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Autore: BadMe    09/06/2006    8 recensioni
XIX sec.: Remus Lupin è un giovane senza doti sociali, fisiche o economiche che si trova a Se a qualcuno interessasse: servire in casa di un signore dell'aristocrazia inglese(chi sarà mai? :P) come tutore per il figlio. I due si innamoreranno presto, ma la tragedia arriverà, arriverà... eheh!
Scusate per il riasunto, ma non è proprio il mio forte...
E' 'liberamente ispirata' a Jean Eyre (anche se si nota sempre meno, temo); in linea di massima è una Sirius\Remus ma dovrebbero esserci altre coppie in futuro, slash e non.
Per ora questa ff è in coma farmacologico.. quando avrò scritto abbastanza capitoli la pubblicherò per bene.
Questa storia potrebbe essere finita in cima.. non l'ho aggiornata, ho sbagliato l'aggiornamento di un'altra ff.. scusate. E' sempre in coma indotto.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Albus Silente, Harry Potter, Minerva McGranitt, Remus Lupin | Coppie: Remus/Sirius
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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REMUS LUPIN

Avvertenze: Kids! Don't bring... No questo è esagerato.

AU: Allora questa storia è liberamente ispirata a jean Eyre di Charlotte Brönte, quindi è ambientata nell'ottocento e i personaggi hanno storie personali abbastanza differenti dagli originali. Per chi avesse letto il romanzo: la storia non viene ricalcata fedelmente, soprattutto verso la fine.

Personaggi: Soprattutto per non spaventare la piccola Fly\Airone (beta reader per sua grande sfortuna, minacciata meno del previsto), ma anche per non rovinare la storia(più di quanto abbia già fatto) a chi non ha mai letto il libro, aggiungerò i personaggi man mano che compaiono.

Durata: mesi anni giorni ore (no, probabilmente no).

Commenti: Questa storia è scritta più che altro per vendetta, quindi per quanti insulti mi possano arrivare continuerò imperterrita a pubblicarla. XD

Capitolo I

“Resta fuori!”

Il solo fatto che fosse inverno mi faceva temere per la mia salute, già cagionevole per natura e per le umili condizioni in cui avevo trascorso i miei precedenti dieci anni di vita.

Il tono di Malfoy, del signorino Malfoy, come il mia rango di attendente mi imponeva di chiamarlo, non ammetteva repliche: io ero entrato nella scuola praticamente come suo servitore e solo grazie a questo mi era permesso frequentare le lezioni insieme a tanta nobile gente.

-Ho scommesso che saresti sopravvissuto.. resta fuori fino a domani mattina, per questa notte il tuo compito sarà questo.-

Mi allontanai dal portone sedendomi sotto un albero, avvolto dalla coperta che ero riuscito a sottrarre al mio letto prima di essere gettato fuori dalla stanza.

Possibile che quello fosse l'unico modo in cui mi era concesso trascorrere l'infanzia?

Avevo dovuto abbandonare la mia casa di babbani, lasciando che i miei genitori subissero il duplice dolore di scoprire il loro unico figlio possessore di poteri a loro ignoti e poi vederselo sottrarre proprio a causa di questi.

Quando fui portato ad Hogwarts mi fu spiegato molto lentamente, come pensando che una persona cresciuta al di fuori del mondo magico non fosse ancora capace di intendere pienamente, che era allora in vigore un'antica legge che proibiva ai maghi di vivere con i babbani, per evitare loro enormi shock o per non sminuire le capacità di noi altri.

Ma era anche vero che così ero privato del sostegno della mia famiglia (non che avrebbe comunque potuto aiutarmi in alcun modo) quindi fui costretto a fare da attendente, quasi come un moderno paggio, al rampollo della famiglia che si sarebbe presa carico del mio mantenimento.

Così imparai a credere nella cattiva sorte, dato che il ragazzo a cui fui assegnato fu Lucius Malfoy, i cui genitori scelsero me(il ragazzo di origini più umili) proprio per far si che il figlio imparasse a relazionarsi con i sottoposti.

In una sorta di giustizia mondana dovuta solo ai più forti Lucius decise di spartire il suo regalo con i suoi amici più intimi, così io diventai terreno di prova per le angherie dei delfini del mondo magico.

La mia pelle pallida ai limiti della salubrità, i lineamenti che mal si sposavano con i visi nobili dei vari serpeverde, gli occhi smunti e le occhiaie precoci, generavano negli insegnanti un senso di repulsione. Erano pronti a credere ciecamente agli azzurri sguardi aristocratici del mio giovane tutore, quando giustificava i miei lividi come i segni della mia educazione sociale.

Quella scommessa finì per essere solo l'ultima prova che il mio carattere posato fu costretto a sopportare, ma al tempo non potevo saperlo e mi ritrovai steso sotto l'albero a pensare a quale punizione mi sarebbe stata inflitta il giorno seguente se, ancora vivo, fossi tornato a scuola.

Perché se quella era una scommessa Lucius doveva per forza averla fatta con qualcuno e chiunque fosse lo sfidante non avrebbe preso bene la sconfitta.

