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Autore: Vahly    12/06/2006    4 recensioni
Chi è eve? E come mai ad Harry ricorda così tanto qualcuno? Yaoi, Harry-Draco, + altre coppie
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash, Yaoi | Personaggi: Hermione Granger, Nuovo personaggio, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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An angel from the sky
Chap 19 – Natale a Privet Drive




Quello fu il primo Natale, dacché aveva cominciato a frequentare Hogwarts, che Harry si accingeva a trascorrere in famiglia, se tale si sarebbe potuta chiamare quella con cui era costretto a passare ancora tutte le estati.
Si alzò abbastanza allegro in realtà, perché con i suoi due migliori amici al suo fianco sicuramente sarebbero stati dei giorni più piacevoli del previsto. Diede un’ultima controllata alle sue valige e poi svegliò Ron, che molto probabilmente lo odiò per non avergli consentito di dormire ancora per 5 minuti.
Hermione era già pronta quando i due ragazzi scesero con le loro valigie in mano. Sorrise loro, e poi fece cenno con la testa ad Harry di andare, perché le carrozze stavano per partire e non li avrebbero certo aspettarli.
All’uscita, Harry riuscì ad intravedere Draco, ma non poté fare altro che sillabargli un silenzioso “Ti amo” mentre nessuno lo vedeva: c’era decisamente troppa gente in giro anche solo per poter pensare di tentare una qualunque altra manovra di avvicinamento.
Hermione capì al volo che Harry avrebbe voluto parlargli, ma non le venne in mente alcun modo per riuscire a farli stare da soli (e la cosa la infastidì parecchio, visto che Pansy c’era riuscita).
Così si rassegnò a lasciar perdere, e mentre i suoi amici prendevano posto andò a salutare velocemente Adam, che fu assolutamente felicissimo di vederla e le promise di scriverle in quei pochi giorni che non si sarebbero potuti vedere.
Lei fu molto felice di questo, e l’atteggiamento sempre così premuroso e attento nei suoi confronti di quel ragazzo la facevano letteralmente sciogliere, soprattutto negli ultimi tempi.
– Andiamo!
La richiamò Ron, un po’ nauseato come al solito di fronte alle stucchevoli scene che era costretto a sorbirsi da quando i suoi migliori amici avevano trovato le loro dolci metà
– Arrivo!
La ragazza diede un ultimo bacio ad Adam, un’altra carezza e poi i due si separarono.
– Ce l’hai fatta!
Sbuffò il rosso una volta che lei fu entrata nella carrozza.
Hermione sibilò un acido
– Rosicone!
Ma poi non disse più nulla al proposito.
Il treno era abbastanza vuoto, o comunque non c’era il pienone che Harry si sarebbe aspettato. Fu quindi relativamente facile per il trio trovare uno scompartimento libero, dove poco dopo giunsero anche i loro compagni Luna e Neville, e ben presto arrivò anche Ginny, che si lamentava di quanto Colin fosse appiccicoso.
– Fred e George?
Le chiese Ron incuriosito. Doveva parlare un attimo con il fratello, ma ancora non ce n’era stata l’occasione
– Oh, George sta pomiciando con Eve, credo. Comunque era quello che faceva fino a cinque minuti fa. E Fred… Non lo so.
Ron sembrò piuttosto deluso dalla risposta.
Hermione interpretò la cosa come un’insofferenza alle coppiette felici (peraltro piuttosto comprensibile dato che aveva dovuto salutare Oliver solo il giorno prima, nuovamente, e chissà quando l’avrebbe potuto rivedere), ma non sapeva quanto in realtà si sbagliasse…
I ragazzi giunsero nella stazione solo a sera inoltrata, ed Harry fu piacevolmente sorpreso nel constatare che gli zii erano perfino andati a prenderli.
Perfino Dudley c’era.
Il cugino di Harry scoccò al gruppetto una fugace occhiata, per poi distogliere immediatamente lo sguardo, poi il gruppetto salì nella povera macchina dello zio Vernon, che faceva fatica a contenerli tutti, e partì.
Una volta arrivati Ron ed Harry si sistemarono nella stanza dove dormiva quest ultimo, mentre Hermione fu sistemata nel sottoscala da sola.
Ovviamente il fatto che ci fossero gli amici di Harry non lo esonerò dall’apparecchiare, preparare il pranzo e sistemare la propria camera che Dudley aveva enormemente incasinato.
Il fatto però di non essere da solo lo rendeva abbastanza allegro da poter sopportare questo ed altro.
Dopo pranzo al moretto toccò sparecchiare e lavare i piatti, ed Hermione decise di aiutarlo.
– Dov’è Ron?
Chiese la ragazza all’amico, non avendo più visto il rosso da appena finito di mangiare
– Boh… sarà andato a sistemare le sue cose in camera!
Rispose Harry, incerto.
– Mh… sarà…
Lei non sembrava molto convinta. Ron le era sembrato un po’ strano… nervoso, quasi. Ma forse dipendeva dal fatto che anche se era a casa di Harry, quello era comunque un ambiente estraneo e nuovo.
Decise che doveva essere così, e non ci pensò più.
E dopo un quarto d’ora circa Ron tornò da loro, un po’ affaticato – Uff, quei bagagli mi stanno ammazzando…
Disse poco convinto, mentre Hermione gli scoccava un’occhiatina un po’ scettica. Lui arrossì leggermente, ma non disse altro.

