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Autore: lolle_dancer    27/09/2011    2 recensioni
ATTENZIONE! Questa raccolta partecipa alla Challenge "dal nome alla storia" (metterò il link all'inizio di ogni capitolo).
-Dal capitolo 1
"-Pensi di potermi tenere compagnia questa sera? I tuoi amici non si offenderanno, vero?- sentii un brivido percorrermi tutta la schiena: era bastato solo il minimo spostamento d'aria dalle sue labbra al mio collo.
Riuscii solo a scuotere la testa, Sergio si lasciò sfuggire un sorriso e fece scivolare la sua mano lungo il mio fianco. La mia mente corse veloce fino a formare un pensiero non propriamente casto, che si dissolse nel momento in cui le sue dita si intrecciarono con le mie e riprese forma quando mi chiese di ballare."
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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~ Attenzione! Questa raccolta partecipa alla Challenge "dal nome alla storia" ~
http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=9504870


[Nome: Sergio ~ Significato: Custode]


Era apparso dal nulla, Sergio.
Nei corridoi si vociferava che si fosse trasferito a Granby dall'Italia, senza un motivo apparente.
-Perchè proprio in Canada?- chiese stranita la mia amica Madison mentre uscivamo da scuola.
-Non ne ho idea...- risposi passandomi una mano tra i capelli un po' troppo lunghi. -Magari vuole adescare un po' di giovani ragazzi gay... io mi farò trovare in prima fila!-
Mi salutò scoppiando a ridere e si incamminò verso casa.

Andai a prendere la macchina senza smettere di pensare a lui: bello da morire con i suoi capelli scuri e perennemente spettinati.
Sistemai gli occhiali da vista che come sempre tendevano a scivolare e iniziai a cercare le chiavi dell'autovettura nella tasca anteriore del mio zaino. Con il capo chino e le mani che cercavano freneticamente tra tutte le mie cianfrusaglie, non mi accorsi della figura che si era avvicinata a pochi passi da me.
-Bella macchina- sobbalzai per la sorpresa e quando mi resi conto dell'accento italiano dovetti trattenere la medesima reazione. Sergio era appoggiato al cofano, a pochi metri di distanza, stretto nella sua giacca forse un po' troppo leggera per il clima rigido.

-Grazie- mi costrinsi a rispondere dopo pochi secondi.
Lo avevo sempre adocchiato da lontano, ma in quel momento mi resi conto di quanto fosse irresistibile... soprattutto quando accennò un sorrisetto e mi tese la mano.

-Tu sei Ethan, giusto? Io sono Sergio- non riuscii a spiccicare parola, mi limitai a stringergli il palmo e costringere le mie labbra in un sorriso nervoso.

-Sono nuovo di qui...- continuò completamente a suo agio. -Mi potresti consigliare qualche posto dove andare la sera?-

Fissai il movimento delle sue labbra, realizzando solo dopo cosa mi aveva chiesto; probabilmente mi aveva già preso per deficiente.
-Ehm... io e i miei amici andiamo in un locale non molto distante dal centro... si chiama Rouge et Noir...- rimanemmo in silenzio per alcuni istanti nei quali mi venne l'idea di invitarlo una di quelle sere, ma non riuscii ad aggiungere altro che lui parlò.

-Posso venire con voi venerdì sera?-

-Certamente, non c'è nessun problema!- mi affrettai ad acconsentire prima che ritirasse la sua proposta; non riuscivo a credere che tra tutti i ragazzi e le ragazze della scuola fosse venuto a parlare con me.

-Bene, allora ci vediamo- disse allontanandosi senza darmi nemmeno il tempo di ribattere. Rimasi a guardargli quel sedere semplicemente perfetto e a realizzare l'accaduto non so per quanti minuti.

Quello era decisamente il mio giorno fortunato.

-----


Non si fece più vedere, quasi come fosse sparito nel nulla.
Venerdì mattina volevo andare a cercarlo, quantomeno per metterci d'accordo sull'orario e spiegargli dove fosse il posto, ma neanche quel giorno lo vidi.
Pensai fino all'ultimo istante di essermi sognato tutto, fino a quando, quella sera, non lo vidi appoggiato al bancone del locale. Mi avvicinai senza esitazione e senza dare spiegazioni ai miei amici, anche se probabilmente avevano già capito tutto.

