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Autore: voiceOFsoul    27/09/2011    0 recensioni
“Volevo fossi tu” è liberamente ispirato ad una storia vera. Liberamente nel senso che non è realmente accaduto tutto ciò che leggerete.Seguirete Ram e Dario nella loro “never ending story”, la loro “storia infinita”, desiderata a quanto pare da sempre e da tutti. La storia è rapida, di corsa come è la vita vera.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il risveglio arrivò troppo presto per Ram. Avrebbe voluto dormire ancora e ancora dopo la giornata che aveva passato. Ma sapeva che doveva uscire da casa. Si vestì e uscì fuori. Prese il motorino e, dopo essere riuscita a farlo partire, si accorse che la spia della benzina lampeggiava quasi arrabbiata. In effetti il giorno precedente aveva fatto un bel pò di strada, troppa forse. Sperando che il suo mezzo non decidesse di entrare in scipero mentre percorreva la salita per il paese, si recò da Gino Benza.
- Oh! Buongiorno Ram! Me lo hai portato assetato? -
- E già! - il viso di Ram era un misto tra tristezza e sonno.
- Che hai con quel musino oggi? -
Ram non rispose e continuò a tenere lo sguardo perso nel vuoto.
- Ohi! Non mi rispondi più? -
- Cosa? - Ram si svegliò dai suoi pensieri e tornò alla realtà
- Niente lascia stare! Devi aver dormito poco oggi! -
- Meno di quanto avrei voluto sicuro. -
Ram si voltò verso la strada e vide passare un SH125 nero e per un attimò sentì una fitta allo stomaco. Tornò a guardare Benza sperando che si sbrigasse più velocemente del solito. Non aveva visto chi guidava, ma il pensiero di incontrare di nuovo Dario la spaventava e non avrebbe nemmeno saputo spiegare il perchè.
- Ram c'è qualcosa che non va? Sei bianchissima! -
- No Benza stai tranquillo. Non ho visto ancora il mare. -
- Non parlavo di quel tipo di bianco. -
- Lascia stare. Storia lunga. - pagò la benzina quasi lanciando le monete, accese volocemente il motorino sperando che collaborasse e si sedette quasi saltando. Corse via.

Camminò senza meta per più di un'ora ritrovandosi poi stranamente di fronte casa di Alex. Si fermò lì ma non citofonò. Dopo poco si sentì chiamare col suo nome completo come non succedeva da tanto tempo.
- Ramona che ci fai lì? -
- Buongiorno signora Oricelli! - Lei era l'unica a chiamarla così. Chissà perchè, poi!
- Ciao! Che ci fai lì? -
- Niente signora. Mi sono fatta una passeggiata. Alex c'è? -
- Si, la faccio scendere o sali tu?
Si sentì una voce ancora assonnata uscire sforzata dalla camera da letto. - Io non scendo che sono in pigiama! - Ram e la madre di Alex risero. - Mi sa che la scelta è obbligatoria! -
Ram salì le scale ed entrò in quella che era ormai la sua seconda casa. Baciò la signora Oricelli e si recò sulla soglia della stanza. Trovò Alex ancora sdraiata con la pancia sul letto e gli occhi apertì per metà. - Ti ho svegliato? - chiese sarcasticamente.
- Ormai ci ho fatto l'abitudine. - iniziò piano ad alzarsi - Almeno stavolta non mi chiudi il telefono in faccia. -
Ram rise.
- Non ci trovo niente da ridere! - le si parò di fronte con il trucco sbavato e la faccia addormentata.
Ram continuò a ridere. Si recò in cucina e si sedette su quella che ormai considerava la sua sedia. Aspettò che Alex si sistemasse e quando arrivò la guardò in silenzio mentre faceva colazione. Quando appoggiò la tazza sul tavolo si decise a parlare. - Buongiorno! -
- Ti sei svegliata? Ti posso parlare? - chiese Ram col sorriso.
