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Autore: Aine Walsh    01/10/2011    0 recensioni
A Sirius Black la sola idea di doversi dedicare allo studio, non era mai andata troppo a genio.
Ma tuttavia, quel giorno, c’era una motivazione ben più forte che lo aveva condotto a compiere quello sforzo.
Seduto al tavolo dei Grifondoro con il libro Gli Animali Fantastici: dove trovarli aperto ed esposto in bella vista, alzava di tanto in tanto lo sguardo, per dare una fugace occhiata al tavolo dei Corvonero.
Il cuore gli mancò un battito quando notò che anche lei, Sarah Hampton, lo stava fissando.
[...]
«Non può essere!» sbottò stupito James.
«Zitto! Vuoi che ti sentano tutti? E, comunque, ti giuro che è vero. L’ho visto io stesso. Erano proprio davanti l’ingresso e Sirius le ha chiesto di uscire» bisbigliò Minus.
«Ma Sirius non può essersi innamorato!» sussurrò di rimando James lasciandosi cadere sul letto.
«E perché no?» domandò con la sua solita calma Remus, il capo che usciva appena fuori dal libro che leggeva.
Potter guardò l’amico con uno sguardo carico di stupore.
Perché sembrava essere l’unico ad aver capito la gravità della situazione?
«Perché lui è Sirius!» rispose James.
* * *
Undicesima classificata al The Bathroom Contest di malandrina4ever
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: James Potter, Nuovo personaggio, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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-Autore(nick sul forum e su EFP se diversi): Alan_McStarlenson
-Titolo: A Bad Joke
-Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of Life, Comico (?)
-Avvertimenti: One Shot
-Oggetto e personaggio: Spazzola, Sirius Black
 

A Bad Joke

 
A Sirius Black la sola idea di doversi dedicare allo studio non era mai andata troppo a genio.
Ma tuttavia, quel giorno, c’era una motivazione ben più forte che lo aveva condotto a compiere quello sforzo.
Seduto al tavolo dei Grifondoro con il libro Gli Animali Fantastici: dove trovarli aperto ed esposto in bella vista, alzava di tanto in tanto lo sguardo, per dare una fugace occhiata al tavolo dei Corvonero.
Il cuore gli mancò un battito quando notò che anche lei, Sarah Hampton, lo stava fissando.
Senza nemmeno sorridere, immediatamente, il quattordicenne abbassò nuovamente lo sguardo e si mise ad osservare, pur senza vederlo, il libro davanti a sé, con le guance in fiamme.
Era impossibile, si era sbagliato.
Sicuramente Sarah non stava guardando lui.
Cioè, erano tante le ragazze che fissavano Sirius con aria sognante (facendo compiacere il ragazzo), ma di certo la Hampton non rientrava fra queste.
Perché?
Perché non poteva affatto essere così! – Era questa la risposta che si dava il giovane.
Il ragazzo tirò un sospiro e si decise a puntare di nuovo lo sguardo in direzione della ragazza dai capelli castani che tanto gli piaceva.
Dopotutto, che male c’era se anche lei lo osservava?
Nessuno.
E si sorprese quando incrociò di nuovo gli occhi azzurro cielo della giovane.
Per istinto, si guardò intorno.
Non c’era molta gente lì, nella Sala Grande, e quei pochi che la riempivano erano chini su pile e pile di libri, concentrati a studiare.
Tornò a voltarsi verso la ragazza e, stupito, si indicò il petto con un indice, sussurrando piano un «Me?».
Sarah annuì e rivolse un ampio sorriso al giovane Black.
Intanto, lo stomaco di quest’ultimo prese a fare una serie di capriole all’indietro, esibendosi in uno strano e curioso spettacolo.
Era come se il tempo intorno a loro si fosse fermato.
C’erano solo lui e lei, il resto non contava.
Continuarono a scambiarsi gli sguardi per un arco di tempo che a Sirius parve sia interminabile sia troppo veloce contemporaneamente, e non seppe mai spiegarsi come potesse essere accaduta una cosa simile.
Inoltre, si sentiva come sei quei due lampioni azzurri lo stessero perforando, come se improvvisamente tutti potessero vedere cosa nascondesse Sirius Black sotto la lunga divisa nera.
Avvertì di essere ansioso, preoccupato, agitato; ed era strano, perché lui con le ragazze aveva sempre un atteggiamento spavaldo e sicuro che però tutte amavano e che lo rendeva tanto affascinante agli occhi del sesso opposto.
Di colpo, però, Sarah distolse lo sguardo.
Sirius continuò a studiarla da lontano, mentre questa ascoltava le parole di una compagna dritta in piedi davanti a lei e che magari aveva appena fatto capolino all’interno della Sala.
Sarah annuì alzandosi e, prendendo la borsa tracolla dal tavolo, si avviò dietro l’amica.
Non si accorse, tuttavia, che la tracolla era aperta e che qualcosa ne uscì fuori atterrando senza far rumore sul pavimento.
Ma ciò a Sirius non sfuggì.
Senza nemmeno perdere un istante e fermarsi a pensare, quasi per istinto, nella foga di aver visto una piccola probabilità di parlarle, il Black si abbassò sotto il tavolo come se nulla fosse e, pochi istanti dopo, si rialzò e corse fuori dalla Sala Grande con la piuma bianca ben stretta nella mano sinistra.
Per fortuna, Sarah si era fermata proprio davanti all’ingresso della scuola, intenta a chiacchierare con altre ragazze.
 
