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Autore: _shehatesthesun    02/10/2011    2 recensioni
La storia è ambientata in un'isola non esistente nella realtà, i cui abitanti sembrano correre più piano rispetto agli altri paesi del mondo. Arianna è una ragazza viziata, fissata con il grande cinema e con lo shopping, e che possiede delle spiccate doti per la scrittura. Ma se ne renderà conto solo quando incontrerà Harold, ragazzo che ha sempre vissuto girando varie città del mondo e che le racconterà tutto dei suoi viaggi. La ragazza, affascinata, deciderà di lasciar perdere i vestiti costosi per tentare di importare il progresso e la cultura nel suo ottuso Paese, con l'aiuto del suo nuovo amico.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Affinità tra mondi.



A Luna, che ha donato molte delle sue caratteristiche, le migliori, ad  Arianna;
grazie mille per tutto ciò che fai per me.
A Francesca, forse più nota per il suo nickname FrankyPirate;
puoi fare tutto quello che vuoi, niente te lo potrà impedire, devi solo credere di più in te stessa.
A Vittoria, che involontariamente mi dà
ogni giorno consigli utilissimi per migliorare il mio stile.
Al mio professore d'italiano,
grazie per trasmettermi un amore così profondo per la nostra lingua.
E infine a Harry, che non solo ha dato ad Harold il suo aspetto fisico e le iniziali del nome,
ma mi ha anche fatto sorridere con la sua voce ogni volta che ne avevo bisogno;
grazie, benché non ti conosca.



 
 

Prologo.
 
Ogni classe ha la sua personalità. Ci sono le classi dei secchioni, quelle confusionarie, quelle simpatiche, e quelle dei ciuchi. Ma c'è un momento in cui tutte quelle stanze piene di studenti diventano uguali, non ci si accorge della loro anima segreta: accade ciò in quegli attimi in cui il professore guarda i suoi studenti uno ad uno, oppure scorre una penna in su e giù per il registro. Interrogazione.
«Allora, per esempio... Arianna. Dove siamo?» Il professore sorrise, per un motivo non colto da molti.
Cazzo, fu tutto ciò che passò dalla mente della ragazza.
«Giunone non vuole che Enea arrivi all'Italia, dunque va da Eolo e gli chiede di liberare alcuni dei suoi venti per scatenare una tempesta. Lui lo fa in cambio di una ninfa bellissima, ma poi Poseidone si arrabbia e salva Enea e company.»
«Bene. E senti...» il professore sospirò. «Perché Saturnia?»
«Perché... è la figlia... di Saturno?» fece Arianna, già in crisi. Si sentiva sudare, e sicuramente era rossa in viso.
«Perché quest'indecisione?» chiese l'uomo dai capelli neri.
Perché forse sto sparando a caso? pensò. «Non era un'indecisione. Sono sicura» ammise facendo spallucce.
«Perché Giunone è arrabbiata?»
«Perché favorisce Cartagine e per quella storia del coppiere di cui non ricordo il nome di cui Zeus si invaghisce.» Arianna pronunciò la frase troppo velocemente, sembrava quasi che l'avesse imparata a memoria cinque minuti prima. Che era ciò che effettivamente era accaduto.
«Non è la cosa più importante» dichiarò il professore. «Dio mio, è semplice!» aggiunse poi dopo qualche attimo di esitazione.
«Per la mela» rispose velocemente la ragazza. La mela c'entra sempre. Quella storia di Paride, la mela d'oro, Afrodite, la donna più bella del mondo... tutti gli dei sono arrabbiati per questa storia.
«Bene.»
Wow, sono grande.
«E...» continuò l'insegnante «a quale dio greco corrisponde Saturno?»
Ci fu un manciata di secondi di silenzio prima che altri studenti cominciassero a tendere le loro mani alte verso il soffitto, in attesa di essere interpellati per rispondere alla domanda.
Narrami, o Musa, chi diavolo è questo dio.
«Su cosa rifletti Arianna?» chiese l'insegnante vedendola in preda a complicati pensieri.
«Sto invocando una musa, affinché risponda alle sue domande attraverso la mia voce, così come fa con Omero.»
Il professore e l'intera classe scoppiò a ridere. Arianna rifletté un attimo su ciò che le era uscito dalla bocca senza controllo, e poi le scappò una risata, pensò che non era stata poi tanto male come battuta. Crono, le sembrò di udire in mezzo al fracasso.
«Crono» disse quando ci fu di nuovo silenzio.
«Era la musa Mario a parlare?» chiese il professore alzando un sopracciglio.
Merda. «Il muso Mario, vorrà dire.»
Il prof scoppiò a ridere ancora una volta e terminò l'interrogazione mettendo un voto sul registro. Arianna non chiederà mai quale esso fosse.
  
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