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Autore: Eternal Life    08/06/2006    6 recensioni
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Genere: Generale, Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Boris, Nuovo personaggio, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciaoooooooooo!!!! Ecco la mia prima ff!!! L'ho scritta cercando di comprendere i pensieri, le sensazioni, che caratterizzano questo personaggio che mi ha sempre affascinato!! Tutti lo considerano un essere orribile, privo di sentimenti... Ma per capire veramente una persona non bisogna badare solo all'apparenza, perchè spesso porta una maschera, per soffocare ciò che sente, ciò che ha dentro di sè...
Questa storia per me è stata dificcile da scrivere sia per un fatto sentimentale, che per quello pratico! Non sono abituata a scrivere al presente!
Comunque spero che la apprezzerete! Che dire?
Buona lettura e grazie a chiunque la leggerà e (magari) lascerà un commentino, anche piccolo!

By By vostra Eternal Life
P.S.: Quasi dimenticavo! Questi segni: ** indicano l'inizio dei flasch back, e questi: ^^ la fine! Grazie per la pazienza!
La Russia. Certo mi avevano detto che era un luogo dal clima rigidissimo, ma non immaginavo così tanto! Penso questo mentre mi copro col cappotto dall’ incessante vento gelido che continua a battere sul mio volto, rendendo le mie gote ancora più rosse di quanto già non lo fossero.
**
“Ma chi te lo fa fare di arrivare fino a lì solo per fare una stupida intervista!!?”. Questo mi avevano detto le mie amiche prima che partissi per Mosca. In fin dei conti non avevano tutti i torti. E’ proprio come la descrivono i libri di scuola. Un'enorme città dall'architettura particolare e dove brulica povertà.
^^
Annodo meglio la sciarpa intorno al collo e riprendo a camminare. Ormai sono a pochi metri dal raggiungere la mia meta. Guardo le mie mani. Piene di sangue. Naturale. Già non sopporto il freddo dell’ Italia, che durante l’ inverno spacca la pelle delle mie mani e quindi sono costretta a mettermi della crema per far rimarginare quelle piccole ferite, figuriamoci in Russia dove il freddo è cento volte, ma che dico di più, maggiore! Cerco di coprirle con i guanti di pelle nera ed i miei fedeli manicotti.
**
“E’ un posto strano, pericoloso… Sicura di volerci andare?!”. Le mie amiche le avevano provate tutte per convincermi a non partire per la capitale russa. Ma io sapevo che non era Mosca a spaventarle. Bensì la persona che dovevo intervistare. “Mica devo rimanerci per sempre! Vado lì solo per un’intervista e il giorno stesso ritorno a casa! Promesso!” avevo ribattuto io per tranquillizzarle.
^^
Ad un tratto guardo verso l’orizzonte. Una figura si erge in lontananza. Non è chiaro che cosa sia. Per la curiosità affretto il passo. Già è stata proprio la curiosità a portarmi fino a qui. Per scoprire qualcosa, qualcosa che forse neanche io so che cos’è! Strana a volte la vita…
Il mio passo veloce è ormai diventato una vera e propria corsa. Corro, corro, e poi ad un certo punto rimango paralizzata. Davanti a me c’è una costruzione grigio pietra. Sembra un palazzo, un castello… Mi avvicino di più… Ecco sono praticamente a due passi da quella imponente costruzione… M-ma, è un monastero!! Ma non un monastero qualunque… E’ il mio obbiettivo.
**
“E poi sei proprio sicura di volerlo conoscere di persona?” I Bladebrakers me ne avevano parlato malissimo. Avido, privo di scrupoli, egoista… Gli avevano detto di tutto e di più. Non mi importa. Io voglio vederlo in faccia.
^^
Il monastero è circondato da un cancello grigio. Mi avvicino al portone principale che ha ad entrambi i lati due statue. Due lupi per la precisione.
“Chi sei? Cosa vuoi?”. Mi volto di scatto saltando per lo spavento. Mi ritrovo faccia a faccia con un ragazzo dai capelli violacei e lo sguardo da duro che si trova dall’altra parte dell’ ingresso. “Boris…” penso mentre il russo mi pone le stesse domande di prima. Sto per rispondere quando questo dice:”Ehi, per caso sei la tipa dell’intervista?”. Annuisco e gli porgo il pass che mi aveva spedito giorni prima il direttore del monastero via posta. Grazie a quello ho il diritto di fare un intervista a chiunque dei suoi allievi. Ma e me interessa solo uno in particolare.
