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Autore: GreedFan    27/09/2011    7 recensioni
Jared aveva insistito per inciderla, quella canzone.
Shannon sapeva che gli avrebbe fatto male, ne era convinto, eppure non aveva saputo impedirglielo.
Non dopo tutto quello che era successo con quel maledetto attore irlandese, non dopo i pomeriggi passati ad ascoltare i pianti del fratello, ad incoraggiare i suoi deboli tentativi di ripresa; non dopo aver visto il sorriso di pura felicità che gli aveva illuminato il volto quando, diverse settimane dopo la fine delle riprese di "Alexander", Colin Farrell gli aveva mandato un messaggio di scuse.
Non era niente, aveva pensato Shannon, non poteva bastare per compensare settimane di assenza.

La genesi della canzone "A Modern Myth", così come l'ho immaginata io.
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Premessa: questa storia non è scritta a scopo di lucro, né sono a conoscenza in alcun modo delle preferenze sessuali di ciascuno dei signori citati (anche se so che le cose sono andate così... oh, se lo so). Comunque, finita la doverosa parte burocratica, vi avviso che quanto state per leggere è forse la one-shot più trash mai scritta sui farrelletos: partorita in due ore scarse dalla mia mente malata, non ha la pretesa di essere bella o poetica, ma solo quella di mettere nero su bianco quella che io considero una possibilissima versione dei fatti. E poi amo "A Modern Myth", è forse la mia canzone preferita dei 30stm.

Le spese mediche non saranno soggette a rimborso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A Modern Myth ~

 

Jared aveva insistito per inciderla, quella canzone.

Shannon sapeva che gli avrebbe fatto male, ne era convinto, eppure non aveva saputo impedirglielo.

Non dopo tutto quello che era successo con quel maledetto attore irlandese, non dopo i pomeriggi passati ad ascoltare i pianti del fratello, ad incoraggiare i suoi deboli tentativi di ripresa; non dopo aver visto il sorriso di pura felicità che gli aveva illuminato il volto quando, diverse settimane dopo la fine delle riprese di "Alexander", Colin Farrell gli aveva mandato un messaggio di scuse.

Non era niente, aveva pensato Shannon, non poteva bastare per compensare settimane di assenza.

Eppure suo fratello - il vendicativo, infantile ragazzino che si tingeva i capelli di mille colori e sprizzava energia e vivacità da tutti i pori - si era accontentato di quella misera dimostrazione di considerazione. Lui, che un tempo avrebbe risposto a suon di insulti, orgoglioso com'era, alle patetiche giustificazioni di un idiota che non era stato capace di apprezzarlo - o, quantomeno, trattarlo come un essere umano e non come un oggetto.

E Shannon aveva maledetto con tutto il cuore Oliver Stone e il suo dannato film, e Colin Farrell e tutte le circostanze che avevano fatto sì che quel tronfio idiota si prendesse una sbandata per suo fratello; avrebbe voluto distruggergli la faccia, urlargli che no, Jared per lui non si era preso una cotta, semplicemente. Lo amava, con quel suo tipico senso del romanticismo striato di ingenuità, ed era convinto che i suoi sentimenti fossero corrisposti.

Aveva sofferto, una volta compresa l'erroneità di questa convinzione.

Aveva pianto, gridando maledizioni e bestemmie e scagliandosi contro tutto ciò che amava, pieno di disperazione.

Si era rinchiuso nei propri silenzi, covando il proprio dolore con quella velleità che soltanto gli artisti possiedono, al riguardo.

E poi, subito dopo il messaggio di scuse, aveva scritto quella canzone

Non era uscito di casa per due giorni, e Shannon, incapace di lasciarlo solo a sopportare quella catarsi - benché, anche per lui, fosse difficile da affrontare - gli era rimasto accanto, seduto sul divano del salotto, ascoltando il confuso strimpellare della chitarra che proveniva dalla camera da letto. Non aveva osato interromperlo, timoroso d'intaccare con la rozzezza della sua presenza quel delicatissimo stato di calma in cui il fratello sembrava essersi finalmente immerso; pazientemente, aveva atteso.

E poi, all'improvviso, Jared gli era corso in contro.

Agitando un quaderno, una penna, un paio di fogli pentagrammati e una chitarra, tutto insieme. E parlando a voce bassa, come se qualcosa gli si fosse piantato in gola, opprimendo le corde vocali, aveva letto il testo della nuova canzone, A Modern Myth.

Quando l'aveva cantata, interrompendosi brevemente, ogni tanto, per spiegare dove aveva intenzione di inserire le parti strumentali - il violino, addirittura - Shannon aveva sentito, pressante a livello del petto, un desiderio di stringerlo e sentirlo piangere, soltanto quello, finché anche quella stupida canzone non fosse finita nel cestino della carta straccia, insieme a mille altre che non avevano mai visto la luce.

Il bastardo non se lo meritava, un addio così bello.

Non se lo meritava.

Eppure, da parte di Jared non c'era stato nessun cedimento. Ostinato, aveva preteso che incidessero la base così come la voleva lui, senza sgarrare una nota, dedicandosi a quell'unico pezzo più che a qualsiasi altro di quell'album, ancora in embrione, in cui la band aveva riversato tutte le energie degli ultimi mesi. Shannon aveva fatto di tutto per impedirglielo, per impedirgli di farsi male ancora una volta, ma non era riuscito a negare al fratello quell'ultimo capriccio.

Jared era sempre stato una persona a cui piaceva mettersi in mostra, fare le cose in grande.

E quella canzone ne era l'esempio perfetto.

