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Autore: xXx_Whatsername    01/10/2011    5 recensioni
!!!PrussiaxUngheria!!!
A Elizabeta non sembrava vero quello che era successo, o forse, più semplicemente non voleva crederci.
Gilbert non poteva essere scomparso così, averla lasciata da sola per sempre, senza neanche salutarsi come si deve.
Aveva promesso che avrebbe vinto, che sarebbe tornato da lei.
Bugiardo.

[....]
Non ti spedirò questa lettera, non so neanche io perché.
Semplicemente resterà chiusa nella busta con tutte le altre e tu non la vedrai mai.
Non saprai mai quanto ti amo e non soffrirai a causa mia.

[...]
Elizabeta trova una lettera di Gilbert indirizzata a lei dopo la morte dell'impero Prussiano e scopre attraverso poche parole che la vita che voleva è quella che non avrà mai.
Genere: Angst, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Prussia/Gilbert Beilschmidt, Ungheria/Elizabeta Héderváry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Letter.

                                                                                        Imogen Heap- Hallelujah



A Elizabeta non sembrava vero quello che era successo, o forse, più semplicemente non voleva crederci.
Gilbert non poteva essere scomparso così, averla lasciata da sola per sempre, senza neanche salutarsi come si deve.
Aveva promesso che avrebbe vinto, che sarebbe tornato da lei.
Bugiardo.

L' ungherese strinse i pungni, conficcandosi le unghie nella carne nello sforzo di non far scappare via neanche una lacrima dai i suoi occhi.
Non doveva piangere, non poteva, non voleva.
Ma forse ne aveva bisogno.

Camminò a lungo per quella che un tempo era stata casa del suo migliore amico, di quel migliore amico che tanto la desiderava e che lei sempre
aveva respinto, forse per testardaggine, forse per codardia.
Accarezzò ogni mobile, ricordò ogni attimo, respirò a pieni polmoni l' aria di quella casa perché sapeva di lui.
Solo quando passò davanti a uno specchio si accorse di stare piangendo come una sciocca.

Si asciugò le lacrime con rabbia, imprecando, quasi come fosse colpa di Gilbert, ma come poteva un morto avere colpe?
A quel pensiero iniziò a singhiozzare come se già il pianto non fosse sufficiente a non farla più sentire se' stessa.
Salì in camera da letto, ebbe l' istinto di stringere il cuscino dove Gilbert aveva dormito per tanto tempo, solo per sentirne il
profumo, per illudere se' stessa che il prussiano fosse ancora lì , fra le sue braccia e non in una fredda bara di legno coperta da una bandiera sporca.
Ma non lo fece.
Ogni cosa di Gilbert doveva rimanere immutata nella sua mente, come se il tempo si fosse fermato a quel giorno.
Non avrebbe cambiato niente in quella casa, neanche fra dieci anni.

Si disse che sarebbe rimasta lì solo per un altro po' di tempo, il necessario per far asciugare le lacrime, poi sarebbe uscita di corsa e non
sarebbe rientrata più.
Si voltò, cercando qualcosa capace di calmarla e sulla scrivania intravide una busta, grande e rigonfia  chiusa con un bel nastro rosso.
Si era promessa che avrebbe lasciato tutto così, ma voleva vedere cosa c'era lì dentro prima che la curiosità insoddisfatta la potesse tormentare
per anni.

A passo lento andò verso il pacco, sciolse il nastro rosso con timore e vi guardò dentro.
Lettere.
Le rovesciò sul tavolo di legno e guardò il dorso di tutte con un occhiata ma non c'era destinatario.
Ne prese una a caso, la prima della pila che aveva rovesciato e l' aprì furtiva come una ladra.
Si stupì nel vedere il suo nome nella prima riga della lettera.