- Dipende da cosa mi devi dire. Cosa ti ha portato qui stamattina? Ti ho fatto sentire in colpa ieri? -
- No! Ho iniziato a camminare e il motorino mi ha portato qui. -
- Se ti è presa di nuovo a camminare senza meta è brutto. -
- Non così tanto! In fondo lo faccio quasi sempre. Stavo pensando a una bella rimpatriata. -
- Rimpatriata tra chi? -
- Non sento Vale da una vita in pratica. -
- Nemmeno io. Te l'ho detto che mi ha chiamato Kevin? -
- Si me lo hai detto ieri al telefono. -
- Ah vero! -
- Volevo dirlo a loro due, te ovviamente, Diego e qualcun altro magari. -
- Qualcun altro chi? Vuoi dirlo a Silvia forse? - la domanda di Alex era ovviamente ironica. Sapeva quanto poco fossero legate e dopo tutto nemmeno Alex stessa aveva un buon rapporto con Silvia.
Lo sguardo di Ram rispose perfettamente alla domanda e fece finta di non sentire. - Pensavo a Pentium o a Lorenzo. Magari se viene Diego si decide a venire. -
- Aspetta aspetta un attimo. -
- Che c'è? -
- Tu vuoi invitare Vale e Diego? Insieme? -
- Vero! Non si può fare! -
- Salta tutto o cambiamo gente? -
Sentirono un clacson insistente provenire dalla strada.
- Penso che sia meglio cambiare gente. -
Il clacson non accennava a smettere.
- E a chi dovremmo chiederlo? -
Il clacson sembrava martellante. Ram non ce la fece più ad ignorarlo. - Ma chi è questo idiota? - Si alzò ed uscì in balcone. Alex la seguì. Si affacciò dal balcone e ammutolì. Alex guardò quel biondino sull'SH125 nero che continuava a tenere il dito sul clacson guardando in alto. - Chi cacchio cerca questo? -
- Me. - fece secca Ram.
- Chi? Cosa? - Alex riguardò il ragazzo e capì. Restò a bocca aperta a guardarlo per un attimo mentre il ragazzo non accennava a smettere. Poi si riprese e si ricordò di abitare in un condominio. Si rivolse a Ram. - Dovresti farlo smettere. -
Ram non sembrò ascoltarla. Urlò verso Dario. - SCOMPARI! -
Dario tolse il dito dal clacson e rispose. - IO DA QUI NON MI SPOSTO! -
Alex consigliò a Ram di scendere. Ram la guardò e prese il consiglio. Scese le scale e si ritrovò di fronte a Dario. Dopo quello che era successo. - Cosa vuoi? -
- Io... -
- Sai cosa c'è? - dopo di che si sentì urlare - NON ME NE FREGA COSA VUOI! VOGLIO SOLTANTO CHE TU SCOMPAIA DALLA MIA VITA COME HAI FATTO PER GLI ULTIMI QUATTRO ANNI! -
- Ram calmati. -
- VUOI ANCHE CHE MI CALMI? -
- Si Ram. Non fare scenate. -
- TU DICI A ME DI NON FARE SCENATE? - si accorse di stare urlando troppo forte e abbassò il tono. - Mi hai seguito fin qui, hai iniziato a suonare il clacson come un pazzo e dici a me di non fare scenate. -
- L'ho fatto per te. -
- Chi te l'ha chiesto? -
- Nessuno. -
- Non sei gradito qui. -
- Lo so. -
- E allora che ci fai ancora qui? -
- Voglio farmi perdonare. -
- Scompari. -
- Ram... -
- NON DIRE IL MIO NOME! Dario voglio solo che tu sparisca dalla mia vita. -
- Io non voglio sparire. -
- Io voglio che tu lo faccia. -
Dario le si avvicinò in silenzio. Tese una mano verso di lei. Avrebbe voluto accarezzarla. Ram si allontanò velocemente. Dario abbassò la mano. Ram si riavvicinò. Dario vide che aveva gli occhi lucidi. - Ram ti prego non piangere di nuovo. Non ce la farei a sopportarlo. -
- Sei stato tu a volerlo. - respingette indietro le lacrime e gli occhi si asciugarono.