**
Avevo fatto i salti mortali per avere quel dannato aggeggio. Promesse su promesse, ma quella principale era non disturbare gli allenamenti di Beyblade.
^^
Boris controlla in pass e poi mi squadra. “Forza muoviti, il mio capitano non ha tanto tempo da perdere con queste cose futili.” Dice aprendo il cancello. Sto per ribattere dicendogli che è stata una faticata venire fin qui!
Stamattina stavo per perdere l’aereo. Arrivata a destinazione chiamo un taxi. Questo arriva mezz’ora dopo l’orario deciso, e per di più si rifiuta di accompagnarmi fino al palazzo perché dice che li girano tipi strani. Anche se guardando Boris non si sbagliava di certo.
“Allora, ti dai una mossa” ribatte spazientito il ragazzo. “Oh, si scusa!”. Corro verso di lui che è già arrivato al portone del monastero. Entro e… incredibile! Si sta benissimo! La temperatura è perfetta! Certo c’è sempre quella freschezza, ma nonostante tutto si sta bene. Mi tolgo il capotto e tutto il resto, ed esclamo: “Uao! Come mai qua dentro c’è questo tepore?” “Riscaldamenti.” Risponde lui gelido. Che risposta del cazzo!! “Ehm… Si…Ma devono essere molto potenti…”incalzo io. “Allora riscaldamenti molto potenti” dice lui ancora più freddo di prima. “Lasciamo perdere…” sussurro. Continuiamo a camminare per un corridoio che sembra non finire mai. Ad un certo punto si ferma davanti ad una porta di legno scuro massiccio. La apre e mi fa entrare. “ Il capitano arriverà a momenti, deve finire un allenamento. Comunque penso che gli farà bene parlare un po’ con te.” Non faccio in tempo a dire un: “Ok, grazie.” che già è sparito sbattendo la porta. “Ma quanto è gentile!” penso mentre poggio il cappotto e il resto su un attaccapanni nero. Osservo la camera. Devo ammettere che è abbastanza accogliente. Un caminetto accesso al centro della parete color panna. Due poltrone bordò, con i bulloni, ai lati del camino. E un tavolinetto al centro con sopra una bottiglia d’acqua di vetro con due bicchieri anch'essi di vetro. Le lampade non sono accese. A far luce c’è solo il fuoco, che ne fa in abbondanza. C’è una sola finestra. Non molto grande. Mi affaccio per guardare fuori. Ci sono dei bambini che si stanno allenando con i bey. Istintivamente sorrido. Cavoli, però! Come è severo i loro maestro! Mi sembra che ci vada un po’ troppo sotto con quel frustino…
F-FRUSTINO!!! Oh, mio Dio… Ma dove siamo nei campi di concentramento!! Vorrei tanto poter riempire di botte quel dannato uomo…
**
“Molto probabilmente li noterai che vengono usati metodi di allenamento disumani…” fece la mia amica. “COSA!?” intervenni io scioccata. “M-ma è orribile! Disumani! Dio mio! Cosa mai gli faranno?!” dissi sarcastica“Non puoi neanche immaginare…” dibatté lei guardandomi seria. No, non stava scherzando. Poi aggiunse, notando la rabbia nei miei occhi:”Tu, qualsiasi cosa succeda, non provare a reagire…” “Ma…” “Niente ma.” Concluse fulminandomi con lo sguardo.
^^
Seguo il consiglio della mia amica, e distolgo lo sguardo da quella scena, disgustata. Per distrarmi mi lascio andare su una delle due poltrone facendo cadere a terra lo zaino con dentro tutto l’occorrente per un’ intervista. Taccuino maxi, due penne, una per l’utilizzo e una di scorta, un registratore, una macchina fotografica, e naturalmente il necessario per il viaggio. Gran parte di tutto questo materiale è inutile. Questa intervista non sarà pubblicata o nulla del genere. Logico. Il direttore del monastero non vuole pubblicità. Qualcuno penserà che è stato tutto inutile arrivare fino in Russia per fare una cosa dalla quale poi non trarrò alcun frutto. Ma per me non è così. Non posso, non voglio credere che “il capitano”, come lo chiama Boris, sia un essere talmente spregevole come dicono Takao, Hilary e gli altri… No… Non può essere…
Scatto in piedi, do un calcio allo zaino e urlo: ”Ma perché me l’ha prendo tanto a cuore!”. Sospiro. Prendo lo zaino e mi risiedo. Tiro fuori dalla tasca una foto di questo essere tanto spregevole. Comincio a fissarla. Passo con le dita sul suo viso, e lì mi soffermo. “I tuoi occhi… Così tristi” dico tra me e me.
