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Autore: Arimi_chan    27/09/2011    2 recensioni
Il mio nome è Stefanie e, secondo i miei calcoli, dovrei avere quarantacinque anni.
Sono sempre stata una ragazza piena di vita e di brio. Amavo la vita, tutta, con i suoi alti e bassi, le sue delusioni e i suoi sorrisi.
A pensarci bene, forse è stato proprio questo mio lato allegro e solare che ha colpito Georg.
Georg Listing.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Georg Listing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A message from the heaven

A message from the Heaven

 

 

 

Mi piacerebbe dirvi che la vita è bella.

Vorrei potervi dire che la vita dà tanto e che bisogna viverla nel migliore dei modi.

Ma non è così.

Adesso vi spiego meglio.

Il mio nome è Stefanie e, secondo i miei calcoli, dovrei avere quarantacinque anni.

Sono sempre stata una ragazza piena di vita e di brio. Amavo la vita, tutta, con i suoi alti e bassi, le sue delusioni e i suoi sorrisi.

A pensarci bene, forse è stato proprio questo mio lato allegro e solare che ha colpito Georg.

Georg Listing.

Avevo tredici anni quando lo conobbi, e lui ne aveva due più di me.

Anche lui è sempre stato un ragazzo abbastanza allegro e solare, e all'epoca rimasi affascinata da lui soprattutto perchè suonava il basso in una band, la stessa di mio cugino Gustav, che suonava la batteria. Insieme a loro c'erano anche i "Gemelli del destino", come mi piaceva definirli. Bill alla voce e Tom alla chitarra. Due veri soggettoni. Si chiamavano Tokio Hotel, dalla capitale del loro paese preferito.

Erano davvero bravi, ce la mettevano tutta e si vedeva.

Lo ammetto, ero la loro fan più scatenata, e non vi nascondo la mia felicità quando, tre anni dopo, io avevo 16 anni e Georg 18, riuscirono ad ottenere un contratto discografico.

Ma torniamo a noi...

Io e Georg eravamo ottimi amici, e all'epoca nessuno dei due sapeva cosa ci sarebbe successo, eravamo dei ragazzini che si godono la vita, come ce ne sono tanti.

Quando i ragazzi partirono per il primo tour sentì il cuore dilaniarsi, non avrebbero più avuto tempo per me, non li avrei potuti vedere spesso come prima e avevo paura che il successo potesse cambiarli.

Ma le mie paure si dimostrarono infondate.

Continuavo a sentirli regolarmente, Georg soprattutto, che mi raccontava estasiato ogni minimo particolare.

Sentivo sempre di più lo loro mancanza, e a peggiorare la situazione erano le perenni occhiatacce che ricevevo a scuola.

Insomma, non era bello essere etichettata come "la cugina di...".

Quando i ragazzi tornarono dal lungo tour, la vita ricominciò a sorridermi, nulla era cambiato.

Ridevo e scherzavo con loro, come se non fossero mai andati via.

L'unico che mi teneva a distanza era proprio Georg.

Colui che con la lontananza scoprii di amare.

Si, perchè non me ne ero accorta in tanti anni.

Ci sono voluti mesi di separazione per farmi capire che i suoi sorrisi erano più importanti degli altri, per farmi capire che agognavo anche un suo solo abbraccio.

Ricordo che la sera del loro ritorno mi addormentai tra le lacrime, quel suo comportameno mi dava sui nervi, e come ogni adolescente me la prendevo con tutti.

Il giorno dopo, infatti, venni sospesa da scuola per aver risposto in modo offensivo ad una prof.

Rido solo al ricordo...

Il tutto però si concluse in pochissimo tempo, è bastato parlarne per capire che anche Georg aveva maturato dei sentimanti particolari nei miei confronti.

Non sto a raccontarvi di come mi dichiarò il suo amore, di come fù il nostro primo bacio e di come ero felice...risulterei troppo sdolcinata.

Vi basta sapere che finalmente eravamo insieme, che ci amavamo e che non avremmo voluto chiedere nient'altro alla vita.

Dopo quattro anni stavamo ancora insieme ed io ero orgogliosa di lui e del suo successo, anche se, mi sentivo morire quando, per lavoro, non era vicino a me.

Erano davvero pochi i momenti che poteva dedicarmi, ma erano sempre momenti speciali, era come festeggiare 6-7 volte l'anno Natale, per farvi un esempio.

Avevo da poco compiuto vent' anni e, senza che me ne accorgessi, a mia insaputa, qualcosa mi stava lentamente uccidendo.

Non pensavo a nulla all'epoca, se non all'imminente laurea in lingue che mi avrebbe permesso di seguire i ragazzi in tour.

E non desideravo altro. Suvvia ragazzi, a chi non sarebbe piaciuto fare il lavoro che si è sempre desiderato con accanto l'uomo che si ama, i propri migliori amici e contemporaneamente girare il mondo???