Che fare? Avvicinarsi?
Non poteva restare lì impalato e rigido come una statua, certo.
Quindi doveva avvicinarsi.
Fece il primo piccolo passo e si arrestò nuovamente.
Gli tremavano le gambe.
Ma che assurdità!
Lui era Sirius, Sirius Black, quello che gli amici definivano scherzando “il Rubacuori”!
Non poteva mica comportarsi così. Assolutamente no.
Perciò si avvicinò al gruppetto.
 
«Ehm – cominciò schiarendosi la voce per farsi sentire – Scusatemi, ma credo che questa sia tua», concluse rivolgendo il suo sguardo solamente alla bruna.
I loro occhi si incontrarono un’altra volta.
Il ragazzo si sorprese nel sentire il tono di voce con cui aveva parlato; normale, sebbene dentro di sé tutto fosse in subbuglio.
«Sì, grazie», rispose gentilmente Sarah prendendo la piuma dal palmo aperto di Sirius.
Dietro di loro, le altre ragazze presero a ridacchiare.
Sarah le fulminò un attimo con lo sguardo e queste si allontanarono subito (ma senza smettere di ridere segretamente tra di loro).
«Tu devi essere Sirius Black, giusto?».
«Esatto – rispose questo passandosi una mano fra i capelli – E tu sei…?».
 
Perché aveva fatto finta di non conoscerla?
Non lo sapeva neppure lui.
 
«Sarah Hampton», rispose semplicemente la ragazza.
«Sarah Hampton» ripeté Sirius, quasi gustando ogni singola lettera.
Dopo, il silenzio.
Tra i due ragazzi calò un imbarazzante silenzio che entrambi sentivano il bisogno di abbattere dicendo qualcosa. Ma a nessuno dei due venne in mente qualcosa di sensato da dire.
Poi il Black azzardò.
«Potremmo… Ehm… Vederci ogni tanto… Sempre se ti va, ovvio…».
Si sentiva le guance avvampare.
Stava parlando troppo. Così si interruppe bruscamente.
«Sì, mi piacerebbe» rispose la giovane, la sua voce quasi ridotta ad un sussurro.
Sirius fu sicuro di vedere anche le sue guance arrossire e si lasciò sfuggire un sorriso.
 
* * *
 
«Non può essere!» sbottò stupito James.
«Zitto! Vuoi che ti sentano tutti? E, comunque, ti giuro che è vero. L’ho visto io stesso. Erano proprio davanti l’ingresso e Sirius le ha chiesto di uscire» bisbigliò Minus.
«Ma Sirius non può essersi innamorato!» sussurrò di rimando James lasciandosi cadere sul letto.
«E perché no?» domandò con la sua solita calma Remus, il capo che usciva appena fuori dal libro che leggeva.
Potter guardò l’amico con uno sguardo carico di stupore.
Perché sembrava essere l’unico ad aver capito la gravità della situazione?
«Perché lui è Sirius!» rispose James.
La voce gli uscì in un sussurro acuto e quasi strozzato, mentre il tono esprimeva tutta la sua esasperazione.
«Avete il prosciutto negli occhi, per caso? – continuò – E’ palese! Sirius innamorato è un cataclisma!».
«Dai, James, non fare l’esagerato – intervenne Remus – Perché tu puoi sempre seguire Lily ovunque e Sirius non può farlo con la ragazza che gli piace?», e, dopo aver detto ciò, sparì di nuovo dietro il suo libro, catturato da un altro mondo.
«Io non inseguo la Evans» borbottò Potter. Poi, rivolto a Peter, chiese: «Ricordi esattamente le parole di Sirius?».
«Potremmo… Ehm… Vederci ogni tanto… Sempre se ti va, ovvio…», recitò Minus con fare solenne e dilettandosi anche in una, mal riuscita, imitazione dell’amico.
«E lei che cosa ha risposto?».
«Sì, mi piacerebbe» imitò ancora Peter.
«E basta?».
«E basta».
«Quindi non hanno un… Appuntamento o roba del genere, giusto?».
Peter scosse la testa.
Un largo sorriso compiaciuto comparve tra le labbra di James.
«Peter, ti andrebbe di crearlo noi, questo appuntamento a Sirius?».
 
