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Autore: Gondolin    30/09/2011    7 recensioni
[Jensen/Misha - guest stars: Jared, Victoria, West]
Jensen rigirò senza pietà il cucchiaio nel gelato ormai mezzo sciolto, scavando l'ennesimo, disordinato cratere sulla superficie della vaschetta. Il minibar della stanza era stato riempito fino all'inverosimile appositamente per il suo umore, roseo... e assolutamente bisognoso di zuccheri.
“Lo vuoi un consiglio?”, gli fece Jared, spazientito dal suo mutismo ostinato.
“No.”
“Questo dimostra solo che ne hai un gran bisogno. Vai almeno a parlargli.”
“No.”

[Pur essendo una RPF contiene spoiler del primo episodio della settima stagione, che è uscito solo negli USA.]
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Jensen Ackles
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Titolo: Nostalgia
Fandom: Supernatural cast
Personaggi/Pairing: Jensen Ackles/Misha Collins
Guest stars: Jared Padaleki, Victoria Vantoch, West Anaximander Collins
Prompt: “Mi mancherà Castiel.” “Vuoi un'ultima scena in privato?” richiesto da [info]hikaruryu (che palesemente aveva in mente altro, con uno scambio di battute così, ma, oh... sorry) @ [info]kinkmemeita
Warning: slash, smodato abuso di fluff, angst&spoiler (cioè riferimenti alla 7x01)
Rating: seriamente, devo anche mettere un rating a questa cosa? C'è il figlioletto di un anno di Misha che li guarda, for Castiel's sake[info]Sprite suggerisce il rating verde acqua
Ambientazione: stanza di hotel random durante una convention random
Disclaimer: purtroppo non sono miei e niente di quello che scrivo ha alcuna connessione con la realtà
A/N: Ok, non uccidetemi. Io e le RPF non abbiamo questo gran rapporto. È che questo cast è troppo awesome per non volerci mettere le mani. E sì, il “non uccidetemi” è anche perché c'è un minorenne fra i personaggi e non si dovrebbe, ma davvero, sta solo lì ed è carino&coccoloso&col secondo nome più bello di sempre. È anche perché sia Jensen che Misha sono sposati e io non voglio maltrattare le loro consorti, ho fatto del mio meglio ma insomma, resto pur sempre schiava dello spirito dello slash. /patetiche scuse
C'è una frase in corsivo che probabilmente più di qualcuno riconoscerà: è la traduzione di un vero tweet di Misha.

Jensen rigirò senza pietà il cucchiaio nel gelato ormai mezzo sciolto, scavando l'ennesimo, disordinato cratere sulla superficie della vaschetta. Il minibar della stanza era stato riempito fino all'inverosimile appositamente per il suo umore, roseo... e assolutamente bisognoso di zuccheri.
“Lo vuoi un consiglio?”, gli fece Jared, spazientito dal suo mutismo ostinato.
“No.”
“Questo dimostra solo che ne hai un gran bisogno. Vai almeno a parlargli.”
“No.”
“Com'è ampio il tuo vocabolario stasera!”
“Fottiti.”
“Non preoccuparti, ho chi pensa a quello”, Jared si sedette di fronte a Jensen e gli bloccò la mano che tormentava il cucchiaio, prendendola fra le sue, “Tu, invece... Vai. A. Parlare. Con. Misha. Ora. Non voglio sentire repliche.”

