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Autore: _Diane_    30/09/2011    6 recensioni
Ha sempre affrontato tutte le sfide che gli si sono parate davanti, da solo. Non si è mai sottratto ad una lotta, ad un affronto. Ma forse ora è il momento giusto per capire che nemmeno Tony Stark può fare affidamento solo sulle sue forze.
E ora, ancora una volta, eccoti.
Sei qui, cercando di nascondere gli occhi lucidi che spesso, quando torno a casa distrutto da una terribile notte di scontri, hai imparato a celare.
E’ lo guardo che indossi prima di spogliarti, lasciando che mi abbandoni cullato dal dolce calore del tuo corpo. Tutto il resto, in quel momento, può aspettare.
Il mio cervello può finalmente essere riavviato.
Ma gli occhi - i tuoi occhi - parlano. Mi implorano di ascoltarti.
"Smettila di pensare che puoi fare tutto da solo."
Sussurrano piano, sotto le candide coperte di lino.

[ Partecipa a "Il contest delle citazioni" indetto da Akane ]
Genere: Introspettivo, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Iron man Note iniziali: Questa fiction nasce dalla volontà di scrivere qualcosa su questi fantastici film, nei quali Tony Stark è interpretato magnificamente da Robert Downey Jr. Non potrei immaginarmi un Iron Man diverso da quello che lui riesce a dar vita sul grande schermo. *ç*
Oltre a questo, il secondo motivo è la partecipazione a "Il Contest delle citazioni" indetto sul forum di EFP da Akane, che ringrazio immensamente. Il contest, la quale valutazione avverrà dopo il 15 Ottobre al termine dello stesso, consisteva nell'utilizzare a piacimento un testo delle canzoni proposte. La mia scelta è ricaduta su "Sometimes you can't make it on you own" degli U2. Il testo, per agevolare la lettura e su consiglio della stessa Akane, è in italiano.

La storia che vi apprestate a leggere, di un solo capitolo, è da inserirsi in un futuro imprecisato dopo la fine del secondo film.
Altre informazioni le trovate alla fine! Buona lettura! :)


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D'altra parte a volte non puoi farcela, da solo.


Terrificante. Davvero terrificante.
Tutta questa fatica.
Ho chiesto una cazzo di forma qualsiasi di tecnologia.
Non una marziana, una umana. Terrestre.
Anche una batteria al litio. Qualsiasi cosa. Avrei apportato delle modifiche e creato con... Boh, questo dannato carrello, un… Un vassoio mobile.
Il mio cervello si sarebbe riacceso. Riavviato.
Il tempo avrebbe accelerato. Almeno qualche secondo.
E invece…
«Ecco a lei, Signor Stark.»
Aveva esordito felice la signorina dalle forme giovani e prorompenti, chinandosi - forse un po' troppo - su quel vecchio… Lettore CD.
Uhm.
Scollatura troppo in evidenza.
Play.

Tenace, pensi di avere la stoffa
Stai dicendo a me e a tutti gli altri
Che sei forte abbastanza

Non devi cercare la lite
Non devi sempre aver ragione
Lascia che stasera io prenda alcuni pugni
Al tuo posto

La musica aveva cominciato a scorrere lenta e prepotente per la stanza.
Se potessi alzarmi le farei vedere io qual'é la vera tecnologia...
E invece me ne sto fermo ad ascoltare le onde sonore che quell'aggeggio (che anche il mio vecchio avrebbe definito antiquato) emette incurante dei miei lamenti.
Note lente, distese.
I miei nervi invece sono un po' più... Tesi.
La donna armeggia ancora con il lettore CD, forse non sicura che funzioni nonostante la musica che sta emettendo. Poi si avvicina alla porta e mi augura buon riposo, uscendo.
Vorrei urlarle "buon riposo un cazzo, dammi un po' di buona musica, AC/DC che so" e invece mi ritrovo incredibilmente muto.
Prima agivo, ora sono fermo.
Prima parlavo, ora ascolto.

Adesso ascoltami
Ho bisogno che tu sappia
Che non devi percorrerlo da solo

Ascolto quella dannata musica che sembra un rimprovero della mia vecchia madre, quando tornavo a casa dopo aver pestato qualche compagno in classe.
"Le cose non si risolvono così. Smettila di pensare che tu possa fare tutto da solo. Esistono, gli altri".
Gli altri. Già.
Ascolto quella dannata musica e percepisco la bocca asciutta. Distendo il braccio in direzione del bicchiere colmo d'acqua che giace sul comodino, ad un metro da me.
Un allungamento particolarmente faticoso. Ansimo, mentre la mano sfiora il bicchiere.
Poi finalmente lo afferra, portandolo piano verso di me.
Percepisco i pori della pelle a contatto con il vetro fresco. Mi da sollievo. Mi ricorda l'indossare l'armatura la sera, dopo una lunga afosa giornata estiva. Il contatto con la lega di titanio e oro. Ah.
Piacere puro. Come la carne fresca di una donna.
«Merda.»
Esordisco un po' rassegnato, dopo che quel momentaneo orgasmo ha avuto la meglio sui miei riflessi fisici.

