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Autore: remvsg    28/09/2011    3 recensioni
Era una notte strana, di quelle che non si dimenticano.
Il profilo della City spezzato dal suono delle volanti; saette rosse spiegate delle ambulanze bianche e gialle.
L'intrigante fragore del caos.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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9 Agosto 2011, Londra


Era una notte strana, di quelle che non si dimenticano.
Il profilo della City spezzato dal suono delle volanti; saette rosse spiegate delle ambulanze bianche e gialle.
 L'intrigante fragore del caos.

 
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La notte non è mai stata nera.
Si staglia tra le vie di Londra come ghiaccio sporco e lì rimane sospesa fino all'alba, infastidita dalle luci dei lampioni e delle insegne.
Era una notte come tutte le altre perché non era nera. Era una notte come non ne aveva mai viste perché era una notte rossa.
 
Una chiamata, centoventi chiamate.
Tottenham, Tottenham, Tottenham.
Non importava neanche quale fosse il suo distretto.
C'era bisogno di più gente possibile. Ce n'era bisogno adesso.
 
La Londra della notte era movimento, azione, pericolo.
La Londra della notte non dorme.
Non si pensa a cosa sia o non sia successo, si agisce solamente di conseguenza; muoversi non per istinto o inteligenza, ma per routine e adrenalina. 
Qualcosa era accaduto. Cosa, non ha importanza. Aveva il suo dovere da svolgere, le domande sarebbero arrivate dopo.
 
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Per chi detiene il potere, per chi può permetterselo, Londra tace.
Muta, elegante.
E la notte da un attico a Great Portland St è immensa e non finisce mai. Ti culla dolce lasciando ben poco spazio ai pensieri turbinosi. Perché le notti di Londra sono una calda coperta dove riposarsi affianco.
 
Ma era una notte diversa, lo era davvero.
Anche un dio silente vuole guardare il mondo che crolla.
Constatare e rinnegare, qul che accade sotto la corona, sotto i suoi occhi.
 
Non ci sono rumori. E' Paganini questo. E' il diavolo mancino che protesta col fuoco suonando una musica su corde stonate. 
E il dio che pensa e scruta non cede il passo, trovandosi in una terra sconosciuta. O forse straniero era lui, in quella notte di Londra. 
 
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Si rimane svegli in quella notte di Londra. Si dovrebbe fare sesso, ma c'è la tv che miagola di fuoco e cenere e rivolta. L'anchorman della notte di Londra è un cavaliere dell'apocalisse.
"Non ci posso credere...tutta quella gente senza casa"
"E' questo schifo di governo, è questo schifo di paese. La gente se ne approfitta e..."
"Abbracciami"
"Uhm?"
"Abbracciami. Questa Londra mi fa paura."
 
Una tv minuscola posta sopra una pila di scatoloni ancora da svuotare mostra braci di quella che era vita, vita normale. Niente lo è più in quella notte di Londra.
 
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Londra vibra metallica, espandendo i suoi fulgori di una luce paradisiaca, vuota: mentale.
Adesso può sentire, perché sceglie lui di provare. Il resto non esiste. Il resto non può ferire. Lui sente solo quel che accetta, e in questo giro la giostra è mossa da un ago ipodermico.
 
Per Sherlock Holmes era la prima notte da unico coiquilino di Baker Street, 221b. Era una notte strana, di quelle che una grande mente preferisce dimenticare.  Londra non può, ma a lui che importa?





Sinossi:
me ne stavo bella bella nella mia cameretta di Londra dopo aver passato due dei giorni più memorabili della mia esistenza quando, dopo varie telefonate da tizio e caio che mi dicevano delle rivolte di Londra e che mi davano già per morta, sento il tipico doweeee doweeee delle volanti della polizia. Ed ecco che inizio a scrivere ispirata anche dalla bellissima vista che avevo dalla sopracitata stanza (magari poi metto una foto) che dava proprio sulla City e un bel promtio del tanto amato Sherlock fest, ovvero   La tele dice che le strade son pericolose / Ma l'unico pericolo che sento veramente / È quello di non riuscire più a sentire niente. (Jovanotti, "Fango")
Il promt specificava il testo di Sherlock, io ci ho messo quasi tutti. In compenso è l'unico che viene nominato.


Vi svelo che questa è era la fanfiction (si potrebe dire double double drobble?) orfana della Elpheba di Sherlock di The right one che poteva diventare una mystrade, ma che poi è rimasta come l'avevo improntata inizialmente, con qualche ritocco vista la sbranatura da copia incolla che avevo fatto a beneficio della long.     Probabilmente già domani me ne pentirò, ma ci tengo mostruosamente a questa notte londinese. Non, ovviamente per quel che descrivo -che fa molto John idrofobo mentre ero in nave-, ma per le emozioni che ancora avevo appiccicate alla pelle e al cuore, in quella notte di Londra dove proprio non sono riuscita a dormire.




MANCA POCO GENTE! FATE UN ULTIMO SFORZO (io per prima) E SCRIVETE PER QUESTA BELLISSIMA INIZIATIVA



                                   sherlock fest

 
   
 
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