* * *
 
Avevi detto che ci saremmo dovuti vedere, giusto?
Ti aspetto davanti al bagno dei ragazzi, domani intorno alle sei del pomeriggio, va bene?
 
Baci
Sarah
 
Sirius rilesse ancora una volta la lettera, nella speranza di avere una risposta al ritardo di Sarah. Ma al tempo stesso sapeva che quel foglio di carta non sarebbe stato in grado di dirgli nulla.
Tirò un sospiro e infilò il foglietto in tasca.
Le sei erano trascorse già da parecchio e non c’era ancora nessuna traccia della ragazza.
Sì, le ragazze erano in ritardo il più delle volte, specie se dovevano andare a tutto ciò che classificavano come un “appuntamento” con un ragazzo, ma un ritardo di ben quarantasette minuti era troppo!
E poi, perché aveva scelto come luogo di incontro proprio il bagno dei ragazzi? Non era un posto così romantico e carino
Con certo una quantità non del tutto indifferente di delusione e con un pizzico di tristezza, Sirius dovette capacitarsi del fatto che Sarah non sarebbe più venuta.
Aveva davvero sperato in quell’incontro. Pensava veramente che la Hampton fosse decisa ad incontrarlo.
 
Era quasi ora di cena e sarebbe dovuto scendere giù nella Sala Grande per prendere un posto, ma prima pensò di fare una capatina al bagno, nel tentativo di prendere tempo anche per pensare ad una scusa abbastanza credibile per spiegare agli amici il motivo della sua assenza.
Scivolò dentro al bagno senza far rumore, non perché non volesse, ma solo perché per puro caso la porta non cigolò e nessuno lo sentì entrare.
Qualcuno, però, era presente. Sirius riusciva a percepire un fitto vociare sommesso.
 
«Credi sia ancora lì ad aspettare?».
«Conoscendolo, se lo conosco ancora visto quello che è successo e considerato il fatto che lui non mi abbia detto nulla, credo proprio di sì».
«Ma non pensi che ci rimarrà male? Povero Sirius…».
 
Al Black si rizzarono i capelli in testa.
Aveva riconosciuto quelle due voci: erano James e Peter.
Ma di cosa stavano parlando?
E che ne sapevano loro dell’appuntamento fallito?
Silenziosamente, si avvicinò alla porta da cui provenivano le due voci e si mise ad ascoltare meglio.
 
«Male? E perché scusa? – chiese Potter – E’ solo uno scherzo innocente, tutto qui. Pensaci, Peter, non abbiamo fatto nulla di così cattivo. Abbiamo solo scritto una lettera fingendo che gliel’abbia mandata la ragazza dei suoi sogni. Ti sembra così brutto? Mi dispiace solo di non poter vedere la sua faccia in questo momento…», concluse il ragazzo ridacchiando.
 
Sirius uscì fuori di testa.
E James lo chiamava scherzo?
Proprio James?
Lo stesso James Potter che stravedeva per Lily Evans?
Sirius aveva avuto tante occasioni per giocare alcuni “scherzi” del genere all’amico, ma non lo aveva fatto mai, fermandosi solamente a qualche battuta.
E invece quello smorfioso con gli occhiali aveva osato…
 
Sirius spalancò la porta di colpo, furente.
«Volevi vedere la mia faccia, Potter? Bene, eccola qua!» esclamò.
James e Peter si bloccarono, quasi pietrificati.
Poi Minus scattò sulla difensiva: «Non sono stato io, ha fatto tutto lui!», urlò con fare piagnucoloso scappando verso l’uscita.
James deglutì.
Se Sirius innamorato era un cataclisma, Sirius arrabbiato era anche peggio.
Molto peggio.
 
«Sirius… Amico mio… Parliamone…» tentò di dire James.
Black non rispose mentre avanzava lentamente verso l’amico di fronte a lui che strisciava lungo la parete nel tentativo di andare via.
«Oh, ma hai visto che ore sono? E’ già ora di cena! Possiamo parlarne anche dopo… O… Possiamo non parlarne affatto… Non pensi sarebbe la cosa migliore da fare?».
«TU!» tuonò Sirius sporgendosi in avanti deciso ad afferrare il ragazzo per il bavero.
«Peter, aspettami!» esclamò James iniziando a correre verso l’uscita del bagno.



