ne faccio mai una giusta.» Sussurrò ironicamente, scuotendo il capo.

«Ma dai, capita a tutti di sporcarsi!» Rise il più grande, per poi stiracchiarsi e sbadigliare.

«Io adesso devo provare la nuova coreografia. Se non dovessi fare sforzi ti chiederei di provarla con me ma dato che ho ricevuto precisi ordini di non farti stancare, credo che per questa volta sarebbe meglio che tu stessi fermo.» Lo informò Taemin, prendendo i piatti e mettendoli nel lavello, e sorridendo al più grande.

«Te che farai?»

«Credo che guarderò un po’ di televisione. Dopo mi raggiungi? Ho registrato su Sky quel nuovo horror, come si chiama… Beh, comunque prima di vederlo ti chiamo!» Rispose Minho alzandosi a sua volta e sciacquando i bicchieri.

«Perfetto! A dopo hyung!» Lo salutò Taemin, non senza prima avergli sorriso un'altra volta, per poi correre fuori dalla cucina precipitarsi nella grande sala da ballo al piano superiore.

Minho scostò i capelli mori dagli occhi, finendo di mettere in ordine ed andando poi in salotto. Accese l’amplificatore, Sky e la televisione, cliccando poi sul pulsante “My” e fermandosi sul titolo “Paranormal Activity 2”. Aveva visto l’uno e non gli aveva fatto minimamente paura, ma sapeva che Taemin era un amante dei film horror, oltretutto molto impressionabile, e non voleva che lo vedesse da solo. Il più piccolo l’aveva pregato diverse volte affinché guardasse anche il secondo film assieme a lui ed alla fine Minho aveva ceduto, registrandolo.

Non aveva per niente voglia di guardare la televisione, aveva solamente mentito a Taemin perché, conoscendolo, se gli avesse detto che non aveva nulla da fare, avrebbe insistito per fargli compagnia ed avrebbe rinunciato così alla sua grande passione, ovvero ballare. Non conosceva nessuno  che amasse la danza quanto la amasse lui: tutti i giorni li passava ad esercitarsi e ad imparare nuove coreografie. Inoltre lui, Taemin, Jonghyun, Kibum e Jinki avevano formato un gruppo, ancora sconosciuto da tutti se non da loro cinque, ed il più giovane voleva essere perfetto per un loro possibile debutto.

Minho si mise il cuore in pace, aspettando il ritorno di Taemin.

 

«Hyung? Hyung, svegliati!» Minho aprì pigramente un occhio e poi l’altro, sbattendo le assonnate palpebre dalle lunghe ciglia.

«Taemin?»

«Se non avevi nulla da fare potevi dirmelo, sarei rimasto con te!» Minho si tirò a sedere, guardando l’amico con la faccia di uno che stava per dire “Sei sempre il solito!”.

«Beh, ho dormito!» Il più grande rise, per poi portarsi una mano agli addominali. Quella dormita sembrava avergli portato addosso altri dolori anziché averglieli affievoliti.

«Hyung…» Taemin sorrise, scuotendo il capo, per poi sedersi accanto a Minho. I vestiti freschi di bucato ed i capelli ancora per metà bagnati volevano dire che si era appena finito di fare una doccia. Ma quanto tempo aveva dormito?

«Che ore sono?» Domandò Minho, guardandosi attorno.

«Le tre di pomeriggio. Oddio, scusa, tu non hai mangiato!» Taemin si era alzato in piedi alla velocità della luce e stava per andare in cucina, quando si sentì prendere per mano da  Minho con lo sguardo serio.

«Tu hai mangiato, vero?»

«Ecco, io…»

«Taemin, devi mangiare qualcosa!» Minho si passò una mano sugli occhi, sospirando. Ultimamente il più giovane aveva preso l’abitudine di saltare i pasti e di mangiare solo qualcosa nel pomeriggio ed alla mattina.

«Non ho particolarmente fame» Tae abbassò lo sguardo, torturandosi un labbro e Minho gli lasciò la mano, per poi sorridere.

«Dai, fallo per me. Mangiamo un panino davanti alla televisione, va bene?» Minho sapeva che quello non era il massimo della salute ma avrebbe rimediato facendo ingurgitare al più piccolo della verdura nella serata.

«Va bene, ma li prepari tu. Io ti aspetto qui!» Taemin saltellò fino al divano, buttandocisi sopra e canticchiando il ritornello di una canzone che avevano scritto da poco, Lucifer.

«Agli ordini!» Minho si diresse in cucina e preparò dei tramezzini. Non aveva voglia di panini, ma di tramezzini, per quanta differenza potesse esserci. Ne preparò alcuni con maionese, prosciutto e mozzarella, altri con mozzarella, maionese, insalata e pomodori.

