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Autore: Rik Bisini    08/06/2006    4 recensioni
Harry non ha potuto giocare né assistere alla partita decisiva della stagione di Quidditch al suo sesto anno.
Questo è il racconto di quella gloriosa giornata dal punto di vista di Ginny.
Questa fanfiction è stata pubblicata per la prima volta nel febbraio 2006, come PARTECIPANTE AL CONTEST II di Acciofanfiction, in cui ha ottenuto un'apprezzabile successo di pubblico, ma non il favore della giuria.
Genere: Romantico, Sovrannaturale, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Ginny Weasley e l'abbraccio nel cielo

Per le persone comuni, volare nel cielo a cavallo di una scopa è un sogno irraggiungibile o una sciocca fantasticheria.
Per i maghi, le scope incantate sono un mezzo di trasporto abituale e ritengono che l'ammirazione per chi le utilizza in tal modo sia una esclusiva di coloro che non posseggono la minima traccia di poteri magici, quelli che chiamano Babbani.
Ma anche per i maghi c'è un modo di guadagnare ammirazione sulle scope volanti, distiguendosi in gare o competizioni in cui le scope e la capacità di compiere evoluzioni su di esse rivestono un ruolo fondamentale.
In effetti lo sport più popolare tra i maghi è il Quidditch, che ricorda vagamente la pallacanestro dei Babbani, ed è giocato proprio a cavallo delle scope. Nelle principali scuole di magia, dove i maghi perfezionano le loro abilità fino alla maggiore età, viene sempre dato ampio spazio alle competizioni di Quidditch e i più quotati giocatori diventano inevitabilmente studenti estremamente popolari.
Nella scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, le quattro Case in cui sono divisi gli studenti si affrontano l'una contro l'altra nel corso dell'anno scolastico e la classifica finale è fonte di stima da parte del corpo insegnante quanto un elevato profitto nella didattica.

Era il giorno dell'ultima partita della stagione di Quidditch ad Hogwarts.
Ginny Weasley avrebbe giocato come Cercatore per la Casa di Grifondoro. Aveva già ricoperto quel ruolo l'anno precedente e sapeva bene ormai quale difficoltà questo comporta. Per esempio, uno degli errori che un Cercatore compie spesso è quello di tentate la presa del Boccino chiudendo con forza il pugno. È quasi certo che in quel caso la mano scivoli sulle viscide aluccie della piccola sfera e si ritrovi vuota.
La cattura del Boccino avviene più naturalmente quando il guanto del Cercatore lo avvolge in un abbraccio nel cielo.
Ginny tuttavia non ricopriva sempre quel ruolo, che sarebbe meritatamente toccato al Capitano della squadra, il ragazzo che tutti conoscevano per il suo ruolo nella lotta al più spietato mago oscuro di quegli anni, Il Bambino Sopravvissuto, il Prescelto, Harry Potter, migliore amico di suo fratello e suo primo mai corrisposto amore.
La squalifica di Harry era dovuta ad un litigio con uno dei più sgradevoli ospiti che la scuola registrasse tra gli studenti, Draco Malfoy. Colpito da un incantesimo di Harry particolarmente violento, il ragazzo aveva rischiato la vita in quella circostanza.

