27/09/2011
4 recensioniStay with me, beautiful girl.
Le dolci note provenienti da un pianoforte, riempiono l'aria.
Stai suonando la canzone che mi fece perdere la testa, mentre la stavi eseguendo su quel palco, esattamente il dieci agosto.
Eri troppo lontana da me, per poterti solo che immaginare, ma la tua voce ha colpito in pieno le mie orecchie.
Ti ricordo ancora, mia dolce ragazza.
Eri lì, le dita che cercavano i freddi tasti di avorio del tuo strumento, che ti rendevano una dea.
Intoccabile, per paura solo di rovinarti.
Impressionate, da quanto eri bella.
Illusione, quella che credevo di avere davanti agli occhi in quel momento.
Una splendida illusione.
Ricordo ancora la figuraccia che feci, pur di attirare la tua attenzione.
Io, il tipo più chiuso e scontroso di tutto il Villaggio.
Rimasi lì, impalato, mentre tutti gli altri se ne erano andati.
Restai immobile, perché ancora avevo nella testa le note del tuo pianoforte.
Tu, che forse mi avrai preso per un cretino, sei salita di nuovo sul palco, richiamata da un tuo musicista.
Non appena mi vidi, strabuzzasti gli occhi.
E, finalmente, potei vedere da vicino l'artefice della magia.
Una ragazza dai capelli color del cioccolato fondente e gli occhi dello stesso colore.
Mi facesti dei cenni con la mano, come per dirmi di avvicinarmi.
Io eseguii gli ordini.
Non so come, ci siamo ritrovati, la notte di Natale, seduti uno affianco all'altra, mentre tu suoni la tua canzone preferita.
Dovrei essere io a cantare, perché vorrei chiederti di rimanere con me, ragazza stupenda.
Ma poi qualcosa cambiò, improvvisamente.
Un terribile destino ci ha separati, per sempre.
I tuoi genitori ti avevano promesso in sposa ad un ricco uomo d'affari, che nemmeno sapeva cosa volesse dire amare.
Ti usava per soddisfare i suoi desideri carnali, da uomo solo e senza sentimenti.
Non ti sei mai ribellata, soffrivi in silenzio.
Piangevi, avresti voluto gridare, liberarti da quell'immenso dolore.
Mi hai sempre scritto, nella speranza di vedermi, un giorno, sfondare il portone di casa tua e portarti via da quell'incubo.
Conservo ancora le tue lettere, ce n'è una per ogni giorno dell'anno.
Le più belle sono quelle che mi spedivi in quel giorno, così speciale e così doloroso, perché ha segnato il nostro incontro, ma il fato ha voluto che tu mi lasciassi in quel dì di agosto.
Oggi, ne sono passati ben sette, talmente tanti che ho perso il conto dei giorni, ma il dieci agosto lo ricorderò per sempre.
E vedo che anche tu non l'hai scordato, perché stai suonando quella canzone.
Ed io, fuori dalla finestra della tua villa, assaporo ogni singola nota e il sottile rumore delle tue dita che sfiorano i tasti del piano.
Vedo che sul tuo viso compare una lacrima.
Chissà se mi stai pensando?
Io non ho smesso di farlo dal momento in cui sei partita su quel lunghissimo treno, dal quale ti sei affacciata, con un fazzoletto in mano, che poi hai lasciato cadere.
L'ho raccolto, sai, quel pezzo di stoffa?
Sa di rosa.
Ha il tuo odore.
Profuma di te, di me, di noi.
Il treno correva troppo veloce, e ho un enorme rimorso dentro di me.
Perché avrei voluto gridarti di restare con me, ragazza stupenda.
{Sproloqui di Yume}
Sto scrivendo davvero a raffica!
Questo è un piccolo omaggio al mio maestro preferito: Kakashi Hatake.
Un piccolo grande amore, come direbbe Baglioni ^-^
L'ispirazione mi è venuta ascoltando "Beautiful Girl" degli INXS (una delle mie canzoni preferite *--*)
Aspetto i vostri commentini!^^
Yume.
