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Autore: BambolaMorta    29/09/2011    2 recensioni
Si sentiva così stupido. Per tanto tempo aveva desiderato che Ronald tornasse, e ora che il suo desiderio era stato esaudito, voleva solo che sparisse per sempre.
Che ritonasse ad essere solo un ricordo nell'oblio impasticcato della sua testa.
"Lo so che non sono reale, Max. Ma non posso farci niente"
Il ragazzo tirò su col naso. "Dimmi come fare a mandarti via"
"Devi pagare, Max. Devi pagare per quello che mi hai fatto"
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Max Green , Ronnie Radke
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Mannie
And you'll be prisoneer forever.


"Stai ancora piangendo?"
Lo sentiva, lì in piedi accanto al letto.
La sua vocegli rimbombava continuamente nella testa, facendogli male.
"Vattene via. Non sei reale"
Si rannicchiò di più su sè stesso, tremando.
Si sentiva così stupido. Per tanto tempo aveva desiderato che Ronald tornasse, e ora che il suo desiderio era stato esaudito, voleva solo che sparisse per sempre.
Che ritonasse ad essere solo un ricordo nell'oblio impasticcato della sua testa.
"Lo so che non sono reale, Max. Ma non posso farci niente"
Il ragazzo tirò su col naso. "Dimmi come fare a mandarti via"
"Devi pagare, Max. Devi pagare per quello che mi hai fatto"

Erano più o meno due settimane che...lo vedeva e lo sentiva.
Come un fantasma, perchè di fatto era un fantasma.
Tutto era iniziato il giorno che, uscendo in auto da Las Vegas con Craig, era passato dopo due anni dal luogo in cui era morto Ronnie.
La route che attraversava il deserto, quella per Los Angeles.
Era lì che, dopo una rissa, lui e un ragazzino biondo avevano tirato le cuoia.
Due proiettili, nella pancia e in una spalla, e gli schizzi di sangue che finivano addosso a Max, sulla sua faccia sudata e sconvolta.
Si era rivisto tutta la scena, mentre Craig ciarlava al volante di stronzate senza senso.
Aveva preso un respiro profondo, cercando di controllarsi il più possibile, ma non riusciva a togliersi dalla testa l'immagine di Ronnie e della sua espressione quando un proiettile gli era entrato nella pancia e gli aveva spappolato il fegato, prima di uscirgli dalla schiena.
Ed era stata solo colpa sua.

"Vattene via, ti prego, vattene via!", gridò mentre ancora gli dava le spalle.
"Max, io non sparirò mai perchè non esisto. Sei tu che mi vedi. Continuerai a vedermi per sempre perchè il senso di colpa è ritornato a galla. Devi pagare, Max. E' l'unico modo per scacciare il senso di colpa dalla testa"
Silenzio.
Silenzio.
Silenzio.
Contrasse la mascella prima di decidere di voltarsi per vedere se Ronnie, il suo senso di colpa, fosse andato via.
E invece no, era lì.
Ronnie, il suo Ronnie, coperto di sangue.
Sangue che gli colava sui jeans, sulle Converse, che sporcava il pavimento.
"Sei tu che mi hai fatto questo, Max"
"Non, ti ho ucciso io, cazzo!", gridò stremato.
Aveva gli occhi rossi e gonfi, conseguenza della giornata passata interamente a piangere.
"So che quella pistola non la impugnavi tu, ma è come se fossi stato tu lo stesso"

I paramedici avevano caricato anche lui sull'ambulanza, quando erano arrivati.
Lui, sotto shock, accanto al suo ragazzo con la bocca coperta da una mascherina per l'ossigeno e un'infermiere che gli premeva qualcosa sulla ferita per far cessare l'emorragia.
Ronnie aveva aperto gli occhi per un secondo, prima che il suo cuore smettesse di battere.
E si erano guardati per un secondo, un'ultima volta.

Max emise un gemito disperato.
"Non volevo che finisse così, okay? Io non volevo che morissi, cazzo! Io non volevo!", gridò.
"E allora perchè non ti sei difeso, Max?"

Non si erano scambiati nemmeno una parola, arrivati lì, nel bel mezzo del nulla.
Avevano subito iniziato a pestarsi, tutto solo per il fatto che Max aveva rovesciato inavvertitamente della birra sulle scarpe di Calvin Klein del capobranco.
Non si era quasi mosso, mentre le grosse mani del biondino ciccione che lo
teneva fermo lo colpivano ovunque.
Sulla pancia, sul torace, facendogli mozzare il respiro e quasi soffocare.
E poi era arrivato Ronnie.

