PROLOGO
Sette
anni. Ottantaquattro mesi. Duemila cinquecento cinquantacinque giorni, da
quando i ragazzi del Glee Club, si sono diplomati ed hanno preso strade
diverse.
Ognuno
ha preso la sua decisione e alcuni hanno lasciato l’Ohio per diventare qualcuno,
e dedicarsi alla cosa che amavano di più.
E
se dopo tanti anni qualcosa li avesse portati di nuovo dove il loro tutto è
cominciato? Se avesse risvegliato in loro, emozioni così forti da farli sentire
di nuovo liceali delle Nuove Direzioni?
CAPITOLO UNO
-
Famiglia
Puckerman, Boston –
Una
bambina dai lunghi capelli biondi e ricciolini entrò in casa tutta eccitata,
con un sorriso smagliante sul visino roseo e gli occhi marroni le brillavano.
“Mamma!
Mamma!” chiamò la bambina dirigendosi in cucina.
“Tesoro,
sono qui, dimmi!” e sulla soglia comparì la dolce Quinn Fabray Puckerman ormai
trentenne con una graziosa pancia gravida di due gemelli, e indosso un vestito
a fiorellini che le metteva in risalto l’aspetto angelico.
“Posso
leggere la posta? Devo esercitarmi per la scuola!” disse convinta la piccola
Beth sedendosi sul divano.
Quinn
sorrise maternamente e le fece si con la testa, sedendosi accanto a lei per
guardare il suo piccolo miracolo adolescenziale.
Beth
prese una busta piccola quasi quadrata, che attirò anche l’attenzione della sua
mamma, era di un colore tenue, con scritte fini e in bordeaux e un piccolo
unicorno colorato nell’angolo.
Le
piccole mani paffutelle della bimba aprirono con delicatezza la busta, e
mettendosi a posto i capelli e schiarendosi la voce parlò.
Santana
Lopez e Brittany Susan Pierce
sono
felici di annunciare il loro matrimonio
che
si terrà nel parco della McKinley High School, in Ohio.
Per
il ricevimento ci sposteremo a villa Lopez a pochi km di distanza.
Cordiali
saluti,
Santana
e Brittany
P.S: Quinn, è da troppo tempo che non
ci vediamo, quasi un anno, e mi manchi tantissimo, sappi che non hai scampo, tu
e Rachel sarete le mie damigelle d’onore.
Un bacione e un abbraccio, ci sentiamo
per telefono quando arrivate,
San
Quinn
aveva uno sguardo assente, ma un sorriso stampato sulla faccia che diceva tutto
anche senza bisogno di parlare.
“Mamma
chi sono queste due? Ci andiamo in Ohio? Papi lo sa?” la figlia era partita con
le domande ed era impossibile fermarla poiché sembrava un vulcano in eruzione.
Beth
aveva ereditato entrambi i caratteri del papà e della mamma, in quanto amante
del canto e molto poco dei maschietti, e ogni qual volta la madre le raccontava
della sua adolescenza lei si divertiva tanto.
“Erano
due Cheerios come te?” domandò la piccola mettendo l’invito sul tavolino di
vetro, e sedendosi a gambe incrociate.
“Si
molto brave e molto belle, ma erano anche le mie migliori amiche!” e Quinn
sospirò ricordando i vecchi tempi in cui era ancora bella, giovane e con la
voglia di fare cheerleading dalla mattina alla sera.
Lasciò
la figlia a guardare il cartone di Dora l’Esploratrice in televisione e lei
salì in soffitta, dove la maggior parte delle cianfrusaglie era rinchiusa in
scatole grandi e impolverate.
Ma
c’è n’era una diversa dalle altre: era molto colorata con scritte in grossi
caratteri scritti a penna e con pennarelli, era la calligrafia di tutti i
membri del Glee Club, dediche nomi e date importanti, conversazioni cartacee e
spartiti di canzoni pop che andava di moda sentire in quegli anni.
C’era
un annuario del 2009/2010 l’anno del diploma, c’erano tutte le foto singole, ma
a lei interessava molto di più quella di gruppo.
Il
professor Chuester mancava in quelle foto, ma se lo ricordava benissimo con
quei capelli sempre pieni di gel e ricciolini, le cravatte e le giacche fuori
moda, e la sua passione che metteva nell’insegnare a loro la vera musica.
Poi
cercò la foto più vecchia delle Cheerios, quella in cui era alla punta della
piramide, poiché la migliore, e sotto di lei la reggevano fiere e in divisa
Santana e Brittany con quel loro sorriso malandrino.
Le
mancavano tutti terribilmente e una lacrima le solcò il viso non ancora
popolato dalle rughe, e si disse che li avrebbe finalmente riabbracciati tra
soltanto due settimane.
Lo
scatto della porta giù nell’ingresso la fece sussultare, e subito dopo un “Sono
a casa!” le fece capire che era suo marito.
Ripose
l’annuario e i foglietti di carta dentro lo scatolone, e si risistemò le pieghe
del vestito e del grembiule.
“Quinn?!”
chiese di nuovo Noah non vedendo arrivare sua moglie, ma ben presto la bionda
abbracciò e baciò suo marito, Puck aveva già capito che c’era qualcosa che la
turbava.
I
suoi dubbi furono però chiariti da sua figlia Beth che urlò fuori di sé dalla
gioia.
“Papi
sai che andiamo al matrimonio di due amiche della mamma? È arrivato l’invito
oggi! Ci possiamo andare vero?” trillò entusiasta.
Noah
guardò la moglie sorridere, e capì tutto, erano Santana e Brittany, e si
rivolse di nuovo alla sua bambina guardandola adorante,
“Certo
piccola peste che ci andiamo!” e tutti e tre presero a ridere come non avevano
mai fatto prima.
Quella
era la quotidianità della famiglia Puckerman di Boston.