“Questa si che si chiama azione!” George fece il suo ingresso trionfale, sporco e graffiato, ma apparentemente soddisfatto. Lee Jordan gli diede una fiera pacca sulla spalla e si lasciò cadere a terra, sfinito ma ancora euforico. L’adrenalina faceva miracoli.
George puntò lo sguardo sulla Sala Grande, alla ricerca del fratello. Vide una considerevole quantità di teste rosse in un angolo e si avviò verso di loro a passo deciso.
Non si rese nemmeno conto di Bill, che gli si era piazzato davanti all’improvviso, impedendogli di proseguire.
“George.”
Qualcosa non andava. La voce era spezzata, gli occhi gonfi. Terrorizzato George guardò oltre la spalla del fratello e vide Tonks a terra, Lupin vicino a lei, entrambi avvolti in un sonno senza risveglio.
Si sentì sprofondare.
“Oh no.” - Riuscì a dire. La sua mente si bloccò, incapace di elaborare un pensiero che avesse un senso - “Non posso crederci…tutti e due.”
“George.” Bill sembrava non aver sentito nulla di ciò che aveva detto. Quando lo chiamò per la seconda volta il suo tono era implorante. Poggiò entrambe le mani sulle sue spalle e strinse, quasi volesse sorreggerlo.
“Bill…” – disse George, spaventato – “Bill…gli altri…stanno bene?”
Bill non rispose.
“Bill, spostati, voglio andare da loro.”
Bill si mise a piangere.
“Dove…dov’è Fred?”
Quando Bill iniziò a singhiozzare, George sentì le gambe che gli cedevano. Spostò il fratello in malo modo e si avvicinò al resto della sua famiglia. Vide sua madre seduta per terra, che stringeva qualcuno. Il suo corpo.
Lei gridava e suo padre tentava inutilmente di sostenerla. Ginny piangeva. Percy era ammutolito. Fleur corse a sostenere Bill.
 
George, lentamente, raggiunse il suo corpo, e quando fu abbastanza vicino si inginocchiò. Non che l’avesse voluto. Le gambe avevano ceduto definitivamente facendolo cadere con un tonfo sulle ginocchia, che protestarono al brusco contatto con il suolo. Lui nemmeno se ne accorse.
Avrebbe voluto gridare come sua madre, o infuriarsi, o morire. Ma sembrava che non avesse forza per niente. Sentiva un disperato bisogno di parlare con Fred. Anche se non avrebbe risposto. Era importante parlargli. Aprì la bocca ma non ne uscì alcun suono.
Il suo era un urlo straziante completamente muto, così diverso dall’espressione beata del fratello disteso.
Gli avevano portato via la voce. Era sparita insieme a un pezzo di lui.