"Aveva una pistola, Max. Io ti ho difeso e lui mi ha sparato"
Il ragazzo si alzò con uno scatto dal letto, fronteggiando arrabbiato Ronnie, con il viso in fiamme e gli occhi rossi e brucianti. "Ma io che cazzo ne sapevo? Io non volevo che morissi, Ron! Io...volevo che restassi con me per sempre..."
"Io sono morto, Max. Anche se non volevi. Sono morto perchè non hai saputo difenderti, sono morto perchè sei stato distratto e hai vuotato un goccio di birra sulle scarpe di Travis Patterson. E' colpa tua se sono morto, sei tu che hai lasciato che mi uccidessero, Max"

Era rimasto rannicchiato per un po', mentre la rissa gli infuriava intorno.
E quando aveva aperto gli occhi, respirando a pieni polmoni l'aria carica
di sabbia del deserto, l'aveva vista.
Una grossa pistola nera e lucida, che spuntava dalla tasca dei jeans del ciccione.
"Ronnie! Ronnie!", aveva urlato. "Ha una pistola, cazzo!"
Poi un ragazzino, quello cui Stan aveva sparato dopo,
 l'aveva preso alle spalle, facendolo piombare di nuovo a terra.
Era riuscito a scansarselo però di dosso, piantandogli un
calcio in pieno stomaco e facendolo rotolare al suolo,
e aveva di nuovo guardato verso Ronnie.
E la pistola non era più dove l'aveva vista.

Si infilò in bagno, chiudendosi la porta alle spalle.
"Non è stata colpa mia, non è stata colpa mia", cantilenava mentre si sciacquava il viso con dell'acqua ghiacciata.
"Oh si. E' stata colpa tua"
Si lasciò scivolare in ginocchio sulle piastrelle linde del pavimento, con l'acqua che gli colava giù dal mento e bagnava la sua vecchia t-shirt grigia, mischiandosi alle lacrime e trascinandole giù. "Perdonami, perdonami Ronnie! Non volevo, io non volevo! So che è colpa mia, lo so! Perdonami, ti prego!"
Pregava il nulla, pregava che tutto finisse.
Pregava che tutto il suo senso di colpa, riaffiorato all'improvviso, scomparisse e lo lasciasse finalmente in pace.
Pregava perchè Ronnie lo perdonasse.
"E' troppo tardi anche per il perdono, Max. Adesso devi solo pagare"

Aveva avuto solo il tempo di gridare di nuovo, prima che
 il ciccione sparasse contro al suo ragazzo.
"Ronnie!"
E poi era partito un altro colpo, finendo dritto dritto
nella testa del ragazzino che era crollato a terra come un
sacco di patate spargendo sangue e cervella ovunque, ed erano spariti tutti.
Aveva gattonato impaurito verso Ronnie, che aveva la maglietta
zuppa di sangue, gli si era stretto contro.
"Mmmh, Max...tu stai bene, vero?", aveva sussurrato.
Aveva annuito, accarezzandogli i capelli e il viso, mentre le lacrime iniziavano a rotolargli sulle guance. "Per favore Ron, non morire..."
Ronnie si era limitato a tirare le labbra in un sorriso e aveva esalato un gemito di dolore.
Le dita di Max avevano continuato ad accarezzargli il viso, mentre il suo respiro si faceva più irregolare e difficoltoso, mentre il sangue
continuava a sgorgargli fuori dalla ferita, portandosi via ogni
traccia di calore e facendogli venire un gran freddo. E poi gli era venuto sonno...

Voleva solo che finisse.
Che andasse tutto bene.
Voleva solo che Ronnie non ce l'avesse più con lui.
I tagli sui polsi bruciavano, sanguinavano, e il sangue imbrattava il bordo del lavandino, il pavimento.
Faceva male.
"Devi pagare, Max", ripetè il volto di Ronnie riflesso nello specchio. "Devi pagare perchè è colpa tua"
Il ragazzo afferrò di nuovo la lametta, premendosela più forte sui polsi, spingendola a fondo nella carne.
E, mentre il sangue iniziava a sgorgargli a fiumi dalle braccia, il riflesso di Ronnie nello specchio iniziò progressivamente a scomparire.

Angolino Cimitero:
Sono tornata a scassare le palle con una nuova ff, yuppiii!
Se siete contente lasciatemi una recensioncina, così mi dite se fa proprio così pena xD
Schizzo nato in un momento di follia e risalente a meeeesi e meeesi fa, siate clementi.
RestInPeace
  
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