E sei tu quando guardo nello specchio
E sei tu quando non rispondo al telefono
A volte non puoi farcela da solo

Proprio in quel momento, sulle note della canzone, tu puntuale apri la porta.
Il meccanismo della serratura scatta, la stanza è invasa dal tuo profumo.
Non ho bisogno di altre conferme. I tuoi piccoli passi, precisi come solo tu sai essere, me le hanno già date tutte.
Non giro neanche il volto verso di te, quando richiudi la porta.
La serratura ora torna nella sua guida più lentamente. Brutto segno.
Ripasso mentalmente le tue abitudini:
Uno. Porta che si richiude sbattendo: pensi che sia pazzo, ma sai che lo farò lo stesso;
Due. Porta che si chiude a scatti: vuoi dirmi ancora qualcosa, ma non sai se è il caso;
Tre. Porta che si chiude normalmente: c’è qualcosa che non va. Ma dipende da questioni femminili che ancora mi sono - fortunatamente - ignote;
Quattro. Porta che si chiude lentamente: c’è decisamente qualcosa che non va. Preannuncia la fine del mondo o una nuova convocazione dello SHIELD.

Ti accorgi del colore rossastro che tinge le coperte.
E i miei contorti pensieri, insieme alle usuali fantasie mentali, evaporano.

«Tony ommioddio, cosa…»
«Pepper non si agiti, è solo sangue, nulla di cui…»
«Sangue? Solo sangue? Suo sangue?»
«Sì, mio sangue, mio di Anthony Edward Stark. Vede qualcun altro in giro? Non mi sembra, che dice...»
«Non posso lasciarla due minuti da solo, non posso davvero…! Mi faccia vedere…»
«Pepper già, anche io vorrei molto ora con lei… Capisce ma, il contesto nel quale ci troviamo...»
«Signorina? Mi sente? La scongiuro venga, è urgente!»
«La smetta di urlare, la prego, c'è già abbastanza confusione qui dentro…»
«Tony la supplico; la supplico stai fermo voglio solo…»
«Eh no, così mi fa il solletico, la smetta… Ehi
«…voglio solo vedere…»
Ti guardo trafficare spostando il lenzuolo di cotone. Sorrido, inarcando il sopracciglio destro.
«Credo che… Sotto le coperte non troverà nulla che non abbia già visto, Pepper Potts.»
Ricambi il mio sguardo. Non sorridi, ma inarchi entrambe le sopracciglia.

Litighiamo tutto il tempo
Tu ed io… va bene
Siamo un’anima sola
Non ho bisogno… non ho bisogno di sentirti dire
Che se non fossimo così uguali
Ti piacerei decisamente di più

"Questa canzone sembra prendersi gioco di noi".
Sì.
Sì, credo di non essere l’unico a pensarlo.
Tu intanto continui a fissarmi. Non hai sbattuto le palpebre nemmeno una volta.

«…»
«…»
«Perché mi guarda così, ora? Una volta che dico la verità, lei mi guarda in questo modo…»
«La smetta di muoversi e stia fermo, le tampono la ferita…»
«…Minaccioso.»
«Le sembra minacciosa una donna che tenta di fermare un'emorragia al suo capo barra fidanzato?»
«Lo sguardo, era riferito allo sguardo...»
«Lei sta perdendo sangue e si preoccupa del mio sguardo?»
«In realtà il termine esatto sarebbe emorragia esterna traumatica venosa e…»
«Tutto questo sangue… La smette di parlare di sangue, per favore?»
«Se è stata lei a cominciare a parlare di emorragie, ferite varie e…»
«Ma non sono stata io che ho deciso di lanciarmi un bicchiere sul ventre…!»
«…»
«…»
«Lasci stare, non deve per forza vedere questo sangue, posso fare io…»
«Prego?»
«Già, posso fare da solo e…»
«Sì, come con il tuo codice fiscale?»

Frecciatina. Anzi, macché frecciatina. Freccia, bella robusta anche. Quella dannata sfilza di lettere e numeri che non ricordo mai.
Con la quale abbandoni la formale terza persona alla quale eravamo abituati un tempo, adottando il "tu" che riserviamo solo per i nostri momenti.

