Il mare si distendeva dinanzi i miei occhi. Il sole al tramonto si specchiava sulle sue acque, e i suoi riflessi mi illuminavano il viso, bagnato di lacrime. Il cielo, limpido, era colorato di rosa e arancione, con nuvole piccole e poco più chiare.
Cercavo di disegnare quello spettacolo sul mio quaderno, ma la mano tremante non me lo permetteva. O meglio, non mi permetteva di disegnare quello spettacolo. Le uniche cose che le mie mani riuscivano a disegnare, ormai, erano solo occhi. Occhi allegri, occhi tristi, arrabbiati, occhi riconoscenti, occhi innamorati, occhi pieni d’odio e via dicendo.
E tutti questi, avevano una sola cosa in comune.
Quell’iride verde prato, che era stata capace di farmi innamorare e soffrire. E che io avevo reso addolorate irreparabilmente.
Un’altra lacrima scappò degli occhi e cominciò a scorrere sul mio viso, mentre mille e più pensieri si agitavano nella mente.
Come avevo potuto lasciarlo in quel modo? Certo, aveva la sua fissa per il nove, ma lasciandolo avevo risolto qualcosa? No.
Lui aveva continuato a soffrire. Io avevo appena cominciato a farlo.
Dopo mesi e mesi si riprese. Formò una band con altri ex concorrenti, e la sua vita aveva ricominciato a scorrere come se non fossi mai esistita.
E forse sarebbe stata la cosa migliore per tutti.
Non avevo fatto altro che tradire, far soffrire e illudere gente, primo della lista Trent, seguito da Courtney e Duncan.
Che diritto avevo di continuare a esistere, facendo soffrire con il solo sguardo chiunque mi si avvicinasse? Perché dovevo esistere e sopportare quella continua aura di sofferenza? Quale forza superiore e completamente ammattita mi permetteva di continuare a vivere?
Troppe domande, nessuna risposta, unica soluzione.
Morire.
Se fossi morta, nessun’altro avrebbe sofferto. E io non avrei più dovuto sentire la mancanza di un passato perfetto con Trent, o reggere il peso delle sofferenze mie e altrui sulle spalle.
Improvvisamente il vento, fino a quel momento assente, si alzò in volo, e fece girare le pagine del mio quaderno.
Occhi verdi immersi nelle lacrime mi stavanno osservando, terrorizzati, e allo stesso tempo mi supplicavano.
Sospirai.
Infondo, sapevo di non poter fare nulla di quanto detto. Trent mi avrebbe odiato se l’avessi fatto. Forse mi odiava in ogni caso, ma quell’incertezza mi permetteva di vivere. Essere sicura che, da qualche parte, c’era Trent sorridente, mi dava la spinta di continuare a restare sulla via dei vivi e di osservare solo da lontano quello che sembrava un aldilà fatto di  solo sollievo.
Credo che la gente la chiami “forza dell’amore”. E il termine non poteva essere più azzecato di così. Perché non era Trent, o i suoi occhi, o le sue labbra, o il suo sorriso, o le sue canzoni, a farmi andare avanti. No, ormai avevo detto addio a tutto quello.
Era l’amore che provavo per ognuna di queste piccole cose. L’amore per quel ragazzo, ormai uomo, che non avevo mai dimenticato, nonostante tutti gli anni passati. Questo era il vero, unico motivo per cui mi trascinavo ancora su quel mondo.
Come una volta disse lui “ma si, per lui farei questo e altro!”.
E io, per lui, stavo continuando a vivere.
 
 

Nota:
prima di tirarmi qualcosa in testa, vi prego di ascoltarmi.
Ahimè il pc è andato, e tutto quello che avevo scritto era andato a farsi benedire, con conseguente rabbia della sottoscritta. Ho dovuto riscrivere tutto, ma preferivo decisamente com’era venuto prima T.T spero vi piaccia comunque :) e recensite, mi raccomando! :D
Gwen TD