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Autore: She_PulpThrash    29/09/2011    1 recensioni
Sono un idiota, oh sì. Ne sono certo. E’ il mio essere così deliberatamente idiota a spingermi a continuare a trascinare con i denti questa storia malaticcia e disfunzionale, a rischio di spezzarmi la mascella.
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IDIOZIA




Non è che ci sia precisamente qualcosa che non va.
Semplicemente niente va.
E non intendo dire che va male.
Intendo dire che è tutto fermo.
Vi è mai capitato di guardarvi attorno e vedere tutto come se andasse al rallentatore?
Le mosche che sbattono le ali tanto lentamente che normalmente cadrebbero, le particelle di polvere contro la luce che entra dalla finestra che sembrano immobili, il respiro che esce dai polmoni così piano che si teme di soffocare.
Quell’aria un po’ sonnacchiosa che a tanti piace, ma che sa essere stressante.
Non è rilassante per niente quando in realtà i muscoli ti vibrano e il cervello ti urla di fare qualcosa di costruttivo.
Allora, avete capito cosa intendo?
Bene, allora, è esattamente così che mi sento in questo momento. Fermo, immobile nel mio salotto come un comune soprammobile. E sapete perché sono fermo così?
Perché sono stanco.
E non stanco in senso fisico. Sono stanco di tutto ciò che c’è qua, su questo pianeta. Immagino che molti di voi mi capiranno.
Stanco delle persone, dell’aria, degli animali, delle piante, dell’ipocrisia, della sincerità, delle parole e del silenzio, dell’acqua e della terra, della compagnia e della solitudine.
Stanco un po’ di tutto, insomma.
E automaticamente sono anche stanco di essere stanco. Ovviamente.
Se potessi prendere tra le mani il mondo e rivoluzionare tutto, lo farei sicuramente in modo meno noioso, meno odioso.
Così che nessuno si annoierebbe più.. Va beh, non amo essere ipocrita. Così IO non mi annoierei più.
Potrei guardarmi intorno e vedere cose molto più piacevoli di quelle che vedo ogni mattino aprendo gli occhi. Eliminerei lo smog, i politici, gli ipocriti, i bugiardi e i traditori, i dittatori, gli assassini e gli stupratori, eliminerei il broncio dalle facce dei bambini, eliminerei le lacrime sulle guance delle ragazze deluse dai traditori e i bugiardi.
Ci vorrebbe una gomma per tutto questo, una gomma davvero grande.
E poi, una volta cancellate tutte queste cose, chissà, forse eliminerei anche Lui.
La causa del mio turbamento, che ovviamente non manca mai.
Il turbamento è sempre annidato nel nostro cervello, ma l’elemento scatenante non è mai assente, accidenti a Lui.
Nel mio caso è bastata una parola sbagliata per farmi pensare “Ma vaffanculo!”, e farmi pensare che come al solito le cose non vanno mai bene come sembra.
Eccetera, eccetera.
Per cui, adesso me ne sto ora sul divano, ora accucciato sul davanzale della finestra, ora afflosciato sulla poltrona, a pensare.
E sono stanco di fare pure quello.
Mi tasto il petto con le mani.
Dio, se solo esistesse un interruttore per spegnersi ogni tanto.
Dormire non posso farlo, perché sono stanco pure di quello.
E vi assicuro, questi momenti non sono affatto divertenti, anzi, sono frustranti, e ti comprimono il petto in modo alquanto fastidioso, come un bambino che ha deciso di farti uno scherzo e che non ti molla finché non è riuscito nella sua impresa.
Dio
Che.
Coglione.
Non amo le parolacce, ma ogni tanto ci sta.
Il mio “fidanzato” (Odio anche la parola fidanzato), è un vero e proprio coglione.
Un concentrato di idiozia allo stato puro, dotato di una cecità assolutamente ignobile quando si parla di cose che non gli interessano.
Ed Io sono più coglione di Lui perché ci perdo ancora tempo.
E non solo perdo tempo con Lui, ma perdo tempo a lamentarmi di quanto mi diano fastidio certe sue caratteristiche: Il suo essere così naturalmente pedante, drammatico, arrogante, il modo in cui fa il finto tonto ogni volta che ha torto, il modo in cui gongola quando invece ha ragione, il modo in cui si infila le mani nelle tasche in continuazione e il modo in cui ride quando intende prenderti in giro.
