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Autore: _Betty_    02/10/2011    28 recensioni
Questi sono i momenti mancanti della storia che è già completa e postata sempre qui su efp. La trovate nel mio profilo =)
Per il momento lascio rating verde perchè il primo capitolo che sto postando è assolutamente verde, ma non escludo che in futuro possa anche essere rosso dato che la FF è di quel rating e i missing moments potrebbero anche essere HOT ^_^
Genere: Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Ciao ragazze

non pensavate di rivedermi così presto, dite la verità...

Vabeh, mi stava ossessionando questa scena, così ho capito che dovevo scriverla per levarmela di dosso... forse non è quella che vi aspettavate per prima, ma che devo farci, la mia testa funziona ad un ritmo tutto suo, lo sapete ormai

Spero che gradirete ad ogni modo il capitolo, e vi ricordo nei commenti di proporre dei missing moments che vi piacerebbe leggere, così vediamo di stuzzicare i miei neuroni

Buona lettura

p.s. il capitolo è scritto dal punto di vista di Renesmee, per cui anche i pensieri sono adattati a quelli di una bambina, molto intelligente ma pur sempre una bambina

 

Lo smarrimento di Renesmee

 

Mamma dove sei?... voglio che torni a casa…

Guarda papà… Gli sto accarezzando i capelli e non mi guarda. Non si gira a guardarmi! È come se non sentisse che lo sto toccando, come se non sentisse più i miei pensieri!

Mamma i primi giorni non capivo nulla. Il papà mi ha detto che non c’eri, che eri rimasta a scuola ma io non ci ho creduto, mi telefonavi se non potevi tornare, lo hai sempre fatto, ma stavolta non c’eri e il papà era… era… distrutto. E quando ha smesso di guardarmi e si è steso sul divano, voltandomi le spalle ho avuto paura che fosse arrabbiato con me. Ma la zia mi ha ripetuto tante volte che non è assolutamente arrabbiato con me e non mi guarda solo perché è talmente triste che non ci riesce. La zia dice che son piccola per capire cos’è successo ma io vorrei saperlo lo stesso, sapere che avete avuto un problema tu e il papà non mi fa stare tranquilla, io ho paura che sia un problema troppo grande che non potete risolvere… MAMMA DOVE SEIIIII

“Mmhhh”

“Papà! Papà che hai??? Parlami papà sono qui!” gli giro davanti, picchietto con la mano sulla sua guancia, la fronte è tutta a righe.

“Piccolina, vieni via, lascialo stare…” e la zia nemmeno mi lascia il tempo di aprir bocca, mi prende in braccio e mi porta al piano superiore. Mi siedo sul suo letto, sono triste e per non piangere comincio a contare le palline che sono disegnate sul copriletto finchè lei mi si siede vicino.

“Anche se non ti risponde, tuo papà sente quello che pensi, specie se lo tocchi… so che non lo fai apposta, tesoro mio, ma devi cercare di lasciarlo stare: è proprio un brutto momento per lui…”

Ascolto i suoi sussurri guardando nel vuoto.

“Io non volevo farlo stare ancora-“

Mi abbraccia stretta: “Lo sooo, lo so bambolina mia… ma come a te, anche a lui manca la tua mamma ed è talmente triste che non riesce a dare conforto a sé stesso, e neppure ad altri, te compresa, purtroppo…”

Muovo gli occhi senza vedere niente e sospiro: “Zia, quando pensi che tornerà la mia mamma?”

“Non appena risolverà i suoi problemi, perché non può resistere senza vederti troppo tempo!”

Mi nasce un sorriso sulle labbra.

“Che ne dici di una cioccolata?” scatta dal letto e batte le mani guardandomi.

Annuisco e si allunga per prendermi: “No! Resto un po’ qui, poi me la porti di sopra la cioccolata?”

Mi scruta un po’, col suo musino da folletto poi fa un gran sospiro: “Va bene. Però… non provarti tutti i miei vestiti che poi te li faccio sistemare!”

