Elisa odiava andare al mercato: troppe persone, troppi colori, troppo rumore la assalivano e sopraffacevano. Gloria, d’altra parte, amava mescolarsi alla folla, guardare gli abiti colorati delle bancarelle e riempirsi il naso del profumo della frutta.
Quella mattina avevano litigato a lungo su quella gita al mercato rionale: Elisa aveva anche minacciato di terminare lì quella fuga romantica dalla città e tornare a Bologna ma –nonostante tutto- era ancora lì, a tenere la mano dell’amata nella sua per non perderla e perdersi in quella calca e il viso contratto in una smorfia di fastidio.
“Elisa! Guarda, le pesche! Non trovi che abbiano un profumo delizioso?” esclamò Gloria. L’altra mugolò qualcosa in risposta, non vedendo il termine di quella fastidiosa incursione tra la gente.
Da dietro il banco apparve un’anziana signora canuta e ingobbita sotto il peso degli anni.
“Cosa desidera, signorina?” chiese affabile, con un sorriso che le increspava ancora di più il volto solare.
“Due pesche, ma… potrei sceglierle io?” domandò la giovane.
“Ma certo!” rispose la vecchia, porgendo un sacchetto di carta marrone a Gloria che, presolo, si chinò sulla bancarella, concentrata e capace.
Elisa non sapeva cosa fare: le pesche non le sapeva scegliere e in ogni caso lo stava già facendo la compagna, la proprietaria del banco la guardava curiosa e indagatrice e le bancarelle lì intorno non la interessavano.
Con la coda dell’occhio vide che Gloria si era rialzata e stava mettendo mano alla borsa per estrarre il portafoglio e pagare. Aspettò pazientemente che lei finisse l’acquisto, sapendo come diventasse suscettibile quando qualcuno pagava al posto suo. Mugugnò un saluto alla vecchia e, docile, seguì la compagna in silenzio.
“Dai, non fare quella faccia brutta! Guarda dove siamo arrivate” disse la rossa, indicandole la piccola spiaggia fori dal centro del paese, circondata dai pini marittimi e separata dal lungomare da alcune rocce.
“Abbiamo davvero finito il giro al mercato?” chiese speranzosa Elisa.
“Sì amore, tranquilla. Niente più mercati questa settimana, promesso!” le rispose sorridendo Gloria.
“Ma il mercato è una volta alla settimana!” esclama la bionda, capendo la scaltrezza dell’amante.
“Lo so!” le rispose ridendo la compagna. Anche Elisa si unì alle risate e ridendo scesero le rocce e andarono a sedersi sulla sabbia, vicino al bagnasciuga.
Gloria si tolse il copricostume, seguita da Elisa, e porse all’amata la pesca.
“Ma è bianca e dura!” esclamò sorpresa la bionda, guardando il frutto che aveva in mano.
“Sì, e allora?” chiese Gloria, addentando la sua pesca gialla e ben matura.
“Sai qual è il mio tipo di pesca preferito” chiarì Elisa. Le pareva così strano e in qualche modo romantico che lei si ricordasse quale pesca avesse mangiato l’unica volta in cui l’aveva vista farlo.
“Ti amo” spiegò semplicemente Gloria, felice di vedere un luccichio particolare negli occhi della donna che, trecentosettantaquattro giorni prima, le aveva rubato il cuore.
In silenzio finirono le pesche, guardando assorte il mare.
“Andiamo a casa?” chiese Gloria, allungandosi verso l’altra donna per recuperare il copricostume che un venticello dispettoso le aveva allontanato.
“Andiamo a casa, insieme” sottolineò Elisa, rubando poi un bacio all’altra che aveva appena recuperato il vestito.
E, felici, si avviarono mano nella mano verso l’albergo e verso il loro futuro.
Insieme.