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Attenzione!
Questa raccolta partecipa alla
Challenge "dal nome alla storia"
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http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=9504870
[Nome: Sergio ~ Significato: Custode]
Era
apparso dal nulla,
Sergio.
Nei corridoi si vociferava che si fosse trasferito a
Granby dall'Italia, senza un motivo apparente.
-Perchè proprio
in Canada?- chiese stranita la mia amica Madison mentre uscivamo da
scuola.
-Non ne ho idea...- risposi passandomi una mano tra i
capelli un po' troppo lunghi. -Magari vuole adescare un po' di
giovani ragazzi gay... io mi farò trovare in prima fila!-
Mi
salutò scoppiando a ridere e si incamminò verso
casa.
Andai
a prendere la
macchina senza smettere di pensare a lui: bello da morire con i suoi
capelli scuri e perennemente spettinati.
Sistemai gli occhiali da
vista che come sempre tendevano a scivolare e iniziai a cercare le
chiavi dell'autovettura nella tasca anteriore del mio zaino. Con il
capo chino e le mani che cercavano freneticamente tra tutte le mie
cianfrusaglie, non mi accorsi della figura che si era avvicinata a
pochi passi da me.
-Bella macchina- sobbalzai per la sorpresa e
quando mi resi conto dell'accento italiano dovetti trattenere la
medesima reazione. Sergio era appoggiato al cofano, a pochi metri di
distanza, stretto nella sua giacca forse un po' troppo leggera per il
clima rigido.
-Grazie-
mi costrinsi a
rispondere dopo pochi secondi.
Lo avevo sempre adocchiato da
lontano, ma in quel momento mi resi conto di quanto fosse
irresistibile... soprattutto quando accennò un sorrisetto e
mi tese
la mano.
-Tu sei Ethan, giusto? Io sono Sergio- non riuscii a spiccicare parola, mi limitai a stringergli il palmo e costringere le mie labbra in un sorriso nervoso.
-Sono nuovo di qui...- continuò completamente a suo agio. -Mi potresti consigliare qualche posto dove andare la sera?-
Fissai
il movimento delle
sue labbra, realizzando solo dopo cosa mi aveva chiesto;
probabilmente mi aveva già preso per deficiente.
-Ehm... io e i
miei amici andiamo in un locale non molto distante dal centro... si
chiama Rouge et Noir...-
rimanemmo in silenzio per alcuni istanti nei quali mi venne l'idea di
invitarlo una di quelle sere, ma non riuscii ad aggiungere altro che
lui parlò.
-Posso venire con voi venerdì sera?-
-Certamente, non c'è nessun problema!- mi affrettai ad acconsentire prima che ritirasse la sua proposta; non riuscivo a credere che tra tutti i ragazzi e le ragazze della scuola fosse venuto a parlare con me.
-Bene, allora ci vediamo- disse allontanandosi senza darmi nemmeno il tempo di ribattere. Rimasi a guardargli quel sedere semplicemente perfetto e a realizzare l'accaduto non so per quanti minuti.
Quello
era decisamente il
mio giorno fortunato.
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Non si fece più
vedere, quasi come fosse sparito nel nulla.
Venerdì mattina
volevo andare a cercarlo, quantomeno per metterci d'accordo
sull'orario e spiegargli dove fosse il posto, ma neanche quel giorno
lo vidi.
Pensai fino all'ultimo istante di essermi sognato tutto,
fino a quando, quella sera, non lo vidi appoggiato al bancone del
locale. Mi avvicinai senza esitazione e senza dare spiegazioni ai
miei amici, anche se probabilmente avevano già capito tutto.
-Ehi!- distolse lo sguardo dalla cannuccia del suo cocktail, con la quale giocherellava distrattamente con una foglia di menta e i cubetti di ghiaccio.
-Ciao, ti stavo aspettando- disse spiazzandomi totalmente con il suo sguardo intenso e rassicurante.
-Non ci siamo visti in giro, non sapevo se saresti venuto o no...- non rispose, chiamò il barista e ordinò una birra per me.