Intimorito dai miei stessi pensieri, e dall'incapacità di trovar pace o speranza nel futuro mi addormentai cullato dallo sconforto.

Il sonno durò poco, poiché un basso latrato mi svegliò improvvisamente mentre la luna era appena salita alta nel cielo.

Ricordo perfettamente la sua circolare lucentezza, il freddo che ispirava nel mo animo e la consapevolezza quasi arcana del mio destino che si legava indissolubilmente a lei.

Vidi la belva avanzare: era un grosso lupo, di quelli che i libri didascalici della biblioteca principale chiamavano con lunghi nomi latini, riportando ogni genere di avvertenza.

Le parole tenersi alla larga si stamparono in me come se fossi stato solo un altro di quei volumi: Contenevo l'avvertimento ma non potevo farne alcun uso.

In quel momento mi sfiorò il ridicolo pensiero che avrei potuto comunque avere un'altra, ultima, affinità con i testi scolastici: il mio corpo a brandelli avrebbe all'indomani consegnato un'importante lezione ai miei compagni e padroni. I giocattoli soffrono di usura, a sfruttarli troppo si possono rompere.

La bestia aprì la bocca, io vidi i denti acuminati, i suoi occhi brillanti e caddi ringraziando la paura di evitarmi almeno di soffrire, in questa morte così rapida.

╠╬╬╬╬╣

Riaprire gli occhi e vedere persone e fasciature attorno e sul mio corpo mi spaventò quasi più del lupo: quello non era l'aldilà che desideravo, ne quello in cui avevo sperato.

Ma le voci si alzarono calme e gentili per una volta nella mia esistenza li ad hogwarts, e le mani che mi toccarono portarono carezze e non ferite.

-Povero bambino, sopravvivere in questo modo forse è la peggiore delle maledizioni.-

Allora capii che ero vivo e me ne dolsi grandemente.

-Per favore signori, potreste dirmi quel cosa è accaduto?-

Mormorai con la voce che mi era tornata.

-Ricorda il lupo? Mi hanno parlato di lei come di un bambino di buone capacità intellettive, quindi saprà cos'era quell'essere.- La voce anziana che mi parlò non mi era sconosciuta, anzi la riconobbi in fretta anche nelle mie condizioni, come quella del preside, il professor Albus Silente.

Il tono di voce amichevole e la posizione del mio interlocutore mi fecero rispondere senza considerare le implicazioni di ciò di cui stavamo parlando.

-Un licantropo-, la mia voce era quella dello studente diligente che sapeva di aver dato la risposta esatta a un insegnante largamente stimato.

Quando guardai negli occhi i presenti aspettandomi i loro sorrisi compiaciuti, trovai solo tristezza e ciò mi fese uscire dal mio stato inebetito.

Un licantropo.

La mia spalla doleva, sollevai la fasciatura e vidi un profondo solco rossastro.

Un licantropo.

Queste parole indicavano ormai la mia condizione.

Un uomo alto e impettito si avvicinò al preside e sottovoce gli rivolse, oggi so che fu così, una domanda. L'anziano professore annuì lentamente e poi parlò.

-Lei è Remus Lupin, giusto? Risiede in questa scuola come attendente della famiglia Malfoy.-

-Si, signore-

-Appena sarà di nuovo in grado di camminare dovrà andarsene da qui per un po' e trasferirsi al Ministero dove si prenderanno cura della sua particolare condizione. Informerò io stesso la famiglia Malfoy che da oggi non è più sotto la loro tutela.-

Le sensazioni che si agitavano in me davano una tale battaglia da provocarmi quasi febbre e obbligarmi a ridistendermi. Quest'uomo che seppur da lontano avevo ammirato mi stava liberando da quell'orribile famiglia per consegnarmi ad un destino finale e terribile? No, ero sicuro di potermi fidare delle sue parole ...andarsene per un po'.

╠╬╬╬╬╣

Dopo neanche una settimana fui trasferito e nella mia nuova sistemazione fui istruito sui comportamenti che da allora in avanti sarei stato costretto a sostenere.

Le restrizioni erano molte ma mi sarebbe stato permesso di tornare a scuola, dato che in caso contrario avrebbero dovuto spiegare pubblicamente il motivo del mio ritiro e i genitori facoltosi delle famiglie purosangue sarebbero venuti a conoscenza del fatto che un licantropo era riuscito ad entrare nel parco della scuola e ferire un ragazzo.

Per essere più libero, nella mia prigionia, rientrai a scuola come studente con borsa di studio ed in effetti mi finanziò completamente il ministero.

Finì in un'altra casa ed ebbi pochi rapporti con i Serpeverde.

Gli anni della scuola trascorsero severi ma tranquilli, dandomi quasi speranza.

Gli incarichi pubblici mi erano preclusi, ma per potersi accertare che fossi pronto ad una vita autonoma i burocrati fecero in modo che fossi trattenuto a scuola altri due anni, in qualità di professore.

________________Fine Capitolo_________________
Ciao!
BadMe
  
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