Cara Elizabeta,

lo scrivo sempre lo stesso anche se non leggerai mai queste lettere.
Sai, oggi mentre mi preparavo a partire per il fronte ho avuto l' impressione di non aver concluso niente nella mia vita.
Strano,vero?
Mi chiedevo " E se morissi fra poche ore a chi mancherò davvero?", "Cosa mancherà a me?", "Rimpiangerò di non aver fatto qualcosa ?"
Ma non trovavo la risposta alla prima domanda, mentre quella per la seconda era certa.
Mi sarebbe mancato bere la birra in un caldo giorno d' estate con mio fratello.
Mi sarebbe mancato dare da mangiare a Gilbird.
Mi saresti mancata tu, terribilmente e più di ogni altra cosa.
Riguardo a i rimpianti, ne avevo così tanti che a un certo punto mi è parso che tutto quel bellissimo quadro di perfezione che mi ero dipinto con forza e coraggio per anni fosse caduto a terra, per rompersi in mille pezzi.

Mi rendo conto che avrei dovuto cercare di farmi amare di più da tutti, ma soprattutto da te, che le vittorie in guerra non servono a niente se in amore non hai mai vinto neanche una battaglia.
Camminavo nel corridoio della tua nuova casa al tuo matrimonio e mi sembrava di aver già percorso quella strada, durante una battaglia che avevo perso.
La guerra per averti è stata la sconfitta più devastante della mia vita, ma mi ripetevo sempre, quasi per salvarmi dalla disperazione:"Ci sarà un' altra guerra che vincerò, per lei, per averla."
Ma io ho sempre combattuto ogni battaglia, ogni guerra per conquistarti. Ho cominciato a perderle tutte quando è arrivato Roderich e tutto ciò che ho fatto alla fine non è mai servito a nulla.

Sai quanto ho sofferto per te?
Sai quante volte ho pianto per te?
Ma, dopo tutto il male che mi hai fatto non riesco a odiarti, ogni cellula del mio corpo me lo impedisce.
Dentro di me so' perfettamente che anche con tutto il male che mi hai causato mi hai tenuto in vita.
L' amore muove l' uomo in ogni sua scelta, non si è vivi solo perché si sta respirando.

Ma, infondo, ho sempre vissuto solo e non ho mai voluto cambiare questa realtà... poi ti ho conosciuta.
Forse proprio per questo non ti ho potuta avere.
"Chi nasce solo muore solo", dicono.
Vorrei tanto che non fosse così.

Non ti spedirò questa lettera, non so neanche io perché.
Semplicemente resterà chiusa nella busta con tutte le altre e tu non la vedrai mai.
Non saprai mai quanto ti amo e non soffrirai mai a causa mia.
Voglio piangere solo io per la felicità che ci stiamo negando, tu meriti gioia anche falsa, purché tu possa vivere felice non m'importa come o con chi.
Avrei preferito essere felice insieme a te ma i sogni sono fatti per infrangersi.


Gilbert.




Elizabeta accarezzò quella lettera cercando di rileggerla sebbene gli occhi fosselo appannati dalle lacrime che ora correvano più
veloci di prima sul suo viso, senza che lei riuscisse in alcun modo a fermarle.
Era stato uno stupido, se solo le avesse fatto capire quanto l' amava, se solo avesse spedito anche solo una di quelle lettere (perché
ne era certa, le altre dovevano essere persino più toccanti di quella) forse lei avrebbe potuto capire in tempo.
Nessuno l' aveva mai amata come lui e adesso che lui era morto lei amava un ricordo e non avrebbe mai potuto amare nessun'altro più di
Gilbert, più di un fantasma.
Condannata.


"Sarai felice." Le aveva detto quel dannato il giorno nel suo matrimoniocon Roderich, con una lacrima che gli solcava il viso.
Solo ora Elizabeta comprendeva che era una lacrima di dolore e che Gilbert le aveva mentito per l' ennesima volta.
Bugiardo.


La felicità che gli aveva promesso era morta insieme a lui in quelle buste mai spedite.
Stupido.







-Angolo dell' Autrice-

Bho, la canzone mi ispirava e ho scritto questa shot :3
Triste lo so.
Mi ero detta tornando a casa "scriverò qualcosa di divertente", a quanto pare non ne' sono capace, mi è impossibile!
Oh, beh pace, scriverò cose emo a vita.
Spero che vi sia piaciuta e che non vi abbia indotti al taglio-di-vene o al "click" su quella fottuta crocetta rossa in alto a destra e-e
Alla prossima~

Kiss
Ju.
  
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