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Autore: kateausten    30/09/2011    6 recensioni
Quel famoso sesto anno, quell'anno che sarebbe rimasto inciso nella memoria di Albus in tutte le sue sfaccettature, era stato diverso dai precedenti.
Lui e Rose non ridevano, non scherzavano come prima. Non cercavano più scuse per stare da soli a chiaccherare e confabulare. Erano cresciute ansie e tensioni di ogni tipo.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter, Rose Weasley | Coppie: Albus Severus Potter/Rose Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Gli occhi di Rose erano pieni di lacrime. Albus notò che tormentava ossessivamente il vestito, soprattutto quell leggero pizzo che era ai bordi. Le spalle erano ancora attaccate al freddo muro di pietra.
Ballare insieme non era stata una grande idea, no. E baciarla, ancora meno.
Maledetto Ballo di fine anno.
Maledetto professor Paciock che ogni anno insisteva nel volerlo fare.
Maledetti ormoni che quella sera gli fecero vedere Rose ancora più desiderabile del solito.
La sua mente si estraniò per qualche secondo da quel contesto, da quella situazione che mai si sarebbe immaginato di poter vivere, e andò alla conversazione avuta con James quella sera di fine estate.
James aveva preso i M.A.G.O sufficenti per iniziare l'addestramento Auror e Al era quasi angosciato nel sapere che non avrebbe più visto quel gorillone di suo fratello ogni mattina.
"So che è presto per parlarne, Al" aveva detto James guardandolo al di sopra del bicchiere di Burrobirra che stavano bevendo sul terrazzo di casa Potter "Però mi piacerebbe fare un viaggio con te l'estate prossima. Solo noi maschi Potter".
Al lo guardò sorpreso, ma dopo qualche secondo annuì sorridendo.
I continui dispetti e spregi che si facevano da bambini erano ormai solo un ricordo.
"Nonna Molly avrà uno shock quando non vedrà i suoi adorati nipoti abbuffarsi ai suoi immensi pranzi" disse Al prendendo un sorso.
James ghignò.
"Penso che farà bene a entrambi" disse poi, guardando nel vuoto.
Albus lo guardò sorpreso. James era appena uscito da una lunga storia con una Corvonero che gli aveva dato filo da torcere e inoltre aveva davanti a se un anno di addestramenti. Era logico che pensasse già a una vacanza.
Ma lui, Albus? Cosa poteva essere accaduto per far pensare a James di aver bisogno di un viaggio?
"Cosa intendi Jamie?" chiese mandando giù l'ultimo sorso di Burrobirra.
James Sirius era famoso per la sua sincerità disarmante, ma stavolta non era proprio sicuro di poterla usare con suo fratello.
"Niente, Al".
"Jamie, avanti".
James non sapeva come cominciare.
"Tu stai bene, no, Al?" chiese titubante.
Albus lo guardò preoccupato: era chiaramente James a non stare bene.
"Si, certo che sto bene" rispose, chiedendosi dive volesse andare a parare suo fratello.
"E Rose? Come sta?".
Albus non se l'aspettava. Non so lo sarebbe aspettato neanche tra un milione di anni. Doveva essere sbiancato perchè James gli scoccò un'occhiata ansiosa.
"N... non so di cosa tu stia parlando" disse in tono poco convinto.
James sospirò.
"Al... Al, sono tuo fratello. Ti conosco come le mie tasche. E sono scresciuto con te e Rose davanti gli occhi" disse
James cercando di incrociare il fuggevole sguardo di Albus "Ho solo paura che la cosa vi possa sfuggire di mano".

