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Autore: frannn    03/10/2011    0 recensioni
"Meglio ferirsi e conoscersi nel momento del dolore, piuttosto che rendersi conto di essere inetti, di non essere mai pronti alla felicità".
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lettera del Signor J. Potrei sopportarlo, se tu un giorno decidessi di non amare più il mondo in quel modo così bello; potrei essere forte lo stesso se tu scegliessi di deporre le armi e crollare. In effetti son così tante le ferite e violenta a tal punto la guerra che la tua sregolata armonia è un diamante grezzo, introvabile, rassicurante certezza che da qualche parte ci sarà sempre una realtà migliore.
Non bilancia le cose, lo so, lo so, ma è così splendido il fervore di ogni tuo giorno da potermi far credere che persino le più sanguinanti lotte abbiano la possibilità di spegnersi mentre si riaccende il Sole.
Potrei sopportarlo, se tu un giorno scegliessi di piangere tutte le lacrime per disfarti delle emozioni, potrei essere forte lo stesso se tu preferissi fuggire.
In effetti è così potente la voglia di tramutarsi in qualcosa di plastico e statico per quelli come noi che non hanno avuto vita facile... ma sempre di vita si trattava e in un modo tanto inaspettato asciughi le tue guance, con così stravolgente eleganza percorri le strade più difficili, senza bisogno di un complimento, senza cercare un applauso, per la tua fede, per la tua scelta.
Meglio ferirsi e conoscersi nel momento del dolore, piuttosto che rendersi conto di essere inetti, di non essere mai pronti alla felicità.
Potrei sopportarlo, se tu un giorno urlando strappassi tutti i tuoi fogli, buttassi tutti i colori, incendiassi le pagine dei libri e con esse i sogni di mille volti incantati; potrei essere forte lo stesso se tu poggiassi i piedi per terra, del tutto, riponendo in un cassetto ogni più segreto, piccolo, dolce desiderio.
In effetti è così sgraziata ed amara la delusione quando ti colpisce, una nemica sleale che arriva alle spalle e spesso accarezza  e coccola prima di tendere l’agguato e questo la rende inaspettata e tanto più devastante; eppure hai disinfettato ogni volta il tuo corpo per non farlo ammalare del grigiore triste di chi ha perso ogni speranza; eppure hai curato pian piano le ferite perché non scivolasse via ogni cosa, ogni parola ed ogni attimo, perché di te non rimanesse solo un corpo tra la folla.
Potrei sopportare tutto questo, potrei essere forte, in effetti potrei, ma ti guardo e sei una potenza silenziosa e tacita, una stravolgente ed impensabile grandezza, un trasporto, una devozione, un coraggio talmente imprevedibile, che pur assistendo alle tue innumerevoli cadute, mai, mai mi sfiora il pensiero che tu possa scivolare e non alzarti più.
Ci sono guerrieri fatti per cedere ed altri per volare, anche quando fa così terribilmente male.

   
 
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