Sento sbattere la porta. Spaventata alzo lo sguardo… E due occhi gelidi mi stanno fissando. Rimango lì, come un imbecille, senza dire nulla. Provo a parlare ma le parole mi si seccano in gola. Ringraziando il cielo e lui ad aprire la conversazione:“Buongiorno”. La sua voce è come un vento gelido che entra nel tuo corpo, nella tua anima... “B-buongiorno!” è tutto ciò che riesco a dire ormai paonazza. Ficco velocemente la foto nella tasca, butto lo zaino a terra, mi alzo e faccio un mezzo inchino.
“Tu saresti l’italiana che è venuta fin qui per farsi gli affari miei, giusto?” “Sì…” rispondo timidamente. Kay aveva ragione. Non è proprio la gentilezza fatta persona, ma già che ha detto “buongiorno” mi basta. Mi guarda negli occhi senza timore, al contrario mio, e il suo sguardo si sposta dal mio volto alle mie mani. Alza un sopracciglio. “Sangue?” dice ironico. Mi guardo le mani ed esclamo: “Oh, cavolo!”. Ormai completamente a disagio cerco di “asciugarle” sui pantaloni pesanti. Ma il sangue mi si è ormai “seccato” sulle mani. Giusto l’acqua può toglierlo. Lui mi sorpassa e si accomoda sulla poltrona. “Allora, vogliamo ancora perdere tempo?” dice interrompendo il silenzio. “N-no!” rispondo agitata. Prendo il taccuino nello zaino, la penna e mi accomodo anche io. Il suo sguardo è in grado do gelare il cuore di chiunque. Cerco di aprire un rapporto amichevole in modo da far calare la tensione.
“Ehm… Allora Yuri, come và?”. Non gliela avessi mai chiesto! Mi gela con lo sguardo e risponde: “Gradirei che mi desse del lei. Comunque potrebbe andare meglio.” Ed appoggia la schiena sullo schienale mettendo la mano destra sotto il mento, senza smettere di guardarmi negli occhi. Arrossisco violentemente e a fatica riprendo il discorso.
“Ah… Ehm…Ok…” tossicchio un po’. “Bene, mmm… Signor Ivanov..." "Ivanof." mi corregge lui freddo."Ah... Ok..." dico più rossa di prima "Ivanof... Le prime domande sono in generale” “Faccia lei.” E’ la prima volta che una persona mi dà del lei.
1)Nome?
"Yuri"
2)Cognome?
"Ivanof"
3)Età?
"15 a Dicembre"
“Dicembre, il mese più freddo dell’anno…” Penso mentre segno le sue risposte.
4)Da quanto tempo frequenta il monastero?
"In pratica da quando sono nato"
5)Ehm…Se mi posso permettere… Come mai fin dalla più tenera età?
"I miei genitori mi hanno abbandonato"
Temevo una risposta del genere. Ma perché glielo chiesto?! Cerco nel suo sguardo se gli ho procurato dolore o altro. Ma niente. Impassibile come sempre. Guardo i suoi capelli. Ripenso alle parole di Max: “Sembra che qualcuno gli abbia dato fuoco in testa!”. Le mie labbra si aprono in un sorriso. “Trova così ridicolo il colore dei miei capelli?”. Rimango esterrefatta. Così oltre ad avere la capacità di gelarti con lo sguardo, sa anche leggere nel pensiero! “Ehm…N-no!” dico per salvarmi da quella imbarazzante situazione. “La smetta di coprirsi dietro a inutile scuse” fa lui sbuffando, così da far muovere una delle sue rigide ciocche che gli cadono dinanzi al volto. “Bhè, deve ammettere che è un colore abbastanza particolare…” faccio io. Lui sospira di nuovo e dice: “Proseguiamo”
6)Che rapporto ha con il direttore del monastero?