Continui a fissarmi. Abbassi le palpebre, ti siedi accanto a me. Le tue mani cercano le mie. Le trovano. Alzi lo sguardo e… Lasci parlare la musica.

Adesso ascoltami
Ho bisogno che tu sappia
Che non devi percorrerlo da solo

E sei tu quando guardo nello specchio
E sei tu quando non rispondo al telefono
A volte non puoi farcela da solo

I tuoi occhi sono bellissimi, perfetti. Te l'ho mai detto?
Posso vedere me stesso nelle tue iridi, inondate della luce che filtra attraverso il tendaggio leggero della finestra.  
E' molto meglio che guardarsi allo specchio. Il tuo sguardo fa scivolare via dal mio viso tutte le ferite, tutte le difficoltà, tutta la stanchezza.
Non ho bisogno di essere l'io circondato da donne, miliardario viziato, supereroe egocentrico che vedono tutti in me.
Con te posso essere Tony Stark, posso indossare giacca e cravatta come una stupida armatura rossa e oro. A te non importa.
Con te - solo con te - posso mostrare l'uomo che ha sempre dovuto vivere all'ombra del proprio egoismo. L'io si fa da parte. Lascia spazio ad un noi più sincero, più completo.

E ora, ancora una volta, eccoti.
Sei qui, cercando di nascondere gli occhi lucidi che spesso, quando torno a casa distrutto da una terribile notte di scontri, hai imparato a celare.
E’ lo guardo che indossi prima di spogliarti, lasciando che mi abbandoni cullato dal dolce calore del tuo corpo. Tutto il resto, in quel momento, può aspettare.
Il mio cervello può finalmente essere riavviato.
Ma gli occhi - i tuoi occhi - parlano. Mi implorano di ascoltarti.
"Smettila di pensare che puoi fare tutto da solo."
Sussurrano piano, sotto le candide coperte di lino.

So che non parliamo molto
Sono nauseato da tutto ciò
Riesci a sentirmi quando canto?
Sei tu il motivo per cui lo faccio
Sei la ragione per cui l’opera è dentro di me…

Inizialmente la decisione di indossare l'armatura di Iron Man era stata guidata dalla ricerca di una sorta di… Vendetta. A cui si aggiungeva un sentimento di rabbia verso me stesso.
Poi l'armatura, che mi aveva teso la mano, si è presa anche il braccio. Lo ammetto, i suoi poteri mi stavano corrompendo. Stavo tornando il Tony di prima. Ma tutti sanno che sono un tipo che difficilmente passa inosservato e diciamocelo, un'armatura rossa e oro è abbastanza appariscente.
A queste due fasi ne è seguita una terza. Dopo che hai rischiato di morire per causa mia, dopo quel volo e il bacio, ho riscoperto il perché indosso ancora questa dannata armatura.
Io voglio solo… Proteggerti.
In tutte le persone che proteggo riesco a trovare un po' di te. Se te lo dicessi, ti sembrerebbe buffo. Mi chiederesti come io possa trovare del tuo in un uomo come Rhodey, come una povera famiglia in Afghanistan o negli occhi degli operai intrappolati in una fabbrica di fuochi d'artificio in fiamme (eppure quando li salvo da morte certa, io ti vedo).
Se tu me lo chiedessi, io ti risponderei che… Che non lo so. Ma mi basta guardarti, come ora, per non avere bisogno di risposte.
Non credo però che te lo dirò.
I nostri dialoghi sono infantili battibecchi. I nostri silenzi, sincere chiacchierate interminabili. Ci siamo raccontati storie e pensieri più nei silenzi, che nelle parole.

Stringi di più le mie mani, poi ti alzi e le lasci scivolare sul mio viso; lo fai con delicatezza, per non provocarmi altro dolore. Poi le tue dita sfiorano il reattore che custodisco nel petto.
Tu sai già tutto.
«Tony ora devo andare...»
Sussurri, salutandomi con un bacio leggero. I tuoi capelli ricadono sul mio viso e io vorrei trattenerti a me. Se solo ne avessi le forze.