A Modern Myth costituiva il sunto di quel sentimento che aveva imprigionato e castigato Jared fin quasi al punto di non ritorno; era la commistione di amore e dolore che per lungo tempo lo aveva tenuto incatenato ad una relazione che non c'era mai stata, e al tempo stesso la valvola di sfogo con cui intendeva liberarsene. Una vendetta sottile, forse, o semplicemente l'ingenuità dell'artista che crede di poter annullare le proprie sensazioni, comunicandole al mondo.

E tuttavia, qualsiasi fosse il motivo, ce l'aveva fatta.

Alla fine, Jared si era trovato ad affrontare la sfida più grande di tutte, certo di poterla superare senza lacrime.

In uno studio di registrazione che sapeva di sigarette e godeva del refrigerio posticcio di un condizionatore, aveva afferrato il microfono con le unghie coperte di smalto scrostato; Shannon, guardando quella testa spettinata, coronata da un paio di gigantesche cuffie professionali, aveva pregato un dio in cui nemmeno credeva per ricevere una grazia che non pensava potesse realizzarsi. Aveva chiesto che il fratello ne uscisse indenne, e che quella canzone non fosse che l'ultimo strascico di qualcosa che si andava trascinando ormai da troppo tempo.

Poi, dopo un breve sospiro, Jared aveva cantato.

Pareva che tutta la tranquillità minuziosamente accumulata nell'ultimo periodo fosse svanita di colpo, lasciando spazio ad una sicurezza posticcia che gli infiammava il viso e riempiva la gola di tremiti. Eppure, strano a dirsi, era riuscito a controllarsi: dolce e melodica come al solito, la sua voce aveva accarezzato le prime parole senza intoppi.

 

Did we create a modern myth

 Did we imagine half of it 

 

La tristezza che traspariva da quei versi era amara come il fiele, e l'intonazione triste di Jared mal si accompagnava a delle parole che, in un'altra canzone, con altre melodie, sarebbero potute risultare forse persino allegre. Shannon immaginava a cosa alludesse, più o meno, con quel "mito moderno", ma, come per molte cose che riguardavano il fratello, il senso vero e proprio delle parole gli sfuggiva. Guardava al passato con tenerezza, o con rassegnazione?

Non sapeva dirlo.

 

Would happen in a thought from now

Save yourself
Save yourself

 

Sapeva che non avrebbe retto fino in fondo. La voce gli si era incrinata, debole sussurro spezzato, ma non si era fermato: continuando a cantare, sembrava quasi che stesse rivolgendo una supplica a colui che - nonostante tutto - amava ancora. Ed era tremulo, il tono, mentre scandiva quelle sillabe che tanto gli era costato mettere per iscritto, e annaspava alla ricerca di un ossigeno che sembrava essere svanito, rarefatto in quella stanza dai contorni improvvisamente sfocati, rimescolati dalla cortina di lacrime che gli pesava sugli occhi.

 

The secret is out

The secret is out

To buy the truth

And sell a lie

The last mistake before you die

So don't forget to breathe tonight

Tonight's the last so say good-bye

 

Inghiottendo i singhiozzi, faticosamente, e riducendo la voce a niente più che un sottile, rauco mormorio, Jared articolò anche quell'ultima strofa. Shannon lo vedeva allontanarsi e avvicinarsi al sostegno del microfono come un filo d'erba agitato dal vento, e accartocciarsi come una foglia corrosa dall'inesorabile lavorìo delle fiamme. Ma né lui, né Tomo, né Matt potevano fare nulla per aiutarlo, non se prima Jared non si fosse deciso a combattere.

 

The secret is out

 

Poi, inaspettatamente, l'intera figura di Jared sembrò rianimarsi, sollevarsi. Sfidava il vento, quel sottile filo d'erba, e opponeva alle fiamme una forza coriacea e difficile da smontare che era stata temprata, negli anni, da ogni genere di amarezze. Perché era forte, lo era sempre stato, e quella consapevolezza sembrò donare nuovo vigore alla sua voce, che si fece più stabile e ferma, ma, al contempo, ancora più malinconica.

"Mi senti, Colin?" pensava, il petto che si andava alleggerendo da tutto ciò che, fino a quel momento, aveva minacciato di bloccargli per sempre il respiro "Mi senti? Lo sapranno, Colin, tutti sapranno quello che è successo. Tu, soprattutto, finalmente lo saprai".

Sorrise, inconsapevole, mentre una lacrima gli scivolava lungo lo zigomo.

Piangeva, e, come per contrappunto, la voce gli si faceva sempre più chiara e squillante, ferma. Pensava ai suoi occhi, li ricordava com'erano in quelle lunghe serate estive a Marrakech, così scuri ed espressivi, e li amava con la stessa intensità come li aveva amati allora, ma con una consapevolezza completamente nuova. Sapeva che non ne sarebbe mai stato riamato, e quella consapevolezza lo dilaniava nell'intimo, ma era sicuro di poter andare avanti.

Anche così, non si sarebbe fermato.

E forse, un giorno, anche quei sentimenti sarebbero scomparsi per sempre.

 

Goodbye

 

Sorrise, guardando Shannon con la coda dell'occhio, e tornò a concentrarsi su quella parola. Voleva che rimanesse impressa nella mente di chi avrebbe ascoltato la canzone, che persino lui, ascoltandola, percepisse la forza dei suoi sentimenti e li comprendesse. Perché A Modern Myth, in fondo, non era stata scritta che per lui, per dirgli finalmente addio.

 

Goodbye

Goodbye

Goodbye

"Ti amo, Colin".

 

Goodbye.

   
 
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