La Sala Grande dove si svolgevano i pasti era sensibilmente più rumorosa del solito, perché gli studenti si incontravano per radunarsi e prendere posto sugli spalti accanto ad altri sostenitori della stessa Casa.
Ginny sedeva sola al tavolo della Casa di Grifondoro, intenta a consumare una leggera e nutriente colazione. Era una ragazza di quindici anni, dagli intensi occhi nocciola e di aspetto molto gradevole. La semplice uniforme nera, con lo stemma della Casa sul cuore, contrastava con i suoi folti e lunghi capelli fulvi, caratteristici di tutta la sua famiglia.
Una ragazza piuttosto alta dai cespugliosi capelli castani raggiunse Ginny al lungo tavolo della Sala Grande. All'apparenza sembrava appena più grande di Ginny, di un anno o due. Indossava la medesima uniforme su cui spiccava un lucido distintivo da Prefetto.
"Ciao, Ginny." salutò semplicemente.
"Ciao, Hermione." rispose l'altra in tono cortese.
Hermione si servì la colazione, diede un boccone ad un toast e aprì l'edizione del giorno della "Gazzetta del Profeta", soffermandosi rapidamente sui titoli della prima pagina.
"Ti auguro buona fortuna per la partita." disse Hermione senza staccare gli occhi dal giornale.
"Grazie." fu la risposta di circostanza di Ginny. Poi diede uno sguardo discreto all'amica per capire se fosse dell'umore di affrontare un confronto su opinioni divergenti senza inacidirsi. Le sembrò di poter correre il rischio.
"Mi dispiace per quello che ho detto a proposito di te e del Quidditch."
Hermione tentò di nascondere un sorriso, ma sembrò compiaciuta di aver sentito quella frase e posò il giornale sul tavolo. I loro sguardi si incontrarono.
"Sì, so quello che intendevi dire in quel momento. A tuo parere stavo sottolineando inutilmente la gravità di quello che ha fatto Harry."
Fece una pausa per sottilineare le sue parole e verificare che Ginny non volesse ribattere su questo punto. Ginny tacque, ma più per prudenza che per amor di verità.
"In realtà" proseguì Hermione "sono sospresa che siamo in disaccordo sul peso che doveva avere un ammonimento amichevole per l'uso di pericolosi incantesimi di discutibile fonte. Tuttavia, credimi, rispetto la tua opinione."
Ginny respresse un sospiro di rassegnazione. Più volte aveva avuto prova di quanto fossero accorte, puntuali e ponderate le opinioni di Hermione ed aveva da tempo accettato il fatto che lei ne fosse consapevole al punto di risultare a tratti petulante.
Hermione sollevò di nuovo il giornale e distolse lo sguardo da Ginny.
"D'altra parte" proseguì "devo ammettere che ultimamente nessuno sembra in sintonia con gli stati d'animo di Harry quanto sei tu."
Ginny sgranò gli occhi. Le era sembrato di cogliere un sorriso malizioso fra le labbra di Hermione, ma era comunque scomparso subito. L'accenno dell'amica e quell'ombra di espressione erano bastati comunque a far saltare un battito al suo cuore.

Ginny raggiunse lo spogliatoio della squadra preceduta dalla sola Katie Bell. Iscritta all'ultimo anno, Katie, era stata negli ultimi sei Cacciatore di Grifondoro. In assenza di Harry, le toccavano i compiti del Capitano.
Quando suo fratello Ron, un ragazzo alto con un lungo naso ed i suoi stessi capelli rossi, entrò nello spogliatoio, Ginny ne incrociò di sfuggita lo sguardo. Era indubbiamente teso, ma a differenza di altre occasioni sembrava controllare a dovere la tensione.
I due Battitori, il piccolo e massiccio Jimmy Peakes e l'allampanato Ritchie Coote, arrivarono insieme, ridendo tra di loro per un discorso che probabilmente aveva poco a che fare con il Quidditch e che interruppero subito per indossare la divisa rosso scarlatto della squadra.
Dean Thomas, un ragazzo di pelle scura che sovrastava in altezza tutta la squadra, sopraggiunse un paio di minuti dopo. Scambiò alcune parole a bassa voce con Ron e poi cominciò a camminare avanti ed indietro per il corridoio antistante gli spogliatoi.
Demelza Robins arrivò trafelata più tardi, salutò in fretta i compagni di squadra ed iniziò a cambiarsi. Faticò un po' ad emergere dall'uniforme che stava indossando.
Ginny le diede un colpo di incoraggimento alla spalla.
"Coraggio, devono ancora incantarlo il Bolide che ti butta giù dalla scopa."
Con una tintinnante risata, la tensione di Demelza si sciolse.
Ritchie, che aveva indossato la divisa e già impugnava la sua mazza da Battitore, si avvicinò alle ragazze con un sorriso forzato.
"Sembri piuttosto ottimista, Ginny." osservò.
"Cerco di esserlo." spiegò la ragazza, "Migliora il mio gioco."
"Quindi finirà come lo scorso anno?" chiese "Sostituirai Harry Potter e prenderai il Boccino prima del Cercatore di Corvonero?"
"Perché non dovrebbe finire così?" replicò Ginny
"Forse avrai meno fortuna." suggerì Jimmy, che evidentemente aveva seguito lo scambio di battute.
Ginny realizzò quanto la sua presenza facesse da riferimento per i giocatori più giovani. Non solo avrebbe ricoperto il ruolo più delicato nella partita decisiva, ma era anche la titolare più anziana tra coloro che erano stati sempre in campo quell'anno. Rispose decisa.
"Potrei non averne bisogno. Abbiate fiducia."