Ridacchia e rido anch’io, anche se entrare nel suo armadio oggi non mi va proprio. Mi dà un bacio, mi dice di fare la brava e sparisce velocemente in corridoio.

Guardo fuori verso la montagna. Sento questo male che ho dentro da quando la mamma non è tornata che diventa più grande e le lacrime pungermi gli occhi.

Ho voglia di fare una corsa con te e il papà… Jake mi fa divertire, lo batto sempre, ma io voglio correre con voi due… voglio fare i salti alti che mi fate fare mentre mi tenete per mano… voglio rivedervi insieme, che vi baciate e sorridete. Non puoi stare lontano mamma, io voglio vederti! E il papà ha bisogno di te!!! Io non so cos’è successo ma non m’interessa, io voglio solo che torni! Come fai a stare lontano da me? Dal papà? Cosa ti hanno fatto che non torni a casa?? Mamma…

“Piccolina…” e sobbalzo, non l’avevo proprio sentita arrivare.

Mi passo in fretta le mani sulla faccia per togliermi le lacrime ma lei mi guarda triste. Si avvicina pian piano e mi bacia la testa: “Era meglio che frugavi nel mio armadio…”

Mi fa ridere di nuovo e ci abbracciamo.

“Andiamo di sotto che sta arrivando il nonno Charlie?”

Annuisco tirando su col naso e passando accanto al divano guardo papà. È immobile, come prima, respira pochissimo. I miei occhi si riempiono ancora di lacrime. Cerco di pulirmeli per non far capire alla zia che sto piangendo ma quando mi dice “Sta tranquilla” capisco che lo sa già.

Sentiamo la macchina che sta arrivando e un minuto dopo arriva il nonno. Scende dall’auto e ci saluta afflitto.

“Novità Alice?” e lei scuote la testa di poco. Mi stringo ancora di più al suo collo, provo a non piangere ma non ci riesco.

“Renesmee, che ne dici di andare a far un giro sulla macchina della polizia? Magari oggi col nonno arrestate qualcuno!”

“Sì! Sicuramente se mi aiuti tu qualche arresto lo facciamo!”

Li guardo finalmente e vedo il nonno a cui tremano i baffi: sta fingendo di essere tranquillo, ma non lo è. Annuisco e scendo a terra, metto la mano nella sua e salutando la zia con l’altra salgo in macchina.

“Dove vogliamo cercare i delinquenti?” mi chiede facendo manovra.

“Boh… dove vuoi tu…”

Lo sento, mi sta fissando, ma oggi sono veramente triste, non ho voglia di ridere, e ho accettato di fare un giro solo per evitare che la zia cerchi di tenermi impegnata.

“Renesmee… con me non devi fingere… io ne so quanto te e non capire mi fa stare ancora più male…”

Che fatica tentare di non piangere di continuo… ho le dita delle mani massacrate, sono quasi gonfie da tanto che me le schiaccio.

Cerco di trovare la forza di parlare, poi sospiro forte guardando il cielo, per cercare di non piangere.

“Non… non lo sai nemmeno tu perché la mamma non è tornata?” ecco finalmente ce l’ho fatta.

“No… non me lo hanno voluto dire… e quindi non l’hanno detto nemmeno a te.”

Scuoto la testa. “Mi hanno solo detto che la… mamma… deve risolvere dei problemi, che c’è stato un problema col papà…”

“Ti pareva” sussurra appena ma il mio udito super capta lo stesso quelle parole.

“Cosa vuol dire ‘ti pareva’?” e mi volto a guardarlo, curiosa e un po’ arrabbiata.

Si agita, non pensava l’avessi sentito. “Ehm… scusa non volevo… non pensarci.”

