Libri > Harry Potter
Segui la storia  |      
Autore: Exentia_dream    01/10/2011    3 recensioni
Albania. Voldemort e i suoi pensieri.
Questa storia ha partecipato al THE BATHROMM CONTEST di malandrina4ever ed è stata trascritta con le opportune correzioni
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Voldemort
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

 


-Autore sul Forum: _Exentia_dream_     su EFP: Exentia_dream
-Titolo: A nuova vita…
-Genere: Introspettivo.
-Avvertimenti: Missing Moments,
-Oggetto e personaggio: Vasca, Tom Riddle
 
-Nda: credo sia il caso di scrivere qualche parolina xD Non ho mai letto né mai visto Harry Potter, nonostante mi piaccia tantissimo (da quel che ne ho sentito, almeno), quindi tutto quello che c’è scritto e che appare nei film (sono stata un po’ di tempo a cercare su Youtube) possono comunque valere?
 
Detto questo, ho immaginato un po’ la “vita” Voldemort dopo che il suo corpo è andato a fare un giretto per il mondo xD Spero solo che ti piaccia!
 
 
 
 
 
 
 
Vagare per i boschi, oscuri e freddi, dell’Albania era, ormai, tutto ciò che poteva fare.
 
Non sapeva come, non sapeva perché, ma del suo corpo non era rimasto nulla, se non quella sottile anima di velo venduta al male.
 
Nulla di lui o dei suoi ideali era, però, andato disperso nel vento: Lord Voldemort sapeva bene che i suoi seguaci, quelli che realmente credevano nella sua causa, sarebbero andati avanti e avrebbero cercato di farlo tornare in vita.
 
E lui non aspettava altro.
 
Voleva poter di nuovo toccare con le sue mani, voleva poter di nuovo guardare con i suoi occhi e sentire il tocco con la sua pelle viscida.
 
Non era la bellezza di un tempo che voleva indietro, ma la vita: Tom Riddle, il ragazzo che era stato, era morto nel momento in cui le ombre dell’oscurità si erano affacciate alla sua mente.
 
Tom Riddle non era mai nato.
 
 
 
 
 
«Lei è il dottore, vero?»
 
«No, sono un professore.»
 
«Io non le credo. Vogliono farmi visitare: credono che io sia diverso.»
 
«Beh, forse, hanno ragione…»
 
«Non sono pazzo.»
 
«Hogwarts non è un posto per gente pazza. Hogwarts è una scuola, una scuola di magia. Tu puoi fare delle cose, vero Tom? Cose che gli altri bambini non possono…»
 
«Posso spostare gli oggetti senza toccarli; far fare agli animali quello che voglio, senza addestrarli; far capitare brutte cose a quelli cattivi con me, farli soffrire, se voglio. Chi è lei?»
 
«Beh, io sono come te, Tom: sono diverso.»
 
«Lo dimostri.»
 
Così il fuoco era divampato attorno all’armadio, accanto alla porta e i suoi occhi si erano illuminati di meraviglia.
 
«Credo che qualcosa nel tuo armadio voglia uscire, Tom.» e lui aveva aperto le ante, prendendo tra le mani una scatola con i bordi d’argento. Poi, così com’era comparso, il fuoco si spense. «Il furto non è tollerato a Hogwarts, Tom. A Hogwarts ti verrà insegnato non solo a usare la magia, ma a controllarla. Mi sono spiegato?»
 
Il silenzio, pesante e reale, si prolungò fino a quando il professore non sfiorò l’uscio della porta.
 
«Parlo anche con i serpenti. Loro mi trovano, sussurrano cose… è normale per uno come me?»
 
Gli occhi del vecchio professore si erano dipinti di una consapevolezza terrificante e, nel silenzio di quella paura, si allontanò.
 
 
 
 
 
Quante persone erano state infami con lui, prima ancora che nascesse?
Quante lo aveva deriso e guardato con sospetto e terrore, poi?
 
Quante, dopo la sua morte, lo avevano tradito?
 
La vendetta cominciò a scorrere in quelle vene che lui sentiva ancora di avere ma che, in realtà, non erano che il ricordo di un’immensa rete di fili invisibili in un corpo che non esisteva più.
 
