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Autore: Sparrowhawk    29/09/2011    8 recensioni
Tutti noi ci siamo sempre chiesti che cosa ne pensi, Goku, della sua storia con Chichi.
Quanti giorni abbiamo passato, seduti sul divano mentre guardavamo le sue imprese alla TV, a domandarci cosa passasse nella testa del nostro eroe quando guardava la sua 'cara' mogliettina.
Ebbene, mi sono sforzata di dire la mia senza sfociare nel ridicolo, cercando di mantenere bene integri i caratteri di Son Goku e di Chichi. Spero di aver raggiunto il mio scopo e di aver reso un buon servizio alla comunità con questa mia piccola One-shot. ♥
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chichi, Goku | Coppie: Chichi/Goku
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Per farmi perdonare
Fandom: Dragonball
Personaggi: Chichi; Son Goku
Rating: Verde
Genere: Comico; Romantico; Fluff
Altro: One-shot; Het
Note: Nella speranza di essermi attenuta il più possibile al carattere dei personaggi, vi offro questa mia nuova one-shot su quella che è in assoluto la mia coppia preferita. CGoku e Chichi, finalmente, chiariranno alcuni dubbi.


Tornare a casa, di recente, era sempre più difficile.

Goku voleva molto bene a sua moglie, ormai non poteva neanche immaginare cosa avrebbe fatto, della sua vita, se improvvisamente lei non ci fosse più stata al suo fianco, ma ogni volta che Chichi se la prendeva per qualcosa lui desiderava fuggire il più lontano possibile. Insomma, combatteva contro il male spesso e volentieri, aveva sempre a che fare con i cattivi più cattivi del mondo ed era morto già un paio di volte solo ed esclusivamente per dinfedere il pianeta, eppure, anche così, non poteva proprio affrontare Chichi nei suoi momenti peggiori.

Quando gli urlava contro rimaneva ben poco della ragazza gentile ed innamorata che, tanti anni prima, gli aveva chiesto di sposarla. Cambiava del tutto e si tramutava in una donna fin troppo caparbia, musona e che con la dolcezza aveva ben poco a che fare. C'erano addirittura attimi in cui Goku ringraziava il cielo che, la sua cara mogliettina, avesse deciso di smettere di allenarsi nel combattimento. Chissa cosa gli avrebbe potuto fare se invece avesse continuato! Già così era capace di tirargli dietro i mobili della casa!

«Ah, ma che devo fare adesso...?»

Il povero Sayan, accasciatosi a terra lungo disteso in un prato pieno di margherite candide , portò le braccia dietro alla nuca, cominciando ad osservare le nuvole che, in quel cielo limpido ed azzurrissimo, andavano a formare continuamente nuove forme. Gli erano sempre piaciute le nuvole, forse perché era divertente starle a guardare mentre, mutevoli come poche altre cose al mondo, si univano per ritrarre cose anche assurde: una volta gli era capitato di vedere la sagoma del drago Shenron -che qualcuno avesse espresse un desiderio e, quello che aveva visto, fosse proprio il drago in persona?-, un'altra, addirittura, la testolina buffa del suo amico di sempre Crilin. Gli era perfino successo di intravedere un cosciotto di pollo...

«Ihihih, quella sembra Bubbles!» esclamò, indicando l'ennessimo cumulo di simil zucchero filato che gli si era parato di fronte «Mi fa venir da ridere perfino sotto forma di nuvola! Chissà come se la passa, quella scimmia...»

Di certo se la stava passando meglio di lui.

Le martellate di Re Kaioh potevano anche far male, non lo negava, sopratutto se te le prendevi costantemente in testa, ma piuttosto di dover sentire un dolore ben più profondo lì, dentro al suo petto, ogni volta che Chichi si arrabbiava, beh...Goku avrebbe fatto a cambio con lui all'istante.