Nel pomeriggio lui ed Harry giocarono a scacchi magici, che Ron si era portato dietro da casa, mentre Hermione ripassava Rune e Storia della magia.
– Scacco matto!
Esultò ad un certo punto Harry
– Oh, no!? Di nuovo?
Mormorò sconsolato Ron
– Che cosa fate?
Chiese una voce acida e strafottente alle loro spalle.
Harry si voltò con aria scocciata
– Che cosa vuoi, Dudley?
– Oh, niente. Solo vedere come vi divertite voi anormali…
Ron lo guardò malamente, ma lui sembrò non farci troppo caso
– Non credo siano affari tuoi.
Dudley sbuffò
– Che c’è, Big D? qualcosa non va?
Lo prese in giro Harry
– Sì. Mi da fastidio la vostra presenza… la tua presenza. E se proprio devo sopportarvi gradirei sapere che cosa state combinando… mia madre non sarebbe affatto felice di sapere che gli hai portato qualcosa di quei tizi strani qui a casa, sai?
Harry si sentì la rabbia crescergli dentro, ma si sforzò di non litigare
– Giochiamo a scacchi, contento? Ma è inutile che io te lo dica, non credo nemmeno che tu sappia come si faccia…
Dudley sogghignò
– Certo che lo so, idiota. E sono anche più bravo di te.
– Non credo proprio!
– Scommettiamo?
– Scommettiamo. Ron, per favore, lascia il posto alla nostra grande Di, per favore…
L’amico, che li stava osservando entrambi in silenzio, si alzò, senza smettere di rivolgere il proprio sguardo ora all’uno ora all’altro.
In quel momento entrò anche Hermione
– Che cosa sta succedendo?
Chiese a Ron, notando la strana vicinanza tra i due cugini
– Nulla di ché. Dudley ha praticamente sfidato Harry a scacchi.
– Dudley?
Chiese Hermione sospettosa
– Sì, gli ha detto che era più bravo di lui…
– No, non era quello ciò a cui mi riferivo… Da quando lo chiami “Dudley”?
– Perché, come dovrei chiamarlo?
– Il cugino di Harry… o qualcosa del genere! Non l’hai mai chiamato… Dudley!
– Ti è venuto in mente che non lo chiamavo Dudley perche non lo chiamavo affatto? Comunque non capisco che importanza abbia questa cosa…
Hermione non seppe cosa rispondere, ma la cosa, non sapeva perché, le puzzava… e molto, anche.
I due giocarono a lungo, ed in effetti alla fine Dudley… vinse! Con grande stupore di Harry, naturalmente, che non credeva avesse un cervello abbastanza grande da farci entrare tutte le mosse che i vari pezzi potevano fare.
Il cugino sogghignò, soddisfatto
– Visto? Non sei nemmeno capace di battermi… è inutile che fai tanto il grande solo per le tue stranezze. Quando c’è da far funzionare il cervello, non ti serve a nulla far muovere una bacchetta.
Harry lo fissò stralunato. Dudley era assolutamente l’ultima persona che avrebbe potuto parlare di intelligenza, e sicuramente non si sarebbe aspettato di sentirlo parlare così. Guardò l’amico, che si limitò a fare spallucce come a dire “Non puoi farci niente. Ti ha fregato”. La cosa gli dette un po’ fastidio, ma non disse nulla. E non ne ebbe nemmeno il tempo, perché sua zia lo stava chiamando. Un po’ scocciato, si trascinò in giardino strascicando un
– Che c’è?
– Strappa quelle erbacce, e dai una sistemata al giardino – le disse in tono perentorio – e… Poi vieni dentro. Devo parlarti. Da solo.
Harry la guardò perplesso.
Quando mai avevano avuto compagnia mentre gli parlava? Non credeva fosse nulla di che, naturalmente. Ma non gli sembrava che ci fosse bisogno di sottolineare una cosa che dopotutto avrebbe fatto comunque.
