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Autore: Puffola_Lily    03/10/2011    6 recensioni
Piccola one-shot su Remus e Dora.
Dalla storia: "Perché non riesce a vedersi come lo vedo io?
Con un passo annullo la distanza tra di noi, nel farlo quasi rovescio una sedia ma non mi importa. Afferro il viso di Remus, poggiando le mani sulle guance perfettamente rasate, mi alzo sulle punte e poggio le mie labbra sulle sue."
Spero di avervi incuriosito ;)
Storia ri-editata 09/12/2021
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Fuggitivo
«Dammi un buon motivo!» sbraito.
Anche questa sera i membri dell’Ordine assistono, come da diversi mesi a questa parte ormai, alle discussioni mie e di Remus.
Credo proprio che non ne possano più, neanche loro perché velocemente e in silenzio, escono dalla cucina, lasciandoci soli.
Restiamo in silenzio per qualche minuto, o un'eternità non saprei dirlo. Io in attesa di una riposta da parte di Remus, lui dal canto suo, immagino, alla ricerca di questa.
«Te l’ho detto mille volte, Tonks! Non vado bene per te. Sono troppo vecchio, troppo povero e tropp...» 
E troppo malato
Conosco a memoria queste scuse, che per me non hanno né capo né coda, non lo lascio neanche finire. Sentirlo denigrarsi così mi fa male, mi stringe il cuore in una morsa.
Perché non riesce a vedersi come lo vedo io?
Con un passo annullo la distanza tra di noi, nel farlo quasi rovescio una sedia ma non mi importa. Afferro il viso di Remus, poggiando le mani sulle guance perfettamente rasate, mi alzo sulle punte e poggio le mie labbra sulle sue.
Sulle prime, lo sento irrigidirsi sotto il mio tocco, ma basta poco e si lascia andare. Mi afferra per la vita avvicinandomi a sé, facendo aderire i nostri corpi e io mi aggrappo a lui, le mani strette sulla sua nuca, come se da questo dipendesse la mia stessa sopravvivenza. Il bacio diventa pian piano sempre più bisognoso. Allontano di poco le labbra dalle sue, assecondando la necessità dei miei polmoni di avere ossigeno. 
Remus poggia la fronte sulla mia. Ansimiamo entrambi, le labbra che si sfiorano, ancora stretti l'uno all'altra. Non ho alcuna intenzione di lasciarlo andare.
Non riesco più a tenere a freno ciò che il mio cuore, che galoppa così veloce che ho paura possa sentirsi da fuori, mi urla già da tempo.
«Ti amo.»
Quelle cinque lettere le sussurro appena, ma l'effetto è lo stesso di un boato che squarcia il silenzio.
Sento Remus irrigidirsi, e risvegliarsi di colpo da quell'idillio che si era creato.
Le sue mani sui miei fianchi, che fino a un attimo prima mi spalmavano su di lui, adesso mi stavano allontanando.
Mette diversi passi di distanza tra noi, dopo essersi assicurato che avessi i piedi ben piantati a terra e che riuscissi a stare in piedi da sola, prima di iniziare a camminare per la stanza, evitando il mio sguardo neanche fossi un Basilisco.
Dopo qualche minuto, durante il quale sembra stia scavando un solco del pavimento, prende una decisione e non appena arriva di nuovo alla porta si ferma e sempre di spalle si appoggia allo stipite. 
È in quel momento che sento le lacrime bruciarmi gli occhi, ma questa volta non faccio nulla per fermarle. 
Sono stanca.
«Mi dispiace» mormora con voce rauca. «Mi sono lasciato andare e non avrei dovuto. Ti ho illusa. Ti sto illudendo e non è corretto da parte mia.»
Vorrei almeno che mi parlasse guardandomi in faccia e sto per urlarglielo contro, ma sentire la sua voce mi blocca le parole in gola. «Sappiamo entrambi che possiamo stare insieme. Non è giusto per te, e mai lo sarà. Ti meriti di meglio. Meriti un uomo che non sia un peso, un uomo giovane e sano, soprattutto.»
«Io non lo so, invece! Non sei tu a dover decidere per me. Sono adulta abbastanza per fare le mie scelte» urlo. Nella speranza che questa volta si ficchi in quella testa dura che si ritrova come stanno le cose dal mio punto di vista.
«Tutto quello che dico, lo dico solo perché voglio il tuo bene, credimi.»
«Oh no, se volessi il mio bene...»
Non riesco a concludere la frase perché Remus sparisce dalla mia vista, varcando la porta e un secondo dopo sento il tipico “pop” della smaterializzazione.
Le forze, di colpo, mi abbandonano.
Mi accascio contro il mobile della cucina, le gambe al petto e faccio l'unica cosa che so mi farà sfogare. La seconda, in realtà, la prima sarebbe distruggere tutto ciò che mi capita sotto tiro, ma questo non posso farlo, non sarebbe corretto nei confronti degli altri.
Scoppio a piangere, lasciando uscire tutto, piangendo come non ho mai fatto prima d’ora in vita mia. Senza più reprimere i singhiozzi che non volevo Remus sentisse.
Poco dopo, non so esattamente quanto tempo dopo, sento una mano tirarmi su il viso. Tra le lacrime riconosco il viso di Molly Weasley che, con delicatezza, mi aiuta a rimettermi in piedi. Mi asciuga le lacrime dal volto, sussurrandomi parole di conforto.
Mi lasciai stringere nel suo caldo abbraccio materno e dopo essermi ricomposta la seguo nel salone per partecipare alla riunione dell'Ordine della Fenice, indetta per quella sera.

Fine

Spazio dell’autrice:
                                                          Salveee ;)…
Se fa schifo perdonatemi ma è la prima fan-fiction che scrivo.
Spero veramente che lasciate una recensione, le critiche sono ben accette, anche per migliorare la mia scrittura ;) 
Questa storia la dedico a Mug che ha tanta tanta pazienza con me e mi ha aiutato nella storia ;) Grazie mille Mug !!! :D :D
E grazie anche a voi che siete arrivati a leggere sino a qui ;) !!!
Storia ri-editata 9/12/2021

   
 
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