Non ci aveva mai fatto molto caso, a dire il vero, però ora che era cresciuto e aveva cominciato a riflettere di più sulla sua vita, capiva benissimo che vederla adirata non era poi tanto bello. Tralasciando la strana vena di furia omicida che le leggeva sempre nello sguardo e che gli faceva accapponare la pelle, Goku aveva spesso riso delle uscite della moglie, considerandole alla stessa stregua di qualcosa di troppo labile e momentaneo per poter anche solo essere preso in considerazione. C'erano tante cose da dover sperimentare, nella vita, non vedeva proprio come la rabbia dovesse riempire il cuore di una persona per troppo tempo.

Ora, invece, poteva comprendere i pensieri di Chichi sentendosene ovviamente colpevole.

Quella donna, da sola, aveva dovuto far fronte a mille difficoltà. Si era sobbarcata del destino della loro famiglia perché lui, al contrario, anche se per una buona causa, si era invece caricato sulle spalle quello della Terra intera. Aveva cresciuto i loro due bambini, Gohan e Goten, completamente da sola e, come se tutto questo non bastasse, non aveva mai avuto il sostegno di colui che avrebbe dovuto essere suo marito.

Era stato un eroe per il mondo quando si era messo fra la totale distruzione del genere umano -o namecciano che fosse- ed il nemico di turno, che voleva perpetrare un simile crimine, ma, al tempo stesso, era divenuto a sua volta il peggiore nemico di Chichi.

Perché ogni volta che tornava lei era felice, lo sapeva, però non poteva dimostrarlo. La obbligava ad indossare i panni della cattiva quando, il suo unico desiderio, era quello di vivere in santa pace con la propria famiglia. Urlava, si arrabbiava, e dava ordini a destra e a manca perché lui non lo faceva mai e, poi, perché Goku non faceva altro che mettere in pericolo perfino il sangue del suo sangue.

Ebbene, di motivi per odiarlo, ne aveva almeno a milioni.

Sospirò, scompigliandosi i capelli e mettendosi seduto con le gambe incrociate sul manto erboso, sentendosi pieno solo di sentimenti contrastanti. Da una parte avrebbe voluto tornare il ragazzino spensierato di un tempo, senza la minima idea di ciò che riusciva a fare con un suo singolo comportamento, mentre dall'altra voleva essere un pò più coraggioso per poterla affrontare a testa alta, dicendole tutto ciò che provava.

Goku prese fra le mani una margherita e, rigirandosela fra i pollici, si morse un labbro.

Non era mai stato un asso a parlare, proprio no. Lui preferiva di gran lunga le azioni ai discorsi. Era così dannatamente dispersivo, stare là a parlare, quando con una pacca sulla spalla o un sorriso si potevano risolvere ben più cose e con più velocità!

Certo, in quel caso specifico un sorriso avrebbe fatto imbestialire Chichi ancora di più mentre, con una pacca sulla spalla, avrebbe come minimo rischiato di scaraventarla contro il muro di casa, come d'altro canto già era capitato.

Stavolta doveva pensarci su per bene.

«Ehm ehm!» cominciò tossicchiando, quasi a volersi preparare la voce per parlare di fronte ad un grande pubblico «Mia cara Chichi io...no, aspetta, non posso cominciare così. È troppo strano.»

Il Sayan corrugò la fronte, picchiettando l'indice della mano che non stava stringendo la margherita contro al mento.

«A-Amore...mio...» disse, ricominciando con una nuova formula «...sono...enormemente di spiaciut-aaaaaah! No! Non riesco a pensare, dopo, se uso "amore mio"! Mi vergogno accidenti!»

Ancora una volta, i suoi tentativi, si arrestarono per qualche istante.

Eppure non avrebbe dovuto essere così difficile, santo cielo. Doveva solo chiedere scusa! Lo aveva fatto centinaia e centinaia di volte, che cosa c'era di diverso adesso?!

Magari stavolta senti che potresti perderla, a meno che tu non dica qualcosa di sincero.

Fu una vocina all'interno della sua mente a dargli la risposta.

Stavolta poteva perderla. Anni ed anni di delusioni l'avevano portata a questo, a desiderare di lasciarlo. Con o senza di lui, infondo, non sarebbe cambiato niente. Doveva essersi abituata a rimanere sola, nel corso degli anni, visto quante volte era successo.