“Sei sicuro di non voler venire anche tu?”
“Sì, Vicky. Voglio solo rilassarmi un po', e comunque è troppo tardi per chiamare la babysitter ormai.”
“Puoi sempre chiedere a Jensen, sono certa che sarebbe più che entusiasta di tenerci West per una sera”, ridacchiò lei, dandogli un bacio sul naso.
Rise anche lui. “Così è la volta buona che ce lo ruba.”
“Mh, forse hai ragione. Allora divertitevi, e non aspettatemi in piedi, ragazzacci”, lanciò due baci in direzione dei due uomini della sua vita e uscì.
Misha rimase per qualche istante fermo sulla porta, come a decidere sul da farsi, poi si mise a frugare nella valigia, sotto lo sguardo inquisitore di West, seduto sul pavimento alle sue spalle. Proprio in fondo, c'era un certo impermeabile. Misha lo tirò fuori e si sedette sul letto. Fece passare un dito in uno dei numerosi buchi e sorrise involontariamente. L'impermeabile di Lazzaro risorge, coi fori dei proiettili sparati da Dean e Bobby, era inutilizzabile per la serie, ma Misha se l'era fatto dare e lo conservava insieme a tutti i bei ricordi del set di Supernatural.
Sentì tirare l'impermeabile e quando guardò giù vide West che ne mordicchiava con estrema soddisfazione una manica. Ancora con la stoffa beige in bocca, il bimbo si fermò e inclinò il capino, fissando suo padre con un'intensità che a Misha ricordava Castiel in maniera quasi inquietante.
“Vuoi giocare con l'impermeabile del nostro amico angioletto, eh?”, sorrise, raggiungendo il figlio sul pavimento e porgendogli l'indumento. West ci si rotolò in mezzo, senza mai mollare la presa sulla manica, che a quanto pare era appena diventata il suo ciuccio preferito, ed emettendo di tanto in tanto dei gorgoglii di approvazione.
Un attimo dopo il cellulare di Misha stava vibrando, la suoneria a volume minimo, quella dei messaggi. Si alzò per andarlo a prendere dal comò, ma non fece nemmeno in tempo a guardarlo che qualcuno bussò alla porta.
“Arrivo”, borbottò, allungando una mano verso la maniglia e con l'altra aprendo il messaggio. Era di Vicky e conteneva solo quattro parole: Digli che ti mancherà.
Come se il mondo si fosse accordato in un bizzarro complotto, quando alzò lo sguardo non vide altri che il soggetto implicito dell'sms.
“Ciao, Jensen.”
“Ehi.”
Misha si fece da parte, invitandolo con un gesto ad entrare.
Lo sguardo di Jensen si posò su West e un sorriso gli arricciò immediatamente le labbra. Rimase per un istante a fissare la scena -c'era davvero un bambino con un impermeabile, altro che le battute di Dean- poi si rivolse a Misha: “Mi mancherà Castiel”, disse, e il suo sorriso si velò appena di malinconia.
“Vuoi un'ultima scena in privato?”, propose Misha, tormentandosi il labbro inferiore coi denti. C'era una parte razionale in lui, e quella gli diceva che in quella stanza c'era una preoccupante mancanza di adulti. Ma, oh, dopo tutto si guadagnava da vivere interpretando un angelo in uno show su due modelli di biancheria intima con problemi mentali che provano ad impressionare Dio, qualche momento di immaturità poteva pure concederselo -anche fuori dal set. Anche con in ballo qualcosa in più di una scena girata bene o male.
A giudicare dalla sua espressione, Jensen stava pensando la stessa cosa, perché esitò un attimo, e poi svanì sotto la scorza di Dean. Era sempre impressionante vedere come riuscisse a entrare e uscire da quel personaggio come da un vecchio maglione. Un attimo, una sorta di brivido lungo il suo corpo mentre tutti i muscoli si aggiustano alla tensione continua di Dean, alla posa delle sue spalle, al suo modo di stare a gambe leggermente divaricate, a metà fra il militaresco e lo sbruffone, e c'era un Winchester al posto di un Ackles.
Misha non ebbe nemmeno bisogno di chiedergli da dove partire. “Troverò il modo di farmi perdonare.”
Dean si morse le labbra, poi lo fissò dritto negli occhi con durezza. “Non credo di avere abbastanza forza per perdonare, ormai.”
“Hai ragione, non merit-
“È sempre stato difficile capire cosa passava per quella tua bizzarra testolina alata, ma di una cosa ero certo: eri leale. Anche quando mi hai lasciato a torturare Alistair, lo facevi perché credevi, e almeno io sapevo da che parte stavi. Dimmi”, fece un passo verso di lui, “come posso perdonarti. Sei un angelo, dovresti saperne di virtù”, gli sputò contro quest'ultima frase, amaro e spezzato. Poi si passò una mano sul viso, “Ma non ho nemmeno la forza di odiarti, Cass. Non posso perdere anche te.”