Una volta tornato in salotto, trovò Taemin mezzo sdraiato sul divano che guardava con attenzione un particolare sulla propria mano che sembrava vedere solamente lui, perso in chissà quali pensieri.

«Eccomi!» Annunciò Minho, sedendosi accanto al corpo sdraiato di Taemin e depositando il vassoio con sopra dodici tramezzini sul tavolino di fronte al divano. Non erano molto grandi quindi gli era sembrato che esagerare un po’ col numero non fosse poi così grave, al massimo ne avrebbero avanzato qualcuno. Lui di sicuro no, aveva una fame da lupi!

«Grande hyung! Io vado a prendere qualcosa da bere!» Dopo qualche secondo, Taemin tornò con in mano due bottiglie di Lemon Soda.

«Hyung, grazie ancora.» Taemin gli si sedette accanto, appoggiando la testa contro lo schienale del divano ed aprendo la bottiglietta.

«Basta ringraziarmi!» Minho lo imitò, poi si ricordò che Taemin amava avere un’atmosfera speciale quando guardava i film horror, amava terrorizzarsi da solo, insomma. Si alzò ed abbassò le tapparelle della sala, chiudendo poi la porta che dava sul corridoio illuminato, tornando quindi a sedersi sul divano e allungandosi a prendere un tramezzino. Taemin lo imitò, poi fece partire il film, portandosi le gambe al petto.

«Mangia almeno quattro tramezzini.» Gli intimò Minho, guardandolo ironicamente.

«Certo papà!» Taemin scrollò le spalle e si portò il primo tramezzino alle labbra, accompagnato poi da un sorso di Lemon Soda.

L’inizio del film era abbastanza tranquillo, anzi, una vera noia. Per Minho era così, Taemin invece sembrava divertirsi un mondo: continuava ad stringersi le gambe al petto, a mollarle, a sistemarsi, a cambiare posizione, a insultare i protagonisti del film dicendo quello che secondo lui avrebbero dovuto fare e secondo il più grande era quello il vero film. Era fantastico guardare quel ragazzino entusiasmarsi per così poco, lo faceva in qualche modo star bene. Beh, in tutta sincerità qualsiasi cosa sarebbe andata bene piuttosto che quel film, ma aveva promesso di guardarlo, quindi si costrinse a portare gli occhi sullo schermo della televisione ed a seguire la trama.

Taemin aveva finito la sua porzione di tramezzini, li aveva mangiati tutti e sei, a Minho invece ne mancava uno. Era proprio vero: mangiare davanti alla televisione è una brutta abitudine, ma perfetta quando devi far mangiare qualcuno che non ha costantemente fame.

In pratica quello era una specie di episodio precedente al primo film: i protagonisti erano un uomo, la figlia, la nuova moglie dell’uomo ed il bambino della coppia e nella loro casa cominciavano a verificarsi strani eventi, un classico insomma, ma nulla di speciale.

Erano arrivati a circa metà film: la donna, Kristi, era in cucina e c’era un silenzio di quelli che precedono l’arrivo di qualcosa. Minho si era incuriosito, i secondi passavano e non succedeva niente. Nulla. Zero. Notò un piccolo movimento di alcune pentole appese sopra ad un tavolo, allora i suoi occhi rimasero puntati su quelle stoviglie. Per Taemin era lo stesso.

Sentirono un fruscio dietro di loro, come un qualcosa che strisciasse proprio dall’altra parte del divano, qualcosa di inumano. Minho sentì improvvisamente il gelo calare nella stanza.

Nello stesso istante le pentole, i cassetti, le ante delle credenze, tutto nella cucina del film si spostò, cadendo, sbattendo, aprendosi! L’urlo agghiacciante della donna non tardò a farsi sentire, un urlo disperato, esasperato, di una paura arrivata al limite della pazzia. Taemin si buttò sopra a Minho, mugolando di paura. Lo stesso Minho si era spaventato, non si aspettava affatto che in quella cucina accadesse qualcosa del genere. Ma, oltre a quello, la sensazione che nella stanza con loro ci fosse qualcun altro non accennava ad andarsene. Non sapeva quando, ma gli sembrava che gli fosse già successa una cosa simile. Che stupido! Certo! Quella mattina, appena sveglio, ricordava chiaramente di aver sentito una cosa simile al fruscio di prima! Quindi non proveniva dal film.

«Minho hyung!» Taemin aveva la testa nascosta nell’incavo della sua spalla e gli stava tirando una manica per attirare la sua attenzione.