"Pessimo"
7)E con i suoi compagni di squadra, invece?
"Di certo migliore"
8)Ha mai discusso con loro per qualche motivo?
"Gli ordini li detta il “direttore” quindi non possiamo contraddirli, e quindi niente discussioni"
Le sue risposte sono compatte, rigide, fredde… Non si scompone per nessun genere di domanda…
9)Ha un amico, o amici, “speciale”?
"Non ho amici"
10)E allora come li definisce i suoi compagni di squadra?
"Come ha detto lei. “Compagni di squadra”. Semplici persone con cui lavoro per uno scopo comune, rubare tutti i bit power"
11)Quindi lei definisce il Bayblade un lavoro?
"Inizialmente era nato come una passione…"
Finalmente il suo sguardo si distoglie dal mio e va a fermarsi su le fiamme del camino. E per un attimo mi sembra di vedere una luce nei suoi occhi… Ma lui non mi dà il tempo di capire cosa sia che è già tornato a fissarmi.
"Ma ora è un compito. Una missione"
Niente. Andando di questo passo non lo capirò mai questo benedetto ragazzo!! Yuri!! Ma cosa hai! Cosa nascondi! Nonostante tu faccia di tutto per soffocare cosa senti, le tue sensazioni, le tue emozioni… Io non mi arrendo Ivanof! Forse è il caso di cambiare genere di domande…
12)Cosa pensa dei sentimenti?
"Sono solo cose inutili che ti rimbambiscono per farti perdere la strada"
13)La strada verso cosa?
"Verso il potere"
Gli lancio uno sguardo di sfida.
14)E quindi… Per lei cos’è il potere?
Mi guarda nella stessa identica maniera e risponde:
"Essere rispettato. Guardare le persone dall’alto in basso. Potergli far capire che io sono tutto, e loro niente. Poterle far soffrire…"
Rimango pietrificata. Non riesco a parlare. Lui mi guarda con aria beffarda. “Perché quella faccia? Mi considera forse un essere abominevole?” dice schernendomi. Sto per urlare quello che lui ha detto esattamente, ma mi contengo. Eh no, bello mio, non cado nella tua trappola. “No. Non la considero così” dico cercando di sembrare il più tranquilla possibile. Per un attimo nei suoi occhi vedo…Si…Paura. Perché?
15)Ehm... Quindi vuole che le persone abbiano paura di lei?
"Si"
16)Perché?
Non risponde. I suoi occhi di ghiaccio si spostano verso le fiamme del camino, e tra se e se sussurra qualcosa che a stento riesco a comprendere:"Io... Ho sofferto troppo..." "Scusi?" dico io con tenerezza. Sbarra gli occhi e torna a fissarmi più freddo di prima, e avverto che quel tono così...DOLCE... Non fa per lui, è come se lo infadisse...
Si alza dalla poltrona e mi guarda con aria minacciosa. Per un attimo avverto paura...No. Non devo. Cerco di reagire. "Qualche problema?" dico mentre lo guardo con aria interrogativa. Si volta dandomi le spalle. "L'intervista finisce qui" "Come scusi?" "Ho detto" il suo tono è leggermente più alterato "L'intervista finisce qui" ripete infine lui. "M-ma...!" balbetto io confusa. Eh no! Non mi faccio liquidare in questa maniera! E sopratutto non ora che sto per capire, forse, i tuoi sentimenti, mio caro!
"Veramente avrei ancora qualche domanda...". Fa per andarsene ma io dico:
17)Ha paura di amare, Signor Ivanof?
Silenzio. Si volta lentamente. CRASH! Con un gesto veloce del braccio manda la bottiglia d'acqua addosso al fuoco, frantumandola. Il fuoco sussulta e perde la vivacità di prima a causa dell'acqua finita sul legno infuocato. A primo impatto non reagisco. Rimango come traumatizzata. La luce è diminuita, a malapena vedo i tratti del suo viso, i suoi capelli, e poi i suoi occhi...Pieni di odio. "Se ne vada" dice continuando a fissarmi. "No" "Come?" "No!" ripeto alzandomi dalla poltrona, ormai furiosa. Non mi faccio trattare in questa maniera, da nessuno. Cerco di scrutare nel suo sguardo.