Con Georg andava tutto a meraviglia e, a rinsaldare il nostro rapporto, fù la più belle delle notizie.

A Marzo del 2009 scoprì di essere incinta.

Certo, i miei non ne erano particolarmente entusiasti, ero ancora molto giovane, e non ero ancora riuscita a laurearmi, ma credevano nell'amore che mi legava a Georg, che ormai conoscevano da tempo ed avevano imparato ad apprezzare.

Per quanto riguarda me, all'inizio fù un duro colpo da buttare giù. Non mi sentivo sicura con Georg lontano, ma pian piano mi convinsi che quella piccola creatura mi avrebbe aiutata.

Anche se Georg fosse stato lontano, avrei avuto una parte di lui sempre al mio fianco.

Quanto mi sbagliavo, ora vi spiego.

Un poeta italiano, mi pare si chiamasse Giacomo Leopardi, disse che la felicità, non è altro che un momento di gioia che si interpone tra due momenti di dolore. E così fù.

Il primo di momento di dolore è stato rappresentato dalla mia solitudine e dalla lontananza da Georg.

Ragazzi la solitudine uccide, non c'è niente di peggio. Avevo imparato a difendermi da tutte quelle persone che volevano essere mie amche solo perchè desideravano un pezzo di carta autografato e una foto, e il risultato fù che divenni molto più diffidente, e non riuscivo più a fidarmi di nessuno.

Ma comunque...torniamo a noi...

Il momento di piacere è stato sicuramente scoprire che una nuova vita, cresceva dentro di me.

L’altro momento di dolore?

Dicembre 2009, dopo 10 ore di travaglio, nacque mia figlia, Sophie.

Una bambina con dei bellissimi occhioni verdi, ereditati dal padre e una zazzera di capelli neri…proprio come me.

Ricordo che pianse tantissimo e che si calmò solo quando suo padre la prese in braccio.

Hanno sempre avuto un bellissimo rapporto quei due...

Dopo la nascita della bambina i medici mi dissero che avrebbero voluto farmi dei controlli ai polmoni. Avevano notato che respiravo un pò a fatica e che la mia voce era molto più roca rispetto al normale.

Sapevo di non respirare benissimo, ma davo la colpa alle due polmoniti che mi avevano colpito l'anno precedente.

Tutto mi sarei aspettata, davvero, tranne di avere un cancro ai polmoni.

Mi sarei dovuta operare il prima possibile e continuare una cura con medicinali e Chemioterapia.

Adesso, mettetevi nei miei panni. Sentirsi dire tutto questo poche ore dopo che è nata vostra figlia. Vi dirò la verità, non mi sono abbattuta, ma sono andata avanti per la mia strada.

Volevo combattere, dovevo combattere, per mia figlia, per la mia nuova famiglia.

Tre mesi dopo subii quell’intervento, i medici erano riusciti a togliere l’ 80% della massa tumorale, e quindi, eravamo tutti molto ottimisti.

Dopo sei mesi di pillole e chemio feci i primi controlli.

Andava tutto splendidamente bene…stavo guarendo, mi sentivo forte con non mai.

Se qualcuno me lo avesse chiesto sarei riuscita a spaccare in due una montagna.

Fà davvero una bellissima sensazione.

Ma la mia malattia è imprevedibile come la pioggia d’estate.

Passati altri sei mesi, feci un altro controllo.

Ero stata colpita da un tumore a presa rapida letale.

Non servì più a niente prendere medicinali, come non servì più a niente la chemio.

Mi dovetti rassegnare, mi rimaneva, a detta dei medici, un anno di vita.

Avevo da poco compiuto 22 anni.

Contavo lentamente i giorni che trascorrevano, pensando che me ne sarebbero rimasti sempre meno. Ogni bicchiere d’acqua, ogni sorriso della mia bimba, era come se fossero gli ultimi.

Passavo le mie giornate con Sophie e Georg che, per starmi vicino, aveva anche rinunciato al gruppo e al suo sogno di sfondare in America.

Sapevo quanto fosse importante per lui, ma era determinato a passare più tempo possibile con me. E nonostante tutto ero felice, passavo le mie giornate con le persone che amavo di più, cercavo di vivere il presente e non pensare al futuro, che si prospettava buio e nero.

Ma anche questa mia relativa felicità, si spense.

Iniziai ad avere frequenti dolori all’addome e, come se non bastasse, ero costretta a stare a letto perché anche una breve passeggiata mi stancava come non mai.

L’unica persona che mi dava la forza per andare avanti era la mia bimba. Aveva poco meno di un anno quando iniziai a scriverle un diario. Scrivevo tutte le emozioni più belle che quell’esserino piccolo e fragile mi faceva provare tutti i giorni.