«E’ solo un film Taemin, tranquillo!» Lo rassicurò, rimanendo comunque rigido per la paura. Era sicuro che quel sibilo non provenisse dalla televisione.

«No, ho sentito un rumore appena prima che succedesse quella cosa nel film.» Sussurrò il più piccolo, stringendosi a lui.

«Sarà successo dentro al film allora, che dici?» Gli disse, carezzandogli i capelli.

«No. Hyung, non sto scherzando, sono sicuro d’averlo sentito dietro di noi.»

«Taemin, ti ricordo che con tutte le casse che quel fanatico di Jonghyun ha comprato e l’amplificatore, è normale sentire i rumori dietro di noi. E’ fatto così di proposito.» Insistette Minho, abbracciando Taemin. Oltre che confortare il più piccolo, aveva bisogno di tranquillizzare anche sé stesso. Quel fruscio, quel sibilo era proprio dietro di lui, la sensazione di essere osservato, di una qualche presenza era troppo vera, troppo tangibile, troppo… Diversa. Non era quel genere di paura che attanagliava le viscere e che ti faceva credere che una bambola assassina potesse spuntare da un momento all’altro da dietro l’angolo, oppure quella che ti prende quando devi scendere in cantina da solo, magari convincendoti che lì sotto potrebbe esserci qualche zombie affamato, pronto a divorarti ed a farti diventare un suo simile. Assolutamente no. Era una cosa che non aveva mai sperimentato prima, una cosa terribilmente vera.

«Hyung, non voglio vedere il film.» Mormorò Taemin, abbracciandosi le gambe per l’ennesima volta, però con l’intenzione di non mollarle questa volta. Con la testa ancora nascosta nell’incavo del suo collo, Taemin cominciò a tremare. Non l’aveva mai visto così spaventato, così decise di stoppare il film e di girare su un altro canale. Il primo che gli venne in mente fu Disney Channel.

Minho fece per alzarsi ma Taemin gli si ancorò ad un braccio.

«Dove vai?»

«Devo accendere la luce, no?» Rispose Minho, vedendo poi Taemin alzarsi a sua volta, ancora aggrappato a lui.

«Vengo con te.» Minho cercava di mostrarsi forte e coraggioso, ma dentro aveva una lotta interiore. Si considerava uno stupido a pensare così insistentemente ad una cosa paranormale, eppure non riusciva a togliersela dalla mente.

Quando finalmente raggiunsero l’interruttore, Minho scoprì che non accennava ad accendersi. Accanto a sé, sentì Taemin fremere e gli passò un braccio attorno al busto, cercando di calmarlo in qualche maniera.

«Si sarà fulminata la lampadina.» Disse, per poi dirigersi verso la porta e provando ad aprirla. La maniglia non si muoveva. Si diressero verso le tapparelle: non avevano intenzione di muoversi nemmeno quelle.

«Taemin, stai tranquillo. Non succederà niente. Ora apriamo la porta, va bene?» Gli sussurrò Minho per poi raggiungere nuovamente la porta e muovere di nuovo la maniglia. Sembrava bloccata da qualche cosa, ma cosa? Perdendo la pazienza, il più grande diede più spallate a quella porta che sembrava quasi stregata, che alla fine cedette e si aprì. Dei raggi di sole arrivarono ai loro occhi, ed entrambi corsero fuori da quella stanza, raggiungendo velocemente la cucina e trovando gli altri tre intenti a mangiare le fette di meringata avanzata.

«Finalmente siete usciti di lì! Non riuscivamo ad aprire la porta! Vi abbiamo chiamato ma non avete risposto!» Jinki, il più grande del gruppo, aveva un’aria preoccupata, mentre Jonghyun sembrava distrutto. Kibum, invece, era più raggiante che mai. Nessuno di loro sembrava aver notato le loro facce terrorizzate.

«Sareste dovuti venire anche voi, c’erano dei negozi da paura!» Disse loro Kibum, per poi immergersi nella quantità industriale di buste che aveva sotto al naso.

«Non vi siete persi niente. Jinki, la prossima volta ci andrai tu con Kibum a fare shopping, io andrò a fare la spesa.» La voce di Jonghyun era molto flebile, quasi non la si riusciva a sentire.

«Ma smettila, che se non fosse per me indossereste sempre le stesse cose!» Sbuffò contrariato Kibum, facendogli una linguaccia, ricevendo in risposta una smorfia tra l’arrabbiato, lo stanco ed il divertito.

«Ragazzi, cosa sono quelle espressioni spaventate?» Domandò Jinki, accorgendosi solo allora che i due non avevano ancora aperto bocca.