Gli si strinse il cuore solo a constatarlo e, spaventato, si alzò di scatto in piedi sollevandosi in aria nel giro di poco tempo: quando fu alto in cielo, Goku si lanciò verso casa sua, deciso più che mai ad impedirle di andarsene via. Non glielo aveva mai dimostrato, era vero, però si era...affezionato molto a lei.

No, aspettate, non c'era forse un'altra parolina per il sentimento che sentiva?

...beh, ora non ci poteva pensare! Doveva correre -o meglio, volare- da lei!

*** *** *** *** ***

Chichi era rimasta chiusa in casa per tutto il giorno dopo che, dinanzi al totale disinteresse di suo marito, si era ritrovata a dover urlare ancora una volta. Era stufa di prendersela, stufa di non poter passare una giornata senza dovergli ricordare qualcosa, anche la più stupida, solo perché lui non pensava mai a ciò che faceva.

Lo amava, lei lo aveva amato dal primo momento in cui lo aveva visto, però non ce la faceva più. Tutta quella rabbia la stava divorando dall'interno e, anche se avrebbe tanto voluto vomitargli addosso tutto il suo disappunto, proprio non ci riusciva quando lo vedeva. Eh no, perché veniva sopraffatta dalla sua bellezza, dal suo sorriso, dalla sua solarità.

Dalla gioia che le dava anche solo stargli accanto.

E allora, al posto delle vere emozioni che provava, cominciava a vaneggiare su cose che non stavano né in cielo né in terra, cose a cui nemmeno lei, che le stava dicendo, dava una poi così grande importanza.

"Dio, quanto sono stupida!" pensò, imbronciata, mentre era intenta a stendere i panni appena lavati "Dovrei dire ciò che penso, altrimenti non mi libererò mai di questo peso!"

No, non se ne sarebbe mai liberata se avessero continuato a quella maniera.

«Chiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii~ chiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii»

Quasi si prese un colpo nel sentire la sua voce -proprio la SUA voce- pronunciare il suo nome con tutta quell'accidenti di foga.

Girandosi di scatto verso il punto da cui credeva provenisse, la donna osservò il marito volarle incontro con una velocità disumana. Si ritrasse, timorosa che potesse investirla, ma quando l'altro atterrò elegantemente a terra, di fronte a lei, senza intoppo alcuno, poté tirare un sospiro di sollievo.

«Dì, ti sei ammattito del tutto?» esclamò, gli occhi che si erano fatti grandi dalla sorpresa «Mi hai fatto venire un infarto!»

«Come un infarto?!»

Lo vide piuttosto allarmato e, perciò, scosse il capo.

«...è un modo di dire Goku-sa.»

«Oh.»

Visto il silenzio che era calato fra di loro, entrambi si sentirono in enorme imbarazzo. Chichi per prima, guardando a terra, mentre lui invece stava guardando per aria, si sentì in dovere di dire qualcosa per spezzare quel tragico istante. Sarebbe andato bene di tutto, anche la cosa più stupida che le veniva in mente, bastava mettere la parola fine ad una simile situazione.

Si chiedeva da quando avessero cominciato a sentirsi così a disagio, l'uno con l'altra. Era da un pò che aveva notato un leggero distacco, fra di loro, e sebbene fosse pronta a rendere noto che Goku le aveva dimostrato ben poche volte si essere interessato non solo a lei, ma anche alla loro vita insieme come coppia, non poteva negare di meritarsi qualche nota di biasimo: tutti quei litigi, anche se a senso unico -eh sì, perché infondo era sempre e solo Chichi ad urlare, Goku non si era mai permesso di farlo-, avevano in qualche modo incrinato il loro rapporto, rendendo impossibile la comunicazione che già in principio vacillava.

Insomma, quanto avevano avuto in comune, dal primo giorno in cui si erano incontrati?