Dove siamo ora?
Devo farti sapere
Che una casa non è sempre un focolare
Non lasciarmi qui da solo…

E sei tu quando guardo nello specchio
E sei tu che rendi difficile lasciar perdere

Ti alzi e ti allontani. Sono ancora troppo inebriato da dialogo silenzioso e dal sapore di quel bacio, per formare frasi che non siano idiote.
«Ha impegni per il pomeriggio? Nessuna importante riunione che possa aspettare…?»
Torno inconsapevolmente ad usare il "lei", mentre la porta si spalanca ed entra un uomo con un vestito lungo e bianco; molto lungo e troppo bianco.
«Signorina Potts, mi spiace ma ora devo chiederle di lasciare la stanza.»
«Aspetti, un momento. Voglio… Voglio essere io.»
I due parlano a bassa voce, ma riesco bene a sentirli. Il tono delle parole, per nulla allegro.
«Vuole essere lei a fare… Cosa?»
Esordisco, rivolto a Pepper. Ma in cuor mio - sì, ho un cuore, me l'ha ricordato proprio lei tempo addietro - so bene cosa sta per dirmi.
Si avvicina nuovamente al letto, su quale giaccio ancora inerme.

Ho dolore in qualsiasi parte del corpo, sento pulsare il sangue nelle vene che pare un martello pneumatico impazzito, la vista è quasi completamente annebbiata.
Dopo aver salvato la vita ad un gruppo di operai intrappolati in una fabbrica di fuochi d'artificio, l'edificio mi era crollato addosso. Pesanti travi che ricadevano a terra come pioggia. Neanche il costume rosso-oro che tanto adoravo era riuscito a salvarmi.
La gamba destra insensibile e sanguinante, intrappolata sotto una pesante macchina di ferro. Il fumo acre, le esplosioni a catena.
Un ultimo boom, ancora crolli e poi… L'odore sterile di una stanza d'ospedale qualsiasi.
Iron Man disteso su un letto, messo K.O. proprio dal "ferro" che lo aveva battezzato.
Non hai ancora parlato ed ora so, ora so che sei sempre stata tu - e non il contrario, come erroneamente pensavo - a proteggermi.

A volte non puoi farcela da solo
A volte non puoi farcela
Il meglio che puoi fare è fingere
A volte non puoi farcela da solo

«Ti devono operare, Tony.»
Lei torna accanto a me. Si porge in avanti e… Mi abbraccia. Dolce. Leggera.
«Ti devono operare. Amputeranno la gamba. La destra.»
La musica finisce. Le parole finiscono.
Da solo, non ce l'avrei fatta.
D'altra parte a volte non puoi farcela, da solo.




Fine.











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Note finali:
Per chi è giunto fin qui e sta leggendo questa frase: ti faccio i miei complimenti vivissimi! XD
Non avrei mai pensato di scrivere una storia di questo tipo, ma fortunatamente è arrivato il contest di Akane e la "fantastia" si è scatenata, partorendo questa one-shot che avete finito ora di leggere (se non lo avete ancora fatto e siete solamente curiosi di leggere le note finali, zut-zut correte a farlo o troverete un Iron Man incavolato davanti alla vostra finestra XD)!

Demenza a parte, che forse vi avrà risollevato gli animi dopo questo finale, vi parlo un po' della fiction e di alcuni particolari.
Come scritto nell'introduzione, adoro il Tony Stark interpretato da Robert. E' il suo personaggio insomma, non sarei stupita se l'attore pensasse in segreto di essere davvero Iron Man (e se andate a vedere, ad esempio, le foto alla COMICON americana per la presentazione del film "I Vendicatori", ne avrete la conferma assoluta). E la coppia che fa con Pepper... Semplicemente adorabili. I battibecchi tra i due credo siano la trovata più esilarante di tutto il copione dei due film. Nessuno riesce a finire le proprie frasi, l'altro lo interrompe sempre! Però, come Tony confida a Pepper, lei è l'unica persona che lui ha davvero a cuore. Non potevo, non potevo non scrivere qualcosa su questi due...! <3

Ecco. Se fossi una lettrice in questo momento getterei addosso a _Diane_ una marea di frutta marcia. Ami questi due e scrivi una storia del genere?
... Ebbene sì. Sono da sempre interessata ai personaggi che fuori sono egoisti, accentratori e pieni di sé. Ma di loro mi piace il lato nascosto che conoscono in pochi, e questa situazione (+ Pepper) mi è subito sembrata ideale per descriverlo al meglio. Vi assicuro che amo Iron Man e non mi divertirei mai a vederlo soffrire, povero!! ç__ç

Altro...? .
Mi piacerebbe immensamente sapere cosa ne pensate. Ho già scritto qualcosa in tema "supereroistico" (nello specifico sui Fantastici 4), ma di completamente diverso da questa fiction. Lascereste un commento, anche ino-ino, a questa povera donna? *__* ((occhioni dolci))
Scherzi a parte, aspetto davvero dei pareri. Sia negativi, sia positivi. :)

E vi saluto, promettendovi che appena il contest terminerà pubblicherò qui le valutazioni di Akane!
Un abbraccio,

_Diane_


   
 
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