“Nonno, dimmi cosa volevi dire…”

Sospira e ci fermiamo di lato alla strada: si volta verso di me. “Vedi piccolina, tua mamma e tuo papà si vogliono davvero tanto bene ma nonostante questo a volte i problemi ci sono lo stesso-“

“Quali problemi??? Allora tu lo sai?!?!” lo interrompo.

“No no! Io non so cos’è successo stavolta, come mai Bella, tua mamma non è tornata e sono preoccupato, anche se Alice mi aiuta con le sue visioni, ma vedi, tempo fa… prima che tu nascessi… io e tuo papà non eravamo quello che si dice ‘amici’…”

“Non ti piaceva il mio papà??? Ma come? Lui è il papà più buono del mondo! Mi coccola sempre, mi fa giocare, mi fa suonare e scrive le canz-“

“Renesmee… lui aveva lasciato la tua mamma…”

Sobbalzo sul sedile, come se una bomba fosse esplosa sotto alla macchina. “C-come aveva lasciato la mamma?”

“Io non l’ho mai saputo perché, ma neanche un anno dopo che si erano incontrati lui l’ha lasciata, tutta la famiglia si è trasferita e tua mamma…” abbassa la voce e gli occhi. È triste… Fisso il cruscotto e parlo senza vederlo: “La mia mamma stava come sta ora il mio papà…”

“Sì… non riuscivo ad aiutarla, era in un suo mondo parallelo a cui non avevo accesso! La vedevo spegnersi, la vita non c’era più dentro di lei, era solo un corpo che camminava e faceva le cose meccanicamente… anima, cervello e cuore non c’erano più… e io non potevo far niente! E sapevo che era colpa di tuo papà, lui l’aveva lasciata! Ma poi è tornato ed ho dovuto accettare che stessero di nuovo insieme, ma ogni volta che c’è un problema non posso far finta di niente, mi vengono in mente quei mesi terribili, e dare la colpa a Edward diventa quasi normale…”

Il mio papà aveva lasciato la mamma… perché? Me lo sarei fatto dire dalla zia, ma…

“Pensi che… il fatto che non è tornata stavolta c’entri con quella volta?”

“No… tua mamma l’ha perdonato tempo fa, poi si sono sposati, sei nata tu…” e mi sorride accarezzandomi la guancia.

“Tuo papà vuole sicuramente tanto bene alla tua mamma… ma a volte i problemi ci sono lo stesso, anche se non lo vogliamo. Io sono sicuro che qualsiasi cosa sia successa tra loro non è colpa nemmeno di tuo papà, ma rimane il fatto che tua mamma non c’è e noi non sappiamo perché…”

Annuisco pensierosa poi: “Nonno, mi puoi riportare a casa? Voglio chiedere una cosa alla zia…”

Si volta a guardarmi e dopo un paio di secondi non riesce a dirmi di no, per cui gira la macchina e mi riporta a casa.

La zia ci sta aspettando due curve prima di casa. “Alice ha colpito ancora, ci ha visto arrivare…” sospira il nonno.

“Vieni impiastro, facciamo un giro nel bosco. Grazie Charlie, ci sentiamo domani…” e mi prende senza farmi mettere i piedi a terra.

Le tocco il collo con la mano: ‘Zia, perché il papà aveva lasciato la mamma?’

Si ferma: “Chi te l’ha detto? Nonno Charlie?”

Annuisco: ‘Ha detto che lui l’ha lasciata e lei è stata tanto male…’

Un sospiro esce dalla sua bocca, prima di prendere fiato per parlare: “Vedi tesoro, c’erano stati un paio di ‘incidenti’… e tuo papà si era convinto che tua mamma non sarebbe stata al sicuro con lui, nel nostro mondo, quindi pur amandola tantissimo, ha deciso di lasciarla, per lasciarle vivere una normale vita da umana… un gesto sciocco a mio parere ma sicuramente il massimo dell’altruismo e dell’amore…”

‘Che incidenti?’