Ci mise più di mezzora solo a strappare le erbacce davanti la casa, e si chiese se gli zii non stessero aspettando di proposito il suo ritorno prima di dare una pulita, solo per il gusto di farlo lavorare di più.
Sentì chiaramente Hermione cercare di intavolare una conversazione civile con sua zia, e da quel poco che sentì, il sapere che la ragazza aveva, a differenza dell’amico, origini… normali, come le definivano loro, tranquillizzò un po’ la donna e la spinse a seppellire momentaneamente l’ascia di guerra.
La cosa lo sconvolse un pochino, ma forse – solo forse – anche sua zia in fondo aveva un cuore.
Sorrise fra sé e sé all’idea che un giorno un suo parente avrebbe potuto accettare i maghi, e di conseguenza lui. si era sempre imposto di odiarli, ma in fondo sentiva la mancanza di qualcuno che lo appoggiasse e gli stesse vicino come un genitore. Qualcuno che fosse legato a lui da qualche parentela, qualcuno che lo conosceva da sempre e lo accettasse per quello che era. Certo, c’era stato Sirius, ma ora che l’aveva perso si sentiva ancora più solo.
E nonostante i suoi amici, l’ordine, e la famiglia Weasley, che lo aveva sempre accettato come un figlio, non poteva nascondere a sé stesso quanto l’odio che i Dursley provavano nei suoi confronti riuscisse ancora a ferirlo.
Ma i suoi pensieri furono distratti da un rumore.
Qualcuno, dietro l’angolo della casa.
E poi, delle voci.
– Sei pazzo… Se ci vedessero?
– Cosa ti importa? E poi… chi potrebbe venire qui?
– Harry. Sta sistemando il prato e…
Ma la voce si interruppe.
Harry era combattuto fra la curiosità di andare a vedere di chi si trattava e la paura di scoprire qualcosa che non doveva vedere. Ma dopotutto Hermione stava uscendo con Adam, e Ron si era dichiarato gay. Possibile che ora…?
Alla fine non resistette, e cercando di fare il meno rumore possibile si avvicinò. E, ciò che vide, lo disgustò profondamente.
Ron, il suo migliore amico, e suo cugino Dudley. Avvinghiati. L’uno all’altro. Che (“Blea!”) si baciavano. Ed anche piuttosto appassionatamente, a giudicare da ciò che sembrava.
Harry li fissò con uno sguardo allucinato per pochi secondi, prima che Ron si staccasse biascicando un
– Harry, posso spiegarti tutto…
Ma il ragazzo non lo ascoltava. Scosse la testa, e disse solo, a bassa voce:
– Scusatemi, ma devo vomitare…
Prima di voltarsi e correre verso il bagno.



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NOTE DELL’AUTRICE


Come noterete la formattazione è un po’ cambiata… o, per meglio dire, è praticamente inesistente. Questo perché non ho né il tempo materiale né lo spazio sul mio pc per scaricare i programmi indicati dalla webmistress per l’htlm, così ho provato a farmelo a mano. Spero sia leggibile, per lo meno.
Dato che il 21 mi iniziano gli esami di maturità, e non so quando finiranno gli orali, gli aggiornamenti saranno ancora più centellinati del solito.
Mi scuso con chi ancora segue questa fic, ma capirete che devo dare la precedenza allo studio se voglio uscire con un voto decente… Per cui auguratemi buona fortuna, e commentate! Scusate se non rispondo ai commenti, ma sono piuttosto incasinata.
Un bacione a tutti, spero di farmi viva il più presto possibile.

   
 
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