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Autore: Juniper Fox    02/10/2011    4 recensioni
La Grifondoro e la Serpeverde s’incontrarono e il viso di Hermione assunse un’espressione interrogativa, ma prima che avesse il tempo di chiedere cosa stesse succedendo Pansy parlò: «Non interrompere mai il tuo nemico quando sta commettendo un errore, Granger. E’ la prima regola della guerra»
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger, Pansy Parkinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Titolo: Revenge
Pairing: /
Personaggi: Hermione Granger, Pansy Parkinson.
Genere: Commedia
Rating: Verde
Avvertimenti: Flashfic.
Prompt: Hermione; incidente in aula pozioni; lacrima; specchio; «Non interrompere mai il tuo nemico quando sta commettendo un errore».


La storia partecipa ad un concorso-flash organizzato da Sophie su HPeace&Love




Revenge

 



Era ormai tardi, quella sera. La mezzanotte era scoccata da qualche minuto, e il castello di Hogwarts era immerso nel buio della notte. Gazza era andato a dormire, i professori si erano ritirati nei loro appartamenti e gli studenti erano nelle sale comuni – o meglio, quasi tutti. Pansy Parkinson e Daphne Greengrass si stavano dirigendo nell’aula di pozioni con passo furtivo. Hermione, che aveva appena finito la ronda serale, le vide per caso e decise di seguirle.

Non potendo entrare, la Grifondoro decise di osservarle attraverso lo specchietto che portava sempre con sé – lo stesso che l’aveva salvata dal basilisco al secondo anno.

«Ho sentito un rumore» Hermione sentì la Greengrass parlare. La voce della ragazza sembrava rotta da singhiozzi.

«Non dire cavolate, Daphne. Non c’è nessuno. Non essere paranoica» sibilò Pansy in risposta «piuttosto, prendi gli ingredienti mentre io sistemo il calderone. E trattieni le lacrime per dopo»

Hermione vide Daphne dirigersi verso l’armadio privato di Piton e cercare l’occorrente per una pozione. Cercò di girare lo specchietto in modo da riuscire a vedere bene tutto il necessario, ma la poca luce non le permetteva di distinguere le erbe o quant’altro.

Pansy, nel frattempo, aveva riempito il calderone di acqua con un incantesimo e si era seduta su un banco vicino, dondolando le gambe – probabilmente, pensò Hermione, avrebbe fatto tutto la Greengrass.

«Spiegami ancora una volta perché ho acconsentito ad accompagnarti» disse Pansy osservando l’amica tagliuzzare qualche erba. Daphne alzò momentaneamente lo sguardo verso la mora e sbuffò, quindi tornò ad osservare le sue mani.

«Perché sono una schiappa in pozioni, quindi devi controllare che vada tutto bene»

Calò il silenzio, e Hermione poté osservare lo sguardo attento della Parkinson e le mosse lente e indecise della Greengrass. Si chiese, per un istante, se la pozione che stavano preparando fosse in programma – o legale, perché con i Serpeverde non si poteva mai sapere.

«Adesso devo aggiungere le lacrime, così la pozione sarà più potente» recitò Daphne, dopo un’occhiata ad un foglietto stropicciato.

Pansy, costatò Hermione, aveva fatto una leggera smorfia alle parole dell’amica, ma era stata ben attenta a non farsi notare, accennando un sorriso certamente finto. Vide la Parkinson allontanarsi dal calderone e dirigersi verso di lei, così chiuse lo specchietto e si nascose.

Quando Pansy raggiunse la porta e uscì, il calderone scoppiò e si levò un urlo dalla stanza. Hermione, suo malgrado, non riuscì a stare nascosta e decise di controllare, chiedendosi come mai la Greengrass era stata abbandonata così.

La Grifondoro e la Serpeverde s’incontrarono e il viso di Hermione assunse un’espressione interrogativa, ma prima che avesse il tempo di chiedere cosa stesse succedendo Pansy parlò.

«Non interrompere mai il tuo nemico quando sta commettendo un errore, Granger. E’ la prima regola della guerra. Io toglierei punti ad una studentessa in giro per il castello dopo il coprifuoco»

Hermione, a quelle parole, divenne ancora più confusa, tanto da lasciar andare la Parkinson, che dopotutto era un prefetto e quella sera avrebbe dovuto essere di ronda come lei.

Stava succedendo qualcosa di strano, altrimenti perché Pansy avrebbe lasciato la sua amica sola, dopo un incidente con una pozione lasciato volontariamente accadere? Le domande di Hermione trovarono una risposta quando la ragazza entrò nell’aula.

Per terra, accanto al calderone esploso e con tutti i capelli arruffati vi era Astoria Greengrass con un’espressione truce sul volto. A quel punto tutto fu chiaro: Hermione aveva sentito Lavanda e Calì parlare di come la minore delle Greengrass stesse cercando di rubare Malfoy alla Parkinson. Evidentemente la bionda aveva fatto un incantesimo per somigliare alla sorella maggiore e farsi aiutare dalla sua rivale, che però non era cascata nella trappola.

Hermione, che dei pettegolezzi non ne voleva sapere e si basava semplicemente sui fatti, guardò Astoria negli occhi e prima di andarsene le disse: «Cinquanta punti in meno a Serpeverde!»

Era capitata anche a lei una cosa simile, con Lavanda, e capiva perfettamente lo stato d’animo di Pansy.

Quella notte, Hermione Granger andò a letto pensando che, forse, avrebbe potuto prendere spunto dall’idea della Parkinson per la sua vendetta – e si addormentò felice. 
   
 
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