"Cosa spera di trovare?" mi chiede prendendosi gioco di me. Sorrido dolcemente. Mi chiedo come fa a capire ogni volta ciò che penso. "Speranza..." rispondo avvicinandomi lentamente. Si allontana. "Se ne vada..." ripete, ma stavolta in maniera incerta. E di nuovo, rivedo nel suo sguardo, PAURA. I nostri volti si fanno sempre più vicini. Passo la mia mano sui suoi occhi. Lui chiude le palpebre e non si muove. "I tuoi occhi...Così tristi..." dico. Sbarra gli occhi e con un gesto violento scansa la mia mano dal suo viso. "SE NE VUOLE ANDARE!!?" urla. "NO!!" ribatto. Con fare agitato va verso la porta, la apre e urla di nuovo:"SE NE VADA!". Io mi dirigo verso di lui, chiudo la porta sbattendola e lo guardo negli occhi. "Finalmente non evita il mio sguardo" dice lui freddo. Sorrido ironicamente. "Cosa vuole da me?" continua lui "Niente...Solo capire...Aiutarla...". Un sorrisetto divertito si apre sulle sue labbra, fino a diventare una vera e propria risata che avrebbe potuto far rabbrividire chiunque. "Lei vuole aiutarmi? Ma se ne vada al diavolo! Nessuno ha voluto mai aiutarmi! TUTTI se ne sono sempre fregati! A partire i miei genitori dalla nascita..." "Io non sono TUTTI...". Sorride compiaciuto e mette la mano sul pomello della porta. Lo blocco per il polso. Si volta di scatto e mi guarda. "Abbia fiducia in me" dico seria. Si gira completamente lasciando il pomello della porta, ma io continuo a tenergli il polso. Pochi secondi di silenzio, ma che a me paiono interminabili. Gli lascio il polso. Con entrambe le mani mi afferra per le spalle e mi strattona. "MA CHI SI CREDE DI ESSERE!? LEI ARRIVA DAL NULLA E PRETENDE CHE IO MI FIDI DI LEI!?". Smette di strattonarmi ma non toglie le mani dalle mie spalle. Quei suoi due laghi di ghiaccio penetrano nei miei occhi scuri. "Non ha tutti i torti" rispondo seria. Mi libero dalla sua presa e mi allontano di qualche passo. "Arrivando qui" incomincio io "sapevo che avrei incontrato una persona egoista, fredda..." "Orribile..." continua lui "Ma tu non sei così". Smetto di dargli del lei. "Pensa che al mondo non esistano persone così?" dice ironicamente. "Non ho detto questo" ribatto sempre più seria. "Probabilmente tu saresti una di queste persone..." dico "...se i tuoi occhi non fossero così colmi di tristezza, di paura." Silenzio. Ecco. Di nuovo quella sua strana luce negli occhi... Comincio a comminare nuovamente verso di lui. Ma questa volta non si allontana. E' come pietrificato, di ghiaccio... "Vattene via" sussulta "Hai smesso del darmi del lei..." "VATTENE!!" ripete furioso "NO!" alzo anche io il tono di voce. Mi guarda irriggidito e arrabbiato. Mi prende per le braccia ma sta volta facendomi male. Cerco di guardarlo in viso e soffocare il dolore. Non è mica l'unico ad avere un orgoglio. "Sei testarda sai?" dice lui. Rido sotto i baffi divertita. Non cerco di divincolarmi, dico semplicemente:"Yuri... Così ti distruggerai..." "E a te che importa?" "Se si sta troppo tempo in disparte..." proseguo io "La solitudine uccide...". La sua presa si fa più DOLCE. E' quasi una carezza. Abassa la testa. Non ci posso credere! E' la prima volta che evita il mio sguardo. Continua a tenermi per le braccia. "Vai via, per favore..." "No Yuri... Non ti lascio solo...". Mi lascia le braccia e, disperato stringendo i pugni, urla:"TI PREGO, VATTENE!! LA MIA ANIMA E' MALVAGIA! SONO UN MOSTR..." "NO!" lo precedo io sul tempo."TU NON SEI UN MOSTRO YURI!" Continua a tenere lo sguardo basso "E GUARDAMI NEGLI OCCHI QUANDO PARLO!!" e lo costringo a guardarmi mettendogli le mani sul collo e alzandogli il viso.
