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Autore: Girl_in_Blu    28/09/2011    4 recensioni
[Damon/Elena]
Non è una Delena vera e propria, poichè i due non stanno insieme, ma si avverte un forte legame che li unisce.
One-shot narrata dal punto di vista di Damon Salvatore su ciò che più desidererebbe: Elena ed essere amato, non essere sempre e solo la seconda scelta, l'altro o l'amico.
Esratto:
"Avvertì il suo profumo nella stanza, ma finse d’esserne ignaro.
Si voltò trovandola, senza alcuna sorpresa, alle sue spalle.
Dopo l’ultima chiacchierata non sapeva cosa aspettarsi, se un rimprovero o una richiesta di salvezza..."
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'Red blood'
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Seconda e migliorata versione della mia prima fan fiction su ‘The Vampire Diaries’. Vorrei ringraziare Joy che la commentò e m’incoraggiò moltissimo con le sue parole.
Spero vi piaccia.
Buona lettura.

 
 
 




Un’opportunità per amare




 
 
 

 

Osservava il liquido carminio mentre agitava il bicchiere in un movimento circolare.
-Non è un vino pregiato, lo sai?- chiese Alaric al vampiro assorto che distrattamente gli rispose –lo so, ma è d’annata, questo è certo.-
Damon, con lo sguardo fisso sul bicchiere, sorrise ad un evanescente ricordo.
-Vi ho osservati ieri sera, sai anche questo no?- Aggiunse il professore.
Il vampiro inarcò il cipiglio prima di corrugare la fronte contrariato, l’amico lo aveva distolto dal quel tenero pensiero.
-Sembri un adolescente che vuol rubare la fidanzata all’amico- in fine, disse d’un fiato l’altro.
-Stefan non è mio amico, è mio fratello- rispose all’implicita domanda, distogliendo lo sguardo dal suo drink
-appunto, non dovresti lasciar perdere? Sai, almeno, cosa stai facendo?- chiese stanco e sospirando.
-No- rispose sincero poco prima di ridere, Alaric lo guardò dubbioso, ormai, seduto anch’egli sul divano.
-Pensavo al triste destino che mi perseguita… io non posso averli entrambi- sogghignò ascoltando la risata dell’amico.
 

***

 
Avvertì il suo profumo nella stanza, ma finse d’esserne ignaro.
Si voltò trovandola, senza alcuna sorpresa, alle sue spalle.
Dopo l’ultima chiacchierata non sapeva cosa aspettarsi, se un rimprovero o una richiesta di salvezza.
Era contento, non felice né indifferente, era semplicemente contento, sereno di non dover combattere contro Stefan, nonostante lui non fosse lì, poiché non mancava mai l’occasione che Elena gli facesse pesare la sua assenza, ma dall’ultimo incontro pareva che fosse cambiato qualcosa.
Era contento di essere, per una volta, al centro delle preoccupazioni della ragazza.
Erano trascorsi solo pochi giorni dall’ultima Luna piena, ma ancora non avevano avuto un’occasione per rimaner soli, per chiarire o fingere che nulla fosse accaduto.
-Damon dobbiamo parlare- gli disse
La osservò attentamente, la guardò negli occhi vedendo il suo sguardo indietreggiare, abbassarsi verso il pavimento.
-Stavi per farti ammazzare! – gli sussurrò d’un fiato –me lo hai già detto, Elena- le rispose il ragazzo avvicinandosi.
-Damon…- il vampiro era abbastanza vicino da sentire il battito del cuore e i polmoni respirare, sentiva la voce strozzata che si fermava in gola senza uscire e trovare la libertà necessaria per alleggerire l’animo o la coscienza.
Cosa era che Elena voleva dirgli e perché non lo diceva?
La guardò cercando lo sguardo perso nella stanza, gli occhi s’incontrarono per fuggire di nuovo, la ragazza distoglieva l’attenzione dall’altro; era imbarazzata e, probabilmente, emozionata.
-…dobbiamo cercare Stefan, insomma hai detto anche tu che ha una possibilità- disse in fine.
Damon sospirò pesantemente, diviso tra la frustrazione per il non detto e l’ostinazione della giovane donna.
Sapeva che voleva dirgli altro, il corpo e l’atteggiamento avevano parlato al suo posto, ma avrebbe preferito sentirlo, ascoltare la sua voce ed invece, lei, come al solito chiese del fratello.
 

***

 
Un flebile raggio di sole filtrava dalla finestra, stava albeggiando, presto un nuovo mattino avrebbe inondato di luce Mystic Falls e con essa i suoi abitanti.
Supino sul letto, fissava un bicchiere ormai vuoto, di rosso carminio macchiato, poggiato sul mobiletto vicino; quello era la perfetta metafora della sua intera esistenza: vuota.
Osservandolo, pensava a quanto fosse accaduto nella sua lunghissima vita; era morto e rinato, aveva amato e perduto, precisamente mai avuto.
Lui non era mai stato la prima scelta, né di Katherine né di Elena, suo fratello era sempre stato il prescelto.
Stefan aveva amato ed era stato ricambiato. Lui conosceva la gioia di un legame puro, comprendeva la bellezza di un contatto, il calore avvolgente di un abbraccio e la passione che nasceva da un bacio scambiato da amanti, da persone che si amano e non che per capriccio posseggono, com’era capitato con Katherine e come lui stesso aveva concepito i rapporti dopo la trasformazione.
Non sopportava più di essere solo un amico, di essere il fratello respinto, di essere l’altro, il terzo o l’amico.
 
- Damon?-
La candida voce di Elena lo distolse immediatamente dai suoi pensieri.
Bastò guardarla per perdersi, ancora, nel suo sguardo.
-Andiamo, dobbiamo cercarlo!- Aggiunse la ragazza, gli occhi lucidi e speranzosi lo imploravano di alzarsi, di agire, di trovarlo.
Damon storse il naso aggrottando poi la fronte –non abbiamo ancora una pista- le disse –per ora dobbiamo solo aspettare-
 
Nonostante volesse cercare Stefan, una parte del suo animo lo spingeva a non agire, a restare lì fermo, a guardare sorgere il sole.
Magari durante l’assenza del fratello avrebbe potuto conquistare Elena, si era ripetuto nelle settimane precedenti, forse quella era la sua opportunità per amare ed essere amato; ma dopo tutto non era ancora disposto a perdere ciò lo legava alla sua umanità, quel passato ineluttabile rappresentato da quel ragazzo così diverso da lui.
No, non poteva rinunciare a Stefan, non poteva averli entrambi e non poteva scegliere tra i due e lo avrebbe cercato perché gli doveva la vita… e perché era suo fratello, la sua famiglia.
 
-Però la prossima volta vedi di non cacciarti nei guai- gli disse Elena –non vorrei perdere anche te-.
La guardò negli occhi consapevole che quelle parole erano ciò che in parte lei gli avrebbe voluto dire la sera precedente e che tacque per pudore, fedeltà e paura.
Damon aveva compreso che qualcosa li stava avvicinando, non era la ricerca o la missine suicida di salvare il fratello, no. Il vampiro aveva avvertito l’aumentare del battito e il cuore non mentiva né taceva nulla.
Il cuore non possedeva pudore o vergogna, era l’unico organo sincero, quello che raccontava di una persona ogni cosa, era sangue e vita, ciò che lui, per natura, più conosceva.
Adesso poteva sperare… 





 

   
 
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