Se avesse potuto, avrebbe bruciato ogni flashback della sua vita da essere umano, fragile e mortale: aveva passato anni a studiare un modo per restare ciò che era, pur privandosi della sua bellezza, ma a nulla erano valse le ore chino sui libri: il suo corpo era ormai sepolto in chissà quale luogo –semmai un corpo era rimasto-, mentre la sua anima era solitaria e vagabonda.
 
Per darsi l’illusione di essere vivo, spesso, si impossessava del corpo degli animali che lo circondavano, poi, una volta uscito, si beava del dolore che essi provavano e della disperazione che accendeva loro gli occhi, fino a che morivano e lui si sentiva in pace con sé stesso. Era un po’ come rinascere.
 
Il vento, che scuoteva furioso le cime degli alberi e faceva sollevare le foglie dal suolo, sembrava penetrargli in quelle che, un tempo, aveva definito ossa e legamenti.
 
Era poco più di un fantasma, Lord Voldemort, ma sarebbe tornato e la sua vendetta non avrebbe avuto scrupoli di nessuno, neanche di sé stesso.
 
Da spettro qual era, comunque, tornò a camminare tra quelle immense distese di erba, alberi e pietre, senza avvertire alcuna stanchezza in nessuna parte del corpo, a parte in quella che, in realtà, non aveva mai cessato di esistere: il suo cervello era in continua macchinazione di piani e idee per tornare alla vita e creare l’ultimo, indispensabile, maledetto Horcrux.
 
Quello che sarebbe venuto dopo, sarebbe diventato storia.
 
Il suo nome sarebbe stato scritto sulle pagine invecchiate di ogni libro e il sangue e la superiorità dei maghi avrebbe vinto sulla normalità ostica dei babbani.
 
Molti ancora lo temevano e il Signore Oscuro sapeva bene quanto la paura potesse rendere ciechi.
 
 
 
«Niente è peggio della morte, Silente!»
 
«Ti sbagli. In verità, l'incapacità di capire che esistono cose assai peggiori della morte è sempre stata la tua più grande debolezza...» così gli aveva risposto Silente.
 
Mentre Harry Potter li osservava con lo sguardo liquido di incomprensione.
 
No, non poteva capire quel maledetto ragazzino che lo aveva ucciso una seconda volta con la sua maledetta nascita.
 
Lo aveva guardato anche lui, alzando il mento in segno di sfida, poi l’aveva visto impugnare la bacchetta.
 
 
 
*****
 
 
 
 
 
Peter Minus, alias Codaliscia, era stato l’unico che lo aveva aspettato e gli aveva ridato la vita, sacrificando la sua mano.
 
Ora, nel corpo di un bambino senza pelle, Lord Voldemort aspettava impazientemente l’arrivo di Harry Potter.
 
E sarebbe arrivato. Oh sì, molto presto.
 
E con lui sarebbe giunta la consapevolezza di poter vivere per sempre.
 
 
 
Erano passate ore, forse giorni e Harry Potter era finalmente giunto di fronte a lui.
 
Quando gli avevano graffiato il braccio ed aveva preso il suo sangue, il giovane si era nascosto dietro la mano della statua, trasbordando paura da ogni parte del corpo.
 
Poi, il suo sangue era stato versato nel calderone in cui Codaliscia aveva mescolato con cura gli ingredienti che avrebbero ridato un corpo al Signore Oscuro.
 
La vita fluì velocemente in lui, trasformando quel corpo di infante in quello del più forte mago oscuro mai esistito dalla notte dei tempi.
 
Le mani tremavano per il potere che in esse sentiva concentrarsi, i muscoli delle gambe si tendevano per far forza ad un peso a cui, ormai, non era più abituato.
 
Poi, fu vita.
 
Aveva impugnato la bacchetta. «Non voltarmi le spalle, Harry Potter. Voglio che tu mi guardi quando ti ucciderò, voglio vedere la luce lasciare i tuoi occhi.»
 
«Sia come vuoi. Expelliarmus.»
 