Insomma, odio gran parte dei suoi tratti caratteristici eppure continuo a starci.
Disperazione? Non credo, sono troppo orgoglioso.
Mi sono affezionato a Lui? Forse, ma non credo che sia una scusa sufficiente per spiegare tutto.
Idiozia? BINGO!
Sono un idiota, oh sì. Ne sono certo. E’ il mio essere così deliberatamente idiota a spingermi a continuare a trascinare con i denti questa storia malaticcia e disfunzionale, a rischio di spezzarmi la mascella.
Sospiro.
Un raggio di luce particolarmente fastidioso mi centra l’occhio destro, costringendomi a rotolare via dall’altra parte del divano.
E vai. Un altro passo è fatto. Mi sono mosso.
Adesso mi resta solo alzarmi e trovarmi qualcosa di estremamente interessante da fare.
Rinuncio all’impresa ancor prima di intraprenderla.
L’unica cosa che voglio in questo momento è starmene steso qui, sul mio amato divano, e fingere che Lui, e il resto del mondo, non esistano.
Sono solo Io nella mia bollicina di sapone.
Certo, sarebbe bello.
Peccato che nelle bollicine di sapone non ci siano campanelli, come quello che ad esempio adesso trilla ininterrottamente nell’indolente silenzio della mia casa.
Mi trascino giù dal divano, e mi avvio verso la porta, tirandomi su con la mano destra i pantaloni da ginnastica dall’elastico molle, giusto per evitare di trovarmi in mutande ancor prima di essere arrivato alla porta.
Il pomello è freddo contro il palmo della mia mano bollente, che è stata fino ad ora al sole.
Apro la porta, e mi stupisco della mia ingenuità.
Ma chi mai potrà essere?
Tirate ad indovinare.
Esatto!
Lui.
Possibile che ci siate arrivati prima voi di me?
Tsk.
E’ fermo sulla mia porta con un biglietto di cartoncino rosso a forma di cuore parato davanti agli occhi e un sorriso a trentadue(mila) denti stampato sulla bocca.
Sul cartoncino, scritto a lettere cubitali (E disordinate. Deve averlo scritto giusto pochi minuti prima di raggiungermi), c’è un enorme I’M SORRY, con uno smile sorridente alla fine.
Dio.
Che idiota sdolcinato.
Rimango fermo sulla porta, con il pomello ancora stretto nella mano.
Ebbene, adesso cosa dovrei fare?
Lui abbassa il cartoncino e finalmente mi mostra i suoi occhi.
Ed ecco che improvvisamente, come nei peggiori film d’amore per adolescenti, ogni tipo di cattivo umore o di noia svanisce dal mio petto come neve al sole.
Lo faccio entrare sorridendo, chiedendomi intimamente come farò a guardarmi ancora allo specchio.
Sapete che vi dico?
La prossima volta che oserò lamentarmi di Lui, mi prenderò a pugni da solo.
Tanto posso lamentarmi anche per tutto il giorno, alla fine della storia, ogni volta aprirò sempre la porta solo per farlo entrare.
E poi ditemi che questa non è idiozia.












Heilà. E così approdo sulle coste delle One Shot senza senso alcuno con questo.. Coso qua sopra.
Come avrete notato, i personaggi di questa OS si chiamano Io e Lui. Più semplice di così. E' una cosetta semi-psicologica, e non volevo trovare dei nomi. Non volevo caratterizzare troppo i personaggi, la mia è più una cosa generale.
In questa storia parlo di due uomini perchè sono fedelmente legata allo yaoi, ma questa storia è dedicata a tutti. Uomini, donne, ragazzi, anziani, adulti, biondi, mori, etero, gay, neri, bianchi e così via.
E' dedicata semplicemente a tutte quelle persone che ogni tanto passano attraverso quel momenti in cui si sentono vuote e sgonfie come palloncini bucati e non hanno voglia nemmeno di respirare.
A tutte le persone che si guardano intorno e sentono di non appartenere al luogo in cui hanno piedi e radici.
Poi è dedicata a tutti coloro che si ritrovano alle mani un partner o una relazione che da tanti problemi.
E infine, è dedicata a tutte le persone che amano i lieto fine.
E' una cosa così assolutamente priva di senso che non credo meriti recensioni.
Io c'ho semplicemente messo tutto il cuore =)
Baci.
  
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