«Hyung… Venite con noi, dovete controllare una cosa.» Mugolò Taemin, guardandosi attorno ed accorgendosi solo in quel momento di essere ancora aggrappato a Minho, che lo teneva ancora stretto.

Scrollando le spalle, i tre ragazzi seguirono Taemin e Minho all’interno del salotto.

«Ehi, come mai è così buio? E perché Sky è sintonizzato su… Esattamente, che canale è quello?» Kibum si avvicinò alla televisione, vedendo un pozzo in lontananza. Taemin trattenne un grido, per poi precipitarsi verso Kibum e allontanarlo dalla televisione.

«Non avvicinatevi!»

«Che razza di scherzo è questo?» Saltò su Jonghyun, guardando arrabbiato Minho. Lo schermo del televisore aveva cominciato a tremare ed il pozzo a farsi sempre più vicino.

«Io… Io non lo so!» La voce di Minho era stridula.

Improvvisamente la porta alle loro spalle sbatté, chiudendosi. Jinki si precipitò a cercare d’aprirla, senza nessun risultato. Ci si buttò contro, fece di tutto, ma non riuscì più ad aprirla. Dei colpi violenti provenivano dalle pareti, dal soffitto, dal pavimento, dalle finestre, dalla porta… Poi tutto tacque. I ragazzi si strinsero l’uno contro l’altro, spaventati a morte. Per la seconda volta, terza per Minho, Taemin sentì quel fruscio innaturale, poi sentì qualcosa alitargli sul collo. Senza più riuscire a trattenersi, scoppiò a piangere e raggiunse Minho, che lo guardò e l’abbracciò, nascondendosi nei capelli color miele dell’altro.

Il sibilo si fece sempre più forte, fino a quando non si sentì prendere da una forza inesistente e trascinare lontano dagli altri.

 

«Hyung? Hyung, svegliati!» Minho si sentì agitare di qua e di là, così aprì gli occhi, facendo un salto all’indietro e cadendo dal divano.

«Taemin, sei tu? Sei vivo? E gli altri?» Nella sua voce si poteva distinguere benissimo il terrore ed il più piccolo di affrettò a raggiungerlo ed a farlo alzare.

«Stavi dormendo, avrai fatto un brutto sogno. Stiamo tutti bene, almeno credo. Gli altri sono ancora fuori.» Gli spiegò Taemin e Minho si guardò attorno. I suoi occhi caddero sulla televisione, che aspettava solamente di far cominciare il film. Preso dalla paura, si affrettò a spegnere tutto, televisore, Sky ed amplificatore, guardando poi Taemin che lo fissava confuso, cercando di darsi un contegno.

«Guarda che bella giornata fuori! Ti va se andiamo a prendere un gelato?» Gli propose e Taemin, che non se l’era di certo bevuta, gli chiese spiegazioni.

«Ho solo voglia di prendere una boccata d’aria. Dai, andiamo!» Minho prese per mano Taemin e lo trascinò fuori di casa, prendendo portafoglio ed ombrello.

Aveva intenzione di passare una bel pomeriggio assieme a Taemin e nulla glielo avrebbe impedito, nemmeno quel fruscio che aveva sentito, ne era sicuro, quella mattina. Se non avesse forzato la cosa, tutto sarebbe rimasto un brutto incubo.

Taemin ridacchiò per il comportamento di Minho, che però si fece improvvisamente serio.

«Non mi abbandonerai mai, vero?» Di certo il più piccolo non si aspettava una domanda del genere ma poi sorrise con dolcezza.

«Ovviamente, rimarrò sempre al tuo fianco.» Minho sorrise a sua volta ed insieme si incamminarono verso la gelateria più vicina, gustandosi il gelato migliore che avessero mai mangiato.

Sì, quello sarebbe rimasto solo un inquietante fruscio mattutino.

 

Salve a tutti!

Questa fanfiction è nata come tema scolastico. Non ci crederete ma è così. Per questo lo Yaoi non è molto evidente…

Detto questo, spero che vi piaccia e ci tengo a farvi sapere che probabilmente scriverò un seguito sull’appuntamento tra Taemin e Minho in gelateria! **

Bene, alla prossima ragazzi! :D
Chu! <3

P.S.

Questa fanfiction la dedico a Stefania, Barbara e Laura, che sono delle persone molto importanti per me. Ho già in mente qualcos’altro di specifico per ognuna di voi, ma ci vorrà un po’ perché io riesca a finirle!

Un bacio! ;*

   
 
Leggi le 10 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > SHINee / Vai alla pagina dell'autore: elanorkirk