Finì il suo drink in un sorso e quando arrivò mi porse la bottiglia che mi aveva gentilmente offerto. Non feci in tempo a ringraziarlo che si avvicinò al mio orecchio per non dover urlare a causa della musica troppo alta.
-Pensi di potermi tenere compagnia questa sera? I tuoi amici non si offenderanno, vero?- sentii un brivido percorrermi tutta la schiena: era bastato solo il minimo spostamento d'aria dalle sue labbra al mio collo.
Riuscii solo a scuotere la testa, Sergio si lasciò sfuggire un sorriso e fece scivolare la sua mano lungo il mio fianco. La mia mente corse veloce fino a formare un pensiero non propriamente casto, che si dissolse nel momento in cui le sue dita si intrecciarono con le mie e riprese forma quando mi chiese di ballare.
Mi
guidò in un angolo
della pista non troppo esposto e iniziò a muoversi
lentamente prima
sul posto poi verso di me. Incominciai a ballare avvicinandomi al suo
corpo, stretto in una canottiera e un paio di jeans che lasciavano
poco all'immaginazione.
Lo sentii cingermi la vita e
automaticamente portai le mani al suo collo: era come se ci
conoscessimo da sempre.
-Balli molto bene...- disse facendo combaciare i nostri corpi. Schiusi le labbra, ero quasi all'altezza delle sue e sarebbe bastato un millesimo di secondo per farle incontrare in un bacio.
-Anche tu...- replicai invece di annullare quella distanza.
I suoi occhi verdi erano fissi nei miei, quasi a creare una connessione invisibile che a mio parere si era stretta molto, molto più in basso.
Ne
ebbi conferma quando mi
baciò: così passionale, dolce, intimo.
Non era passata nemmeno
un'ora da quando ci eravamo incontrati quando mi chiese se avevo
voglia di andare da lui.
Accettai
immediatamente,
gli chiesi solo il tempo di avvertire i miei amici e di prendere le
giacche.
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Non mi resi conto di
come la sua bocca era volata sulla mia, l'ultima cosa di cui ero
certo era di essermi chiuso la porta alle spalle.
La sua lingua si
intrecciava freneticamente con la mia, le sue mani toccavano ogni
parte del mio corpo: lui era ovunque.
Mi condusse in camera senza
perdere il ritmo di quel bacio, ci spogliammo a vicenda senza
esitazione, ansiosi di vedere l'uno il corpo dell'altro.
Si fermò
solo quando restammo entrambi in boxer, con i capelli spettinati e i
petti ansanti. Guardò ogni singolo particolare del mio
corpo,
accarezzandolo di tanto in tanto con l'indice. Io non riuscivo a
distogliere gli occhi dai suoi ed ero intento a contenere la mia
erezione che pulsava impaziente da parecchi minuti.
Schiusi le
labbra quando il suo polpastrello scese fino all'elastico e si
insinuò lentamente al suo interno.
Lo afferrai per il collo e lo attirai verso di me, baciandolo con passione; a quel gesto infilò completamente la mano nei miei boxer e iniziò a masturbarmi. Volevo toccarlo anche io ma non me lo permise: si staccò quasi subito e mi spinse sul letto.
Seguivo con lo sguardo i suoi movimenti, lo vidi baciarmi il petto, scendere giù fino al ventre e spogliarmi del tutto. Non trattenni i miei gemiti, non ci provai nemmeno: sarebbe stato tutto inutile considerato il piacere che mi stava dando.
Venni quasi subito gridando il suo nome e quando riprese a baciarmi, ancora sporco del mio seme, provai all'istante un po' di imbarazzo. Sensazione che spazzò via in pochi gesti, spogliandosi del tutto e iniziando ad armeggiare con un preservativo.
-Te
lo metto io...- dissi
prendendoglielo tra le mani.
Si limitò a guardarmi, come per
studiare ogni espressione, ogni movimento.