-Ehi!- distolse lo sguardo dalla cannuccia del suo cocktail, con la quale giocherellava distrattamente con una foglia di menta e i cubetti di ghiaccio.

-Ciao, ti stavo aspettando- disse spiazzandomi totalmente con il suo sguardo intenso e rassicurante.

-Non ci siamo visti in giro, non sapevo se saresti venuto o no...- non rispose, chiamò il barista e ordinò una birra per me.

Finì il suo drink in un sorso e quando arrivò mi porse la bottiglia che mi aveva gentilmente offerto. Non feci in tempo a ringraziarlo che si avvicinò al mio orecchio per non dover urlare a causa della musica troppo alta.

-Pensi di potermi tenere compagnia questa sera? I tuoi amici non si offenderanno, vero?- sentii un brivido percorrermi tutta la schiena: era bastato solo il minimo spostamento d'aria dalle sue labbra al mio collo.

Riuscii solo a scuotere la testa, Sergio si lasciò sfuggire un sorriso e fece scivolare la sua mano lungo il mio fianco. La mia mente corse veloce fino a formare un pensiero non propriamente casto, che si dissolse nel momento in cui le sue dita si intrecciarono con le mie e riprese forma quando mi chiese di ballare.

Mi guidò in un angolo della pista non troppo esposto e iniziò a muoversi lentamente prima sul posto poi verso di me. Incominciai a ballare avvicinandomi al suo corpo, stretto in una canottiera e un paio di jeans che lasciavano poco all'immaginazione.
Lo sentii cingermi la vita e automaticamente portai le mani al suo collo: era come se ci conoscessimo da sempre.

-Balli molto bene...- disse facendo combaciare i nostri corpi. Schiusi le labbra, ero quasi all'altezza delle sue e sarebbe bastato un millesimo di secondo per farle incontrare in un bacio.

-Anche tu...- replicai invece di annullare quella distanza.

I suoi occhi verdi erano fissi nei miei, quasi a creare una connessione invisibile che a mio parere si era stretta molto, molto più in basso.

Ne ebbi conferma quando mi baciò: così passionale, dolce, intimo.
Non era passata nemmeno un'ora da quando ci eravamo incontrati quando mi chiese se avevo voglia di andare da lui.

Accettai immediatamente, gli chiesi solo il tempo di avvertire i miei amici e di prendere le giacche.

-----


Non mi resi conto di come la sua bocca era volata sulla mia, l'ultima cosa di cui ero certo era di essermi chiuso la porta alle spalle.
La sua lingua si intrecciava freneticamente con la mia, le sue mani toccavano ogni parte del mio corpo: lui era ovunque.
Mi condusse in camera senza perdere il ritmo di quel bacio, ci spogliammo a vicenda senza esitazione, ansiosi di vedere l'uno il corpo dell'altro.
Si fermò solo quando restammo entrambi in boxer, con i capelli spettinati e i petti ansanti. Guardò ogni singolo particolare del mio corpo, accarezzandolo di tanto in tanto con l'indice. Io non riuscivo a distogliere gli occhi dai suoi ed ero intento a contenere la mia erezione che pulsava impaziente da parecchi minuti.
Schiusi le labbra quando il suo polpastrello scese fino all'elastico e si insinuò lentamente al suo interno.

Lo afferrai per il collo e lo attirai verso di me, baciandolo con passione; a quel gesto infilò completamente la mano nei miei boxer e iniziò a masturbarmi. Volevo toccarlo anche io ma non me lo permise: si staccò quasi subito e mi spinse sul letto.

Seguivo con lo sguardo i suoi movimenti, lo vidi baciarmi il petto, scendere giù fino al ventre e spogliarmi del tutto. Non trattenni i miei gemiti, non ci provai nemmeno: sarebbe stato tutto inutile considerato il piacere che mi stava dando.

Venni quasi subito gridando il suo nome e quando riprese a baciarmi, ancora sporco del mio seme, provai all'istante un po' di imbarazzo. Sensazione che spazzò via in pochi gesti, spogliandosi del tutto e iniziando ad armeggiare con un preservativo.

