Blaine Anderson pensava che non sarebbe mai stato più spiritualmente frustrato di così.

Gli sarebbe toccata un'altra fantastica giornata in quella scuola per allegri fringuelli.

Si alzò dallo squallido letto della sua squallida stanza di dormitorio che condivideva con quel tipo, David, insopportabilmente gentile e cordiale. Lui, ovviamente, se ne era già andato, troppo diligente per potersi perdere quei dieci minuti fuori dalla classe per poter scambiare opinioni sulle ultime lezioni con gli altri canarini.

Così Blaine avrebbe potuto preparasi con calma.

Pantaloni grigio topo con un taglio da sarta cieca, scarpette marroni di dubbio gusto e una “meravigliosa” giacca blu bordata di rosso.

Ecco cosa era costretto a indossare ogni santissimo giorno della sua inutile vita! E questo non bastava, anzi, non era niente in confronto alle lunghissime lezioni riguardanti qualsiasi cosa avesse potuto non interessargli con professori incredibilmente brutti e rognosi, in confronto alle pause pranzo circondato da quegli animaletti da circo che erano i suoi compagni, in confronto alle tristi serate solitarie in giro per il parco in cerca di pace e intimità.

Tutto questo lo stava trasformando in un automa. La monotonia lo stava uccidendo E sperava ardentemente di non iniziare a comportarsi come quegli snob schizzati dei suoi “amici”.

Quella era stata una giornata particolarmente barbosa e adesso Blaine si dirigeva alle prove degli Warblers. Gli Warblers erano il Glee Club della Dalton Academy, un club di studenti uniti dalla passione per il canto. Ed era proprio questa l'unica valvola di sfogo per l'animo di Blaine, il canto. Lui adorava cantare, ed era il solista del coro.

Non che amasse particolarmente stare in compagnia di quei ragazzi spocchiosi, si intende, ma per lui cantare era come prendere la sua boccata quotidiana di ossigeno puro, e ne aveva decisamente bisogno.

Si stavano avvicinando le regionali e tutti gli Warblers erano in uno stato di inutile confusione e ansietà. Il fatto è che non riuscivano a prendere delle vere e proprie decisioni, non erano in grado di ragionare bene con la loro testa ricolma di gel. Per questo avevano scelto Blaine come leader. Lui era rimasto nel mondo degli umani ragionevoli, a differenza di quei pennuti in gabbia.

Così, dopo un'ora di incessanti lamenti, Anderson decise di prendere la parola:

• Ragazzi, ragazzi! Calmatevi! Riusciremo a trovare un numero adatto tra quelli del nostro repertorio 

• Ma non sappiamo contro chi dovremmo avere a che fare! Dobbiamo trovare un modo per spiare i nostri avversari! E poi non siamo assolutamente pronti! Non riusciremo mai a vincere! Perderemo miseramente come abbiamo fatto negli ultimi cinque anni! E blablabla...

Blaine dopo un po' si stufò di ascoltare quei petulanti starnazzatori e cercò di farli tacere.

• D'accordo, penso proprio sia mio dovere andare alla scuola dei nostri avversari, quella McKinley.

Tutto pur di non sentire quelle urla isteriche da sindrome premestruale.