Quando
ebbi finito lui
rimase in ginocchio e mi prese tra le braccia, guidando il mio corpo
sopra il suo. Entrò subito dentro di me, ansimando un poco e
stringendomi la schiena.
Chiusi gli occhi, buttando la testa
all'indietro e assecondando ogni sua spinta; mi fece suo per un tempo
che sembrò infinito, venendo più volte, capace di
non smettere
mai.
-Serge...- mugolai all'ennesimo orgasmo sentendomi distrutto.
Lui abbandonò il mio corpo, ma rimase disteso sopra di esso
perchè
le mie braccia non ne volevano sapere di lasciarlo andare.
-Adoro
il mio nome sulle tue labbra...- sussurrò prima di baciarmi
per
l'ultima volta.
-È stato
bellissimo...- replicai accarezzandogli quel corpo perfetto.
Sergio
non aggiunse altro, si abbandonò sull'altra parte del letto
e si
addormentò in pochi minuti.
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Avevo
ricevuto la notizia la mattina successiva, una volta tornato a casa.
I miei amici avevano avuto un incidente all'uscita del Rouge et
Noir: il conducente e il passeggero di dietro erano feriti
gravemente, Joshua era morto.
-Ethan, mi dispiace tanto!- mi aveva
detto Madison correndo ad abbracciarmi.
Io non riuscivo a muovermi, non riuscivo a parlare, non riuscivo a piangere. Ero fin troppo consapevole che avrei dovuto essere anche io in quella macchina, nel posto accanto al guidatore. Dove sedevo sempre.
-Pronto?- rispose la voce dall'accento italiano, la sua.
-Sono Ethan...- dissi solamente, aspettando che aggiungesse qualcosa lui; ma Sergio rimase nel suo solito silenzio criptico per un infinità di tempo.
-Senti, non possiamo...- quel tono freddo, quelle parole che non significavano nulla e allo stesso tempo tutte.
-Cosa... cosa vuol dire?- ma a quella domanda rotta dal pianto e dalla delusione, seguì solo il suono sordo di un telefono vuoto.
*****
Sergio si sentiva uno stronzo. Come sempre.
Guardava il Canada dall'alto e lo lasciava per l'ennesima volta. Sovrastò la coltre di nubi e sospirò immaginando il loro prossimo incontro.
Ad un tratto tutti i passeggeri dell'aereo divennero opachi, corpi inconscenti appartenenti ad un altro mondo e il suo cellulare squillò.
Non rispose come era ormai abituato sulla Terra, schiacciò semplicemente il tasto verde e portò il telefono all'orecchio.
-Hai eseguito il tuo compito?-
-Si,
come sempre. L'ho salvato... ancora una volta- spiegò
esausto.
La
voce calda della donna lo ringraziò e si spense; attorno al
ragazzo
tutto tornò alla normalità.
Appoggiò la testa al finestrino e
chiuse gli occhi.
Era quello il suo compito: salvare la vita a
Ethan senza rimanervi dentro. Cambiare continuamente le decisioni
crudeli del destino.
E ogni volta doveva sparire come se non fosse mai esistito, senza lasciare dietro di sè alcun ricordo.
Era il suo Custode, lo sarebbe stato per sempre.
Spazio
Autrice:
Salve!
Ho
ricominciato a pubblicare storie (forse me lo potevo risparmiare, ma
va beh).
Questa raccolta avrà dieci capitoli (prima
o poi
riuscirò davvero a scriverli tutti, lo prometto), ognuno
basato su
un nome diverso e sul suo significato.
Spero che vi piacciano e
che abbiate voglia di lasciare una recensione, anche soltanto per
lanciarmi virtualmente pomodori o quant'altro (?).
Ringrazio...
-NonnaPapera! (ideatrice della Challenge)
-Asuka_Volpacchiotta
e A_Dark_Fenner per le sollecitazioni e le bandierine di
incoraggiamento, vi voglio bene donneh <3
-e tutti quelli che
leggeranno/recensiranno ^^
lolle_dancer