-Te lo metto io...- dissi prendendoglielo tra le mani.
Si limitò a guardarmi, come per studiare ogni espressione, ogni movimento.

Quando ebbi finito lui rimase in ginocchio e mi prese tra le braccia, guidando il mio corpo sopra il suo. Entrò subito dentro di me, ansimando un poco e stringendomi la schiena.
Chiusi gli occhi, buttando la testa all'indietro e assecondando ogni sua spinta; mi fece suo per un tempo che sembrò infinito, venendo più volte, capace di non smettere mai.
-Serge...- mugolai all'ennesimo orgasmo sentendomi distrutto. Lui abbandonò il mio corpo, ma rimase disteso sopra di esso perchè le mie braccia non ne volevano sapere di lasciarlo andare.
-Adoro il mio nome sulle tue labbra...- sussurrò prima di baciarmi per l'ultima volta.
-È stato bellissimo...- replicai accarezzandogli quel corpo perfetto.
Sergio non aggiunse altro, si abbandonò sull'altra parte del letto e si addormentò in pochi minuti.

-----


Avevo ricevuto la notizia la mattina successiva, una volta tornato a casa.
I miei amici avevano avuto un incidente all'uscita del Rouge et Noir: il conducente e il passeggero di dietro erano feriti gravemente, Joshua era morto.
-Ethan, mi dispiace tanto!- mi aveva detto Madison correndo ad abbracciarmi.

Io non riuscivo a muovermi, non riuscivo a parlare, non riuscivo a piangere. Ero fin troppo consapevole che avrei dovuto essere anche io in quella macchina, nel posto accanto al guidatore. Dove sedevo sempre.

-Pronto?- rispose la voce dall'accento italiano, la sua.

-Sono Ethan...- dissi solamente, aspettando che aggiungesse qualcosa lui; ma Sergio rimase nel suo solito silenzio criptico per un infinità di tempo.

-Senti, non possiamo...- quel tono freddo, quelle parole che non significavano nulla e allo stesso tempo tutte.

-Cosa... cosa vuol dire?- ma a quella domanda rotta dal pianto e dalla delusione, seguì solo il suono sordo di un telefono vuoto.


*****


Sergio si sentiva uno stronzo. Come sempre.

Guardava il Canada dall'alto e lo lasciava per l'ennesima volta. Sovrastò la coltre di nubi e sospirò immaginando il loro prossimo incontro.

Ad un tratto tutti i passeggeri dell'aereo divennero opachi, corpi inconscenti appartenenti ad un altro mondo e il suo cellulare squillò.

Non rispose come era ormai abituato sulla Terra, schiacciò semplicemente il tasto verde e portò il telefono all'orecchio.

-Hai eseguito il tuo compito?-

-Si, come sempre. L'ho salvato... ancora una volta- spiegò esausto.
La voce calda della donna lo ringraziò e si spense; attorno al ragazzo tutto tornò alla normalità.
Appoggiò la testa al finestrino e chiuse gli occhi.
Era quello il suo compito: salvare la vita a Ethan senza rimanervi dentro. Cambiare continuamente le decisioni crudeli del destino.

E ogni volta doveva sparire come se non fosse mai esistito, senza lasciare dietro di sè alcun ricordo.

Era il suo Custode, lo sarebbe stato per sempre.



Spazio Autrice:

Salve!

Ho ricominciato a pubblicare storie (forse me lo potevo risparmiare, ma va beh).
Questa raccolta avrà dieci capitoli (prima o poi riuscirò davvero a scriverli tutti, lo prometto), ognuno basato su un nome diverso e sul suo significato.
Spero che vi piacciano e che abbiate voglia di lasciare una recensione, anche soltanto per lanciarmi virtualmente pomodori o quant'altro (?).

Ringrazio...

-NonnaPapera! (ideatrice della Challenge)

-Asuka_Volpacchiotta e A_Dark_Fenner per le sollecitazioni e le bandierine di incoraggiamento, vi voglio bene donneh <3
-e tutti quelli che leggeranno/recensiranno ^^


lolle_dancer

  
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