Chichi ponderò per bene quel punto mentre la sua bocca, da aperta com'era per lasciar uscire una qualunque parola, si richiuva piano piano inspirando lentamente.

Di fronte ad un simile quesito, erano almeno a migliaia le successive domande che le affioravano alla mente.

Goku la avrebbe mai sposata se, lei, non gli avesse ricordato che le aveva dato la sua parola?

Avrebbe mai passato, al suo fianco, anche se per quel poco tempo, la maggior parte della sua vita?

Si sarebbe messo a costruire una famiglia con lei?

Si rabbuiò all'istante, capendo da sola che era una sola la risposta adatta a rispondere adeguatamente a tutto ciò che si era chiesta.

"No."

«Ecco io...» disse Goku, titubante «...sono venuto qui per dirti una cosa. No, beh, in realtà sono venuto qui perché prima o poi dovevo tornare comunque. Insomma...io ci abito qui. Eheh!»

Siccome non la vide ridere e, anzi, notò che i suoi occhi scuri si stavano facendo sempre più tristi e lucidi, il ragazzo si riscosse e cercò di riprendere le redini del discorso, deciso a non farsi più distrarre dalle sue stesse idiozie.

Almeno una per una volta poteva anche concentrarsi.

«R-Riguardo a ciò che è successo poco fa io...»

«Scusami.»

Goku corrugò la fronte, allungando il collo verso di lei e rispondendole con un tranquillo 'come?' quando si rese conto di non aver capito bene che cosa gli avesse detto. Aveva parlato con un tale tono di voce, così diverso da quello potente ed austero che di solito adottava, che le sue orecchie avevano percepito poco o niente dell'unica parola che le era uscita dalle labbra.

La vide alzare lo sguardo su di lui ma, anche se in principio stava sorridendo, si costrinse a cambiare subito espressione nell'osservarla.

Chichi, la sua Chichi, così forte e decisa, stava piangendo e lo stava facendo per la prima volta da che la conosceva. O, per lo meno, quella era in assoluto la prima volta in cui non vedeva lacrime di commozione o sollievo a rigarle le guance paffute e rosate. Era triste, sua moglie, e di sicuro lo era per colpa sua.

Ah, non ne faceva una giusta neanche quando si impegnava!

«Scusami.» ripeté lei, portandosi le mani agli occhi nella vana speranza di scacciare lacrime che non ne volevano sapere di smettere di scendere «Sono stata così egoista. Per tutto questo tempo...non ho fatto altro che darti la colpa di ogni...singola...cosa. E invece è tutta colpa mia.»

«Ma di che parli, Chichi?»

«Volevo averti tutto per me. Volevo essere tua moglie, sentirmi amata, vivere per sempre felice e contenta con il mio Principe Azzurro. Non ho mai pensato neanche per un secondo a cosa desiderassi tu, a quali fossero i tuoi sogni.»

Gli sorrise qui, anche se un simile sorriso non ebbe un buon effetto su di lui. Goku si sentì sprofondare, a vederla, come se la terra, d'improvviso, avesse deciso di inghiottirlo per farlo sparire per sempre.

«Goku-sa, ti chiedo perdono.»

Davvero, la ascoltava e continuava a non capire. L'unica cosa di cui riusciva a curarsi non erano le sue scuse, ma quella odiosissime lacrime.

«Mi hai sposata senza neanche sapere che cosa significasse amare qualcuno.»

E questo adesso che cosa c'entrava?

«Io ti ho...praticamente ingannato. Non sapevi niente e mi hai sposata comunque, lasciandoti imprigionare in una fitta rete di...di bugie.»

Già. Bugie. Chichi si sentiva come se avesse incastrato Goku in una cosa non voluta.

Quanto era stata crudele.

E aveva pure avuto la faccia tosta di rinfacciargli chissà che per tutto quel tempo!

«Scusa-»

«Chichi piantala di chiedermi scusa!» sbottò Goku, prendendola per le spalle e scrollandola per bene -anche se NON con tutta la forza che possedeva- «Non sto neanche capendo le cose che mi dici! Usa parola più semplici, se vuoi farti capire da me.»

