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Autore: Venenum    28/09/2011    5 recensioni
Le aveva regalato l’agrifoglio per proteggerla da lui – dalle notti in cui avrebbe voluto rapirla, come aveva rubato l’aria alle foglie e il riflesso agli specchi.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
- Questa storia fa parte della serie 'Leggende d'amore, di fantasmi e di folli gesti'
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                                                       Settanta battiti solitari
 





     Brusio di foglie e crepitio di fuoco appena acceso. L’autunno ridestava dal sonno i ricordi più proibiti. Il calore proveniente dal camino sembrava l’unico modo fattibile per mantenersi viva e per ingannare il gelo che il suo cuore aveva abbracciato durante l’estate.
     Il vento non conosceva calma quella notte. Sbuffi ininterrotti si scontravano contro le finestre della sua casa. Hermione aveva deciso di prepararsi una cioccolata calda e di leggere un libro, sotto le coperte di un letto che avrebbe supportato il peso di un amore a senso unico.
     Avere la morte nel cuore era decisamente un suicidio. Era una favola che non avrebbe mai conosciuto la bellezza di un lieto fine irreale. Ci sarebbe sempre stato un solo cuore a battere, settanta battiti solitari in cerca di un’avventura senza cavaliere, perché la principessa avrebbe salvato se stessa.
     E poi, quando la luna faceva mostra di sé in cielo, tra mille trapunte di stelle eterne, Hermione udì un lamento – una voce narrava di solitudine e di lacrime. Agguantando lo scialle, si diresse verso la porta d’ingresso della sua casa, rammentando quelle parole – quelle promesse di fiori mai nati e primavere mai giunte.
     “Non avrai mai l’impressione di perdermi”.
     “Credevi di potermi salvare? Quando guardi a lungo nell’abisso, l’abisso ti guarda dentro. Nella mia pelle, nelle mie ossa, nel mio cuore, nella mia visione di vedere le cose: lo sento. Sento che è qui, con me. L’oscurità è troppo profonda, è irraggiungibile. Ma se la raggiungi, capisci di dovervi restare e di non poterla abbandonare. Io non posso”.
     “Il tuo fiore è l’agrifoglio”.
     Draco Malfoy sapeva che il suo spirito fosse diverso, malvagio.
     Hermione si asciugò una lacrima frettolosa, che si andò a confondere con il tessuto della sua camicetta. Le aveva detto, prima che il suo respiro diventasse polvere, che lui sarebbe diventato l’anima di un amore eterno e aggressivo. Draco non era mai stato tanto enigmatico, ma poi Hermione aveva compreso e aveva provato paura.
     Le aveva regalato l’agrifoglio per proteggerla da lui – dalle notti in cui avrebbe voluto rapirla, come aveva rubato l’aria alle foglie e il riflesso agli specchi.
     Hermione aveva piantato l’agrifoglio davanti all’entrata della sua porta: un giardino segreto da curare con estrema dolcezza. Quando Hermione mise la mano fuori dalla porta, si sentì sfiorare dall’aria e dal riflesso di una trasparenza.
     Qualcuno stava parlando al suo cuore.
     “Vorrei venirti a trovare ogni giorno, ma tu lo hai sempre saputo: egoista nella vita, egoista nella morte. Ricorda al tuo cuore di battere anche per me. Ricorda di vivere nel nome di un amore che non avrebbe potuto chiamarsi diversamente”.
Hermione ritrasse le dita e si sentì avvolta da un profondo senso di pace.
     “Addio, Draco”.
     E quando pronunciò a voce alta quelle parole, seppe di dirle definitivamente: lui non sarebbe tornato e lei non avrebbe avuto modo di dirgli che la cicatrice più profonda portava i graffi di un nome che traspariva sulla sua pelle.
     Draco – anima venduta di un malvagio che mai lo era diventato.


Note:

"Quando guardi a lungo nell'abisso, l'abisso ti guarda dentro" è di Nietzsche.
Non ho molto da dire; ringrazio piperina per averla letta e l'agrifoglio per essere stato frutto di ispirazione. 
Mi trovate comunque QUI, su facebook, per ogni chiarimento e per eventuali spoiler su altre mie storie o Dramione.
   
 
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