"Anche le tue mani sono gelide..." "Non sei l'unco ad avere paura delle trappole che ci tende la vita, Ivanov..." ribatto. "L'hai pronunciato di nuovo male...". Sorrido. "Non voglio AMARE...Non devo AMARE!" fa lui arrabiato "Perchè NON devi?" gli chiedo con dolcezza. "Tutte le persone per cui ho provato anche un semplice affeto di amicizia, di fiducia... Mi hanno tradito! Voltato le spalle!!". E detto questo mi abbraccia forte a se. Rimango estrefatta. Sento le guance avvampare. Chiusa in quella tenera morsa non riesco a pensare a un bel niente. Sono troppo confusa, e nello stesso tempo intimitida, imbarazzata... Non riesco a contrancanbbiare l'abbraccio... E' più forte di me... Fa parte del mio carattere... In quel momento sento un suono. Singhiozzi?! Si.
Il perfido, il mostruoso e insensibile Yuri Ivanof... sta piangendo. Sulla mia spalla sinistra. "Yuri..." gli sussurro piano all'orecchio. Per tutta risposta lui mi stringe più forte, ma sempre con quella tenerezza strana... Come fanno a dire che sei un essere abominevole?! Certo, in apparenza lo sembri, eccome! Ma in realtà TU sei un essere UMANO. TU SOFFRI, come tutti NOI... TU chiedi solo un appiglio al quale afferarti quando senti che stai sprofondando nell'oblio... A volte piango per delle cose che in realtà poi sono futili, quando invece al mondo, c'è gente che si sente spezzata, fragile... COME TE Yuri... "Perdonami..." sussurro. Quel pianto disperato, ma soffocato, non accenna a smettere. "Perdonami..." ripeto, ma stavolta mi strigo alla sua schiena con le braccia. I singhiozzi non si fermano. Mi tiene sempre più stretta, ma non mi guarda in volto. Sono così rossa, che ormai potrei raggiungere il color rosso fuoco dei suoi capelli! Si, Yuri... Ora riesco ad avvertire il tuo dolore, la tua ansia, le tue PAURE... Non ce la faccio a lasciarti solo, non voglio lasciarti solo...
Il suo pianto cessa. Smette di stringermi in quella meravigliosa trappola e si allontana da me, così sono costretta a lasciare la sua schiena. Finalmente riprende a penetrare il mio sguardo. Vedo i suoi occhi arrossati, mo non sono più gelidi... Sono diversi... Rispelendono di una luce, si di quella luce strana che più volte lui mi aveva nascosto... SPERANZA. Si riavviccina lentamente e prende con le sue mani gelide le mie gote. "Yuri... Vieni via con me..." dico piano e imbarazzata dal quel suo strano gesto. "Come scusa?" "Vieni via con me!" ripeto io agitata. Nessuna risposta e poi un suono:"Non posso..." "Perchè non puoi?!" gli chiedo io. Con le dita comincia ad accarezzare le mie guance. "Questa è casa mia, ormai" dice lui,infine, deciso. "Ma qui,ti distruggeranno! Io non voglio..." abbasso lo sguardo e comincio a singhiozzare. Ma che cavolo sto facendo!!? Che mi prende!? Cerco di trattenere le lacrime. Troppo tardi. Ormai scendono copiose. Lui, leggermente, rialza il mio viso. "Non mi distruggeranno, grazie a te. Perchè mi hai fatto capire, mi hai aperto gli occhi... Non potrò mai ringraziarti abbastanza" dice serenamente. "E' un addio, Ivanof...?" "No" risponde asciugando le mie lacrime. "Come potrei rinunciare alla persona che mi ha insegnato cos'è l'amore..." respira profondanente "... e mi ha fatto INNAMMOARE". Detto questo mi bacia.
CHEEEEEEEE????!!!! Yuri Ivanof mi sta BACIANDO!!?? Calma, calma. E' tutto ok... Ma che cavolo dico!!?? Voglio respingerlo, ma non ce l'ha faccio... Che diamine mi sta succedendo? Riesco a sentire il mio cuore battere all'impazzata... Che cos'ho? Sento il bacio che si sta facendo più DOLCE, più intenso... Com'è bello... MA A CHE CAZZO VADO A PENSARE!!?? Forza stupida, ritorna in te! Ma allora perchè non mi allontano, non lo respingo?! E perchè...perchè non voglio assolutamente lasciarlo solo? Perchè non voglio che LUI mi lasci, che venga con me? Che mi stringa nel suo abbraccio...? Che cavolo mi sta accadendo? Che mi sia innammorata di lui... Ma non lo conosco neanche da un giorno! Come posso provare qualcosa per Yuri...