"Siamo qui per giocare a Quidditch." il sermone del Capitano prima dell'inizio di una gara era una tradizione di ogni squadra di Quidditch e Katie era decisa a rispettarla. Continuò dopo una brevissima pausa in cui si accertò che l'attenzione degli altri fosse rivolta su di lei.
"Ci siamo allenati duramente, alcuni solo in quest'ultimo anno altri da prima. Non possiamo schierare la nostra formazione migliore e questo è un dato di fatto."
Dean sollevò le sopracciglia perplesso, la sua presenza in campo era dovuta all'assenza di Harry.
"Ma è un dato di fatto che possiamo giocare questa partita per fare il risultato." Katie portò le mani ai fianchi mentre i suoi occhi andavano a turno su ciascuno degli altri sei. "E non sto dicendo semplicemente che siamo al livello della squadra di Corvonero e che possiamo vincere, ma anche che possiamo avere lo scarto che ci serve per conquistare la Coppa."
Dean annuì convinto, Jimmy strinse i pugni con forza.
"Non ho altro da dirvi. Vorrei solo aggiugere che questa è la mia ultima partita, che sono contenta di aver avuto l'opportunità di giocarla e che cercherò di essere un bravo Capitano."
La voce di Katie divenne meno impostata e più dolce.
"Ringrazio fin d'ora tutti voi per come vi siete impegnati in quest'intero anno. So che oggi vedrò in campo il meglio che potrete dare." concluse.
Gli occhi di Katie erano vagamente lucidi. Ron sembrava particolarmente colpito dalle parole di Katie e Demelza tirò su con il naso.
"Ragazze e ragazzi, sulle scope!" ordinò perentoria il Capitano.

Lo stadio del Quidditch era gremito da cima a fondo e colorato da sciarpe e striscioni che avevano le tonalità degli stemmi delle Case che si confrontavano. Il rosso ed oro dei Grifondoro era significativamente meno rappresentato del blue e bronzo dei Corvonero. La Casa di Serpeverde si era schierata compatta per via della storica rivalità che la contrapponeva a Grifondoro, mentre tra i Tassorosso c'erano sostenitori di ambo le fazioni.
Le squadre si schierarono in riga l'una di fronte all'altra, i Capitani si strinsero la mano. Poi l'arbitro fischio e tutti i giocatori volarono in aria.
Le regole del Quidditch sono poche e semplici, ma prese nel loro insieme fanno risultare il gioco piuttosto complesso.
Sul campo sono presenti contemporameamente quattro palle: la Pluffa, due Bolidi ed il piccolo Boccino d'Oro. La Pluffa è una grossa sfera di color rosso che non è dotata di capacità di movimento propria, i Bolidi invece sono sfere nere più piccole che volano autonomamente sul campo cercando di colpire ogni giocatore che passa nelle loro vicinanze, il Boccino infine è una piccola sfera di color oro che si muove in maniera imprevedibile e che può essere individuata nel campo solo nei rari istanti in cui riflette la luce del giorno.
Ogni squadra è composta da tre Cacciatori, un Portiere, due Battitori e un Cercatore.
I Cacciatori si contendono il possesso della Pluffa, cercando di lanciarla attraverso tre enormi anelli che si trovano alle spalle degli avversari. Ogni centro vale dieci punti. Il Portiere difende gli anelli, intercettando i tiri degli avversari. I Battitori colpiscono i Bolidi indirizzandoli contro i Cacciatori avversari per costringerli ad abbandonare la Pluffa o, nel più drammatico dei casi, disarcionarli dalle scope. Il Cercatore deve avvistare e catturare il Boccino. La cattura del Boccino vale centocinquanta punti e pone fine alla partita. Quando questo avviene, la squadra con il maggior punteggio, indipendentemente da chi ha preso il Boccino, vince la partita.