“Ehm… c’erano dei vampiri cattivi che volevano ucciderla. Ha rischiato un paio di volte di morire…”

Il mio cuore sobbalza per la terza volta, quel giorno. “La mia mamma… morire…?!”

“Ma come ben sai la tua mamma non è morta, si è poi sposata col tuo papà e sei nata tu!” mi dice sorridendo, ma io sto ancora pensando alla frase di prima.

“Ma… perché??? Chi erano questi vampiri cattivi? E perché volevano far male alla-alla…” ma non riesco, scoppio di nuovo a piangere, nessuno deve voler far male alla mia mamma!

“Shhh tesorino, quei brutti vampiri non ci sono più, noi li abbiamo sistemati e la tua mamma non è più stata in pericolo.”

I singhiozzi cominciano a diminuire. “Il eh-ehm… il…” non riesco a parlare, ho ancora il nodo in gola. ‘Il nonno m’ha detto che lui e il papà non erano amici quando è successo…’

“Vero piccolina, lui non sapeva niente dei vampiri e ancora non lo sa adesso, quindi non dirgli una parola di tutto ciò… lui sapeva solo che Edward aveva lasciato Bella e qualunque motivo ci potesse essere, a lui sarebbe interessato poco: tua mamma stava male e lui riusciva a vedere solo quello…”

Cerco di pensare un po’ anche se mi fa male la testa, tra il piangere e i continui spaventi. Poi mi arrabbio: “Zia, dimmi perché la mamma non è tornata. E non dirmi la solita frase, voglio sapere il perché!”

Si ferma e mi fa sedere su un sasso, lei sull’altro di fronte a me. Unisce le mani, se le guarda, sospira…

“C’è stata un’incomprensione – sbotta finalmente dopo quasi cinque minuti – un’incomprensione fra di loro che l’ha portata a credere che il papà le volesse meno bene… ma poi si sono spiegati e lei ha capito cos’è successo, solo che deve farsi passare l’arrabbiatura e non ci riesce se tuo papà le sta vicino…”

Ricevo quell’informazione ed il mio cervello riesce solo ad elaborare: “Ma scusa, allora perché non è andato via lui?!”

Mi guarda con mezzo sorriso: “Renesmee, volevi davvero che tuo papà rimanesse da solo nelle condizioni in cui è?”

Abbasso gli occhi e mi guardo i piedi: ho detto una cosa bruttissima… riprendo a piangere e a massacrarmi le mani.

“Ziaaaaaaaaa io sono cattivaaaaaaaaaaaaaa” non riesco a trattenermi, rotolo giù dal sasso ma lei ovviamente mi afferra prima che tocchi il terreno. Sto singhiozzando forte, sto tremando.

“RENESMEE PER L’AMOR DEL CIELO NON DIRE STUPIDAGGINI!” ma io continuo a piangere finchè non mi sento prendere velocemente da due braccia che mi stringono forte, due braccia che riconosco subito, un profumo che è così simile al mio.

“Papà…” sussurro guardando nei suoi occhi neri e cerchiati attraverso le lacrime e gli spasmi del pianto.

Lo vedo che tenta di parlare, ma non gli escono le parole. Ci riprova un paio di volte, poi sussurra: “Tu… non sei cattiva…”

Lo guardo e sento nuove lacrime annebbiarmi la vista: gli abbraccio il collo e singhiozzo “Papà ti voglio bene!”

In un attimo siamo nel salotto di casa e ci sistemiamo sul divano, com’era coricato prima lui, ma tiene me fra le braccia: “Io… anima mia io non posso aiutare te, ma se tu vuoi aiutare me, stai qui ed abbracciami…”

Il mio cuore si gonfia… posso aiutare il mio papà! Gli sorrido anche se sto ancora piangendo, lo bacio sulla guancia e accarezzandolo gli sussurro: “Non preoccuparti di niente, ci sono io ora qui per te…”

Accenna un sorriso e chiude gli occhi.

“Grazie papà…”

   
 
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