Per un poco gonfiò le guance, come a volerle mettere il broncio, ma quando si rese conto del viso spaesato e leggermente sconvolto della moglie scoppiò a ridere di cuore, un dolce rossore a coprirgli le guance mentre gli si socchiudevano piano gli occhi.

A Chichi, in quell'istante, si fermò il cuore.

Era sempre tanto bello quando lo sentiva e lo vedeva ridere.

«Nessuno mi ha costretto a sposarti.» disse, annuendo, la risata che si smorzava un poco nella sua gola «L'ho fatto perché volevo. Insomma...ti avevo fatto una promessa e non me la sentivo di infrangerla perché non ne ho mai rotta una, però non era mica l'unico motivo!»

Lei alzò un sopraciglio, scettica.

«...o-ok, forse in principio non capivo niente e...e di sicuro non mi attirava l'idea di essere sempre fermo nello stesso posto per sempre, senza la possibilità di allenarmi come e quando volevo...»

Ah-ah! Lo aveva detto, lei! Le cose dunque stavano così.

«...però adesso le cose sono diverse.»

Goku si staccò da Chichi un secondo, tastando su tutto il suo corpo alla ricerca di qualcosa in particolare. Quando la trovò la estrasse da una tasca della tuta e, porgendola alla donna che aveva di fronte, fece un mezzo sorriso a vedere quanto il suo piccolo regalo si fosse rovinato. La margherita raccolta poco prima aveva perso praticamente ogni petalo -solo uno, impavido, aveva resistito all'atrito con l'aria mentre volava all'impazzata per tornare a casa- e sembrava così smosciata da far paura.

Si mollò una manata in faccia.

«...»

«Avrebbe dovuto essere più...carina di così.» mormorò «La scena che avevo in testa, intendo.»

«Che scena...?»

Il Sayan si inginocchiò di fronte agli occhi sorpresi di Chichi e, inclinando il capo da una parte, prese una sua mano lasciandovi la margheritina.

Ancora una volta, rosso in viso come mai era stato, tentò di sorridere.

«Come ho detto prima, le cose sono cambiate.» ammise, stringendo le manine candide e minute di lei fra le sue «I-Io...non ho mai capito un fico secco di sentimenti e compagnia bella. La mia mente è semplice e non lavora per vie assurde come quelle degli altri. Ti ho sposata perché te lo avevo promesso e sì, in principio non è che mi interessasse poi molto...»

Fece una pausa, cercando di ricordare come aveva deciso di terminare quel popò di discorso.

«...ma adesso mi interessa. Tu mi interessi. E...tanto, anche.»

«Stavolta sono io che non capisco, Goku-sa.»

Chichi lo osservò, mordendosi piano il labbro inferiore mentre l'altro si imbarazzava sempre di più.

«Non conoscevo l'amore prima di conoscere te, Chichi.»

«...e quindi...»

«Quindi...voglio che tu sappia che mi piace starti accanto

«...e...?»

Se ci stava prendendo gusto a vederlo in quello stato?

Eh sì, potete scommetterci.

«E...» alzò gli occhi sui suoi un secondo, balbettando «...e-e...»

«Dimmi, sono tutta orecchi.»

«E io ti...t-ti... Ah, basta, non ci riesco!»

Goku tornò in piedi e la riprese per le spalle, poggiando prepotentemente le proprie labbra sulle sue. Le donò un bacio importante, uno che aveva un significato profondo e che, per una volta, poteva veramente dire di più di quella stupida parola che neanche con tutto il coraggio del mondo riusciva mai a dire...o anche solo a pensare.

Quando si staccarono, Chichi cominciò a ridere sommessamente, accarezzandogli il volto e arrossendo.

«...mi ami, dunque?»

Si guardarono per un poco prima che l'altro si decidesse a parlare.

«...da morire.»

«Bene, l'importante è saperlo, Goku-sa.» rispose lei, baciando a sua volta «L'importante...è saperlo.»

  
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