"Le squadre sono in aria ormai da venti minuti" disse la voce dello studente che commentava la partita "e nessuna delle due si è ancora avvantaggiata sull'altra per più di una marcatura. Bradley è andato a segno sei volte ed è finora il miglior realizzatore dell'incontro. Ma Grifondoro conduce per novanta a ottanta."
Nell'aria Ginny sentiva a tratti il commento, ma non poteva seguire le fasi di gioco dei suoi compagni. Il suo compito era marcare stretto il Cercatore di Corvonero ed impedire che catturasse il Boccino. Questi era una ragazza, dai capelli neri morbidi come la seta e la pelle di porcellana. Una ragazza che Ginny conosceva piuttosto bene e che portava il nome di Cho Chang.
"Una partita con tale equilibrio è ovviamente decisa dal Cercatore. Peccato che Weasley in questo momento sembra voler restare incollata a Chang piuttosto che cercare il Boccino. Questo significa, d'altra parte, che Grifondoro non è interessata tanto a questo confronto, quanto alla vittoria della Coppa."
Un boato interruppe il commentatore.
"Grifondoro segna con un preciso pallonetto di Robins, liberata alla perfezione da Bell. Massimo vantaggio per le casacche rosse, ma la partita può sempre essere chiusa a loro sfavore da un singolo guizzo di Chang."
Cho volò più in alto, tentando di allontanarsi dal Cercatore di Grifondoro con larghe evoluzioni aeree. Ginny la seguì. Il vento nelle orecchie le impedì di sentire solo poche frasi del commento alla partita.
Ginny sapeva bene che Cho era un ottimo cercatore, che si manteneva sui livelli che aveva dimostrato negli ultimi tre anni. Il che, aggiunto alla sua bellezza, ne faceva una ragazza straordinariamente popolare. Era uscita con l'ammiratissimo Cedric Diggory, fino alla sua tragica scomparsa, poi con Harry Potter e, a quanto le risultava, frequentava il suo ex Micheal Corner.

I pensieri di Ginny erano sconnessi e frammentari mentre il gioco proseguiva. Prima di ogni cosa veniva la posizione di Cho. Ginny seguiva ogni movimento della ragazza e le volava spesso alle spalle per sorprenderla nel momento in cui si lanciasse verso il Boccino.
Ne valutava lo stile di volo, che comunque conosceva piuttosto bene e si diceva che la sua avversaria non era migliorata molto rispetto all'anno precedente, cosa che lei era certa di avere fatto. D'altra parte era un anno che non ricopriva il ruolo di Cercatore e certamente questa volta Cho era più che mai determinata a non lasciarsi anticipare nella presa del Boccino.
Per Cho, come per Kate, quella era l'ultima partita a scuola.
Per ognuno dei tre diversi boati che scoppiarono a distanza di pochi secondi l'uno dall'altro, Ginny vide Cho dirigere lo sguardo verso gli anelli di Grifondoro, ma trattenne la sua curiosità.
Fu per questo che vide il Boccino prima di Cho.
Scartò sulla destra della sua avversaria, frapponendosi tra lei e il punto dove il Boccino aveva brillato. Cho aggrottò le ciglia e lanciò a Ginny uno sguardo spezzante a cui la ragazza replicò con un sorriso ironico.
Cho si era resa conto di quello che succedeva prima di udire la voce del commentatore.
"Ginny Weasley ha visto il Boccino, ma ha coperto la visuale a Chang. Il Cercatore di Corvonero si sposta a destra e sinistra per intercettare un nuovo luccichìo della sfera. Ma sembra che il Boccino sia sparito completamente. Nel frattempo Bell è servita direttamente da Ron Weasley e va ancora a segno. Centotrenta a ottanta. Fantastico break di Grifondoro."
Cho tornò a volare in alto e Ginny la seguì, tornando ad afferrare solo poche sporadiche parole del commento. Il margine da recuperare era ancora decisamente alto.