Le dolci note provenienti da un pianoforte, riempiono l'aria.
Stai suonando la canzone che mi fece perdere la testa, mentre la stavi eseguendo su quel palco, esattamente il dieci agosto.
Eri troppo lontana da me, per poterti solo che immaginare, ma la tua voce ha colpito in pieno le mie orecchie.
Ti ricordo ancora, mia dolce ragazza.
Eri lì, le dita che cercavano i freddi tasti di avorio del tuo strumento, che ti rendevano una dea.
Intoccabile, per paura solo di rovinarti.
Impressionate, da quanto eri bella.
Illusione, quella che credevo di avere davanti agli occhi in quel momento.
Una splendida illusione.
Ricordo ancora la figuraccia che feci, pur di attirare la tua attenzione.
Io, il tipo più chiuso e scontroso di tutto il Villaggio.
Rimasi lì, impalato, mentre tutti gli altri se ne erano andati.
Restai immobile, perché ancora avevo nella testa le note del tuo pianoforte.
Tu, che forse mi avrai preso per un cretino, sei salita di nuovo sul palco, richiamata da un tuo musicista.
Non appena mi vidi, strabuzzasti gli occhi.
E, finalmente, potei vedere da vicino l'artefice della magia.
Una ragazza dai capelli color del cioccolato fondente e gli occhi dello stesso colore.
Mi facesti dei cenni con la mano, come per dirmi di avvicinarmi.
Io eseguii gli ordini.
Non so come, ci siamo ritrovati, la notte di Natale, seduti uno affianco all'altra, mentre tu suoni la tua canzone preferita.
Dovrei essere io a cantare, perché vorrei chiederti di rimanere con me, ragazza stupenda.
Ma poi qualcosa cambiò, improvvisamente.
Un terribile destino ci ha separati, per sempre.
I tuoi genitori ti avevano promesso in sposa ad un ricco uomo d'affari, che nemmeno sapeva cosa volesse dire amare.
Ti usava per soddisfare i suoi desideri carnali, da uomo solo e senza sentimenti.
Non ti sei mai ribellata, soffrivi in silenzio.
Piangevi, avresti voluto gridare, liberarti da quell'immenso dolore.
Mi hai sempre scritto, nella speranza di vedermi, un giorno, sfondare il portone di casa tua e portarti via da quell'incubo.
Conservo ancora le tue lettere, ce n'è una per ogni giorno dell'anno.
Le più belle sono quelle che mi spedivi in quel giorno, così speciale e così doloroso, perché ha segnato il nostro incontro, ma il fato ha voluto che tu mi lasciassi in quel dì di agosto.
Oggi, ne sono passati ben sette, talmente tanti che ho perso il conto dei giorni, ma il dieci agosto lo ricorderò per sempre.
E vedo che anche tu non l'hai scordato, perché stai suonando quella canzone.
Ed io, fuori dalla finestra della tua villa, assaporo ogni singola nota e il sottile rumore delle tue dita che sfiorano i tasti del piano.
Vedo che sul tuo viso compare una lacrima.
Chissà se mi stai pensando?
Io non ho smesso di farlo dal momento in cui sei partita su quel lunghissimo treno, dal quale ti sei affacciata, con un fazzoletto in mano, che poi hai lasciato cadere.
L'ho raccolto, sai, quel pezzo di stoffa?
Sa di rosa.
Ha il tuo odore.
Profuma di te, di me, di noi.
Il treno correva troppo veloce, e ho un enorme rimorso dentro di me.
Perché avrei voluto gridarti di restare con me, ragazza stupenda.
{Sproloqui di Yume}
Sto scrivendo davvero a raffica!
Questo è un piccolo omaggio al mio maestro preferito: Kakashi Hatake.
Un piccolo grande amore, come direbbe Baglioni ^-^
L'ispirazione mi è venuta ascoltando "Beautiful Girl" degli INXS (una delle mie canzoni preferite *--*)
Aspetto i vostri commentini!^^
Yume.