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Autore: Red Fox    04/10/2011    7 recensioni
Sasuke si accasciò accanto al corpo di suo fratello.
Credeva che una volta morto, Itachi lo avrebbe liberato dal senso di colpa, dal desiderio di vendetta e dalla paura. Pensava che si sarebbe sentito sollevato.
Eppure non era così. Perché?
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Itachi, Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Okay, questa cosa l'ho scritta di slancio.
Ho scoperto assomigliare in modo patetico a "Il cuore di Itachi è un campo di battaglia", perciò ho capito che è così che avrei voluto andasse il manga.
Comunque. Spero vi piaccia anche se assomiglia tanto all'altro mio racconto...
I personaggi non mi appartengono, sono frutto dell'immaginazione di Masashi Kishimoto e questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
A presto pasticcini ♥
Red Fox

Basta così


Sasuke si accasciò accanto al corpo di suo fratello.

Credeva che una volta morto, Itachi lo avrebbe liberato dal senso di colpa, dal desiderio di vendetta e dalla paura. Pensava che si sarebbe sentito sollevato.

Eppure non era così. Perché?

Girò il viso a guardare il corpo immobile di suo fratello. E all'improvviso, Sasuke non sapeva come era potuto accadere, Itachi non era più il suo nemico. In quel momento, sdraiato immobile sotto di lui, Itachi era solo suo fratello. Il ragazzo che Sasuke aveva amato più di chiunque altro al mondo, il giovane che lo spronava a migliorare, comunque e nonostante, quello che gli sorrideva e lo accoglieva tra le sue braccia quando Fugaku faceva sentire Sasuke inferiore.

Itachi era solamente suo fratello.

Scioccato e sconvolto, osservò Itachi davvero.

I muscoli sotto la casacca blu di cotone, il sudore che imperlava la fronte e quel fottuto sorriso che gli dipingeva il volto.

Era morto. Morto cazzo! Eppure sorrideva.

Come diavolo poteva sorridere? Il suo fratellino lo aveva appena ammazzato, maledizione!

Sasuke si prese la testa fra le mani.

Non riusciva a guardarlo. Era davvero convinto che una volta morto, lui si sarebbe sentito sollevato, completo, rinato. Ci credeva sul serio.

E allora perché adesso si sentiva in colpa? Aveva ucciso l'assassino dei suoi genitori.

Aveva ammazzato suo fratello.

Cominciò a respirare affannosamente, stringendosi il petto in un abbraccio.

All'improvviso una mano gli strinse una spalla. -Sas'ke.- chiamò la voce. E il ragazzo la riconobbe. Chiuse gli occhi.

Quando li riaprì, la mano era ancora lì, a sostenerlo.

Sospirò. -Che vuoi, usuratonkachi?- domandò, cercando di regolarizzare il respiro.

-Come stai?- chiese stupidamente il biondo, stringendo la presa sulla sua spalla. Sasuke rise.

-Secondo te?- replicò seccamente, con cattiveria. -Ho appena ucciso mio fratello.-

Si aspettava che Naruto lo deridesse, d'altronde sembrava che il mondo intero lo guardasse in attesa che compiesse un passo falso, un errore, uno sbaglio. Quindi era logico pensare che anche Naruto facesse lo stesso.

Ma non lo fece.

-Sasuke, adesso basta.- mormorò. Sasuke girò il viso verso di lui, aspettandosi di vedere il suo solito sorriso radioso. Ma non lo trovò, perché Naruto lo stava guardando serio. -Basta così, Sas'ke.-

Rimasero a osservarsi qualche istante, poi il moro abbassò lo sguardo e si coprì il viso. Ripensò a tutti quegli anni, anni passati a cercare vendetta pensando di trovare una ragione di vita in quell'oscurità profonda, pensando di trovare la felicità nell'omicidio. Pensò al sorriso di sua madre, quando lo svegliava la mattina e gli posava un bacio sulla fronte. Al tono di suo padre, che aveva sempre creduto essere autoritario e meschino, e che invece ora scopriva essere affetto celato dall'aspettativa. Agli abbracci di Itachi che aveva sempre creduto essere scontati, quasi dovuti, e che adesso gli apparivano come la dimostrazione di affetto più sincero.

Quando aprì gli occhi, aveva uno sguardo nuovo, determinato.

Perché Naruto aveva ragione.

Aveva passato anni a cercare vendetta, a vivere nelle tenebre, succube dell'odio e della crudeltà.

Aveva passato anche troppo tempo a rincorrere il desiderio di una vita felice, normale, attraverso l'odio. Adesso era ora di permettere a quella felicità di raggiungerlo.

Si alzò, stringendo la mano di Naruto per farsi aiutare. Sì, basta così, pensò.

Basta così.

  
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