Il 10 Dicembre 2010, finì di scrivere il diario e lo consegnai a Georg, facendomi promettere che lo avrebbe donato a Sophie, una volta diventata adolescente.

Quella fù l’ultima cosa che feci.

Morii quella notte con la piccola Sophie tra le braccia.

Solo due giorni prima la mia bambina aveva compiuto due anni.

Non sto a raccontarvi di come è stato doloroso vedere, dall’alto, Georg, i miei amici e i miei parenti soffrire e piangere sulla mia tomba. Voglio risparmiarvelo... L’unica persona che mi rallegrava era come al solito Sophie, che sorrideva ignorando la gravità della situazione.

Vedevo Georg soffrire e abbattersi giorno dopo giorno e nessuno di voi può riuscire a capire il senso di impotenza che si provi a guardarvi da quassù.

Ma fortunatamente grazie alle persone giuste è riuscito a superare la brutta depressione che lo aveva colpito.

Complice, forse, è stata anche Hannah, la ragazza che avevano come traduttrice, che da circa sei anni è sua moglie e che due mesi fà gli ha regalato il piccolo Stefan.

La conoscevo molto bene, era la mia migliore amica.

E nei bei tempi che furono era innamorata pazza di Tom...da non crederci.

Lo vedo sereno e rilassato adesso...piano piano tutti i nostri ricordi diventano meno amari e il dolore si affievolisce. Riesce a pensare a me con il sorriso sulle labbra e non c'è cosa che mi renda più felice.

Nonostante tutto, Georg mi ama ancora, lo so, lo sento, lo vedo.

Lo vedo soprattutto quando prende le nostre fotografie e sta ore a guardarle, la maggior parte delle volte con Sophie, per raccontargli tutti gli eventi che ci ritraggono, di quanto li amavo e di quanto gli manco.

La mia piccola Sophie…piccola, ha da poco compiuto 24 anni. E’ laureata in medicina, e sta ancora studiando tanto.

Vorrebbe riuscire a guarire tante persone dallo stesso male che mi ha portato via da lei.

Quando era un adolescente, ed era triste, le bastava aprire il mio diario e leggerlo. Leggere dei suoi primi passi, della sua prima parola, della sua prima pappetta (Che poi è finita sulla maglia di Georg è un dettaglio!).

Piangeva, e mi si spezzava il cuore, ma era anche piacevole vedere quel sorriso, uguale al mio, nascere sul suo volto.

Che dirvi, avrei voluto passare più tempo con le persone che amo, avrei voluto sposare Georg, avrei voluto festeggiare ogni piccola conquista di Sophie, o magari asciugato tutte le lacrime versate per colpa di quei ragazzi che non ricambiavano il suo amore.

Perchè sappiate che vi ho visti...tutti!

Hannah ha fatto un ottimo lavoro, l’ha educata nel miglior modo possibile e con tutto l’amore che poteva donargli. Lo ammetto, è stata fantastica, ma io avrei fatto di meglio, le avrei dato tutto quell’amore che solo una madre può donare ad un figlio.

Quell'amore infinito ed incondizionato che da poco ha iniziato a provare.

State notando quanto sia stupida e superficiale?

Avrei, avrei, avrei….sono discorsi inutili. Non potrò mai tornare indietro.

Forse sarebbe anche meglio lasciarvi…avrete sicuramente di meglio da fare che leggere di una quarantacinquenne che rimpiange la propria vita.

Vi dico solo una cosa, anzi, vi mando un messaggio. Da tutte quelle persone che avete perso e amavate e che, come me, vi guardano dall’alto.

Non vi hanno dimenticato, vi amano ancora. E si aspettano il meglio da voi.

Ah, e ricordatevi, non siete mai soli, perché tutte quelle persone vi sono più vicine di quanto voi possiate solo immaginare…noi, quassù, viviamo grazie al vostro cuore e ai vostri ricordi….

Stefanie

 

 

 

L'angolo di Arimi-chan:

Salve gente!

Probabilmente alcuni di voi avranno già letto questa fic.

L'avevo pubblicata nel 2008.

Ma leggendola dopo tre anni mi sono resa conto dei terribili errori/orrori commessi in passato, e la voglia di migliorarla almeno un pò è saltata fuori.

Spero per i vecchi che notino qualche piccolo miglioramento.

Per i nuovi, spero non dico di avervi fatto emozionare chissà quanto, ma che almeno possa esservi piaciuta almeno un pò.

In ogni caso, il vostro parere è decisivo....scrivete anche solo per dire che farei meglio a leggerle le fic e non a scriverle! XD

Un bacione ad ognuno di voi in anticipo, e grazie mille a chi vorrà dedicarmi un pò del suo tempo spendendo due parole su questo scritto.

A presto.

Arimi-chan.

 

   
 
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