I Cercatori di Grifondoro interpretavano alla perfezione gli schemi dettati da Katie, anticipando puntualmente con precisi passaggi gli avversari che tentavano di bloccarli. I colori rosso oro sventolavano frequentemente sottilineando un'azione a segno. Solo saltuariamente i tifosi di Corvonero sollevavano alte grida di entusiasmo.
Sempre seguendo Cho, Ginny riusciva a capire che il risultato stava maturando in loro favore.
Duecentodieci a cento. Quando il fischio dell'arbitro annunciò il time-out richiesto da Corvonero, Ginny poté immediatamente leggere il tabellone del punteggio e un rapido sorriso si disegnò sul suo volto.
Raggiunse terra a pochi passi da Cho.
"Paura Weasley? Non mi lasci un attimo." esordì Cho.
Ginny sapeva bene che intimidire e denigrare l'avversario sono comuni strategie di gioco e che spesso sul campo di Quidditch le cose vengono dette per il medesimo motivo per cui, in altre situazioni, vengono taciute.
Prese nota mentalmente che avrebbe presentato delle scuse a Cho, se ne avesse avuto occasione.
"Non vorrei che ti sentissi sola, senza il consueto seguito di ragazzi che ammira il suo bel faccino".
"Ti piacerebbe che Micheal ammirasse il tuo, immagino." replicò la Cercatrice di Corvonero.
Ginny sapeva di colpire duro, ma non esitò.
"Sei gentile a ricordarti di quanto potrei rimpiangere la compagnia di un ragazzo, d'altronde credo che nessuno potrebbe saperne quanto chi ha perso Harry Potter."
Cho si girò stizzita, dirigendosi verso i suoi compagni.

I Cacciatori di Corvonero si erano organizzati per curare meglio la difesa.
La stanchezza cominciava a farsi sentire per i Grifondoro ed i battitori avversari centravano più facilmente il portatore della Pluffa interrompendo l'azione. Il tempo giocava indubbiamente a favore di Corvonero.
D'altra parte Ritchie e Jimmy non lesinavano precise battute di Bolidi e da ambo le parti difficilmente si arrivava alla conclusione dell'azione. Ma il vantaggio di Grifondoro contribuiva alla tranquillità di Ron, che si allungò verso un anello per deviare al Pluffa fino quasi a cadere dalla scopa, riprendendo poi l'equilibrio tra gli applausi del pubblico.
Ginny descrisse un ampio cerchio, allontanandosi diversi metri da Cho, prima di tornare in scia al Cercatore avversario. Cho girò il capo per controllare la posizione di Ginny con la coda dell'occhio.
Duecentosettanta a centotrenta. Il margine di Corvonero era ormai minimo. Ancora un centro negli anelli e Ginny avrebbe potuto volare sicura verso il Boccino. Sempre più spesso rischiava di seguire le azioni di gioco e lasciava che Cho si allontanasse brevemente da lei per controllarla subito dopo con lo sguardo. Cho ora non lasciava più che Ginny le volasse alle spalle, ma ruotava spesso la scopa per fronteggiarla.
Ginny si avvicinò lentamente a Cho. La sua avversaria, sebbene concentrata per individuare il Boccino, cercava di accertarsi del risultato. Finora aveva dovuto preoccuparsi solo delle azioni di disturbo di Ginny, ma la situazione poteva cambiare nel volgere di meno di un minuto.
Corvonero segnò.
Cho tornò a scrutare il cielo con apprensione, ma il Boccino rimaneva invisibile.