Albus si costrinse a usare un tono fermo e a incrociare lo sguardo del fratello."Non c'è nessuna 'cosa' Jamie. E se mai ci fosse, non scapperebbe di mano a nessuno".
James sospirò nuovamente.
"Come vuoi Al, come vuoi."
Ma James aveva ragione.
La famosa cosa era sfuggita di mano, sia a lui che a Rose.
Quel famoso sesto anno, quell'anno che sarebbe rimasto inciso nella memoria di Albus in tutte le sue sfaccettature, era stato diverso dai precedenti.
Lui e Rose non ridevano, non scherzavano come prima. Non cercavano più scuse per stare da soli a chiaccherare e confabulare. Erano cresciute ansie e tensioni di ogni tipo.
Al comunque, era stato bravo tutto l'anno. Aveva soffocato ogni istinto, ogni volontà, ogni desiderio che lo portava a Rose.
Quella sera, però, non ce l'aveva fatta. Ballare con Rose dopo tanto tempo di lontananza sia fisica che emotiva, aveva avuto un effetto devastante sull'autocontrollo di Al.
Tanto devastante da fargli prendere per mano la mano della ragazza, farla correrre con lui in un remoto angolo del castello, spingerla contro il muro e baciarla. Fare quello che aveva bramato per anni.
La risposta di lei non era stata meno violenta o appassionata di quella del cugino, ma proprio quando il cuore di Al stava per scoppiare- di gioia, di eccitazione, di preoccupazione- lei si era staccata.
Ed eccoli li.
A lei, sempre contro quel muro, sempre a stropicciarsi l'orlo del vestito, sempre con gli occhi pieni di lacrime.
E Al, di fronte a lei, rosso di piacere e d'imbarazzo, che non sapeva cosa fare.
Rose aprì la bocca un paio di volte senza dire nulla.
"E'... è così da mesi, vero?" chiese con voce acuta "O forse da anni?".
Da mesi, da anni, da una vita, Rosie.
Rose si morse il labbro quasi a sangue per evitare che le lacrime cadessero.
"Quando mi hai detto che te ne saresti andato per tutta l'estate insieme a James, ero contenta. Volevo starti il più lontano possibile. Volevo che ti allontanassi. Non so come ho fatto a essere così... così stupida".
Rose fece una piccola pausa asciugandosi una lacrima che a tradimento le era caduta su una guancia.
"Se prima era qualcosa di stratto, adesso è concreto, Al" mormorò.
Albus strinse un pugno. Come darle torto?
"Perchè piangi?" chiese dolcemente.
Rose lo guardò con gli occhi spalancati.
"Non hai capito?" chiese con voce fioca.
Davanti a quel viso bagnato di lacrime, a quel viso così indifeso, davanti alla sua fragilità sempre nascosta ma messa così a nudo quella sera, Al sentì prendere il sopravvento da qualcosa di sconosciuto.
"Certo che ho capito" mormorò prima di avventarsi sulle sue labbra un'altra volta.
Non pensarono all'immediato futuro, non pensarono alle conseguenze del gesto che stavano per compiere. In quel momento, la vita li aveva uniti. Era un momento talmente perfetto, un momento che passa in un secondo se non lo si afferra prontamente.
Rose e Albus.
Albus e Rose.

 

                                                                              *

L'estate arrivò presto quell'anno.
Albus salutò i suoi genitori e Lily, prima di avviarsi con James alla passaporta che li avrebbe condotti nel luogo in cui avrebbero cominciato il loro viaggio.
Benchè non gli avesse detto nulla, Al sapeva che James aveva capito cosa era successo fra lui e Rose. E gli era grato che non ne parlasse.
Mentre camminava verso la passaporta, Al mise le mani in tasca, sussultando impercettibilmente quando le sue dita toccarono un biglietto che teneva sempre con se.
Era di Rose e glielo aveva dato pochi giorni fa in un incontro fuggevole alla Tana. Non lo tirò fuori, ormai lo sapeva a memoria.

"Non sai cosa darei perchè tu mi stancassi. Ma non è così. Io ti aspetterò. Ti ho aspettato giorni, mesi anni. Ti ho aspettato una vita Al, posso aspettarti anche due mesi. L'importante è che torni. Torna da me."

  
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