- Non volevo farti del male. -
- No, lo so. Tu volevi solo sfogare i tuoi ormoni. C'era Sonia disponibile. Lei non ti avrebbe mai detto di no, lo sapevi. -
- Ram non è andata così. - mentì spudoratamente.
- E come è andata, allora? Spiegami. -
Dario stette in silenzio.
- Almeno hai il buon senso di stare zitto! Non prendermi in giro più di quanto già hai fatto. -
- Ram mi dispiace. Non avrei mai dovuto permetterti di venire a casa mia ieri. -
- Lo so. -
- Non dovevo farti soffrire così. - Dario non credeva alle sue orecchie: era la prima volta che parlava così ad una ragazza.
- Dario basta. Inutile continuare a girarci intorno. Siamo stati una favola per gli altri ma non sempre le favole finiscono bene e la nostra resterà solo nella mente degli altri. -
- Nella mia ci sarà per sempre. - velocemente prese la mano di Ram. Lei non se ne accorse in tempo per ritrarsi. Tentò di tirarla via, ma Dario la teneva saldamente quanto con dolcezza. Ram iniziò a tremare. - Stai tremando. -
- Dici sempre cose ovvie. Me ne sono accorta! -
Dario si avvicinò a lei la strinse. Ram non ebbe la forza di spostarlo da sè come desiderava. Sentì le guance calde e il cuore battere più forte. Sentì poi la testa di Dario poggiarsi delicatamente sulla sua spalla. Sentì la spalla bagnarsi. Dario stava piangendo. Era lì con Dario Simoni che piangeva. Piangeva per lei? Si. Forse. Certo. No! Non sapeva decidersi. Sapeva solo che Dario era lì, con la testa sulla sua spalla e la stava bagnando di lacrime.
- Dario smetti di piangere. -
- Non sto piangendo. - si staccò e si asciugò le guance come avrebbe fatto un bambino.
Ram non potè trattenere una risata. - Piccolo Dario. -
Si guardarono un attimo negli occhi. Dario tornò ad appoggiare la testa lì dove era stata fino a poco prima. Le sue labbra si poggiarono sulla pelle delicata e ancora non abbronzata di Ram. Un piccolo bacio, dolce. A cui ne seguì un altro, e un altro, e un altro ancora. Ram iniziò a sentire i brividi che le percorrevano la schiena. Chiuse gli occhi. Sentì le labbra di Dario muoversi lentamente lungo il suo collo sfiorando appena la sua pelle e appoggiandosi solo di tanto in tanto a baciarla. Si avvicinò pericolosamente alle sue labbra ma non le toccò. "Non posso" si diceva Dario. Ram ad occhi chiusi sentiva il suo respiro sulle labbra. Aprì gli occhi e lo vide. Immediatamente li richiuse. Abbassò la testa verso il basso. La rialzò solo quando fu pronta. Pronta per unire di nuovo le sue labbra a quelle di Dario. Le appoggiò leggermente. Dario la strinse e dischiuse leggermente le labbra invitando Ram a lasciarsi andare. Ram accettò l'invito.

Alex aveva visto tutta la scena e sentito praticamente ogni parola di ciò che si erano detti grazie al tono decisamente non basso che aveva preso la conversazione. Vedendoli ora lì che si baciavano delicatamente capì che era il momento di entrare a casa. Non capiva come poteva Ram aver dimenticato tutto ciò che era successo solo il giorno prima ma sapeva anche che certe cose non le decidi tu. Certe cose non puoi controllarle. Anche se non le vuoi, anche se sei consapevole che ti fanno del male, che ti ritroverai sbattuto contro il muro e pestato, ti lasci semplicemente andare. Ti lasci travolgere e sconvolgere.
   
 
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