Katie infilò la Pluffa nell'anello centrale. Poi Ron neutralizzò con sicurezza un insidioso tiro ad effetto. Passò la Pluffa a Demelza, che sfrecciò vicino a Dean appoggiando la palla tra le braccia del compagno.
Dean fece valere la sua altezza e la lunghezza delle sue braccia, scavalcando il Cacciatore che veniva a contrastarlo e servendo Katie. Katie attese che Dean si liberasse e gli lanciò nuovamente la Pluffa. Demelza si accostò al ragazzo che finse un passaggio ed invece si infilò tra due avversari, allungando di nuovo un braccio per far passare la Pluffa sotto le braccia del portiere avversario ed attraverso l'anello di sinistra.
Duecentonovanta a centoquaranta.
I vessilli di Grifondoro si agitavano forsennatamente. Il margine di Corvonero era azzerato. Dean volò in alto. Sfrecciando in direzione degli spalti per ricevere il plauso del pubblico, quasi travolse Demelza. Si accertò che la ragazza mantenesse l'equilibrio.
Ginny aveva seguito la scena, cercando il Boccino accanto agli anelli avversari.
"Tipico di lui" pensò con un mezzo sorriso, "essere proteso verso i suoi obiettivi anche se gli altri vanno in altre direzioni.
Grinta e determinazione sono le qualità che ci vogliono per far passare la Pluffa tra gli anelli, ma spero che Dean impari a dosarle nei confronti delle persone. Può essere affascinante a volte, ma la mia storia con lui è acqua passata, io mi aspetto qualcosa di diverso.
Vorrei una persona che unisca alla determinazione per i suoi intenti l'attenzione alle qualità di chi lo circonda, che non esiti a mettersi in gioco solo perché è qualcun altro ad averne bisogno."
Il familiare volto di Harry, più giovane di alcuni anni, insanguinato dopo un mortale combattimento, si confuse con i suoi pensieri nel ricordo di quando il ragazzo le aveva salvato la vita.
Un Bolide di Jimmy interruppe il tentativo di Corvonero di avvicinarsi alla porta difesa da Ron. Katie raccolse la Pluffa al volo e scattò verso gli anelli di Corvonero.
Ginny si scosse. Tornò a fissare il campo di gioco, mentre Katie segnava. Il Capitano fece a Ginny un rapido cenno d'intesa. Potevano anche rischiare una presa con Corvonero in possesso di palla. Era il momento di chiudere la partita.

Il Boccino apparve di nuovo. Questa volta Ginny e Cho erano entrambe determinate ad afferrarlo. Era qualche metro più vicino alla Cercatrice di Corvonero, piuttosto che a Ginny, ma fu quest'ultima a scattare per prima verso la piccola sfera annullando quasi del tutto lo svantaggio della posizione.
Cho sapeva che, rimediando una sconfitta di misura grazie alla cattura del Boccino, Corvonero avrebbe vinto comunque la Coppa. Con delicati tocchi sul manico e una spinta di reni, guidò la sua scopa sulla stessa traiettoria scelta da Ginny. Costretta ad un inatteso cambio di direzione, Ginny si trovò un palmo dietro di lei e distinse un sorriso sulle labbra della rivale.
La sua reazione fu immediata. Certa che con quella manovra Cho aveva distolto almeno per un istante gli occhi del Boccino, Ginny si sporse in avanti fingendo una presa. Cho fu sorpresa del movimento e non poté far altro che tentare di anticipare Ginny, allungando il braccio verso il Boccino. Lo raggiunse solo con la punta delle dita, provò a stringere, ma le ali della piccola sfera scivolarono leggere sul suo guanto.
Il pubblico urlava di entusiasmo, speranza e delusione. Il Boccino deviò in alto. Ginny aveva rallentato la scopa appena aveva visto Cho allungarsi verso di esso. Colse un inconfondibile scintillìo una decina di centimentri avanti a lei, poco più in alto e a destra dell'orecchio di Cho.
Avvolse il Boccino d'Oro nell'abbraccio che concludeva la partita e sanciva la completa vittoria di Grifondoro.

