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Autore: _Ery99_    03/10/2011    2 recensioni
ciaoooooo!!! Spero vogliate leggere questa piccola one-shot (ovviamente dramione) e ovviamente malinconica. Si lo so sono monotona! Descrive i sentimenti di Draco in un momento particolare.. Chissa quale? Se vi ho incuriosito leggete e commentate!!! Un bacione
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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La serenità della morte

 

Un alito improvviso di vento mi gelò.

Eravamo nel giardino del mio immenso maniero e nevicava. Nevicava dannatamente forte. Il mio sguardo si posò per qualche istante su un piccolo vortice di fiocchi cristallini, sospeso nell'aria gelida.

Avrei voluto essere risucchiato in quel vortice. Sparire e diventare di ghiaccio. Ghiaccio puro e freddo. Freddo come la mia anima.

Mi irrigidii impercettibilmente udendo la voce roca di mio padre alle mie spalle.

- Avanti Draco, cosa aspetti? - già, cosa aspettavo? La mezzosangue era lì a pochi passi da me. Rannicchiata contro il ferro arruginito del cancello, grondante di sangue e di acqua, con i polsi legati e gli occhi fissi nei miei. Era cosi indifesa in quel momento. Stretta nella presa letale del serpente che, impaziente di saziarsi dopo mesi di digiuno, affonda le sue zanne nella carne della vittima.

E io mi sentivo un serpente senza veleno in corpo. Un predatore irreale e sazio, che vuole solo spaventare la sua preda per poi liberarla soddisfatto.

Mi destai da quelle riflessioni. Solo allora mi accorsi che tremavo. Non dal freddo che mi congelava le ossa, ma da quella fottutissima paura che mi attanagliava lo stomaco in una morsa da cui non si puo sfuggire. Dovevo ucciderla. Ora. Con la bacchetta puntata contro il suo volto, accompagnata dalla risata sadica di mio padre.

La disprezzavo. La odiavo. Ma non potevo ucciderla, non ero un assassino dopotutto e non lo sarei mai stato.

Mi inumidisco le labbra. Sono competamente anestetizzate dal freddo e dalla neve, cosi come ogni altra fibra del mio corpo.

Mi soffermo sul suo sguardo annebbiato dalle lacrime: è vuoto, privo di qualsiasi emozione. Posso leggere solo infinita determinazione.

Cazzo. Nemmeno in punto di morte si dava per vinto la mezzosangue.

E in quel momento la odiai ancora di più. Il mio viso di deformò in un'espressione sprezzante. Volevo che mi temesse. Che avesse una fottutissima paura di me. Ma non era cosi.

Mi avvicinai con un movimento brusco imprecando sottovoce.

Le puntai la bacchetta appena sotto il mento per farglielo sollevare. I nostri sguardi si fusero. Solo allora riuscii a vedere una nota di paura nei suoi occhi scuri.

Un ghigno mi si dipinse sul volto. Avevo vinto. Ma ora il mio tempo stava per scadere. Alzai ancora di più il mio braccio allontanandomi di un passo. Vidi le mie nocche sbiancare e la tormenta intensificarsi. La mia mente si fuse con quella tempesta. Volevo che mi portasse via con sé, in un abbraccio gelido lontano da tutto e da tutti. Mi bastavano solo due parole. Due maledettissime parole. Ma il freddo aveva congelato anche la mia voce. Una lacrima sfuggì al mio controllo. Non potevo mettere fine cosi alla vita di una persona. Non volevo.

Guardai con la coda dell'occhio l'uomo dietro di me. Lucius Malfoy se ne stava impaziente con un'espressione incoraggiante a fissarmi. Azzardò una smorfia che doveva essere un sorriso.

Mi voltai nuovamente verso la Granger. Aveva gli occhi chiusi e la fronte corrugata. Aspettava. Aspettava una morte imminente che doveva arrivare. Mi fermai a pensare: meritava veramente questa fine? E se fosse stata una purosangue? E se io fossi stato un mezzosangue? Avrebbero ucciso anche me?

E allora presi la mia decisione.

- Guardami – le dissi con un tono piatto e incolore.

Schiuse leggermente le palpebre e si morse il labbro inferiore.

Le sorrisi. Per la prima volta non c'era scherno in quel mio gesto. Solo la purezza di un saluto. Perchè con quel sorriso io firmai la mia condanna a morte.

Alzai la bacchetta verso la mia tempia destra e osservai la sorpresa nascere nelle sue iridi color cioccolato.

Chiusi gli occhi.

- Avada Kedavra – sussurri indistinti nel fischio perenne del vento.

Accarezzai il buio intorno a me e m'incamminai verso la luce dell'inferno, accompagnato dalla serenità che solo la morte era riuscita ad offrirmi.

 

 

Angolo autrice

 

Ed ecco finita anche questa.. Si lo so le mie storie sono sempre malinconiche xD Ma spero di avervi lasciato qualcosa. Se è cosi commentate !! Vi aspetto come sempre.. Un bacio

_ Ery99 _

  
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