Sanguinava. Il sangue le colava lungo le braccia fino ad arrivare al bacino, sempre più giù fino alle gambe e per finire per terra sull’erba verdeggiante. Era una ragazza di una sola ora, valeva tanto, perciò dovevo guarirla subito. Presi dallo zaino il mio microfono, con esso potevo scaturire tutta l’energia possibile. Iniziai a dire le parole per poter guarire la ragazza, ma, a un tratto, tutto cambiò. Il cielo iniziò a farsi scuro e un’ombra si stava avvicinando minacciosamente. Trattenni il fiato.
                                              
Mi chiamo Kate, sono una ragazza diversa dalle altre. Sono una ragazza che può far arrivare il più brutto temporale mai avuto oppure far splendere un sole mai visto prima. Sono una ragazza con una Dote, non sono l’unica. Frequento una scuola per ragazzi con la Dote, la Dote di poter, usando solo la propria voce, far avvenire tutto ciò che si vuole. Per usare la Dote e così realizzare quello che si vuole, però, bisogna essere attrezzati di un’arma, il microfono. Il microfono serve per richiamare a sé l’energia necessaria. L’energia non proviene dal Sole o dall’acqua, ma proviene da persone con un Difetto. L’energia si trasforma in persone e queste trasformate sono dette persone Difetto perchè non sono come la gente normale. Le persone Difetto possono dare energia attraverso il tempo, se una persona Difetto dura un minuto vale per un mese; se una persona Difetto dura un’ora vale per un anno. Quelle più importanti e rare sono le persone Difetto che durano un giorno, se hai loro, hai energia per tutta la vita. Non ci hanno mai spiegato però come fanno a ricavare energia dalle persone.
Un tempo era la migliore amica di Sam, ora lei è contro di noi e si batte sempre per uccidere le persone Difetto. Per me è molto difficile combattere contro di lei, ma devo farlo, la mia Dote me lo impone ed io non posso fare altro che ubbidire.
 
Dall’oscurità comparve lei. La persona che non avrei mai voluto incontrare in quel momento comparve. Mi fissò con i suoi enormi occhi azzurri che un tempo mi cercavano per trovare calma, non come ora per trovare crudeltà. Era Sam.
 
Io e Sam non ci mollavamo un secondo. Eravamo sempre in cerca di pazzie. Lei era più piccola di me e ogni volta che faceva qualcosa di bello o di sbagliato cercava i miei occhi per trovare serenità. Eravamo come sorelle. Poi tutto cambiò. Iniziò a frequentare un ragazzo che voleva cambiare il mondo. Io non mi resi conto fino a dopo un bel po’ di tempo che quel ragazzo, Matt, era cattivo e che voleva portarmi via la mia Sam. Un giorno arrivò da me e mi disse: “Kate, sai che ti voglio un mondo di bene, ma non posso continuare così. Ho paura e credo che la mia unica salvezza sia Matt, con lui posso veramente diventare speciale e fare qualcosa di bello e utile per tutti. Mi dispiace !” E da quella sera non la vidi più se non per combattere contro di lei.
 
Prese il suo microfono, quello che le avevo regalato per il suo ultimo compleanno passato insieme, e iniziò a pronunciare le parole crudeli contro di me. Voleva prendersi la ragazza, per poi ucciderla; il suo piano era di tenersi tutta l’energia per sé e per Matt, ma io non potevo permetterlo.
Iniziai anch'io a pronunciare le parole contro di lei: “ Qui, ora, voglio che la smetti e che te ne vai”. Lei rispose velocemente e, con solo la forza delle parole, mi sbatté contro l’albero più vicino. Presi una botta pesante e iniziò a scendermi sangue dalla bocca, non era un buon segno. Alla vista del sangue mi ricordai della ragazza, mi girai e vidi che continuava a sanguinare, ma meno velocemente. Probabilmente Sam stava usando la sua energia per guarirla e poi portarsela via. Mi rialzai e pronunciai: “Basta, tu non farai niente alla ragazza di un’ora, via contro l’aria”. Sam si paralizzò e il vento la trasportò in modo violento contro il vuoto d’aria dietro di sé. Corsi dalla ragazza Difetto e cercai di guarirla, quando sentii la voce di Sam che diceva:” Ragazza di un’ora? Mi dispiace Kate, ma hai tra le tue mani la ragazza da un giorno ed io la voglio con me ! Paralizzati”. Feci in tempo a capire che avevo con me una ragazza da un’ora che Sam mi paralizzò, poi si avvicinò alla ragazza e fece per prenderla. Il suo piano, però non terminò, perché riuscii ad avvicinare le mie labbra al microfono e a dire: “Sbrigati vento, porta la ragazza lontano da lei e liberami, voglio andarmene”. Il vento mi ascoltò e in un attimo mi ritrovai sull’erba, con il sole accecante in faccia, di fianco la ragazza e senza vedere nemmeno l’ombra di Sam.