Si era fatto coraggio il Bambino Sopravvissuto e l’aveva fronteggiato in una battaglia che si era risolta con la parità delle parti, in uno scontro che, con il passare del tempo, era diventato una vendetta da parte di entrambi per i torti subiti.
 
Il vento intorno agitava il suo mantello, mentre la magia sembrava averla vinta sul più inutile degli esseri viventi che, però, con la sua morte, avrebbe regalato a Lord Voldemort l’immortalità.
 
Un errore, una piccola distrazione ed Harry Potter era riuscito a scappare.
 
«Nooo!»
 
Si malediceva, Lord Voldemort, mentre i suoi fedeli Mangiamorte lo ornavano di complimenti e bentornati.
 
 
 
Nessuno dei due può vivere se l’altro sopravvive.
 
 
 
Il sorriso si dipinse su quel volto tirato.
 
Un sorriso di vittoria, un sorriso di certezza e di soddisfazione.
 
La profezia aveva ragioni solide su cui fondare le basi: nessuno dei due avrebbe potuto vivere se l’altro sarebbe sopravvissuto.
 
Ma non sarebbe stato Lord Voldemort a perire.

 
Giudizio della GIUDICIA:
SECONDA CLASSIFICATA:

“A nuova vita” di Exentia_dream
 
Grammatica: 9.4/10
Stile: 9.5/10
Caratterizzazione: 10/10
Originalità: 9.5/10
Gradimento Personale: 5/5
Eventuali (e stupidi) punti Bonus 0/1
Totale: 43.4/46
 
Io sono senza parole.
Non posso credere che tu non abbia letto Harry Potter, davvero. Assurdo. Come sei riuscita a scrivere una storia del genere senza averlo letto? È stupefacente. Sono letteralmente sbalordita e ti faccio i miei più sinceri complimenti, perché senza nemmeno aver letto i libri sei riuscita a cogliere e rappresentare alla perfezione l’essenza di Voldemort, la cui caratterizzazione non è certo una delle più semplici della saga, neppure per chi conosce i libri a memoria. Non c’è un dettaglio fuori posto, non un pensiero che stona con il carattere dell’Oscuro Signore. Bravissima, davvero. Per quanto riguarda stile ed originalità potrei fare un discorso unico, perché ciò che rende originale questa storia è principalmente lo stile. Dire che l’ho adorato è dire poco. Mentre leggevo la tua storia, soprattutto nella prima parte, mi sembrava di fluttuare come il frammento d’anima di Voldemort. E solo quando l’Oscuro torna in vita, solo allora anch’io appoggio nuovamente i piedi per terra. Non so se hai capito cosa intendo, è un discorso un po’ strano in effetti, ma è proprio questa la sensazione che mi hai comunicato con le tue parole. Tanto di cappello. Dopo quello che ti ho già scritto non penso che ci sia bisogno di scrivere perché hai ottenuto il voto massimo nel gradimento personale, no?
Per quanto riguarda la grammatica ho trovato qualche errore di distrazione:
-“Quante persone erano state infami con lui, prima ancora che nascesse? Quante lo aveva deriso e guardato con sospetto e terrore, poi?Quante, dopo la sua morte, lo aveva tradito?” In questo caso, dato che ti stavi riferendo a ‘persone’, ci andrebbe ‘avevano’, non ‘aveva’. (-0.4)
-“Nooo.” Qui invece dovresti proprio mettere il punto esclamativo al posto di quello fermo. (-0.2)
E questi sono gli unici errori che ho trovato ^^ Ribadisco i miei complimenti, la tua storia è davvero fantastica. (Ma davvero non hai letto Harry Potter? Scusa, sono sconvolta xD)

 
 
 
Angolo Autrice:
Ok, io sono letteralmente sconvolta da questo giudizio e sono contentissima di essere arrivata a tanto grazie a Voldemort *.*
Vorrei scrivere milioni di cose, ma smetto subito di annoiarvi.
Spero che la storia sia piaciuta anche a voi. Aspetto i vostri commenti.
La vostra Exentia_dream
   
 
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Exentia_dream