L, nel mondo in cui ha vissuto, era stato spesso considerato come la Giustizia.

Impariziale, saggio, abile.

L aveva risolto tutti i casi a cui aveva lavorato mostrando prove schiaccianti.

L viveva per il suo lavoro, per la sua missione.

Non aveva mai peccato di hybris.

La perfezione?

L non si era mai mostrato. 

Viveva costantemente dietro ad una lettera gotica.

Affrontava faccia a faccia tutto il mondo, ma allo stesso tempo non lo faceva.

Non guerreggiava mai a spada tratta.

L era bello?

Dietro a quella maschera, però, L era comunque un essere umano.

Dietro a quella freddezza, anche il detective provava delle emozioni che, se non si ripercuotevano sul suo carattere, lo facevano sul suo aspetto fisico.

Il peso di Giustizia era troppo pesante anche per lui.

Così estenuante da fargli incurvare la schiena.

Chissà quanta amarezza L aveva sopportato, quanta tristezza aveva osservato.

Solo lo zucchero puro avrebbe potuto saziare quel vuoto.

L non poteva mai abbassare la guardia. 

L doveva essere sempre presente.

L non poteva mai riposare.

E due profondi solchi neri avevano segnato il suo sguardo.

L era il Giustiziere.

Ma un giustiziere mascherato.

L era imparziale.

Ma il continuo sforzarsi di essere così aveva colpito il suo corpo.

L era kalòs kai agathòs?

NOTE:

Kalòs kai agathòs: in greco, letteralmente, bello e buono. Questo concetto definiva gli eroi della cultura ellenica, come Achille.

Hybris: tracotanza.

Questa raccolta mi è venuta in mente durante una lezione di greco.

Per L ho voluto descrivere sia i suoi pregi sia i suoi difetti, rendendomi il più imparziale possibile.

A voi il giudizio sul suo essere bello e buono.

Non ho molte pretese da questa fic, perché so che devo ancora imparare molto per scrivere qualcosa di veramente soddisfacente.

Spero però che vi sia piaciuta e che lascerete un commento, anche negativo, per potermi confrontare con i vostri giudizi.

baci^^