Finalmente ho convinto mamma a mandarmi in un college a Londra per imparare l’inglese, certo ho dovuto litigarci una ventina di volte prima di convincerla. All’inizio avrei preferito andare in America, ma riflettendoci bene, era troppo distante e sarebbe stato anche più difficile ricevere visite, così mi arresi all’idea di andare in Inghilterra, beh a parte questo, niente male per una ragazza di soli 14 anni andarsene in un altro stato senza genitori no? Erano le 6 del mattino quando la sveglia mi fece letteralmente cadere dal letto, feci attenzione a fare il minimo rumore possibile per evitare di svegliare mia sorella e corsi in bagno a lavarmi. Ero felice ma anche molto agitata, il che era molto comprensibile: tra meno di un’ora sarei stata su un aereo che mi avrebbe portata via di casa per molto tempo. Questa non è la prima volta che rimango del tempo senza mamma e papà circondata da estranei, a sei anni sono andata due settimane in colonia con le suore e l’anno successivo anche, quindi lo stare senza genitori non mi creava molti problemi; la differenza è che in colonia ero a 150km da casa, questa volta è diverso: in un altro stato in cui nessuno al di fuori della scuola parla la mia lingua, a migliaia di km da casa. Ora comprendete la mia agitazione vero? 6.30 ci avviammo per Malpensa, papà ha dovuto svegliarsi molto presto per accompagnarmi, ma dato che ne va della mia educazione non ha fatto molte storie. Quello che invece non gli è andato molto a genio è il fatto che abbia dovuto ascoltare il cd dei One Direction per tutto il viaggio. Io sono una loro grandissima fan mentre mio padre… beh avete capito, in poche parole ci è allergico. 6.55 per fortuna non c’è stato traffico (non credo che molte persone normali si sveglino così presto senza un valido motivo) e arrivammo giusti giusti per riuscire a prendere una brioche al bar dell’aeroporto. L’attesa era straziante, non vedevo l’ora di salire, stranamente non ero agitata, ma appena sentii l’alto parlante dire “volo Milano – Londra tra due minuti” le farfalle nel mio stomaco iniziarono a farsi sentire. Salutai papà con un forte abbraccio e salii sul aereo.