La Coppa del Quidditch passava continuamente di mano in mano nella Sala Comune di Grifondoro. Tutti gli studenti della Casa si erano riuniti ed avevano improvvisato una festa per cui erano stati fatti pochi segreti preparativi.
Katie, raggiante, era al centro di un gruppetto di studentesse dell'ultimo anno, custodi di una felicità velata dalla consapevolezza che entro pochi mesi avrebbero lasciato la scuola. Demelza sorrideva, sorpresa ogni volta che studenti e studentesse ben più anziani di lei si dimostravano interessati al racconto di come aveva segnato con un difficile pallonetto, provato poche volte in allenamento.
Ron e Dean, sempre assieme ai loro compagni di dormitorio Seamus e Neville, commentavano l'incontro quasi azione per azione con gli studenti dell'ultimo anno. Jimmy e Ritchie mimavano a turno le espressioni dei giocatori avversari che avevano colpito, suscitando l'ilarità dei ragazzi più giovani.
Ginny era stata accolta da Hermione che le aveva fatto i complimenti abbracciandola, poi tutti i presenti si erano alternati accanto a lei impazienti di ricevere sorrisi o strette di mani ed ascoltare il racconto dell'azione che aveva chiuso il match.
Di tanto in tanto, dava un'occhiata alla porta della Sala Comune che conduceva oltre i locali della Casa. Harry Potter era ancora assente alla festa.
Arrivò poco prima dell'una. Ginny lo riconobbe appena varcò la soglia, sorridendo alla vista dei suoi capelli bruni sempre spettinati e degli occhiali tondi.
Harry si guardò intorno, trovando conferma delle sue speranze nell'esultanza generale e nelle parole con cui Ron gli annunciò l'accaduto, la squadra aveva vinto la Coppa.
Poi, pochi istanti dopo, il suo sguardo incontrò quello di Ginny.
Ginny lesse qualcosa di inatteso nello sguardo che stava incrociando. Si accorse che in tutta quella folla di amici e compagni di squadra, la sola presenza che gli occhi, i luminosi occhi verdi di Harry, sembravano voler accertare era la sua.
Ginny fece un passo fissando senza fiato quegli occhi, gli occhi di un ragazzo che sembravano attendere da lei l'esaudimento di un desiderio a lungo custodito, che non corrispondeva solamente alla vittoria della Coppa.
Con un altro passo, giunse vicina a lui.
Una parte di Ginny temeva ancora che quel desiderio che coglieva negli occhi di Harry fosse solo il frutto della sua immaginazione, ma a zittirla venne il ricordo della conversazione con Hermione.
"Nessuno sembra in sintonia con gli stati d'animo di Harry quanto sei tu."
Con l'ultimo passo si ritrovò tra le sue braccia e non fu affatto sorpresa quando le loro labbra si incontrarono e si gustarono a lungo.
Harry la stringeva ancora, mentre il suo viso si spostava più un alto, guardando i loro compagni di Casa al di sopra delle sue spalle.
Ginny si chiese se fosse il battito del suo cuore ad assordarla o se la Sala Comune fosse divenuta improvvisamente più silenziosa. Fra le braccia di Harry, le sembrava di essere tornata di nuovo in aria, avvolta in un abbraccio nel cielo.
Poi Harry le prese una mano e, senza una parola, la guidò fuori dalla Sala Comune. La loro storia era cominciata.

   
 
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