I walk alone, I walk alone...
(Qualcuno, prima o poi, dovrà spiegarmi perchè non riesco a dare nomi decenti ai miei NdA)

Eccola, eccola!
So che nessuno me l'ha chiesta, ma la pubblico lo stesso...
Credo che la giudiA abbia ragione e anche che sia stata troppo buona con me, nonostante il mio posto in classifica.
Poco più sotto troverete valutazione e giudizio (gli errori sono stati corretti) e poi boh... Ho dimenticato tutto ciò che avevo da dire -.-'
Grazie a chiunque leggerà questa specie di shot,

Alan

 
 
UNDICESIMA CLASSIFICATA A PARI MERITO:
“A Bad Joke” di Alan_McStarlenson


Grammatica: 8.8/10
Stile: 8.5/10
Caratterizzazione: 8.5/10
Originalità: 8/10
Gradimento Personale: 3/5
Eventuali (e stupidi) punti Bonus 0.5/1
Totale: 37.3/46

Iniziamo subito parlando della tua idea: Sirius che si prende una cotta per una ragazza può essere originale come no. In realtà l’idea in sé non è così originale, di Sirius/Nuovo Personaggio è pieno EFP, ma naturalmente questo non significa che una Sirius/Nuovo Personaggio non possa essere originale. Tutto dipende dal modo in cui è scritta la storia, da come Sirius gestisce la cosa ecc. Nel tuo caso ho trovato originale la reazione di Sirius di fronte ai suoi sentimenti: normale. Assolutamente, deliziosamente normale. E per quanto possa sembrare strano accostare le parole ‘originale’ e ‘normale’, se c’è di mezzo Sirius Black credo che sia perfetto. Sarà che su EFP si è diffusa l’idea che Sirius fosse un bastardo rubacuori, ma è quantomeno raro vedere in lui una reazione così umana. Quando si è indicato il petto chiedendo “Me?”, perché lei semplicemente non poteva guardare proprio lui, l’ho trovato perfetto. Però quello che io ho trovato originale è solo questo, la reazione di Sirius di fronte alla sua cotta. Il resto mi è parso un po’ scontato, dopo la scena in biblioteca non mi hai più sorpresa. Magari se avessi descritto tutto dal POV di Sirius, senza farmi sapere in anticipo il piano di James, il finale sarebbe stato più piacevole: una volta che Sirius fosse entrato in bagno scoprendo così la verità, l’avrei scoperta insieme a lui e sarebbe stato un bel colpo di scena. Passando alla caratterizzazione, sono un po’ combattuta su quella di Sirius. Come ti ho già detto, ho apprezzato il tuo modo di non renderlo un duro dal cuore di pietra di fronte all’amore, però credo che tu abbia tralasciato un lato importante del suo carattere: quello Malandrino. Non parlo tanto dei suoi gesti, mica essere un Malandrino significa stare perennemente ad appendere qualcuno per aria o cose del genere, però io avrei cercato di far trasparire il carattere Malandrino di Sirius anche dai suoi pensieri, rendendolo più simpatico, facendogli pensare qualcosa di divertente ...qualcosa che rendesse chiaro il suo essere Sirius Black, insomma. Il personaggio che hai caratterizzato meglio invece trovo proprio che sia James, una vera peste –per citare la McGrannit. Inoltre ti farei un applauso anche solo per non aver ignorato Peter xD La storia è scritta molto bene, in particolare devo farti i miei complimenti per l’ottimo uso della punteggiatura, non ho trovato una virgola fuori posto =) Passando alla grammatica:
- “Perché aveva fatto finto di non conoscerla?” (-0.2)
- “Continuarono a scambiarsi gli sguardi per un arco di tempo che a Sirius parve sia interminabile sia troppo veloce contemporaneamente, e non seppe mai spiegarsi come possa (potesse) essere accaduta una cosa simile.” (-0.5)
- “Sirius ebbe (aveva avuto) tante occasioni per giocare alcuni “scherzi” del genere all’amico, ma non lo fece (aveva fatto) mai, fermandosi solamente a qualche battuta.” (-0.5; in questo caso la frase da sola non sarebbe scorretta, ma all’interno della storia il passato remoto stonava proprio.)
Ed è tutto =)
PS. Ti ho aggiunto mezzo punto bonus per la presenza del bagno nella storia ^^
  
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