La confusione di Castiel era anche quella di Misha. Entrambi avevano un evidente problema con lo stesso paio di occhi verdi e la stessa difficoltà ad esprimere certi sentimenti. Tornando a prendere il passo del suo personaggio come con un familiare partner di ballo, Misha aggrottò la fronte. La furia di Dean era evidente sotto la superficie di parole quasi sussurrate, ma anche il bisogno di far tornare tutto come prima. Castiel avanzò di un passo.
Dean lo afferrò per il bavero della giacca -a dire il vero c'era solo una camicia, ma nessuno dei due la vedeva davvero in quel momento.
“Credevo di fare il tuo bene”, mormorò. Poi Misha scosse il capo. “Cass non gli addosserebbe la responsabilità delle sue pessime scelte in questo modo.”
Si accorse solo allora di essersi scelto un momento ben misero per farsi venire perplessità sulla battuta. Jensen si aggiustò sul posto, nervosamente, ma non lasciò la presa sulla sua camicia ancora per un bel po', finché non passò anche l'imbarazzo e rimase solo la vicinanza reciproca. Dopo tutto avevano passato così tanto tempo insieme, e, contrariamente ai loro personaggi, non si erano mai fatti problemi ad esprimersi fisicamente. Fino ad un certo punto.
Pian piano il pugno di Jensen si rilassò, e la sua mano scivolò via, sfiorando appena il petto a Misha. Questi accennò un sorriso, prima di voltarsi a controllare West, che a quanto pare era assai poco interessato alle what if su Meet the new boss e si stava appisolando in un nido di stoffa bucherellata.
“Dorme!”
“Dorme?”
Esclamarono all'unisono i due, colti totalmente alla sprovvista dal bambino, solitamente refrattario al sonno e sempre più iperattivo man mano che calava la notte.
Si guardarono e scoppiarono a ridere, tappandosi poi la bocca con le mani per non svegliarlo.
“Speriamo di non aver fatto quest'effetto anche sul resto del pubblico, o siamo rovinati”, sussurrò Misha, sogghignando ancora mentre si chinava a prendere fra le braccia il proprio figlio. Riuscì ad infilargli il pigiamino senza svegliarlo, e quando lo accomodò nel piccolo letto con le sbarre anti caduta fu con l'aria di aver appena assistito ad un miracolo.
“Dev'essere passato di qui Castiel”, commentò Jensen, alzando l'indice e il medio come faceva l'angelo quando voleva addormentare qualcuno, “Quello vero, però.”
Misha ridacchiò, riavvicinandosi istintivamente a Jensen. Con un guizzo di coraggio -o masochismo, o follia cronica, o forse colossale cotta per il collega, o, insomma, meglio non pensarci troppo- lo abbracciò.
“Mi mancherai anche tu”, gli sussurrò contro un orecchio Jensen, ricambiando l'abbraccio, “Mi mancherà poterti tormentare sul set e poi vedere le riprese giornaliere con tutte le tue facce di disperazione mentre soffochi dal ridere e le poche impassibili di quell'angelo della malora che ha avuto la stupidissima idea di farsi ammazzare, mi manch-
“Se non la pianti ora c'è il concreto rischio che io mi commuova, e per quanto bene io ti voglia non credo di essere pronto a farmi vedere ridotto ad una sorta di adolescente in crisi premestruale.”
La leggera risata di Jensen echeggiò anche nel petto di Misha, che sorrise contro il suo collo. Lentamente, strusciando il naso contro la linea della sua mascella e poi su una guancia, portò le labbra davanti a quelle di Jensen, che si schiusero al primo sfiorarsi.
“Cercherò di venire a tormentarti sul set per vendicarmi, comunque”, minacciò Misha.
Jensen gli passò una mano dietro la nuca e lo attirò a sé per un altro bacio, dopo il quale si fermarono, fronte contro fronte, con gli occhi chiusi.
Era un inizio di stagione. Un'ottima stagione, per loro.

Quando Victoria rientrò, più tardi quella notte, li trovò entrambi addormentati sul piccolo divano fra il letto matrimoniale e quello singolo, Misha con una mano posata sul cuscino di West e l'altra su quella di Jensen.
Prima di lanciarsi anche lei fra le braccia di Morfeo, si ricordò di scrivere a Jared.
Credo che tu possa mettere via il gelato al cioccolato.

  
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