**
Mentre preparavo la valigia per il viaggio una mia amica, avvicinandosi, mi disse:"Ehi, non è che mi ritorni dalla Russia ed hai perso la testa per quel tipo!?" per poi cominciare a ridere a crepapelle. "Ti ci mando ora o dopo?" dissi io per tutta risposta "Non penso che una giorno basti per farmi perdere la testa per una persona che neanche conosco!" "Oooh..." cominciò lei "Ma quel ragazzo non è una persona qualunque... Credimi..." poi fece l'occhiolino ed io sorrisi divertita.
^^
Ha ragione. LUI non è il ragazzo gelido che tutti credano che sia. LUI è molto di più.
Quel meraviglioso bacio finisce, purtroppo, ed io sono costretta a tornare alla realtà. Lascia libere le mie labbra per poi perdersi nel mio sguardo. Con le sue fredde mani lascia le mie guance. No, non c'è l'ha faccio più... Mi butto tra le sue braccia e con i pugni chiusi stringo la sua maglia. Nuovamente mi abbraccia e deciso dice:"Ci rincontreremo" "Promettimelo" "Ci rincontreremo, te lo prometto". Alzo lentamente i miei occhi verso il suo bianco viso e sorrido come una bambina indifesa. Lui ripete di nuovo:"Grazie..." per poi rimprigionare le mie labbra, ma stavolta niente stupidi pensieri o indecisioni! Mi lascio stringere dalle sue forti braccia, guidata finalmente, solo dal mio cuore...
Si. Ti credo Yuri. So che ci rincontreremo.

****

Vengo risvegliata dai miei pensieri a causa di una mia amica che mi chiama a gran voce. "Ehi, ma dove hai la testa?!" dice gurdandomi preoccupata. Poi continua:"Da quando sei tornata dalla Russia sei... STRANA..." "Non ho niente, non ti preuccupare... E' tutto a posto..." concludo sorridendole allegramente. Mi dirigo verso la porta. "Ehi, dove vai, è quasi buio!" "Vado a fare un giro ho bisogno... Di schiarirmi le idee!" rispondo io "Torno presto! Ciao!" chiudo la porta, ma giusto in tempo per sentire un'altra mia amica dire:"Lo sapevo che quel russo le avrebbe fatto perdere la testa..." per poi sospirare.
E' ormai passata una settimana dal quel mio viaggio. Una settimana o forse di più. Ormai non tengo neanche più il conto dei giorni... Tutto mi sembra come scorrere a gran velocità, il TEMPO mi sembra scorrere via... Come sfuggirmi di mano... Da quando ho incontrato i TUOI occhi, da quando mi hai BACIATA, da quando mi sono INNAMORATA di TE... Non posso fare a meno di pensarti. Mi hai promesso che ci rincontreremo. Ti credo. Ma quando accadrà?! Non c'è l'ha faccio più. Sento il bisogno di riperdermi nel tuo abbraccio, nelle tue labbra...
Sospiro prondamente mentre continuo a camminare senza meta. E' ormai buio, mi converrebbe tornare a casa, ma non ne ho voglia. A un tratto un suono attira la mia tensione. Passi, si. Sto per alzare il volto per vedere chi ho dinanzi ma proprio in quel dunque inciampo su un sasso. "Ma che bella figura!" penso sarcastica mentre sono ancora a terra. I passi si avvicinano. "Serva aiuto?" mi domanda la persona misteriosa porgendomi la mano. Io balbetto intimidita:"N-no, non si preoc-...". Alzo lo sguardo. Due occhi di ghiaccio, ma colmi di SPERANZA mi guardano con tenerezza... Non ci posso credere. Grazie al SUO aiuto mi alzo da terra e le parole mi muoiono in gola. Come la prima volta che ci siamo incontrati, è lui ad aprire la conversazione:"Te l'avevo promesso, no?". E per la prima volta vedo il suo volto risplendere di un magnifico e DOLCE sorriso. Mi abbraccia forte a se e, finalmente, mi riperdo nell'abbraccio del mio lupo solitario.

  
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